mercoledì 31 agosto 2016

Jason Bourne

Bourne incontra Parsons, ma sono entrambi in pericolo
* * 1/2 - - (mymonetro: 2,50)

Regia di Paul Greengrass. Con Matt Damon, Alicia Vikander, Julia Stiles, Vincent Cassel, Tommy Lee Jones, Ato Essandoh, Scott Shepherd, Neve Gachev, Riz Ahmed, Bill Camp, Vinzenz Kiefer, Stephen Kunken.
Genere Azione - USA, 2016. Durata 123 minuti circa.

Nicky Parsons, ex-agente della CIA, si infiltra in un ritrovo di hacker a Reykjavik per penetrare nei segreti dell'intelligence statunitense. Così facendo recupera quello che forse è il tassello mancante nella ricostruzione delle origini di Jason Bourne, uomo trasformato in una sorta di macchina omicida in seguito a un esperimento della CIA. Nicky riesce a contattare Bourne, datosi alla macchia, e l'incontro tra i due attira subito le attenzioni dei vertici di Langley, determinati a eliminare entrambi.





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La famiglia Fang

Una storia di necessaria e impossibile fuga da casa
* * * - - (mymonetro: 3,00)

Regia di Jason Bateman. Con Nicole Kidman, Jason Bateman, Christopher Walken, Marin Ireland, Jason Butler Harner, Josh Pais, Michael Chernus, Mackenzie Brooke Smith, Linda Emond.
Genere Drammatico - USA, 2015. Durata 107 minuti circa.

Tutti si ricordano di A e B, i figli di Caleb e Camille Fang, radicale coppia di performer che ha movimentato per anni la scena artistica americana. Da adulti, però, Annie Baxter non se la cavano affatto bene: lei ha provato la carriera d'attrice nel cinema commerciale, infilando un errore dietro l'altro sul set e fuori, lui ha scritto un solo romanzo, torturandosi il resto del tempo. Quando Caleb e Camille scompaiono misteriosamente, e tutto lascia a pensare che siano finiti vittima di un killer seriale, Annie e Baxter si mettono sulle loro tracce, convinti che non si tratti di altro che di un'ultima opera d'arte, e pronti a regolare i conti col passato.





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Bad Moms: il trailer italiano della commedia con Mila Kunis e Kristen Bell diretta dai creatori di Una notte da Leoni

Il film diretto da Jon Lucas e Scott Moore arriva nei cinema italiani il 13 ottobre prossimo.

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Venezia 73, tutto pronto per il Green Drop Award: nella goccia la terra di San Francesco

Il premio collaterale istituito da Green Cross Italia è giunto alla sua quinta edizione

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Parte il 17 settembre il quinto Roma Creative Contest

Sarà Gabriele Mainetti il presidente della Giuria che giudicherà i cortometraggi.

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Film del Festival di Venezia 2016: i nostri voti

Ecco la nostra paggella dei film presentati alla 73esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

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Terminator 2 uscirà rimasterizzato in 3D il prossimo anno

James Cameron non molla il progetto anche se è scivolato via il 25° anniversario.

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Dwayne Johnson annuncia Karen Gillan nel cast di Jumanji, con un post divertito

L'attore, coprotagonista del sequel, rivela che l'attrice di Doctor Who e Guardians of the Galaxy si è unita alla banda.

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Per Julien Temple un film su Suggs dei Madness

Il regista inglese torna al suo grande amore per la musica con un film che sarà un misto di realtà e di fiction.

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Joe Manganiello sarà Deathstroke in Justice League?

Viene recuperato un rumor di un anno fa, l'attore potrebbe vestire i panni del villain anche nell'assolo su Batman diretto da Affleck.

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James Franco e altri nell'action thriller sci-fi Kin tratto da un cortometraggio

Con lui Jack Reynor, Zoe Kravitz e Dennis Quaid.

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Bryan Cranston, Steve Carell e Laurence Fishburne nel nuovo film di Richard Linklater

Il magnifico trio nell'adattamento di Last Flag Flying, sequel di L'ultima corvé.

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Dead Ringers (1988)

martedì 30 agosto 2016

Black - L'amore ai tempi dell'odio

Un amore proibito dalle gang
* * 1/2 - - (mymonetro: 2,50)

Regia di Adil El Arbi, Bilall Fallah. Con Sanaa Alaoui, Martha Canga Antonio, Aboubakr Bensaihi, Sanaa Bourrasse, Natascha Boyamba, Soufiane Chilah, Brahim El Abdouni, Simon Frey, Faysel Ichakarene, Théo Kabeya.
Genere Drammatico - Belgio, 2015. Durata 95 minuti circa.

Mavela, una quindicenne di origine centroafricana, vive in periferia a Bruxelles ed è affascinata dalla gang dei Black Bronx nella quale riesce ad entrare. Finita in commissariato per un furto ci incontra il coetaneo Marwan che appartiene a una gang (la 1080) formata da marocchini. I due si innamorano ma le gang rivali non possono accettare la loro storia. Esercitano quindi tuttala violenza possibile per separarli.





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Man in the Dark

Un thriller che si trasforma rapidamente in un horror claustrofobico
* * * - - (mymonetro: 3,00)

Regia di Fede Alvarez. Con Jane Levy, Dylan Minnette, Stephen Lang, Daniel Zovatto, Jane May Graves, Sergej Onopko, Katia Bokor, Jon Donahue, Brak Little, Christian Zagia, Emma Bercovici, Michael Haase, Dara Iruka, Nickolai Stoilov.
Genere Thriller - USA, 2016. Durata 88 minuti circa.

Rocky vive una situazione familiare insopportabile ed è pronta a tutto pur di abbandonare Detroit per il sole della California. Per amore, il fidanzato sbruffone, Money, e il timido Alex la aiutano a svaligiare appartamenti. Money crede di aver individuato il colpo grosso nel villino di un veterano della guerra del Golfo, rimasto cieco in seguito a una ferita, che ha incassato un risarcimento a molti zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l'unica figlia. I dubbi etici su un furto ai danni di una persona così vulnerabile svaniscono di fronte alla somma agognata, ma i tre scopriranno che il solitario abitante della casa è tutt'altro che indifeso di fronte a un'intrusione.





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Il Festival di Venezia 2016 dalla A alla Z

26 appunti sulla Mostra del Cinema che si aprirà domani con la proiezione di La La Land.

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Anne Hathaway nell'adattamento del libro Live Fast Die Hot

L'attrice è anche produttrice del film scritto da Jenny Mollen, attrice e moglie di Jason Biggs.

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La Cineteca alla Mostra di Venezia

Al Lido i restauri di La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo a 50 anni dal Leone d'Oro e di L'uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri.

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Visioni Italiane 2017

On-line il bando di selezione per la 23a edizione del concorso nazionale per corto e mediometraggi.

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The Immortal Story: Divas and Dandies

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Where the storyteller is loyal, eternally and unswervingly loyal to the story, there, in the end, silence will speak. Where the story has been betrayed, silence is but emptiness. But we, the faithful, when we have spoken our last word, will hear the voice of silence.

—Isak Dinesen, “The Blank Page”


Virginie had a taste for patterns; one of the things for which she despised the English was that to her mind they had no pattern in their lives. She frowned a little, but let Elishama go on.

“Only,” he went on, “sometimes the lines of a pattern will run the other way of what you expect. As in a looking-glass.”

“As in a looking-glass,” she repeated slowly.

“Yes,” he said. “But for all that it is still a pattern.”

—Isak Dinesen, “The Immortal Story”

Aside from William Shakespeare, no writer excited Orson Welles’s imagination more than Isak Dinesen, the pen name of Karen Blixen—a Danish baroness who wrote mainly in English—especially when it came to the films he wanted to make. Even though she was born thirty years ahead of him, they shared a capacity for standing outside of their own eras. Both were cosmopolitan twentieth-century aristocrats with nostalgic yearnings for the nineteenth century, who loved to critique the same romanticism in which they enveloped themselves. Both were florid, masterful storytellers, with a developed taste for paradox, irony, and a kind of artifice that unabashedly calls attention to itself. Perhaps even more relevant to this discussion, both were also tireless polishers of their own art, whose apparent simplicity and directness conceal a great deal of subtle craft and nuance. This is especially true when it comes to the architectonics of “The Immortal Story.”

Welles once even made a pilgrimage to Denmark to meet Dinesen, but after a sleepless night in Copenhagen, he backed away from the prospect and flew home: “I’d been in love with Isak Dinesen since I’d opened her first book,” he later wrote. “Tania was somebody I didn’t know. What could a casual visitor presume to offer except his stammered thanks? The visitor would be a bore, and the lover was too humble and too proud for that. I had only to keep silent and our affair would last—on the most intimate terms—for as long as I had eyes to read print.” (“Tania” was Dinesen’s nickname to intimates, and one wonders whether Welles might have named Marlene Dietrich’s aging, world-weary prostitute after her in Touch of Evil.)

Although Dinesen’s “The Immortal Story”—included in her final story collection, Anecdotes of Destiny (1958), and her personal favorite in that volume—was the only one of her tales that yielded a completed film from Welles, at least half a dozen others attracted his attention as a screen adapter at one time or another. As early as 1953, he planned to include an adaptation of “The Old Chevalier” (1934) in a sketch film for Alexander Korda called Paris By Night, whose other episodes would all be written by himself; and as late as 1985, on the very night that he died, he was planning to shoot part of another sketch film, Orson Welles Solo, that would have included his recounting of that same story. His original plan for The Immortal Story was to make it part of an anthology of Dinesen stories—either a TV series or a sketch feature—along with “The Heroine” (1942), which he started to shoot with Oja Kodar in Budapest while he was still editing The Immortal Story (and then had to abandon a day later when the promised budget evaporated); “The Deluge at Norderney” (1934); and “A Country Tale” (1957). And finally, the most treasured and personal of all his late projects, also starring Kodar, was The Dreamers, which he worked on between 1978 and 1985 and based on both the 1934 story of that title and its belated 1957 sequel, “Echoes.” (Several excerpts from the half hour or so of Welles’s sumptuous test footage for The Dreamers are visible in a documentary on Criterion’s release of F for Fake.)

***

Even for a director expected to do the unexpected, The Immortal Story was for many a disconcerting departure for Welles when it premiered theatrically in 1968, in terms of both its seemingly unadorned simplicity and the fact that it was his first released film in color, financed by French television. Although Welles shifted the story’s locale from Canton—as Guangzhou, China, was then known—to Macao and compressed or relocated a few of its narrative details, it generally adheres to the original with rigorous fidelity, including in its eerie and singsong repetitions of certain spoken phrases and the same embedded story about a sailor, as well as its meditative, almost ceremonial pacing, which suggests at times a hypnotic trance. (There are only a few rapid cuts—such as when a fancy meal is served, and again when several candles are blown out—reminding one that this is the same Welles who had made Chimes at Midnight just before, and who would go on to start The Other Side of the Wind and make F for Fake afterward.)

