venerdì 31 luglio 2020

Attori Quarantenati Anonimi: sopravvivere alla quarantena grazie a Zoom

Monica FaggianiPubblicata sul canale Youtube di Top Hat Spettacolo Online, la web serie A.Q.A. Attori Quarantenati Anonimi, su testi di Isabella Rotti, sfrutta il diffondersi dell’utilizzo delle video chat durante il periodo della quarantena per portare all’attenzione dello spettatore le frustrazioni e le crisi d’identità di un gruppo di attori costretti all’inattività dalle circostanze avverse. Coordinati da una psicoterapeuta, Monica Faggiani, che a sua volta può essere considerata un caso clinico, i cinque personaggi, non potendo più esercitare il loro mestiere e quindi costretti a gettare la maschera che abitualmente indossano sul palco e a mostrarsi nelle loro debolezze quotidiane, si ritrovano a interagire in un contesto che sarebbe surreale se non riproducesse una realtà che ognuno di noi ha recentemente sperimentato.

I nove episodi finora caricati su Youtube, di una durata che va dai due minuti e mezzo ai quattro minuti e mezzo, ci introducono nelle vite di Piera (Paola Giacometti), attrice “dannunziana” che non esita a identificarsi con Eleonora Duse o Isadora Duncan e il cui leitmotiv è la celebre Pioggia nel pineto; Adriano (Arturo Di Tullio), che si considera un attore di primordine e ritiene di essere stato messo in ombra dalla notorietà di un altro interprete teatrale diventato per lui una sorta di Innominato o Lord Voldemort; Davide (Dario Merlini), suggeritore che si fa chiamare “consulente di scena” e viene perennemente ignorato da tutti, perfino dal software Siri che lo chiama Ludovico; Camilla (Cinzia Brugnola), che blocca su Whatsapp anche la madre perché è talmente smemorata da non ricordarsela e Marco (Michele Basile), attor giovane la cui passione per la cucina lo spinge a pensare solo al cibo. Al gruppo andrà ad aggiungersi anche la “tragica”, ovvero la madre di Marco (Sonia Grandis), così soprannominata per il suo eloquio e il suo citare Delfi e Giocasta.

Attori Quarantenati Anonimi

La struttura prevede lo schermo suddiviso in quattro, in quanto i protagonisti sono appunto in videoconferenza su Zoom, e a parte la psicoterapeuta che costituisce il personaggio fisso, gli altri alternano la loro presenza a seconda delle esigenze. Uno dei punti di forza è il montaggio di Antonella Rotti che permette l’interazione costante degli attori con esilaranti passaggi, tra una schermata e l’altra, di filoncini di pane, foglietti, ciotole di baccalà mantecato, sciarpine e tutti quegli oggetti che, nella vita normale, chiunque avrebbe potuto scambiare con amici e colleghi e invece, in una realtà che ha finito tragicamente per superare la fantasia, non è stato più possibile.

I diversi episodi non hanno una trama definita ma si focalizzano sulla comunicazione umana in quel preciso contesto di reclusione e inattività forzata. Ognuno dei personaggi sembra soffrire dell’esigenza di sfogare in qualche modo la propria vena attoriale, ma essendo impossibilitato a farlo, si ritrova obbligato a ripiegare sulla sua fragile umanità, con risvolti da teatro dell’assurdo. Le suonerie del cellulare della psicoterapeuta – dove le tagliatelle di nonna Pina si alternano alla Berté e alla musica new age di Enya –, e l’attrazione che nutre nei confronti di Giuseppe Conte prendendo per oro colato ogni sua dichiarazione, mettono in risalto la situazione di confusione mentale di cui tutti, anche coloro che dovrebbero aiutare gli altri mantenendo una certa stabilità, finiscono per essere vittima.

Il titolo è tratto dall’acronimo A.K.A. (Also Known As) utilizzato in riferimento agli pseudonimi di celebri personaggi e qui sostituito dalla più attuale condizione di quarantena. Gli attori rendono efficacemente le peculiarità che contraddistinguono ogni personaggio, ma una durata più equilibrata degli episodi, dal mio punto di vista, prolungherebbe il divertimento dello spettatore e darebbe anche maggiore coerenza al tutto.



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Morto Alan Parker, regista di Fuga di Mezzanotte, The Wall e Angel Heart

È morto a Londra dopo una lunga malattia, a 76 anni, Sir Alan Parker, regista, sceneggiatore e produttore inglese che ha attraversato generi e stili, e che ha avuto una forte passione per la musica e per l'impegno civile.
Tra i suoi film più famosi ricordiamo Fuga di mezzanotte, Saranno famosi, Pink Floyd - The Wall, Birdy - Le ali della libertà, Mississippi Burning e The Commitments. Il suo film più bello e sottovalutato, è stato però quell'Angel Heart che nel 1987, mescolando horror, thriller e noir, ha messo di fronte l'investigatore privato Mickey Rourke e il Diavolo Robert De Niro.



