Ci sono personaggi che solo una città come Roma, nella sua assurdità, nella complessità, nella sua follia e nel suo carattere unico, può generare. Figure nelle quali persona e personaggio sono due realtà insicindibili e indistinguibili, che spesso nascono ai margini del mondo dello spettacolo cittadino - inteso in senso lato e ampissimo - e che alla fine diventano figure note in tutta Italia.
Una di queste incredibili figure è Richard Benson, uno che è stato musicista, insegnante di chitarra di centinaia di ragazzi romani, personaggio televisivo sopra ogni rigo del pentagramma e non solo, icona e oggetto di scherno, non sempre benevolo. Fenomeno tipicamente locale, Benson è assurto a celebrità nazionale grazie a Carlo Verdone, uno che non poteva non notarlo, e che l'ha voluto con sé in Maledetto il giorno che t'ho incontrato.
Le sue trasmissioni televisive, come la leggendaria Ottava nota, in cui parlava di musica con uno stile inconfondibile, sono diventate virali prima che l'idea stessa di viralità esistesse, i suoi concerti erano delle bolgie durante i quali il pubblico lanciava improperi e oggetti contro Benson, che puntualmente si infuriava.
Benson è morto nel 2022, dopo una lunga malattia, e in stato di indigenza: qualche anno prima divenne celebre lo straziante video diffuso da Repubblica TV nel quale Benson, assieme alla moglie Ester, chiedeva aiuto ai fan per far fronte ai problemi economici e di salute.
Ma Richard Benson rimane un mito, e rimane in qualche modo un enigma.
A lui è stato giustamente dedicato un documentario che arriverà prossimamente al cinema: si intitola Benson - La vita è il nemico, e questo è il suo trailer:
Questa è la trama ufficiale di Benson - La vita è il nemico:
Roma 2016, quartiere Alessandrino (periferia Est della capitale). In una piccola casa a piano terra, in cui echeggia il rumore del traffico locale, vivono Ester e suo marito Richard Benson. Volto noto dello spettacolo italiano, ormai caduto in disgrazia.
“Salve a tutti, sono Richard Benson e sono malato. Non posso permettermi le medicine quindi rivolgo un appello a tutti i miei fans, perché oggi rischio di morire”.
Queste parole che l’artista rilascia su RepubblicaTV, in breve tempo fanno il giro dei media italiani. Nel messaggio si vanta di essere uno dei chitarristi più veloci al mondo, di aver avuto collaborazioni con artisti internazionali dello scenario Rock e Metal, e di aver fatto negli anni oltre 10.000 concerti. Sarà per via della sua dichiarazione shock, o per via del look malconcio che mai darebbe a pensare ad un passato così di successo. Ma per chi ne sente parlare per la prima volta, la domanda sorge spontanea: “Chi diavolo è Richard Benson?!”
La lavorazione di Benson - la Vita è il Nemico ha inizio nel 2016, a seguito della richiesta di aiuto che il musicista fece su RepubblicaTv e si sviluppa, per il suo intero arco produttivo, come progetto indipendente.
L’ideatore e regista Maurizio Scarcella, accompagnato da una piccola troupe, si è impegnato nel seguire e riprendere la vita di tutti i giorni di Richard Benson e la moglie Ester Esposito, per un periodo complessivo di 18 mesi. In cui, in un secondo momento, si è alternata la realizzazione delle interviste che vanno a creare la consistente rete di testimonianze e riflessioni che ricostruiscono la storia del chitarrista e performer.
Fase successiva alle riprese e che ha costituito la parte più difficoltosa e complessa, è stata la ricerca e catalogazione del materiale di repertorio di Benson. Composto per maggiorparte di video delle sue esibizioni live resi pubblici (nell’arco di quasi vent’anni) dai numerosi fans, per mezzo di piattaforme social e YouTube. Ma soprattutto da ciò che consiste nel lascito fondamentale dell’artista, le sue trasmissioni televisive andate in onda dai primi anni 80’, fino al 2012. Queste ultime trasmesse da emittenti regionali (in onda nel Lazio ma anche nel resto d’Italia) che hanno contribuito a creare e diffonderne l’immagine pubblica.foto-1
Così facendo, in fase di montaggio seguendo la volontà del Regista e degli Autori, si è riusciti a realizzazione un film documentario capace di comprendere al suo interno, tutto ciò che un fan medio si potrebbe aspettare da un’opera filmica sulla parabola esistenziale ed artistica di uno dei suoi idoli. Ma che soprattutto permetta, a chi non conosce il personaggio, di addentrarsi in un mondo totalmente nuovo e inaspettato.
Questo progetto si è così dimostrato una vera e propria sfida, nella sua indipendenza, spinta dal desiderio di presentare al pubblico l’immagine di un uomo che per anni si è ritrovato segregato in una nicchia (probabilmente troppo stretta) nonostante il potenziale artistico inespresso e la capacità di attirare a sé un pubblico tanto vasto, quanto variegato. A testimonianza di un'essenza trasversale che sicuramente non passerà inosservata allo spettatore. Infine tale lavoro va preso soprattutto come omaggio ad un'artista totale che seppur in maniera estrema, ha messo la sua vita al servizio della propria arte e mai viceversa. Ciò a nostro avviso, ne fa un gigante tra i nani.
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