A wealthy, coldhearted, seventy-year-old merchant named Mr. Clay (Welles) contrives to re-create a legendary and fanciful story he once heard from a sailor, enlisting his accountant, Elishama Levinsky (Roger Coggio), to set the machinery in motion by hiring a local courtesan, Virginie (Jeanne Moreau), to play a part. She proves to be the daughter of a merchant Clay drove to suicide years earlier and whose former house he now occupies; the sailor for the story—a Danish teenager named Paul (Norman Eshley)—is chosen at random and summoned on the street by Levinsky and Clay. The various ways in which Clay’s scheme both succeeds and fails over the course of that night constitute the remainder of the tale.

Both the story itself and the tale-within-the-tale are recounted with the sort of elemental purity we associate with myths and fairy tales, and because all four of the characters are solipsistic loners in different ways and mirrors figure often in the settings, repetitions, echoes, and other rhyme effects involving both words and images recur throughout. This is quintessentially a tale about the lures and perils of storytelling itself—that is, the lures and perils of its processes—and about the power plays among its various participants (tellers, listeners, facilitators, and characters), which helps to account for its personal resonance for both Welles and Dinesen. The fact that Dinesen literally dictated this story, like many of her others, to her longtime secretary (and Danish translator, and eventual literary executor) Clara Svendsen must have enhanced her own sense of the interactivity in the yarn-spinning, reflected in Welles’s offscreen narration in the opening stretches of the film’s English version—and even in his willingness, as in the opening of The Magnificent Ambersons, to let gossiping neighbors take up part of the narrating slack, just as Levinsky later completes the telling of the familiar tale that is started by Mr. Clay.

Given the film’s apparent sparseness, it’s surprising to learn from Jean-Pierre Berthomé and François Thomas’s Orson Welles at Work that it was shot in both France and Spain, using at least three separate Spanish medieval villages to stand in for Macao. For his cinematographer, after four unsatisfactory days with the old-school studio technician Walter Wottitz, Welles turned to a relative novice, Willy Kurant, who had recently shot features with Agnès Varda and Jean-Luc Godard, using lighter equipment and a handheld camera, and thus brought a certain New Wave twist to the film’s overall classicism. (Kurant would later shoot The Deep for Welles.) And even though the shooting lasted only about six weeks, the editing—done at Jean-Pierre Melville’s Paris studio—stretched over the better part of a year. This yielded both an English-language version for eventual theatrical release and a shorter French-language version (with Philippe Noiret dubbing Mr. Clay) for French television, and, as Berthomé and Thomas point out, “although only about twelve minutes in the two versions use different takes, they vary in many other ways, like two competing cuts between which it is impossible to choose.” Clearly, making the film for TV played a role in Welles’s adopting a more minimalist visual and aural palette than was customary for him, as had also happened with his 1958 pilot for American TV, The Fountain of Youth. In keeping with this simplicity, and with Dinesen’s notion of a blank page as a silence that speaks, a form of Zen-like wisdom, it seems entirely appropriate that The Immortal Story should end with both the unheard song of a seashell and a complete whiting out of the image.

Coincidentally, it was thanks to French television—specifically, a program about Erik Satie that Welles saw roughly halfway through his editing—that the filmmaker decided to use several of the composer’s sadly reflective solo piano pieces for the film’s score, an inspired choice that, as the New Yorker’s Alex Ross has pointed out, “soon became clichéd” because of its frequent use by other filmmakers but “was quite new in 1968.”

***

According to Dinesen biographer Judith Thurman, this story had a particular personal meaning for its author, having been written after the traumatic dissolution of her intense (albeit chaste) relationship with the Danish poet Thorkild Bjørnvig, for whom she’d served for seven years as muse, literary coach/adviser, and soul mate. Thurman notes, “It was one of the three Dinesen tales concerned with the cosmic meddler, one who, innocent or deluded about his omnipotence, tries to usurp the role of the gods in another person’s life, to introduce his own plans for its development and outcome, to graft his own desire onto its fate-in-progress.” The first of these tales—which for Thurman “anticipated with an uncanny coincidence of detail” Dinesen’s friendship with Bjørnvig—was “The Poet,” written in the early 1930s. And the third was “Echoes,” her sequel to “The Dreamers,” which for Thurman “was the epitaph of that friendship.” Hence “The Immortal Story,” the centerpiece of this trio, can be read as her complex reflections about her own “cosmic meddling” in the life and destiny of Bjørnvig.

Given Welles’s appropriation of both “The Immortal Story” and “Echoes” (not to mention “The Dreamers”) into his own oeuvre, it is difficult not to find personal investments of his in this highly allegorical material. “The Dreamers” recounts the story of a famous opera singer named Pellegrina who, after losing her singing voice, resolves to disappear from her life and lead many other, different lives; “Echoes” charts one of those lives, when she tries to mentor a boy in a remote country village who has a beautiful voice and reminds her of her former self, and he winds up denouncing her as a witch.

The fact that Welles shot many of the interiors of The Immortal Story in his own villa near Madrid, including much of Clay’s house, and all of the material for The Dreamers in his own house and backyard in Hollywood, seems to support his personal relation to these stories, even though practical concerns also must have played a part in these decisions. Welles’s own long-term relationship with Oja Kodar—who served as his muse but whom he also mentored—undoubtedly also played a part, even when it came to The Immortal Story. When I met her in 1986, a few months after Welles’s death, she told me that the first work she ever did on one of his films was dubbing Virginie’s “lovemaking sighs” during her night with Paul. (In fact, it seems she was alluding to the character’s gasp at the moment of orgasm, when she relives the loss of her virginity with an English captain by experiencing an earthquake—an abrupt punctuation to a soundtrack otherwise dominated here by the delicate and intricate orchestration of the chirping of crickets.) And clearly part of what “The Dreamers” meant for Welles related to his identification with Pellegrina (and, by extension, with Kodar) as well as her own best friend and facilitator, a wealthy Dutchman named Marcus Cocoza (whom he played himself), like the character Levinsky, a Jew; and in “Echoes,” one suspects, he identified in different ways with both Pellegrina and her young pupil.

So it isn’t really a stretch to say that in The Immortal Story, Welles identifies with all the major characters—Clay, Elishama, Paul, and Virginie (the last two of whom constitute a clear literary allusion to Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre’s celebrated 1788 novel Paul et Virginie, one of the key romances read by Flaubert’s Emma Bovary roughly half a century later). Indeed, the fact that both he and Dinesen identify with all four, in equal measure, is central to the primal power of their storytelling.

This cross-identification, then, is something else these two larger-than-life artists shared, a fluidity regarding gender when it came to projecting themselves into others. Dinesen was often called a diva, and Welles was sometimes regarded as a dandy, but clearly it doesn’t do justice to either of their respective temperaments or self-images to limit them to such stereotypes. It would be far more accurate to say that both of them were divas and dandies, at the same time and at every moment.

Jonathan Rosenbaum, the author of Discovering Orson Welles (2007), edited Welles’s and Peter Bogdanovich’s book This Is Orson Welles (1992) and served as a consultant on the 1998 re-edit of Touch of Evil.



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Ci-vita Festival: Installazioni e videomapping

All'interno del Ci-vita festival del 2016 uno spazio del tutto particolare hanno avuto le installazioni e il videomapping realizzato sulla facciata della Chiesa del Borgo e riproposte ogni sera subito dopo gli incontri con gli ospiti di maggior richiamo.
Si diceva un posto particolare perché, ci pare, è proprio in questi momenti performativi che si misurava maggiormente la capacità della manifestazione di sposare la realtà del contesto ospitante con momenti pensati per integrarsi profondamente e consapevolmente nel tessuto urbano.
La prima installazione si trovava, in effetti, subito dopo la porta ed era una sorta di vero e proprio puzzle (Urban puzzle) proiettato mediante un meccanismo da lavagna luminosa sui muri del palazzo costruito immediatamente a ridosso dell'entrata del paese. Le tessere di questo mosaico fantasmatico potevano essere spostate facilmente dall'utente-viaggiatore che diventava, in questo modo, con le sue scelte, parte integrante del momento artistico. Ad ogni spostamento delle tessere corrispondevano mutazioni nella tessitura sonora che accompagnava la proiezione delle luci sui muri. Una produzione fantasmatica che, per la sua natura combinatoria e di facile manipolazione, attirava immediatamente i bambini che sono stati, in alcuni momenti, i principali fruitori dell'installazione.
Affine a questo, ma giocato su una concezione meno immediata era, invece, Painteractive4Architecture, una reinvenzione del gesto del pittore in chiave performativa. Lo spettatore era invitato a disegnare all'interno di una tela vuota e i risultati della sua azione venivano proiettati sulla facciata del palazzo e divenivano materia sonora che si diffondeva nell'ambiente: una vera e propria reinvenzione dell'action painting, trasposta, però, nella quadrimensionalità dello spazio e del tempo urbani di sicuro fascino.
Simile nello spirito, ma di diversissimo esito artistico era invece la grotta delle luci, ricavata all'interno di una struttura tufacea subito alle spalle della consolle di controllo della precedente installazione. Appese in bella mostra in questa cavità, infatti, lampadine di grandi dimensioni e fogge strane si accendevano in risposta a un sensore messo in funzione dai movimenti dello spettatore. Ad esso si abbinavano i timbri argentati di un sintetizzatore che mimava un carillon. Simpatica e intelligente riattualizzazione delle sinestesie rincorse della musica colta del primo novecento abbinata alla dimensione aleatoria dei movimenti comunque casuali dello spettatore. Ma soprattutto uno splendido connubio tra location e gesto artistico, tra spazio e sua reinterpretazione.
Anche nel Museo delle frane era presente, in una sala, una proiezione in cui luci e colori seguivano i movimenti dell'utente, questa volta in una logica significativamente più museale, più legata alla percezione dell'oggetto d'arte nel suo spazio ospitante in cui al muoversi composto nello spazio del fruitore era contrapposto il gesto di rottura del suono, magari un battito della mani che mai dovrebbe trovare spazio nella compostezza di un museo, necessario per attivare vibrazioni sulle proiezioni.
Diverso, infine, il caso del videomapping costruito sulla facciata della chiesa del borgo. Per gestire una superfice ampia e simmetrica, gli artisti di medialize.it hanno utilizzato due videoproiettori che ricomponevano sotto gli occhi ammirati del pubblico in chiave astratta, ma comprensibile, la storia stessa del borgo di Bagnoregio, mossa dal vento onnipresente (reso evidente dall'immagine di teli stesi sulle porte e i rosoni della facciata) e dall'imminente e costante consapevolezza della fine (lo sgretolarsi della facciata stessa della costruzione). Un'immagine, quest'ultima, resa tristemente inquietante dalla contingenza delle notizie del terremoto di Amatrice.
Nel complesso queste esperienza assolutamente site specific hanno costituito, nella loro capacità di integrarsi con il tessuto urbano non solo a livello meramente formale, ma anche con una precisa cognizione della storie e delle peculiarità del territorio, uno dei momenti più intensamente suggestivi di tutto il festival.