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Prospect: il film da vedere e commentare insieme sabato 1 agosto con SimulWatch

La visione condivisa di sabato 1° agosto organizzata dalla redazione di Comingsoon.it su SimulWatch, la nostra app disponibile gratuitamente su Google Play e App Store, è un thriller di fantascienza di produzione tra Stati Uniti e Canada.
Prospect è stato presentato in anteprima al festival di cinema South By Southwest di Austin in Texas, oltre che varie altre manifestazioni tra USA e Europa, ottenendo sempre un buon riscontro di pubblico. Il film è interpretato da Pedro Pascal, l'attore nato in Cile ma cresciuto in California che è protagonista della serie The Mandalorian, e dalla giovane Sophie Thatcher qui al suo primo film.
L'appuntamento per vedere tutti insieme Prospect e commentarlo con amici e familiari, ognuno a casa propria, attraverso la chat di SimulWatch è fissato per sabato 1° agosto alle 21.

Prospect, film diretto dai due registi Christopher Caldwell e Zeek Earl, racconta la storia di un padre e di una figlia adolescente in viaggio verso un pianeta lontano, speranzosi di arricchirsi grazie a un prezioso minerale, nascosto all'interno di una tossica foresta. Ma non sono gli unici "cercatori d'oro" del pianeta, infatti altri sono sulle tracce delle gemme e scateneranno una spietata concorrenza tra di loro. Non sarà l'avidità degli altri cacciatori l'unico ostacolo da affrontare...anche la natura ostile e gli spietati abitanti della foresta li metteranno in pericolo in una pericolosa avventura che non sembra avere vie di fuga.

SimulWatch è la app creata da Coming Soon che è sia motore di ricerca di film all'interno di tutte le piattaforme di streaming legale operanti in Italia, sia una piattaforma attraverso la quale fissare appuntamenti condivisi per la visione di un film e commentarlo attraverso la chat interna con amici, parenti o perfino sconosciuti comodamente dal divano di casa vostra.
Il prossimo appuntamento con la visione condivisa SimulWatch sarà con: Atto di forza.



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Nel mondo

Nel mondo chiude una trilogia che era iniziata con Memorie - In viaggio verso Auschwitz ed era proseguita, poi, con Vita Nuova.
Al centro di tutti e tre i documentari (definizione riduttiva se si tiene conto della complessità filosofica del risultato finale), una ricognizione a tutto tondo sulla realtà dei rapporti familiari, fonte, da una parte, di una certezza identitaria capace di sostenerci nelle continue difficoltà della vita quotidiana e, dall'altra, prigione che ci impone maschere, modi di vedere e interpretare sé stesso e gli altri non sempre adeguati alla fluidità relazionale della vita contemporanea.

Se il primo capitolo aveva posto l'accento sul rapporto tra fratelli, con Vita Nuova e ora con Nel mondo l'accento si sposta verso l'ambito genitoriale, seguendo le difficoltà di una coppia (lo stesso regista, Danilo Monte, e la sua compagna di vita e di lavoro Laura D'Amore) alle prese con la nascita del primo bambino. Se il secondo tassello della trilogia raccontava le difficoltà della fecondazione assistita, con tutte le problematiche connesse all'invasività della pratica medica nella vita di coppia, d'improvviso catapultata nel girone infernale delle visite, delle analisi, degli aghi e dell'invasione brutale della propria intimità, Nel mondo comincia, invece, con la nascita del piccolo Alessandro, seguita in diretta dai primissimi vagiti sino ai primi passi, compiuti, fortunosamente, in favore di macchina.

Lo sguardo soggettivo della macchina da presa partecipante (secondo una propensione documentaristica consapevole del fatto che la presenza di uno sguardo modifica sostanzialmente la realtà fatta oggetto di visione) cattura così tutto ciò che si costruisce intorno al mistero del venire al mondo: dall'iniziale sorpresa del miracolo, alla quotidianità del prendersi cura, fino alla fatica che pian piano disgrega la coppia, trasformandola all'interno in un'entità diversa e nuova.
Di fronte a una non narrazione che affronta il ciclo delle stagioni con un perfetto bilancio tra il freddo dello sguardo scientifico e il bollente della necessaria partecipazione emotiva agli eventi, lo spettatore si ritrova presto incatenato non tanto dalla visione delle prime volte del piccolo Alessandro - sempre più consapevole del suo esserci, del mondo che lo circonda e della posizione che occupa – quanto da tutto ciò che scorre sotto il racconto, innervandolo. Restiamo così colpiti dalla radicale trasformazione di pensiero che una nuova vita porta nella realtà di persone come noi, un po' come la morte che, a pochi passi dal chiudersi dell'ultima ripresa, riequilibra il mondo, chiudendo i conti non solo con questo, ma anche con gli altri due capitoli della trilogia.