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Maze Runner: riprende la lavorazione del capitolo finale?

La produzione del terzo film della saga era stata sospesa per un grave infortunio al protagonista Dylan O'Brien

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Arrival: ecco il trailer italiano del film di fantascienza di Denis Villeneuve con Amy Adams

Il film che vede tra i suoi interpreti anche Jeremy Renner e Forest Whitaker sarà in concorso al Festival di Venezia 2016.

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VENEZIA 73: I VINCITORI DEL PREMIO BOOKCIAK AZIONE! 2016‏

Bookciak, Azione! annuncia i vincitori della V edizione del Premio, ospitato, come ogni anno, dai Venice Days. Si tratta dell'unico premio nazionale dedicato all'incontro tra cinema e letteratura, attraverso i bookciak movies, video di massimo tre minuti, ispirati ai romanzi della banca dati www.bookciak.it, piattaforma-vetrina per addetti ai lavori della narrativa italiana più “cinematografabile”, candidati a diventare copertine d'autore per gli e-book. Diversamente dai book trailers, i bookciak movies, formato del tutto innovativo e sperimentale, puntano ad esaltare gli aspetti emotivi e visionari delle pagine scritte.

Anche quest'anno sono tre i libri scelti per ispirare i bookciak movies: Il silenzio del lottatore di Rossella Milone edito da minimum fax che, attraverso sei folgoranti racconti, ci conduce verso una meravigliosa educazione sentimentale al femminile.

Neve, cane, piede di Claudio Morandini edito da Exorma edizioni è una sorta di sogno invernale, sotto la neve, insieme ad un vecchio burbero e il suo cane "parlante”.

Infine Tu non tacere di Fulvio Ervas edito da Marcos y Marcos che racconta una storia di malasanità e sanità, attraverso gli occhi di uno studente di medicina, affiancato da ricci funamboli, medici clown e professori di scienze che insegnano dove sta il cuore.

I videomaker vincitori di bookciak azione 2016! sono Rosa Maietta per Vorago liberamente ispirato a Il silenzio del lottatore di Rossella Milone. Alessandro Padovani per Haapar liberamente ispirato a Neve, cane, Piede di Claudio Morandini e Denise Dacquì per Shouting liberamente ispirato a Tu non tacere di Fulvio Ervas. La Giuria ha inoltre attributo 2 menzioni speciali a Luca Mazzara per Operazione Avalanche liberamente ispirato a Il Silenzio del Lottatore di Rossella Milone e Alessandro Asciutto per La Danza Dell'amore ispirato, anche in questo caso, a Il Silenzio del Lottatore di Rossella Milone.

A scegliere i bookciak vincitori di questa V edizione è stato Ascanio Celestini, in veste di presidente di giuria, affiancato da Wilma Labate, Teresa Marchesi e Gianluca Arcopinto. Negli anni passati hanno fatto parte della giuria di Bookciak Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Ettore Scola, Gabriele Salvatores.

Il premio Bookciak, Azione! è organizzato dall'Associazione Culturale Calipso e da Bookciak Magazine (http://ift.tt/2bPkEAt), la prima testata giornalistica dedicata all'intreccio tra cinema e letteratura, diretta da Gabriella Gallozzi. Questa edizione del premio è stata resa possibile grazie al sostegno di Mibact, 8 e 1/2, Coop Alleanza 3.0, Roma Lazio Film Commission, Spi-CGIL e la collaborazione delle Giornate degli Autori e di SNGCI.

CLIP VIDEO BOOKCIAK AZIONE 2016:
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La New York Film Academy apre il mercato della 73a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia‏

Una selezione speciale di corti realizzati dagli studenti della New York Film Academy aprirà il mercato alla 73a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

La New York Film Academy (NYFA) è orgogliosa di annunciare una selezione speciale di cortometraggi realizzati da ex-studenti, nell'ambito del nuovo mercato della 73a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Con l'obiettivo di offrire un'occasione senza precedenti di visibilità e networking ad una selezione dei nostri studenti più talentuosi, la vetrina della NYFA a Venezia comprenderà 5 cortometraggi realizzati da tre dipartimenti accademici - finzione, documentario e animazione. L'evento NYFA aprirà la nuova piattaforma denominata Venice Production Bridge della mostra la mattina del 1° settembre presso lo Spazio Incontri dell'Hotel Excelsior sul Lido di Venezia.

L'attore italiano ed ex-alunno della NYFA Giorgio Pasotti (La Grande bellezza, Dopo la mezzanotte, L'aria salata) introdurrà la proiezione e parlerà della sua carriera dopo l'esperienza alla NYFA nel corso di un incontro informale e interattivo con il pubblico, la stampa e gli accreditati industry invitati a partecipare numerosi.

Seguirà un rinfresco di networking dalle 13:15 alle 14:15, ed una serie di incontri individuali per chiunque fosse interessato a ricevere informazioni aggiuntive sulla scuola. Per partecipare all'evento o per richiedere un'intervista, si prega di inviare una email a florence@nyfa.edu.

La vetrina della NYFA a Venezia comprenderà i titoli seguenti:

The Life of Janka, di Luis Henriquez Viloria (finzione)

Dopo il terremoto di Haiti nel gennaio 2010, migliaia di bambini sono finiti per strada, diventando bersaglio del traffico minorile. Molti di loro sono diventati merce di scambio al pari del bestiame. “The Life of Janka” è una storia di fantasia che vede due fratelli alle prese con un'esperienza simile.

Fumo, di Sean Miyakawa (finzione)

A metà degli anni ‘20, un compositore frustrato incarna i panni di uno dei primi ingegneri del suono della storia del cinema, finendo per innamorarsi follemente dell'attrice protagonista della produzione. Il giorno in cui decide di dichiararle finalmente il suo amore, scopre una relazione tra lei e il regista e perde la testa.

Alive & Kicking: The Soccer Grannies of South Africa, di Lara-Ann de Wet (documentario)

A Limpopo, in Sud Africa, le nonne del villaggio indossano gli scarpini da calcio e, a suon di calci al pallone, si fanno strada attraverso il campo - e secoli di tabù oppressivi. Giocano a calcio seriamente, pur lasciandosi andare ad una risata e a quei canti tradizionali che alimentano la loro singolare lotta per una vita dignitosa ed un campionato tutto per loro.

The Perfumist, di Yukari Akaba, Shannon Lee, Daniela Lobo Dias, Sandra Rivero Ortiz (animazione)

“The Perfumist” è una storia drammatica che mette in scena la battaglia tra l'Uomo artificiale e la Natura cosmica. Ricercando il profumo perfetto per la sua essenza nei meandri di quella che sembrerebbe essere una foresta pluviale incantata, Benedict Malville si trova a dover far fronte alle conseguenze dell'aver messo piede su un territorio sacro ed incontaminato.

The Right Way, di Elena Zobak Alekperov & Flavia Groba Bandeira (animazione)

Una breve storia animata che racconta un giorno nella vita di una mamma alle prese con l'educazione della figlioletta. Mentre la bimba mette alla prova la pazienza della madre, un momento finale di sollievo rivela un'oasi segreta entro i confini stessi della casa.

Sulla 73a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

Dedicata ai recentemente scomparsi Michael Cimino e Abbas Kiarostami, la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia di quest'anno comprenderà le ultime opere di Natalie Portman, Terrence Malick, Ryan Gosling, Tom Ford, Amy Adams, e Derek Cianfrance che concorreranno per il prestigioso Leone d'oro, unendosi ai due riconoscimenti alla carriera a Jean-Paul Belmondo e Jerzy Skolimowski.

Sulla New York Film Academy

Con sedi in tutto il mondo, la New York Film Academy si è affermata negli anni come una tra più prominenti scuole internazionali di cinema e arti dello spettacoli con un focus sull'apprendimento pratico (“learning by doing”) finalizzato al training sul campo. Gli studenti della NYFA hanno la possibilità di iscriversi a corsi di laurea di primo e secondo livello accreditati dagli Stati Uniti (quali i Master of Fine Arts (MFA), Master of Arts (MA), Bachelor of Fine Arts (BFA), Bachelor o Arts (BA) e gli Associated of Fine Arts (AFA), nonché ad una vasta gamma di workshop brevi sulla regia, recitazione, fotografia, produzione, animazione 3D, cinematografia, sceneggiatura, cinema documentario, game design, musical, giornalismo televisivo, music vieo, grafica, illustrazione e montaggio digitale.

Con oltre 8.000 studenti provenienti da oltre 100 paesi, la NYFA offre corsi a New York, Los Angeles, South Beach (Miami), Sydney, Gold Coast in Australia, a Firenze, ed in molte altre città nel mondo.

La sede della New York Film Academy a Firenze offre corsi di regia e di recitazione cinematografica all'interno di un edificio rinascimentale ristrutturato, situato proprio di fronte alle Cappelle Medicee in piazza San Lorenzo e a due passi dal Duomo.

Steven Spielberg, Martin Scorsese, Bruce Springsteen, Al Pacino, Robert Downey Jr., Kevin James, Jamie Foxx, e Jodie Foster sono solo alcune tra le personalità del cinema che hanno scelto di iscrivere i propri familiari alla New York Film Academy.



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Andrew Dominik conferma che il suo prossimo film sarà Blonde, dal romanzo di Joyce Carol Oates su Marilyn Monroe

Il regista, che sarà a Venezia col documentario su Nick Cave, realizzerà il film grazie a Netflix. E l'autrice twitta che la sceneggiatura è eccellente.

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Novità in arrivo al MUSEO DI ROMA: prezzo speciale per visitare le mostre in corso

Dal 30 agosto 2016 le sale del Museo di Roma saranno temporaneamente interessate da lavori di adeguamento tecnico, ma rimarranno accessibili le mostre già in corso, con l'opportunità di visitarle ad un prezzo davvero speciale: 4 euro per il biglietto intero e 3 euro per quello ridotto.

Un'occasione imperdibile per intraprendere un viaggio nell'arte della caricatura a Roma dal Seicento al 1849 con la mostra L'ARTE DEL SORRISO e per immaginare come appariva la vita della città di inizio Ottocento agli occhi di un francese con la mostra ANTOINE JEAN-BAPTISTE THOMAS E IL POPOLO DI ROMA (1817-1818).

Il Museo di Roma Palazzo Braschi fa parte del Sistema Musei Civici di Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. I servizi museali sono affidati a Zètema Progetto Cultura.

LE MOSTRE

L'ARTE DEL SORRISO. LA CARICATURA A ROMA DAL SEICENTO AL 1849

Fino al 2 ottobre 2016

120 opere provenienti da diverse istituzioni culturali (Palazzo Chigi di Ariccia, Accademia Nazionale di San Luca, Archivio Storico Capitolino, Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, Istituto Centrale per la Grafica di Roma, Museo del Risorgimento di Roma e la Collezione d'Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca) oltre che dal Gabinetto delle Stampe di Palazzo Braschi. Sarti, cappellaie e rammendatrici di calze, accanto a soffiatori di vetro, burattinai e musicisti. Ma anche servitori gobbi che fanno bella mostra di sé a fianco a personaggi del calibro di papa Benedetto XIV e del cardinale Silvio Valenti Gonzaga, immortalati nel celebre quadro di Giovanni Paolo Pannini.

L'esposizione è a cura di Angela Maria D'Amelio, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Simonetta Tozzi. Catalogo Campisano Editore.

ANTOINE JEAN-BAPTISTE THOMAS E IL POPOLO DI ROMA (1817-1818)

Prorogata al 4 dicembre 2016

Come doveva apparire agli occhi di un francese la Roma di inizio Ottocento? Caotica e rumorosa, certo, ma anche piena di colori e di suoni, di odori perfino e costellata di volti caratteristici e anonimi al tempo stesso, inconfondibili. Sono i mestieri del popolo ad animare le vie e le piazze, assieme ai rituali condivisi dalla gente come dai nobili e dal clero e snocciolati come i grani di un rosario lungo tutto l'anno, giorno dopo giorno, a cadenzare il tempo e le stagioni.

Questo caleidoscopio di scene quotidiane colpì a tal punto il pittore Antoine Jean-Baptiste Thomas da spingerlo a realizzare una serie di schizzi dal vero, durante il suo soggiorno romano tra il 1816 e il 1818 in qualità di vincitore del Prix de Rome dell'Accademia di Francia. Il Museo di Roma conserva non solo vari esemplari, sia sciolti sia rilegati, delle litografie inserite nel volume di Thomas Un an à Rome et dans ses environs, ma anche 142 disegni originali, acquisiti nel 1963, una selezione dei quali viene esposta in mostra. Nel percorso espositivo le rappresentazioni di Thomas vengono affiancate da alcune opere di Bartolomeo Pinelli.

Esposizione a cura di Angela Maria D'Amelio e Simonetta Tozzi. Catalogo Campisano Editore.

Dove
Museo di Roma - Palazzo Braschi
Ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10

Biglietteria
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19 (la biglietteria chiude alle 18). Chiuso il lunedì

Prezzi
4 euro intero, 3 euro ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Zètema Progetto Cultura
Mastercard Priceless Rome
Tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00) _www.museodiroma.it
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Uscite al cinema, 30 agosto-1 settembre 2016

Sette nuove pellicole vi aspettano al cinema, in uscita dal 30 agosto all'1 settembre: il ritorno dell'infallibile agente Jason Bourne; la storia romantica tra due giovani impersonati da Emilia Clarke e Sam Claflin; il nuovo intenso film di Cristian Mungiu; la storia di Antonio, giovane giocatore di poker incallito, nient'affatto interessato a dare un senso alla propria vita.

IL VINCENTE
Regia: Luca Magri; Genere: Drammatico; Cast principale: Luca Magri, Maria Celeste Sellitto,Michele Buttarelli, Marco Iannitello, Nina Torresi, Adriano Guareschi, Paolo Rossini,Francesco Silva, Giulia Bertinelli; Data di uscita: 1 settembre.

Breve sinossi: Antonio è un giovane dal temperamento anarchico che non sembra avere alcun interesse nel ritagliarsi un posto nella società. Il suo unico scopo di vita è il poker, sentendosi un giocatore nato per rischiare e vincere al tavolo da gioco la sua fortuna. Cos'ha in serbo il destino per un ragazzo che non vuole assumersi le responsabilità proprie dell'età adulta?

IO PRIMA DI TE
Regia: Thea Sharrock; Genere: Sentimentale, drammatico; Cast principale: Emilia Clarke, Sam Claflin, Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby, Janet McTeer; Data di uscita: 1 settembre.

Breve sinossi: Louisa è una giovane ragazza mite e sempre di buon umore, che non ha ancora deciso cosa “fare da grande”. Passa da un lavoro a un altro per sbarcare il lunario, fino a che non inizia a lavorare per Will, un giovane banchiere finito sulla sedia a rotelle a causa di un grave incidente. E l'amore, si sa, è sempre dietro l'angolo...

JASON BOURNE
Regia: Paul Greengrass; Genere: Azione, thriller; Cast principale: Matt Damon, Alicia Vikander, Julia Stiles, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel, Riz Ahmed, Ato Essandoh, Scott Shepherd, Bill Camp, Vinzenz Kiefer, Stephen Kunken; Data di uscita: 1 settembre.

Breve sinossi: Dopo aver scoperto la sua vera identità e il suo passato, l'infallibile Jason Bourne sembra dileguarsi dalle scene. Ma una pericolosa organizzazione criminale che fa leva su eventi catastrofici e terrorismo minaccia la serenità dell'agente Bourne e la sicurezza dell'intero pianeta. Per Jason Bourne è giunto il momento di tornare all'azione!

L'EFFETTO ACQUIATICO
Regia: Sólveig Anspach; Genere: Sentimentale, drammatico; Cast principale: Florence Loiret Caille, Samir Guesmi, Didda Jonsdottir, Philippe Rebbot,Olivia Cote , Bouli Lanners; Data di uscita: 30 agosto.

Breve sinossi: Samir si innamora di Agathe, un'insegnate di nuoto. Pur di conquistarla, il giovane comincia a prendere lezioni di nuoto dalla ragazza, fingendo di non saper nuotare. Ma quando Agathe comprende la messinscena di Samir e vola in Islanda per lavoro, il ragazzo le dimostrerà che non bastano chilometri e chilometri di distanza per frenare un amore sincero...

LA FAMIGLIA FANG
Regia: Jason Bateman; Genere: Commedia, drammatico; Cast principale: Jason Bateman, Nicole Kidman,Christopher Walken, Marin Ireland, Michael Chernus, Linda Emond, Jason Butler Harner,Josh Pais, Eugenia Kuzmina; Data di uscita: 1 settembre.

Breve sinossi: La famiglia Fang è famosa per il suo operato come performer, un lavoro che attira da sempre folle di curiosi e sbalordisce i più accaniti. I figli Baxter e Annie, da sempre legati ai genitori da un rapporto costellato di alti e bassi, una volta adulti, sono costretti a tornare nella loro casa natale per sciogliere ogni dubbio riguardo la sparizione di mamma e papà. Cos'è accaduto alla famiglia Fang?

LOLO – GIU' LE MANI DA MIA MADRE
Regia: Julie Delpy; Genere: Commedia; Cast principale: Julie Delpy, Dany Boon, Vincent Lacoste, Karin Viard; Data di uscita: 1 settembre.

Breve sinossi: La sofisticata Violette incontra e si innamora di Jean-René, un informatico imbranato e all'apparenza non adatto per lei. Ma l'amore sa essere imprevedibile e i due decidono di vivere assieme, sicuri che sia la decisione giusta per tutti. Ma non hanno ancora fatto i conti con il giovane Lolo, il figlio ribelle di Violette, che non vede affatto di buon occhio Jean-René...

UN PADRE, UNA FIGLIA
Regia: Cristian Mungiu; Genere: Drammatico; Cast principale: Adrian Titieni, Maria-Victoria Dragus, Ioachim Ciobanu, Vlad Ivanov; Data di uscita: 30 agosto.

Breve sinossi: Romeo è un medico e padre di Eliza, brillante e giovane studentessa che sogna di andare a studiare in Gran Bretagna una volta compiuti i diciotto anni. Giunto il giorno, grazie a una borsa di studio che le permetterà di iniziare gli studi di psicologia, Eliza è pronta a partire, ma un'aggressione sconvolgerà i piani dei due, mettendo a repetanglio i valori e l'istruzione con i quali il buon Romeo ha cresciuto la sua Eliza.



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Io prima di te: "È tuo dovere sfruttare la vita al massimo" - Nuova clip in italiano del film

Emilia Clarke e Sam Claflin stanno per arrivare al cinema, eccoli intanto una nuova scena in italiano del film.

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Assegnato il Premio Lizzani, primo riconoscimento collaterale della Mostra del Cinema di Venezia

La giuria dell'ANAC ha scelto l'esercente di Sciacca Sirio Accursio Caracappa per il premio intitolato al grande regista, da quest'anno nel Palmarés ufficiale.

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Venezia73: PREMIO SUB-TI ACCESS DI 7MILA EURO PER UN FILM ACCESSIBILE AI DISABILI SENSORIALI‏

Sub-Ti sostiene anche quest'anno il workshop Final Cut in Venice nell'ambito della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, per dare un aiuto concreto alla realizzazione di film provenienti dall'Africa, ma anche da Giordania, Libano, Iraq, Palestina e Siria. Un premio di 7.000 euro è attribuito da Sub-Ti a un film per la creazione di un master DCP con sottotitoli in inglese o italiano, per favorirne la distribuzione internazionale. Da quest'anno anche Sub-Ti Access diventa uno dei sostenitori di Final Cut in Venice, con un premio assolutamente innovativo e importante: fino a 7.000 euro saranno garantiti a uno dei film per la creazione della versione accessibile ai disabili sensoriali, con sottotitoli per non udenti, audio descrizione per non vedenti e audio sottotitoli in voice over per i film con audio descrizione in lingua diversa dall'inglese o italiano. Il premio prevede la creazione delle versioni accessibili in inglese (o in italiano), nonché la loro prediposizione per l'inserimento in DCP. Questo premio è volto a sostenere la fruizione del cinema da parte di un pubblico sempre più ampio e diversificato. Al tempo stesso, la resa accessibile di un film vuole sensibilizzare registi e produttori rispetto all'importanza di creare e distribuire un film in versione accessibile a tutti.



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La verità sta in cielo: Il trailer del film con Riccardo Scamarcio e Maya Sansa sul caso Emanuele Orlandi

Il film di Roberto Faenza arriverà nei cinema il 6 ottobre prossimo.

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L'effetto acquatico nei cinema di Roma, Milano e di tutta Italia

Tutti i cinema d'Italia che hanno in programmazione il film di Sólveig Anspach con Florence Loiret Caille e Samir Guesmi.

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Prima di lunedì: il trailer in anteprima della commedia con Vincenzo Salemme, Fabio Troiano e Martina Stella

Il film diretto da Massimo Cappelli arriva nei cinema il 22 settembre prossimo.

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Camigliatello Silano, 31 agosto: serata "Brutium Graffiti. Jazz a Cosenza nel '900"

Mercoledì 31 agosto alle ore 21.30 presso la Casa del forestiero di Camigliatello Silano, nel quadro della Settimana della cultura calabrese, sarà presentato "Brutium Graffiti. Jazz a Cosenza nel '900", l'ultima fatica editoriale di Amedeo Furfaro, critico musicale, collaboratore della rivista Musica Jazz e fondatore del Centro Jazz Calabria. A conversare con l'autore ci saranno Raffaele Borretti, classe 1935, una vita per il jazz quale pianista, animatore del Jazz fans club, organizzatore di rassegne, responsabile dei programmi jazz della Rca italiana, autore di rubriche radiofoniche, saggista, collaboratore del mensile Jazz.it ed Ugo G. Caruso, studioso di cultura di massa, jazzofilo raffinato, già docente a contratto presso la cattedra di Storia della Musica dell'Università di Roma Tor Vergata, autore di svariati saggi e curatore di eventi sull'argomento. L'incontro sarà introdotto da Francesco Stezzi, editor del CJC e prevede pure la presentazione del cd "Formentera dream" della vocalist Maria Rosaria Spizzirri che eseguirà alcuni brani in anteprima.