Danilo Monte firma ancora una volta un'opera intrigante, forse meno importante di quel primo Memorie-In viaggio verso Auschwitz che ci era parso, forse, ancor più radicale nella scelta artistica, ma comunque espressione di un gesto artistico forte, capace di mettersi in gioco su tutti i fronti senza mai cadere nell'autoreferenzialismo perennemente dietro l'angolo in operazioni di questo tipo. Soprattutto firma un'opera solo apparentemente votata alla mera ripresa fenomenologica, in realtà perennemente in bilico tra le esigenze di scrittura (che è riflessione critica su quanto si filma, esercizio di una scelta e quindi necessità di un punto di vista) e il bisogno di affidarsi al reale che decide sempre di suo da che parte andare e come chiudere i suoi conti.
Ora non resta che aspettare le ulteriori evoluzioni di un pensiero registico che è stato, sino a questo momento, coerente nella sua radicalità e sincero come pochi.

(Nel Mondo); Regia: Danilo Monte; soggetto: Danilo Monte, Laura D'Amore; sceneggiatura: Danilo Monte, Alessandro Aniballi; fotografia: Danilo Monte, Laura D'Amore; montaggio: Johannes Hiroshi Nakajima; musiche: Giulia's Mother, Gianmaria Testa (End Credits track); produzione: Collettivo Don Quixote, Polivisioni creAction; origine: Italia, 2019; durata: 77'



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Sorvegliato speciale: curiosità sul film con Sylvester Stallone a 30 anni dall'uscita in sala

Con il preciso obiettivo di ricreare il clima del genere carcerario degli anni 70 di Fuga da Alcatraz, ovviamente un po' più crudo e violento, il film Sorvegliato speciale usciva al cinema nel 1989. Sylvester Stallone interpreta Frank Leone, un meccanico che sta scontando una pena leggera per aver difeso un suo collega da un'aggressione di alcuni delinquenti. Quando chiede un permesso per uscire e andare a trovare il suo amico in fin di vita, il direttore del carcere Drumgoole interpretato dal grande Donald Sutherland, glielo nega. Frank cerca di evadere ma, scoperto, viene immediatamente rinchiuso. La stampa accusa Drumgoole di essere senza pietà e lui punisce Leone spostandolo nel penitenziario di Gateway, dove la sua vita diventa un incubo.

Sorvegliato speciale: 10 curiosità sul film con Sylvester Stallone

  1. Sorvegliato speciale non è stata la prima volta, né l'ultima in cui Sylvester Stallone interpreta un personaggio che passa del tempo dietro le sbarre. Gli altri film in cui è imprigionato sono Fuga per la vittoria, Rambo, Rambo II, Rambo III, Over the Top, Tango & Cash, Demolition Man, Judge Dredd e Escape Plan
  2. Il regista John Flynn è stato assistente alla regia su un grande film di evasione, La grande fuga del 1963 con Steve McQueen
  3. Il film offre all'attore Tom Sizemore il primo ruolo di rillievo con il personaggio di Dallas.
  4. Il compositore del film è Bill Conti, diventato celebre con la colonna sonora di Rocky
  5. Il carcere di massima sicurezza del film è la prigione realmente esistente nello stato del New Jersey Rahway State Prison, in cui sono stati girati anche altri film quali Hurricane - Il grido dell'innocenza, Malcolm X, He Got Game, Rounders - Il giocatore e Ocean’s Eleven.
  6. Le comparse di Sorvegliato speciale sono tutti veri detenuti e vere guardie della Rahway State Prison.
  7. Il compenso da comparsa per le guardie fu di 93 dollari, per i detenuti fu di 26 dollari.
  8. Dei 1900 detenuti della prigione, ogni mattina sul set ne venivano selezionati circa 200 che rimanevano a disposizione delle riprese dalle 7:30 alle 17.
  9. Per la scena della partita di football nel campo fangoso, Sylvester Stallone non ha fatto uso di controfigure.
  10. Nel film compare l'attore Danny Trejo come membro della gang di Chink.