Il libro è un racconto-saggio che vuole fare il punto sulla vicenda jazzistica cosentina nel secolo scorso, inquadrata nel più vasto contesto della musica e dello spettacolo in Calabria. In 164 pagine viene ripercorsa la storia del jazz cosentino, identificato non solo nei musicisti ma anche con i critici, cronisti, organizzatori, impresari, amministratori locali che contribuirono all'affermazione di questa musica. Si parte con le prime orchestre goliardiche ed amatoriali spesso ispirate da emigrati calabresi di ritorno dall'America. Verranno ovviamente rievocati i momenti memorabili, quando nella seconda metà degli anni settanta, sotto l'impulso dell'allora assessore alla cultura, Giorgio Manacorda, la città visse la sua stagione d'oro, ospitando concerti e manifestazioni che avrebbero ben figurato nel cartellone di capitali europee per l'importanza dei musicisti in cartellone. Un'esperienza dalla quale germoglieranno i tanti festival e kermesse dei decenni più recenti in Calabria. Non mancherà una riflessione collettiva però sulla discontinuità d'iniziativa e sul difficile rapporto con la propria terra dei tanti jazzisti cosentini sparsi per l'Italia e per il mondo.



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Biff di Ritorno al futuro è pop art: lo assicura Tom Wilson

Thomas F. Wilson ha realizzato una serie di dipinti per illustrare la sua condizione di uomo identificato col mito, suo malgrado!

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Give 'n take - Simone La Maida

Ci son momenti in cui un uomo avverte la necessità, viscerale, di dire qualcosa.
I motivi di questo bisogno possono essere molteplici: voglia di comunicare, di misurarsi, di perseguire la bellezza.
Tutto questo è racchiuso in give ‘n take, progetto discografico/improvvisativo di Simone La Maida.
Il sassofonista mette su un trio che si completa con il contrabbasso di Gabriele Evangelista e la batteria di Alessandro Paternesi.
Nessuno strumento incaricato della responsabilità del “tessuto armonico” dei brani e delle improvvisazioni E' una presa di posizione chiara e consapevole: ridurre gli elementi scritti, “visivi”e verticali del comporre musicale, per poter lavorare a fondo su parametri come l'energia, il suono, il ritmo e, non di rado, sulla cantabilità delle linee improvvisative.
Il sound è potente, pieno, curato, ma non artefatto: complice di questo è il riverbero naturale del Teatro Asioli di Correggio ed il buon lavoro di missaggio del PinkHouse Studios.
La musica viene messa al centro, sin da subito: la copertina del disco, totalmente bianca, presenta due frecce rosse ed la forma d'onda relativa ai brani, vicino l'intitolazione di ogni traccia.
Lo stesso ordine delle traccia ci aiuta ad entrate appieno nell'esperienza pensata da Simone La Maida per l'ascoltatore: Incorniciate da due composizioni originali (About the three e Communication) ci sono 4 improvvisazioni, molto diverse tra loro, ma che scorrono come sorrette da un'unica idea ed un unico pensiero. In questo naturale flusso è incastonato un brano di Frank Loesser.
give ‘n take, già dal titolo, è un inno al dialogo musicale e umano tra uomini e musicisti; un invito a non abbandonare mai quella ricerca musicale radicata nel fluire del discorso e della vita e non solo prodotto intellettualoide e astratto. E' anche dialettica tra i musicisti e l'ascoltatore.
Dicevamo all'inizio che, a volte, un uomo sente la necessità di dire qualcosa. Il bello è che per affidare tutto questo alla musica c'è la necessità, prima di dire, di far accadere qualcosa.
In give ‘n take questo qualcosa accade.
In give ‘n take un uomo è riuscito a dire qualcosa.

Autore: Simone La Maida
Formazione: Simone La Maida (sax); Gabriele Evangelista (Contrabbasso); Alessandro Paternesi (Batteria)
Titolo: give ‘n take
Etichetta: Rara Records



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Gene Wilder: il commosso addio di amici e colleghi sui social

L'amatissimo e carismatico comico ricordato nelle parole di tutti quelli che ci hanno lavorato, a partire dall'amico e mentore Mel Brooks.

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lunedì 29 agosto 2016

Addio al genio comico di Gene Wilder

L'attore, regista e sceneggiatore aveva 83 anni. Impossibile ricordare tutti i suoi capolavori

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Louis Garrel’s Closet Picks

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Now that he’s back on the big screen in Maïwenn’s My King, which screened in New York earlier this month and is now playing in Los Angeles, we’re looking back at actor Louis Garrel’s visit with us back in March, when he was in town for the Film Society of Lincoln Center’s Rendez-Vous with French Cinema in support of My King and his directorial debut, Two Friends. After joining us for homemade pizza, Garrel spent some time in our film closet, where he gave some entertaining introductions to his picks.



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Ci-vita Festival 2016 - Un bilancio

Ci-vita: c'è vita. Nell'intenzione degli organizzatori della prima edizione del Festival di Civita di Bagnoregio c'è sempre stata, sin dall'inizio, la vocazione a una celebrazione della vita e della bellezza, intese nella loro accezione più alta.
Difficile, allora, dare il via alla manifestazione proprio il giorno dopo il terribile terremoto di Amatrice che ancora, giustamente, catalizza l'intera attenzione mediatica.
Difficile, se non impossibile, coniugare la dimensione di svago, sia pure culturale e di intrattenimento, sia pure intelligente, al dolore e al lutto che si sono abbattuti su tutta la nazione.

Qui a Civita, dall'altra parte dell'appennino, il terremoto si è sentito eccome.
I muri del paese, ci raccontano, hanno tremato e oscillato con forza nella notte silenziosa di un borgo che cessa ogni attività a mezzanotte in punto e resta solo, a sognare il buio e le poche strade deserte che corrono a un passo dallo strapiombo. Qualcuno ha pensato a una frana. Magari proprio l'ultima che si mangerà, prima o poi, questo pezzo di sogno costruito sul tufo.
Poi la notte è tornata silenziosa, ignara ancora del lutto che bruciava il sonno di paesi a poco più di un centinaio di chilometri da qui.

La verità è che il lutto è segno stesso di una vita che continua, malgrado un'assenza che ci si fa dolorosa vicina di casa. E non c'è contraddizione nel celebrare la vita, se lo si fa con gli occhi abbastanza bagnati dalle lacrime per quelli che non ci sono più e per quelli che ancora vanno avanti a guardare un cielo sempre più pieno di stelle e sempre più silenzioso a ogni domanda.
Così Ci-vita festival ha aperto i battenti con chiara cognizione di causa. Dedicandosi, in fondo, ai morti e lasciando (forse un po' troppo, almeno a opinione di chi scrive) alla sensibilità degli artisti coinvolti, la dedica silenziosa al ricordo con cui dovremo convivere.
Forse un po' troppo, perché non avrebbe stonato un discorso al taglio del nastro che ha dato il via alla manifestazione. Un taglio che è stato frettoloso, fatto in assenza dell'autorità cittadina, impegnata altrove, mentre una parata di maschere della commedia dell'arte si caricava, senza contraddizioni, del peso, di non far dimenticare il dolore.

Il terremoto, in fondo, è stato il convitato di pietra non invitato di tutta la manifestazione. Quello che ha bussato alla porta a poche ore dall'evento e che ha segnato, con la paura che s'è portato dietro, ogni momento. Conseguenza del terremoto, ad esempio, è stato il calo di affluenza nel borgo di Civita, una realtà a rischio sismico, ma soprattutto a rischio geologico, dal momento che la città si sgretola un po' per volta e aspetta (paese che muore è l'appellativo che accompagna la toponomastica sulle indicazioni stradali) di farsi macerie.

Questo terremoto, che ha segnato la fine di almeno trecento vite rischia, per questo, di avere un altro danno collaterale meno immane delle morti, eppure non piccolo nel già povero contesto culturale del nostro paese: il rischio che questa prima edizione possa essere anche l'ultima, dal momento che il numero delle presenze, sia pur non esiguo, pare essere stato un po' inferiore alle aspettative.
Ci auguriamo di no, perché, al di là di alcune criticità comunque tipiche delle prime edizioni, e al di là della relativa mancanza di una più precisa direzione all'interno di un calendario fitto di appuntamenti e al tempo stesso troppo costretto nello spazio di solo poche ore, ha dalla sua l'utopia di una manifestazione estremamente sfaccettata nel suo unire cibo, moda, cinema, teatro, fotografia in una sorta di villaggio globale delle arti e dei mestieri.
Idea, questa, che ci pare affascinante e rischiosa al tempo stesso. Affascinante perché in sintonia con questi tempi di attenzioni distratte e desiderosa di intercettare le mode senza esserne succube. Rischiosa perché l'eccessiva eterogeneità dell'offerta, se da un lato garantisce la possibilità di aprirsi a più fasce di pubblico, dall'altra si avventura in dedali labirintici tali da confondere le aspettative.

Ci-vita festival ha marciato bene su alcune realtà.
Gli incontri serali con Sabina Guzzanti, Paolo Rossi e Matteo Garrone, ad esempio, erano sulla carta estremamente intriganti nel loro ricercare il connubio con il nome di richiamo (se non altro i primi due, più vicini alla televisione, rispetto a un nome di puro cinema come quello del regista di Gomorra) e l'anima universitaria che poteva conferirgli Ferruccio Marotti che conduceva le interviste. Costruiti quasi come lezioni, con la forte (qualche volta eccessiva) presenza di materiale video, questi incontri erano racconti a tappe di carriere artistiche, ma anche spazi (i primi due) per improvvisazioni a soggetto di veri animali da palcoscenico.

Intriganti anche le scelte teatrali che hanno coinvolto due compagnie. La prima, il teatro Bertolt Brecht di Formia, con spettacoli pomeridiani, parate e improvvisazioni, ha aperto il festival e ha poi riempito di musica, canti e ancor più di “presenza” le vie troppo turistiche e spesso seriose del borgo, la seconda, la calabrese Confine incerto, ha invece proposto, più nascosto e quasi invisibile, un intrigante percorso sensoriale che si perdeva dentro la strada che, da dietro la piazza principale della chiesa di Civita, va a sperdersi nel nulla declinante dello scorcio forse più bello di tutto il paese.