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Wildfire di Cathy Brady al Toronto Film Festival

Cathy Brady, irlandese, è una delle giovani registe più promettenti del cinema in lingua inglese, con i suoi cortometraggi "Small Changes", "Morning" e "Wasted" si è aggiudicata due PremI IFTA e un BAFTA per il miglior cortometraggio, catalizzando l'attenzione degli addetti ai lavori.
A produrre il suo lungometraggio di esordio Wildfire, appena annunciato in selezione ufficiale al Toronto Film Festival, è Carlo Cresto-Dina fondatore di tempesta che ha prodotto, tra gli altri, tutti i film di Alice Rohrwacher e Leonardo Di Costanzo e che inaugura così la filmografia della società inglese tempesta uk

Questa è la trama ufficiale del film:

Lauren (Nora-Jane Noone) e sua sorella Kelly (Nika McGuigan) sono nate a un anno di distanza l'una dall'altra. Sono inseparabili da sempre ma la morte della madre, avvenuta in circostanze misteriose, legate a un attentato politico, le ha lentamente consumate. Kelly, che vuole cancellare il passato e fuggire dall'atmosfera soffocante di una piccola città di provincia, improvvisamente scompare e per Lauren, da quel giorno, la vita sembra essersi fermata.
Dopo quasi due anni, l'improvviso ritorno di Kelly le riavvicinerà, facendo emergere in loro le emozioni più oscure e profonde, smascherando l'ipocrisia di chi vuole nascondere un passato di odio tribale e violenza.

"Wildfire è il primo film che abbiamo prodotto con la nostra società inglese - dichiara da Londra il produttore Carlo Cresto-Dina - è stato un processo lungo e affascinante: Cathy ha creato la sua storia e i suoi personaggi attraverso mesi di prove e improvvisazioni con le straordinarie attrici Nika McGuigan e Nora Jane Noone nostre compagne di strada. Lavorando con BFI, Film4, Screen Ireland, abbiamo fatto esperienza (non sempre facile) di un modo diverso di produrre cinema d’autore. Essere a Toronto con il nostro primo film “inglese” è una grande conferma per noi, della nostra passione di trovare autori e autrici internazionali e crescere con loro."

Il film è dedicato alla memoria, della giovane attrice protagonista Nika McGuigan, uccisa da un cancro a 33 anni, poco dopo la fine delle riprese.

Wildfire è una produzione tempesta uk, Cowboy Film e Samson Films Production con BFI, Film 4, Screen Ireland, Wellcome Trust, Norther Ireland Screen



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Amy Adams nella dark comedy sugli incubi della maternità Nightbitch

Amy Adams sarà la protagonista di una dark comedy intitolata Nightbitch, tratta da un romanzo ancora non pubblicato (uscirà per Doubleday l'anno prossimo, in estate) di Rachel Yoder e prodotto da Annapurna Pictures. La storia è uno sguardo surreale ma per certi versi realistico sulle angosce che affrontano la donne con la maternità.

Protagonista è infatti una ex artista, costretta a restare a casa dopo la nascita del figlio, che si convince sempre di più che il bambino si stia trasformando... in un cane

Ad adattare il romanzo per il cinema sarà la stessa autrice, Rachel Yoder, che sarà anche produttrice esecutiva del film. Amy Adams ha un lungo rapporto di collaborazione con Annapurna, che ha vinto l'asta per i diritti del film, avendo già interpretato per lo Studio The Master, American Hustle, Her e Vice. Ricordiamo che a oggi Adams ha collezionato sei candidature all'Oscar, ma nessuna statuetta.



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Alibi.com, tutte le curiosità su una commedia francese campione d’incassi in patria

La commedia di coppia ha una tradizione molto antica, che la si voglia definire disdicevole o meno di questi tempi sta a voi. Una tradizione  che racconta di tradimenti, corna e varie amenità, che vengano dalla donna, dall’uomo o da qualsiasi altra combinazione possibile. L’importante è che ci sia il fedifrago, che nella commedia demenziale di grande successo (in patria) Alibi.com è aiutato dalla società molto tecnologica e di iniziale successo che viene rievocata dal titolo

Alibi, corna, bugie, curiosità e tanti equivoci

È infatti l’alibi, spesso complicato da orchestrare senza grande capacità nel mentire, che viene fornito dalla premiata ditta, un vero alibi non impugnabile e oggettivo…o quasi, visto che parliamo di una commedia e non potrà certo andare tutto per il meglio. Greg è il fondatore, interpretato dal biondo Philippe Lacheau, anche regista. Si può giovare dell’aiuto del fido collaboratore Augustin, suo socio (Julien Arruti), e del nuovo arrivato Mehdi (Tarek Boudali). Un terzetto che si fa in quattro, come i moschettieri, per organizzare delle messe in scena degne di un kolossal cinematografico pur di coprire i loro clienti, rigorosamente dal portafoglio gonfio.