Belle anche le riflessioni sul cibo che animavano, oltre i tanti momenti di degustazione, una intrigante mostra fotografica con scatti tratti dal cinema italiano in rapporto con la cucina, simpaticamente strutturata sugli spazi (la cucina, la tavola, le occasioni e via elencando) con vere e proprie chicche. Mostra che faceva il paio con la proiezione di Quando l'Italia mangiava in bianco e nero di Andrea Gopplero e di Mangiando Mangiando, L'Italia a tavola in settanta anni di storia a cura di Graziano Marraffa con un percorso nelle sequenze sul cibo nel cinema italiano di grande fascino per i cinefili.
Tra questi momenti è da segnalare senz'altro la proposta di un documentario assai affascinante come Nuove Terre di Francesca Comencini e Fabio Pellarin che ha incontrato il pubblico in piazza per poi lasciare spazio alla videoproiezione in una sala un po' scomoda, ma funzionale, all'interno del museo delle Frane.

La musica, da parte sua, ha trovato spazio sin nella prima serata grazie alla voce e alle canzoni bellissime di Pilar capace di riempire di arguzie e poesia la fresca notte piena di luci e vento (reso protagonista dalla stessa cantante che lo evocava tra un brano e l'altro come vera e propria parte d'orchestra) di Civita.

Gli stand dello Street food , infine, erano dall'altra parte del ponte che unisce il cielo di Civita alla terra di Bagnoregio. Qui hanno trovato spazio anche incontri di un certo profilo enogastronomico tra cui, almeno sulla carta, sembrava estremamente interessante quello dell'aperitivo per bambini che era anche presentazione di un libro di Anna e Paolo Sarfatti. Dobbiamo dire “sembrava” perché la distanza tra le due anime e le due location del festival, benché non enorme, era comunque, piuttosto impervia e diventava virtualmente impossibile spostarsi dall'una all'altra per coprire tutto.
Ed è sicuramente questa una delle criticità da risolvere in un'eventuale seconda edizione del festival che, ci pare, dovrebbe, prima di tutto, trovare pace tra troppe opposte esigenze (non ultima una senz'altro commerciale) in cerca di una direzione più vera entro la quale trovare il suo nord e la sua direzione.



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Ci-vita Festival - Nuove Terre

Nuove Terre di Francesca Comencini e Fabio Pellarin è, in realtà, cinque storie in una.

Le cinque storie sono quelle di cinque diverse realtà locali e di cinque modi diversi di intendere l'agricoltura sociale.
Il primo, quello de L'orto dei ragazzi, ci mette di fronte alla realtà di un'azienda agricola del torinese che da oltre cinquanta anni si è posta come mission quella di offrire lavoro alle persone in difficoltà. Senza rinunciare all'eccellenza di un prodotto biologico, quest'impresa si è dovuta, negli ultimi anni, confrontare con la questione migratoria e con l'esigenza di aprire le sue porte a persone provenienti da contesti culturali altri sempre più difficili e problematici.
Il secondo racconta invece la fondazione della Cascina Sociale Carlo Alberto, nata da un progetto legato alla Diaconia Valdese che vede protagonisti dei giovani che da pochissimi anni hanno messo in piedi nella Val Pellice un'azienda agricola capace di fornire ai suoi giovani imprenditori un vero e proprio riscatto sociale e lavorativo.
Il terzo racconto (e ultimo firmato da Francesca Comencini, gli ultimi due sono, infatti opera dello sguardo di Fabio Pellarin) è, invece, quello de Le mistiche, un'azienda che opera nel pieno del raccordo anulare a Roma e dà dignità e lavoro a disabili e a persone con problemi mentali.
Le agricole, invece, quarta realtà incontrata nel film, è un'azienda tutta al femminile che offre lavoro alle donne in difficoltà.
L'azienda agricola Paterna ci porta, infine, nell'aretino, a Valdarno, a scoprire una realtà al tempo stesso individuale e collettiva, in una storia al tempo stesso esemplare e politica.

Cinque racconti, si diceva, che si riducono a uno solo: quello della nostra Italia, dei nostri pregiudizi, ma anche del nostro rapporto con la terra e con il retaggio contadino.
Così il racconto delle storie recenti delle nostre terre sottratte all'incuria e rese produttive con la fatica e il sudore delle braccia e delle idee, finisce per essere l'ultimo capitolo di un racconto frastagliato del recupero di un retaggio che la nostra cultura aveva rifiutato fino a pochi anni fa e che sta gradualmente ritornando non solo come possibilità lavorativa, ma anche come moda (quante case oggi si riempiono, infatti, di piccoli orti coltivati con tenacia e passione!).

La riscoperta del valore salvifico della coltivazione della terra è una delle cose che Nuove Terre sonda con maggior partecipazione e senso di scoperta. Vedere come il lavoro ridia dignità agli ultimi, agli emarginati della nostra società ha, all'interno del progetto filmico, un valore quasi catartico che riempie le immagini di un'utopia discreta eppure estremamente vitale.
Allo stesso modo il porci di fronte all'evidenza che dietro ogni prodotto che mettiamo a tavola ci siano storie, pensieri, idee e lavoro è la grande scommessa narrativa del documentario che inanella un racconto dentro l'altro con viva partecipazione e senso affabulatorio. Cosicché il rendersi improvvisamente conto di come la frutta mangiata dai nostri figli all'asilo sia piena del lavoro dignitosi di quegli stessi migranti che temiamo, aggiunge alla narrazione il sale di un insospettabile valore politico.

Nuove Terre è un intrigante lavoro di docufiction in cui ogni concetto passa per la sola evidenza della narrazione e in cui sta soprattutto allo spettatore il compito di tirare le somme di quanto gli viene mostrato.
Senza sporcarsi di sovrastrutture ideologiche, il film accetta la sfida di mostrare le cose come sono, lasciando alla voce dei protagonisti, il compito di spiegare, dal basso, la realtà in cui vivono.
E riesce senza particolari svolazzi di macchina o inutili virtuosismi di regia a lasciar parlare cose e persone.
Visto all'interno del Festival Ci-vita a Civita di Bagnoregio, dopo un'ancor breve vita in altri festival specializzati, ma con molta strada davanti nei mesi a venire, Terre nuove è un film che colpisce per la sua limpidezza e per l'onestà che cerca sempre di avere dentro occhi che sanno stupirsi ancora per le cose belle.

(Nuove Terre)
(Orto dei Ragazzi, Cascina Carlo Alberto, Tenuta della Mistica); Regia: Francesca Comencini; soggetto: Fabio Pellarin; fotografia; Alessandro Abate; montaggio: Silvia Di Domenico; musica: Mattia Carratello.
(Le Agricole, Azienda Agricola Paterna); Regia: Fabio Pellarin; supervisione: Francesca Comencini; soggetto: Fabio Pellarin; fotografia: Francesco Di Pierro; montaggio: Silvia Di Domenico; musica: Mattia Carratello.
progetto e produzione: MADCAST srl di Giovanni Madonna e Francesco Antonio Castaldo Con il contributo di mipaaf, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. origine: Italia, 2016; durata: 78'



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Sarà Deathstroke il nemico di Batman nel film diretto da Ben Affleck

Adesso bisogna scoprire quale attore interpreterà il villain, che comparirà anche in Justice League

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Il 1 settembre tornano i CineCocktail a Venezia con Sonia Bergamasco e Studio Universal‏

Definiti "il salotto cinematografico d'eccezione" da La Stampa, "i migliori faccia a faccia del panorama cinematografico" da Cinema Italiano e "tra i migliori eventi della Mostra di Venezia" da Huffington Post, tornano per il quinto anno a Venezia i CineCocktail - Incontri ravvicinati del miglior tipo: cinema, cocktail e chiacchiere in libertà, ideati e diretti dalla giornalista e scrittrice Claudia Catalli.

Ad inaugurare la nuova annata del format, con un appuntamento targato STUDIO UNIVERSAL, sarà la Madrina della Mostra d'Arte Cinematografica di quest'anno: l'attrice Sonia Bergamasco, impegnatissima sul fronte teatrale e reduce dal successo del film-caso dell'anno Quo vado?.

Mission dei CineCocktail è accostare a nomi noti del cinema e dello spettacolo talenti emergenti particolarmente degni di nota che negli anni sono stati "scoperti" proprio da questo format giovane e di successo. Dopo Sara Serraiocco, Greta Scarano e Lorenzo Richelmy, sarà il turno dell'esordiente Valentina Pedicini, regista del corto Era ieri (selezionato alla 31 Settimana della Critica: durante l'incontro sarà proiettata in anteprima una selezione di clip).

Dopo il successo riscontrato lo scorso anno a Venezia con Giancarlo Giannini, Lina Wertmuller, Massimo Wertmuller e Max Croci, i CineCocktail rinnovano con piacere e orgoglio la collaborazione con Studio Universal (Mediaset Premium DT), canale attento alla qualità delle opere proposte e al mondo del cortometraggio, intuendo il più delle volte i grandi nomi del cinema di domani.

Appuntamento il 1 settembre alle ore 18 presso la Terrazza Mediterranea (Lungomare Marconi, Venezia Lido - ingresso libero fino ad esaurimento posti)

"Emoziona pensare di essere già arrivati a spegnere la quinta candelina di un format libero e indipendente, nato proprio alla Mostra di Venezia - dichiara Catalli - L'idea è sempre stata quella di allargare il dibattito sul cinema al pubblico, per creare un momento di incontro e confronto collettivo sulla settima arte aperto a tutti: artisti, critici e appassionati, in un'atmosfera informale in cui non esistono celebrities. Esiste solo la voglia di condividere, scambiare idee esperienze ed opinioni sul cinema in assoluta libertà, senza censure né vippismi, al di qua degli schermi".

Contacts:
press.cinecocktail@gmail.com
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Twitter: @Cinecocktail
Instagram: Cinecocktail



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Al Festival di Venezia il film d'animazione “Vittorio De Seta, Maestro del Cinema”, diretto da Simone Massi

Si tiene domenica 4 settembre alle ore 11,30 in Sala Volpi a Venezia Lido, nell'ambito della 73a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia la proiezione in anteprima mondiale del cortometraggio d'animazione Vittorio De Seta, Maestro del Cinema, diretto da Simone Massi, prodotto dalla Bo Film con il sostegno del MiBACT e ideato dal semestrale Quaderno del Cinemareale. Il corto, dedicato al regista palermitano scomparso 5 anni fa, che Martin Scorsese descrisse come “L'antropologo che si esprime con la voce di un poeta”, partecipa al Premio MigrArti organizzato dal MiBACT e presieduto dal regista Ferzan Ozpetek e racconta, in una soggettiva immaginaria della durata di circa due minuti, lo sguardo del regista che ritrova idealmente i personaggi emblematici dei propri film. Le immagini disegnate da Simone Massi, autore anche quest'anno del poster ufficiale della Mostra del cinema, lavorano sul concetto di persona intesa non solo come fonte di bisogni materiali, ma come “territorio” di relazioni in divenire.

La proiezione del film è preceduta da un incontro aperto al pubblico, organizzato allo Spazio Italia – Sala Tropicana Hotel Excelsior, domenica 4 settembre, ore 10,30 per presentare l'Omaggio a Vittorio De Seta che prenderà ufficialmente il via in autunno. Interverranno Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna; Stefania Ippoliti, responsabile Area cinema della Fondazione Sistema Toscana; Pinangelo Marino, direttore del Quaderno del Cinemareale; Serena Gramizzi, produttrice del film “Vittorio De Seta, Maestro del cinema”. La Cineteca di Bologna e la Fondazione Sistema Toscana, da anni impegnata nel sostegno e nella promozione del cinema d'autore con il progetto Quelli della Compagnia, dedicheranno una giornata di incontri e proiezioni all'opera di Vittorio De Seta, durante l'edizione fiorentina del festival Il Cinema Ritrovato, inserita nel programma della 10a edizione della 50 Giorni di cinema internazionale a Firenze (Omaggio a Vittorio De Seta, Firenze, 23 novembre 2016). Le pellicole realizzate dal regista di Banditi a Orgosolo – Premio Miglior Opera Prima a Venezia nel 1961 –, immagini di quel Novecento italiano annientato dallo sviluppo economico degli anni '60, sono oggi conservate grazie al lavoro di restauro eseguito dalla Cineteca di Bologna. Dopo una lunga carriera che conta oltre venti film tra documentari, film a soggetto e film per la televisione, Vittorio De Seta nel 2006 realizza in digitale il suo ultimo lungometraggio, Lettere dal Sahara, presentato fuori concorso al festival di Venezia lo stesso anno. Un film a soggetto ispirato a una storia vera che racconta il difficile viaggio in Italia di un ragazzo senegalese che naufraga da clandestino a Lampedusa.

“Nel caso di De Seta – dichiara Pinangelo Marino, direttore del Quaderno del Cinemareale che ha promosso l'iniziativa – l'omaggio al regista si trasforma naturalmente in un tributo all'intera cultura del nostro Paese. Il film che presentiamo al Lido è una fiaba ispirata ai documentari di De Seta degli anni Cinquanta, che finisce con l'evocare le radici più profonde dei nostri principi culturali fondativi. De Seta ha filmato le persone alle quali egli per primo si è esposto, insegnandoci che “vedere” l'altro significa vedere “con” l'altro, e sapersi trasformare con lui”. L'omaggio a De Seta è promosso dal semestrale Quaderno del Cinemareale, che a Novembre dedicherà un numero monografico al regista siciliano, con numerosi interventi, tra cui quelli di Gianni Amelio, Daniele Ciprì, Salvo Cuccia, Gian Luca Farinelli, Agostino Ferrente, Goffredo Fofi, Michelangelo Frammartino, Daniele Gaglianone, Costanza Quatriglio, Luciano Tovoli, Daniele Vicari e molti altri. Adottato anche da alcune università italiane come libro di testo, la rivista svolge un lavoro di networking e costituisce uno spazio di formazione reciproca, di riflessione narrativa ed estetica e di orientamento per operatori culturali, produttori, distributori ed esercenti.

Per maggiori informazioni
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www.bofilm.it
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Tutti a casa di Luigi Comencini evento centrale della pre-apertura del festival di Venezia

In anteprima mondiale restaurato in 4k in digitale, sarà l'evento della serata di domani sera.

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Un padre, una figlia: la nostra intervista a Cristian Mungiu

Il regista del film vincitore del premio per la miglior regia a Cannes ci parla della Romania di oggi, di corruzione e dei figli.

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La luce sugli oceani: Michael Fassbender e Alicia Vikander nel trailer italiano del film

Il film di sarà in concorso alla 73esima Mostra del cinema di Venezia.

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CSC Production, con Barbary Films e Rai cinema, presenta a Venezia il film d'esordio dell'ex allievo e ora docente CSC Marco Danieli: "La ragazza del mondo"

Interpretato da Sara Sarraiocco e Michele Riondino e con la partecipazione di Pippo Del Bono, il film affronta un tema coraggioso e assai poco frequentato dal cinema, quello del mondo dei Testimoni di Geova.

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MR. GAGA, in anteprima a Torino e in sala dal 15 settembre con WANTED

Lunedì 5 settembre arriva in anteprima a Torino al Cinema Massimo, nella cornice di Torinodanza Festival diretto da Gigi Cristoforetti e organizzato dal Teatro Stabile Torino - Teatro Nazionale, MR GAGA di Tomer Heymann, il più emozionante documentario per gli appassionati di danza moderna da ‘Pina' di Wim Wenders che sta animando le platee dei cinema e dei festival di mezzo mondo, facendo incetta di premi.

MR GAGA uscirà nelle sale cinematografiche italiane giovedì 15 settembre distribuito da WANTED in collaborazione con Sky Arte HD.

MR GAGA è un ritratto vivace, penetrante e contagioso di Ohad Naharin, uno dei coreografi più importanti ed innovativi al mondo, conosciuto a livello internazionale per aver creato il linguaggio di movimento corporeo chiamato “Gaga”.

Classe 1952, nato e cresciuto in un kibbutz, Naharin viene raccontato nel documentario a partire dai suoi primi passi di danza attraverso filmati di repertorio che lo vedono esibirsi già giovanissimo e momenti di vita privata insieme alla sua famiglia. Il regista Tomer Heymann ha costruito un ritratto viscerale di Mr. Gaga: dagli esordi, alle prime esibizioni sulla scena internazionale con Martha Graham e Maurice Béjart, fino al passaggio al lavoro di coreografo, coronato dalla nomina a direttore artistico della Batsheva Dance Company, compagnia di danza israeliana di fama mondiale. Attraverso immagini di repertorio, estratti mozzafiato sul palcoscenico e riprese inedite delle lezioni con i suoi danzatori, il film conduce il pubblico nel mondo di Mr Gaga: figura di grande integrità, animata da una visione unica e straordinaria della danza e della vita.

“I semi che hanno fatto maturare questo film sono stati piantati oltre vent'anni fa, quando ho visto per la prima volta in scena la compagnia di danza di Naharin - commenta il regista Tomer Heymann -. Ricordo di essere rimasto profondamente colpito, fu uno shock emotivo e mentale, come se avessi consumato un esplosivo cocktail di alcol e droga, ma senza alcol né droga. Ricordo quello spettacolo come un continuum di musica, movimento, sensualità, sessualità e quei meravigliosi ballerini dei quali ti innamoravi immediatamente, senza sapere il perché. Da quella sera in poi, sono diventato un consumatore compulsivo delle coreografie della compagnia Batsheva. Naharin è come una noce racchiusa in un guscio molto difficile da rompere, ha un carattere complesso e contraddittorio; ma è questo che fa di lui un soggetto davvero molto interessante per un film documentario”.

Lunedì 5 settembre, alle ore 20.00, al Cinema Massimo (sala 1) si terrà un incontro con il protagonista e coreografo Ohad Naharin, il regista Tomer Heymann, Andrea Zardi di NOD – Nuova Officina della Danza e DAMS con l'intervento di Alessandro Pontremoli dell'Università degli Studi di Torino. Alle ore 21.00, l'anteprima del film documentario.

Ingresso a pagamento.

L'appuntamento si inserisce nel calendario di Torinodanza Festival, diretto da Gigi Cristoforetti e organizzato dal Teatro Stabile Torino - Teatro Nazionale, ed è organizzato da NOD - Nuova Officina della Danza, in partnership con Dams - Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l'Ambasciata di Israele in Italia.

MR GAGA esce in sala in Italia dal 15 SETTEMBRE 2016 distribuito da Wanted in collaborazione con Sky Arte HD



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Omaggio a Cristian Mungiu

Dopo la lezione di cinema di Mungiu e la bella anteprima di sabato scorso, continua la rassegna dedicata al regista rumeno. Fino al 9 settembre.


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Elizabeth Olsen nel nostalgico road movie Kodachrome

L'attrice entra nel cast del film di Mark Raso dove affiancherà Jason Sudeikis e Ed Harris.

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Il restauro di "Tutti a casa" di Luigi Comencini alla 73.Mostra Internazionale del Cinema di Venezia

Prima mondiale il 30 agosto in Sala Darsena della nuova copia restaurata a cura di Filmauro e CSC – Cineteca Nazionale in occasione del centenario del regista.

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PoesiCanzoni all'Isola del Cinema di Roma con EscaMotage Film Festival

EscaMontage Film Festival Itinerante diretto da Iolanda La Carrubba e Sarah Panatta, si afferma essere una giovane kermesse nell'ambito di un'operazione corale per valorizzare l'importanza del Cinema. Da quattro anni impegnato a promuovere uno sguardo panoramico sul cinema, che si focalizza su quello indipendente, esplorando il dialogo tra le arti, realizzando mostre collettive, performances, live musicali e reading poetici di rilevanza internazionale. Costruendo spazi di confronto per nuove idee, tra le varie realtà il Festival ha anche ospitato la proiezione dei cortometraggi vincitori dell'Amarcort Film Festival.

Il 31 agosto 2016 EscaMontage Film Festival Itinerante sarà ospite della XXII° edizione della prestigiosa kermesse culturale dell'Isola del Cinema di Roma, da anni appuntamento imperdibile nella cornice dell'Estate Romana, nell'incantevole panorama dell'Isola Tiberina dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, nello spazio Renault Lounge, all'interno della manifestazione Cinema&Libri. Il Festival, nato nel 2013 sulle sponde del lago di Bracciano, ha intrapreso nel corso del tempo ricche collaborazioni con eclettiche realtà socio-culturali, divenendo vero e proprio viaggio nelle diverse forme d'espressione creativa, attraverso location del Lazio e non solo, tra le quali: lo studiolo ARTECOM onlus Accademia in Europa di Studi Superiori diretto da Eugenia Serafini e Nicolò Brancato, la sede FUIS (Federazione Unitaria Italiani Scrittori) di Roma. Tanti gli illustri ospiti e i talentuosi autori nazionali e internazionali, tra i quali; l'attore Antonio Catania, il critico Catello Masullo, il reporter Fulvio Grimaldi, il regista Aureliano Amadei, l'attrice Francesca Stajano, il musicologo e linguista Rom Alexian Santino Spinelli, il giornalista Giò Di Giorgio, il critico d'arte Giorgio Di Genova, il documentarista Davide Demichelis, l'organizzatrice culturale Lisa Bernardini.

Il 31 agosto dalle h. 19,40 presso lo spazio Renault Lounge, Piazza di San Bartolomeo all'isola si terrà la presentazione del progetto “PoesiCanzoni”, con reading dei poeti presenti e live musicale del cantautore Amedeo Morrone. Free entry!