Biondo per bionda, l’incontro di Greg con la deliziosa Flo gli sconvolgerà la vita e soprattutto la routine lavorativa, visto che la bella, interpretata dall’Élodie Fontan vista in Non sposate le mie figlie!, odia con tutto il cuore le menzogne e i soprattutto chi ha l’abitudine di dirle in dosi massicce. Ah, la Fontan nella realtà è oltretutto fidanzata proprio con Lacheau da quattro anni. Tornando al film vero e proprio, la questione si complica ulteriormente quando le cose fra Flo e Greg sembrano andare così bene che lei gli presenta il padre… che sembrerebbe proprio uno dei clienti di Greg, a dirla tutta.

Leggi anche Alibi.com: la recensione della commedia francese diretta e interpretata da Philippe Lacheau

Nel cast anche i più maturi Didier Bourdon e la grande Nathalie Baye in un ruolo leggero, quello della madre di Flo. Lacheau, Boudali e Arrouti sono da tempo soci in combriccole comiche di successo, esplosi con la serie Babysitting, enorme incasso al cinema. Del primo film (2 milioni e mezzo di spettatori in Francia) è stato prodotto anche un remake italiano, I Babysitter, diretto da Giovanni Bognetti, con Francesco Mandelli, Paolo Ruffini, Diego Abatantuono.



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Il gioco oscuro della seduzione: ecco la trama del thriller su una scrittrice in crisi

Il gioco oscuro della seduzione (2018) è un thriller diretto da Brian Skiba e interpretato da Gina Holden e Johnny Lee, dove una scrittrice ha qualche problema a creare una barriera tra finzione e realtà...

Il gioco oscuro della seduzione, qual è la trama del film

Due figli, Stephanie Petersen (Holden) è una scrittrice di successo, ma sta attraversando un momento d'impasse creativa, anche dovuto alla crisi con suo marito Kevin (Corin Nemec). Il suo matrimonio sta finendo e così, su consiglio di un'amica, si lascia andare tra le braccia di un uomo molto più giovane di lei, un ragazzo di nome Brady (Johnny Lee). Per vivere la relazione, si presenta come Vanessa, protagonista dei suoi romanzi. Quando la vita vera tornerà a bussare alla sua porta, con suo marito che vuole provare a riallacciare i rapporti, Stephanie / Vanessa capirà che troncare la relazione con lo squilibrato Brady è assai difficile...

Il gioco oscuro della seduzione, chi è la protagonista Gina Holden

La protagonista di Il gioco oscuro della seduzione è Gina Holden, una delle tante attrici che si aggirano nell'ambiente off-Hollywood, fatto di personalità anche molto quotate ma al di fuori dello star system internazionale, attive nel mondo dell'audiovisivo tra tv e cinema a distribuzione limitata. Gina Holden per esempio, classe 1975 nata nella British Columbia, ha iniziato da bambina come ballerina, continuando a praticare la danza per tutta la sua vita, prima di essere assunta a quindici anni come modella in Giappone, che considera la sua seconda patria. Ha deciso poi di proseguire gli studi in Nord America, laureandosi e prendendo lezioni di recitazione. Ha iniziato la carriera di attrice nei primi anni Duemila, apparendo come receptionist in I Fantastici 4 nel 2005, poi in diversi sequel, come Final Destination 3 e The Butterfly Effect 2 (tutti del 2006), Alien vs. Predator 2 (2007) e Saw 3D - Il capitolo finale (2010). Da allora ci sono state partecipazioni a piccole produzioni di vario tipo, più ruoli minori in serie come Psych e Suits. Di recente è stata nel cast del tv-movie Vendetta letale, nella storia molto simile a questo Il gioco oscuro della seduzione.

Il gioco oscuro della seduzione: un lungo trailer che praticamente racconta tutto il film (guardatelo a vostro rischio e pericolo)



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Alice Rohrwacher e JR al Festival di Venezia 2020 con Omelia contadina

Alice Rohrwacher è una delle nostre giovani registe più stimate dalla critica, in Italia come all'estero, grazie a film come Le meraviglie e Lazzaro felice, entrambi presentati in concorso al Festival di Cannes, dove sono stati premiati rispettivamente con il Grand Prix Speciale della Giuria e col premio per la migliore sceneggiatura. Perfino Martin Scorsese e il Bong Joon-Ho di Parasite la considerano tra i più importanti registi in attività.
Poi c'è JR, l'artista di strada francese specializzato in quegli enormi collage fotografici che ha messo in scena e sullo schermo con la collaborazione della compianta Agnès Varda nel bellissimo Visages Villages.
Ed è proprio con la Rohrwacher che ora JR ha collaborato per quella che i due hanno definito "un'azione cinematografica" e che sarà presentata tra le proiezioni speciali del Festival di Venezia 2020: Omelia contadina.