Il PROGETTO:

Il progetto "PoesiCanzoni” nato da un'idea di Iolanda La Carrubba e Amedeo Morrone, è un'opera di trasposizione letteraria, in cui le poesie di poeti nazionali e internazionali sono state tradotte in vere e proprie canzoni, rendendo “note” suoni “di-versi”. Il progetto è stato presentato all'interno della rassegna culturale San Lorenzo in Piazza 2011 patrocinato da Roma Capitale ed Estate Romana 2011; nel 2014, diventato progetto editoriale, presso la sede di Roma della Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori). Il cd-antologia è stato un'operazione corale nel quale i poeti hanno espresso con il loro prestigioso lavoro la sensibilità su tematiche che vanno dall'impegno civile, all'amore, dalla joie de vivre, alla interrelazioni, che insieme all'original sound pop-rock melodico del cantautore, viaggiano attraverso un linguaggio sinestetico, divenendo motore propulsivo per l'interezza del progetto editoriale curato da EscaMontage. La prima edizione del cd-antologia "PoesiCanzoni" sarà introdotta dall'illustre prefazione del musicologo, compositore ed antropologo Alexian Santino Spinelli (musicista virtuoso della fisarmonica, docente universitario di Lingua e cultura romaní, presidente nazionale della federazione FederArteRom), e verrà pubblicata entro la fine del 2016.

n.b. Sarà possibile sostenere il progetto dando la propria adesione durante la serata, tramite prenotazione di una o più copie del cd-antologia al prezzo di copertina di € 25,00; o divenendo sponsor con una quota minima di € 5,00.

PROGRAMMA:

Modereranno Iolanda La Carrubba e Sarah Panatta

Live delle PoesiCanzoni del cantautore Amedeo Morrone

Reading con i poeti (in ordine alfabetico):

Silvana Baroni

Paolina Carli

Alessandra Carnovale

Matteo Castorino

Davide Cortese

Carla Guidi

Iole Chessa Olivares

Tiziana Marini

Cinzia Marulli Ramadori

Anita Napolitano

Terry Olivi

Roberto Piperno

Lorenzo Poggi

Antonella Rizzo

Incontro speciale con Fabio Traversa (attore per il teatro e per il cinema, ha lavorato con alcuni dei maestri del cinema italiano contemporaneo, interpretando pellicole quali Pâté de bourgeois (1974), Io sono un autarchico (1976), Ecce bombo (1978), Palombella rossa (1989) di Nanni Moretti, La storia vera della signora delle camelie (1981), di Mauro Bolognini, Il minestrone (1981) di Sergio Citti, Compagni di scuola (1988), Ma che colpa abbiamo noi (2003) di Carlo Verdone, L'anno del terrore (1991), di John Frankenheimer, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio (2010) di Isotta Toso, è nel 2013 protagonista del lungometraggio Senza chiedere permesso di Iolanda La Carrubba) e Tiziana Lucattini (regista autrice e attrice, dal 1991 dirige la compagnia teatrale Ruotalibera. Si occupa di formazione teatrale, i suoi testi sono rappresentati in Italia e all'estero e tradotti in spagnolo, tedesco e fiammingo. Nel 2013 è co-protagonista del lungometraggio Senza chiedere permesso di Iolanda La Carrubba).

Presente l'attrice Francesca Stajano, autrice, sceneggiatrice, interprete per teatro, fiction e cinema, prossimamente co-protagonista della commedia teatrale “Affittasi camera da letto”.

Esposizione dell'opera “Tra le due e le cinque… non più tardi delle cinque” acrilico su tela (2014) di Valerio D'Angelo

“PoesiCanzoni”, Piazza di San Bartolomeo all'isola, Isola del Cinema spazio Renault Lounge ore 19,40, Free entry!

n.b. il programma può subire variazioni

Prossimi appuntamenti EscaMontage Hotel Villa Eur di Roma, con data da stabilire.

Media partners: Centraldocinema, Cineclandestino, Terzo Binario

Partner: OutLaw Pub - Via dell'Arazzeria 67, Bracciano (RM)

Un sentito ringraziamento agli ospiti EscaMontage tra i quali: Diego Abatantuono, Vincenzo Salemme, Silvia Scola, Stefano Fresi, Ciro De Caro, Alessandro greyVision, Alessandro Benvenuti, Valentina Benvenuti, Mariella Anziano, Nicola Acunzo, Silvano Agosti, Mario Carbone, Giuseppe Bonito, Mauro Casciari, Agostino Raff, Fabio De Luigi, Iago, Fiorella Cappelli, Iole Chessa Olivares, Mauro Corona, Luigi Corsi, Fabio D'Alessio, Toni D'Angelo, Francesco Del Grosso, Fernando Della Posta, Stefano Grossi, Gabriella Di Trani, Gaetano Di Vaio, Franco Fracassi, Fabrizio Ferraro, Mariagrazia Garbarino, Donatella Giancaspero, Franco Grattarola, Ilaria Iovine, Roberto Mariotti, Massimo Lauria, Dona Amati, Fiore Leveque, Fabio Traversa, Tiziana Lucattini, Serena Maffìa, Ugo Magnanti,Tiziana Marini, Monica Martinelli, Massimo Pacetti, Cinzia Marulli, Antonella Rizzo, Andrew J A Bulfone, Davide Cortese, Anita Tiziana Napolitano, Matteo Mingoli, Alessandro Da Soller, Domenico Sacco, Mauro Morucci, Amedeo Morrone, Chiara Mutti, Giuseppe Nibali, Alessandro Salvioli, Patrizia Nizzo, Alcidio, Marco Onofrio, Plinio Perilli, Roberto Piperno, Lucia Pompili, Tommaso Putignano, Daniela Quieti, Laura Quinzi, Cosimo Ruggieri, Tomaso Binga, Luigi Sardiello, Francesco Spagnoletti, Silvana Baroni, Marzia Spinelli, Maurizio Stasi, Patrizia Stefanelli, Maria Carla Trapani, Therezinha Teixeira de Siqueira, Antonio Amendola.

Link al Blog&WebTV:
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Link al Festival:
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Info e contatti
escamontage.escamontage@gmail.com



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La Bella e la Bestia: foto dal remake del classico Disney

Su Facebook qualche anteprima, da uno speciale che sarà sul Blu-ray che celebra i 25 anni del cartoon originale.

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Rogue One: nuove immagini per lo spin-off di Star Wars [RISCHIO SPOILER]

Direttamente da Empire, foto dal set del film in uscita il 15 dicembre 2016.

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Team Thor, lo spassoso video di Taika Waititi ci mostra Thor nelle pause dal suo lavoro

Direttamente dal Comic Con di San Diego e finalmente online, il corto potrebbe intitolarsi "Anche i supereroi si annoiano".

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Summer in the City (VIII): El Olivo

Dall'altro ieri Berlino regala inaspettatamente uno scampolo di estate dopo che per settimane non c'è stato giorno in cui la pioggia o le nuvole non avessero il sopravvento. E' da poco quindi che è possibile compiutamente gustare una opportunità coraggiosa, qua e là forse un po' ardita, che negli ultimi anni si è consolidata nella capitale tedesca, ossia andare a vedere i film nei cinema all'aperto. Ve ne sono non meno di quindici in tutta la città, per lo più nei numerosi parchi, ma anche in luoghi auratici tipo il Kulturforum, nella zona della Nationalgalerie (Mies van der Rohe), della Philharmonie e della Staatsbiblothek (entrambe di Hans Scharoun) o presso il colonnato dell'Isola dei Musei. Anche in serate un po' più miti come queste, i berlinesi arrivano attrezzatissimi, con maglioni, giacche a vento e coperte perché a un certo punto la temperatura, in ogni caso, si abbassa parecchio. Al cinema all'aperto situato nello splendido parco di Friedrichshain abbiamo visto in prima cittadina, alla presenza della regista e degli interpreti, la co-produzione tedesco-ispanica, intitolata El Olivo, girato dalla regista madrilena Icíar Bollaín e scritto dalla sceneggiatore scozzese Paul Laverty, suo marito, autore di ben 13 sceneggiature di film girati da Ken Loach. I due avevano già collaborato per un bel film, passato alla Berlinale del 2011 e poi anche a Pesaro, che si intitolava También la lluvia (http://ift.tt/2bwKHJ8) che, per certi aspetti, somigliava a El Olivo: entrambi film di denuncia, entrambi film con una marcata dialettica interculturale e (post-)coloniale, entrambi schierati, affetti da quel manicheismo che ben conosciamo anche nei film di Loach. Ma mentre También la lluvia compensava quest'ultimo difetto con una struttura narrativa piuttosto complessa e con un ampio ventaglio di personaggi, El Olivo risulta del tutto privo di complessità, elementare, per non dire rozzo. La storia si racconta in venti parole: un anziano contadino è costretto a vendere un olivo millenario piantato nella campagna aragonese, da quel momento ammutolisce e di fatto si lascia morire, la nipote, cresciuta su quell'albero e con il nonno, decide di fare di tutto per riportarlo in patria. Perché, nel frattempo, l'olivo è, non ci crederete, finito nella lounge di una megaditta di Düsseldorf che, fra e altre cose, usa proprio quell'albero come logo. Ed ecco che nipote, zio, e un giovanotto neanche troppo segretamente innamorato della ragazza partono con un truck, un viaggio della speranza verso Düsseldorf per riprendersi, non si sa come, quell'albero gigantesco e caricarlo sul camion. Per convincere i compagni di viaggio Alma, la nipote, inventa che gli acquirenti hanno deciso di loro spontanea volontà di restituire l'olivo. E mette di mezzo anche i social network per avere appoggio in loco. Ci riusciranno? Non crediamo che questo film arrivi in Italia e quindi si potrebbe anche spoilerare, ma non lo facciamo. Il grosso problema di El Olivo è contrariamente alle attese proprio la sceneggiatura, un testo talmente esile che in un più d'una occasione ci si accorge benissimo che regista, sceneggiatore (e anche montatore), in assenza di idee, hanno deliberatamente lasciato improvvisare gli attori, le situazioni si ripetono oltre ogni dire, come quando lo zio e l'amico capiscono – nel piazzale di fronte all'ingresso della megaditta - che Alma li ha ingannati, lo zio, soprattutto, si arrabbia ferocemente e la scena dura almeno il doppio di quanto dovrebbe. Frutto di quel manicheismo semplicistico di cui si diceva, il film vorrebbe essere anche un'allegoria diciamo così coloniale dell'Europa dei ricchi (i tedeschi) e dei poveri (gli spagnoli), ma si tratta di un'allegoria talmente banale da risultare fastidiosa. Come se non bastasse: i non pochi soldi ricavati dalla vendita dell'olivo sono guarda caso andati in malora, nella crisi finanziaria del 2008. Due degli otto euro pagati per entrare al parco di Friedrichshain vanno a una ONG che si occupa di ri-piantare olivi nelle campagne spagnole, con tanto di spot illustrativo che ha preceduto il film, ampiamente finanziato da tutte le film commission tedesche possibili e immaginabili. L'iniziativa si chiama "Adotta un olivo": tutto molto nobile, tutto molto apprezzabile, ma un buon film è un'altra cosa.

(El Olivo). Regia: Icíar Bollaín sceneggiatura: Paul Laverty; fotografia: Sergi Gallardo; montaggio: Nacho Ruiz Capillas; interpreti: Anna Castillo (Alma), Pepe Ambròs (Rafa), Maunel Cucala (Ramón), Miguel Angel Aladren (Luis); produzione:Morena Films, El Olivo La Película A.I.E, The Match Factory origine: Spagna-Germania 2016; durata: 98'. Proposta di voto: 2 stelle su 5.



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