Leggi anche Festival di Venezia 2020: il programma completo Alice Rohrwacher, il Festival di Cannes e il New York Times: una lezione di cinema e di umiltà

Il film racconta di una comunità contadina si riunisce sull'altopiano dell'Alfina, al confine tra tre regioni per celebrare il funerale dell’agricoltura contadina. È "un'azione cinematografica per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria."
Così ne parla Alice Rohrwacher:

Nell’autunno scorso, durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all'amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dal proliferare di monoculture intensive che stanno trasformando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che ne deriva, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni e pesticidi. Ad un certo punto ci siamo fermati ad un crocevia: su tutti i fronti si dipartivano fino a raggiungere l'orizzonte file ininterrotte di noccioli. Mentre guardavamo ci siamo detti che sembrava un cimitero di guerra.
Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita!
Così è nato il progetto dell’Omelia Contadina: un’azione cinematografica con cui, attraverso il nostro lavoro, abbiamo voluto sostenere la lotta di piccoli agricoltori e cittadini dell'altopiano dell'Alfina.
Un funerale, ma anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno ci tengono in vita, producendo il nostro cibo.


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Non solo Festival di Venezia, Notturno di Gianfranco Rosi selezionato anche per Toronto

Notturno di Gianfranco Rosi è nella Selezione Ufficiale del Toronto International Film Festival.
Il film, girato nel corso di tre anni in Medio Oriente, sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, per raccontare l’umanità oltre il conflitto, approderà a Toronto subito dopo la presentazione in Concorso al Festival di Venezia.

È un ritorno di Rosi a Toronto dopo Fuocoammare, già Orso d’Oro a Berlino e Nomination agli Oscar. È già presente un venditore per il Nord America, Submarine Entertainment, oltre a quello internazionale, The Match Factory.

Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente, - racconta Rosi - ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall"inferno

.

Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell’insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Un cantore di strada intona le lodi dell’Altissimo. Un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio. La grazia delle guerrigliere peshmerga. I terroristi dello Stato Islamico in carcere. L’angoscia di una madre yazida per la figlia prigioniera. Alì, adolescente, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli... Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito. Notturno è un film di luce dai materiali oscuri della storia.



La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.
Il film è una produzione 21Uno Film - Stemal Entertainment con Rai Cinema, con il contributo di Dg Cinema e Audiovisivo – Mibact e con il supporto di Eurimages, in associazione con Istituto Luce – Cinecittà, prodotto da Donatella Palermo per Stemal Entertainment e Gianfranco Rosi per 21Uno Film.
Una coproduzione Italo Franco Tedesca con Les Films D’Ici in coproduzione con Arte France Cinéma e con No Nation Films – Mizzi Stock Entertainment. Il film è distribuito in Italia da 01 Distribution.



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Auguri a Franca Valeri: 100 anni di intelligenza e ironia!

Oggi una straordinaria interprete del nostro spettacolo, Franca Valeri, all’anagrafe Franca Maria Norsa, compie 100 anni: una ricorrenza festeggiata ovunque, con articoli anche più approfonditi del seguente, perché riassumere la vita e la carriera di questa donna e artista eccezionale in poche righe è impossibile, e su di lei esistono documentari e libri, oltre alla sua bellissima, breve ma essenziale autobiografia “Bugiarda No, reticente”. E proprio dalla sua capacità di sintesi, di cogliere il segno con una battuta, una caratterizzazione, un dialogo, partiremmo forse per spiegare, oggi, chi è Franca Valeri a un ragazzo che non la conosca. Non è facile scegliere tra la sua variegata produzione cosa la rappresenta di più, ma forse il modo più immediato per conoscerla, ancora prima dei film, è quello di vedere su youtube alcuni dei suoi personaggi televisivi, spesso creati per la radio.

Donne al telefono: Franca Valeri e i suoi personaggi

Chi scrive, nata in epoca pre-boom, alla fine degli anni Cinquanta, ha avuto un vero e proprio imprinting con Franca Valeri grazie alle sue apparizioni televisive: bambina, la ricordo al telefono in Studio Uno e in altri varietà del sabato sera (come lei, anche Bice Valori seppe intuire le potenzialità comiche e invadenti di uno strumento che ci sarebbe diventato indispensabile), impegnata in interminabili telefonate. Era l’irresistibile signora Cecioni (fija della sora Augusta maritata Cecioni), che dopo aver parlato con “mammà”, attaccava a chiamare uffici pubblici e malcapitati interlocutori che non sempre le rispondevano educatamente, suscitando la replica “scostumato!”. Poi c’erano le telefonate della signorina snob, con la r arrotondata, il personaggio che svilupperà e tornerà poi in tanti suoi film, che usava già all’epoca termini ancora sconosciuti agli italiani come “week-end” e in cui metteva alla berlina la borghesia milanese che aveva frequentato da giovane (era nata in una famiglia benestante, padre ebreo e madre cattolica, e ferocemente antifascista), verso la quale provava comunque un certo affetto e da cui ha ereditato l’eleganza che l’ha sempre caratterizzata. Dalla sua consuetudine e stima per chi mezzi non ne ha sono poi nati altri personaggi dell’epoca come la manicure Cesira e tutte le donne tiranniche, vittime, bruttine ma intelligenti, dalla battuta tagliente, a cui il cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta hanno attinto a piene mani, spesso utilizzandola come caratterista, lei che protagonista è nata.

Franca Valeri sceneggiatrice e gli uomini

Sempre col suo caratteristico taglio "alla maschietta", sul finire degli anni Quaranta (passati finalmente l’incubo delle leggi razziali che la colpisce ma a cui fortunatamente riesce a sopravvivere con la famiglia, e della guerra), conquista il pubblico parigino con il trio eccezionale de I Gobbi, assieme al romano Luciano Salce (che sostituisce Alberto Bonucci) e al napoletano Vittorio Caprioli, che diventò suo marito (e uno dei suoi traditori compulsivi, come racconta nel suo libro), senza l’ausilio di scenografia o costumi, interpretando scene di vita moderna. Erano i cosiddetti Carnet de Notes, tra pantomima e farsa, lingua comica internazionale, rappresentati nello stesso teatro del Quartiere Latino dove si esibiva il grande mimo Marcel Marceau (è triste pensare che se oggi su internet cercate I Gobbi vengano fuori solo siti anti Juventus, ma questi sono i tempi). E a Parigi (e alla sua cultura: anche il nome d’arte Valeri deriva dal cognome del poeta Paul Valery) è legato uno dei film più belli tra quelli da lei sceneggiati, il cult Parigi o cara (1962), diretto da Vittorio Caprioli, in cui – per una volta protagonista assoluta – Franca Valeri è una prostituta, Delia Nesti, che si reca a Parigi in cerca del fratello, sperando in una vita e una carriera più brillante, ma si ritrova confinata in periferia e finisce per sposare un pizzaiolo napoletano con cui torna in Italia. Un film giustamente cult, che ricorda per certi versi, anticipandolo, il mondo colorato e camp di Pedro Almodòvar, e che inizia a fare di lei un personaggio adorato dalla comunità gay. Prima di Parigi o cara (che Cine34 trasmette stasera 31 luglio, e che vi consigliamo di non perdere) Franca Valeri aveva scritto anche Il segno di Venere (1955) diretto da Dino Risi, la cui struttura era stata ampiamente cambiata dalla produzione, che aveva voluto metterci tutte le star dell'epoca. Il film è comunque un piccolo capolavoro, e il personaggio di Cesira, ragazza romantica ma insignificante che cerca l’amore ostinatamente, restando sempre delusa, al contrario della prosperosa cugina Agnese (Sophia Loren) che viene naturalmente corteggiata da tutti, è uno dei più belli da lei scritti e interpretati. Senza contare il divertimento di vederla recitare con Alberto Sordi (suo futuro Cretinetti, con cui tante volte divide lo schermo), Vittorio De Sica, Peppino De Filippo e la stessa Loren, in una Roma sparita come quella dei bagni diurni del Passeggero vicino alla Stazione Termini.

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Franca Valeri ha sempre contribuito a creare i suoi personaggi cinematografici, rendendoli indimenticabili: Un eroe dei nostri tempi, Piccola posta, Il moralista, Il vedovo… in ognuno di questi film e in tutte le sue altre apparizioni è un piacere unico vederla nei suoi ruoli, figli dei tempi in cui li ha interpretati e quindi interessanti anche come ritratto dell’evoluzione (o meglio, dell’involuzione) di un Paese. Io ho avuto il piacere di intervistarla una volta, proprio in occasione del restauro del Segno di Venere, e proprio come immaginavo ho trovato una donna acuta, simpatica, comunicativa e mai banale (è un vero peccato non potervi riproporre il video). Anche commediografa e grande interprete teatrale, regista di opere liriche, Franca Valeri non si è fatta mancare nulla nella vita. Forse, come molte donne intellettuali, è rimasta delusa dall’universo maschile, ma di sicuro in questa splendida ricorrenza non è sola. Auguri, donna Franca, e grazie!



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Un lungo viaggio nella notte è al cinema da questo weekend: il trailer del film cinese di grande impatto estetico

Distribuito da Movies Inspired, esce al cinema in questo weekend a cavallo tra la fine di luglio e l'inizio di agosto un film cinese che deve essere ammirato e "sentito", come dice lo stesso regista Bin Gan. Il titolo è Un Lungo Viaggio nella Notte, una produzione cinese presentata nel 2018 nella sezione Un certain Regard del Festival di Cannes. Non è la comprensione della trama ciò che conta principalmente in quest'opera, a metà tra viaggio onirico e art house film, sono le sensazioni e l'atmosfera a suggerire la sintonia da trovare per vivere la storia, piuttosto che guardala. Il regista, che si è ispirato ai dipinti di Marc Chagall per comporre "dipingere" le sue inquadrature, si concede anche il lusso artistico di un lungo piano sequenza di 59 minuti nella seconda parte del film.

Un lungo viaggo nella notte ruota intorno alla figura di Luo Hongwu (interpretato da Huang Jue) che torna nella sua città nativa dopo ben dodici anni di assenza. Improvvisamente i vecchi ricordi riaffiorano e costringono l'uomo a far fronte a sconvolgenti rivelazioni. Nel suo passato infatti ci sono un crimine impunito e un misterioso legame con una bellissima donna, con cui aveva trascorso un'estate vent'anni prima e della quale Luo non sa più nulla. Passato e presente si intrecciano tra realtà e sogno, mentre si mette sulle tracce di colei che non ha mai dimenticato completamente. Qui sotto il trailer di Un lungo viaggio nella notte.

#CinemaReloaded è un messaggio di ottimismo aperto a tutti per testimoniare, condividere e sostenere le iniziative di rilancio del cinema in sala. Scopri di più e aderisci sul sito Cinemareloaded.it



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Chemical Hearts: il trailer del romantico film targato Amazon Prime Video

Debutterà in streaming su Amazon Prime Video il 21 agosto in tutto il mondo, Italia compresa, un film dal titolo Chemical Hearts, di cui vi mostriamo il trailer originale.
Tratto dal romanzo "Our Chemical Hearts" di Krystal Sutherland, è un coming of age che vede protagonista Lili Reinhart (quella di Riverdale e di Hustlers e dell'imminente Galveston, nelle sale dal 6 agosto) che qui ricopre anche il ruolo di produttrice esecutiva) nel ruolo di una ragazza dal passato misterioso che fa innamorare di sé un coetaneo inguaribilmente romantico, che se la vede arrivare dal nulla nella sua scuola. Nei panni del ragazzo troviamo Austin Abrams, e il resto del cast è composto da Bruce Altman, Adhir Kalyan, Sarah Jones, Coral Peña e Kara Young.
A scrivere e dirigere c'è Richard Tanne.

Chemical Hearts: il trailer originale del film

Sinossi ufficiale di Chemical Hearts

Il diciassettene Henry Page (Austin Abrams) non si è mai innamorato. Si ritiene un romantico solo che non ha ancora incrociato "l'amore della vita" in cui spera. Ma il primo giorno dell'ultimo anno delle superiori incontra una studentessa appena trasferitasi, Grace Town (Lili Reinhart) e improvvisamente sembra che la situazione sia destinata a cambiare. Quando Grace ed Henry vengono entrambi scelti per dirigere il giornale della scuola, lui si ritrova immediatamente coinvolto dalla vita della nuova arrivata. Con la scoperta del segreto che ha cambiato la vita di lei, Henry se ne innamora, o per lo meno si innamora della persona che lui pensa lei sia.


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Honest Thief, il trailer del thriller con Liam Neeson dal creatore di Ozark

Honest Thief con Liam Neeson si mostra con un trailer: a dispetto di quanto più volte dichiarato dall'attore negli anni scorsi, non sembra che la carriera di Neeson nell'action, cominciata per caso con Taken, sia destinata a interrompersi. Il film di Mark Williams, co-creatore della serie Ozark e qui anche cosceneggiatore, risponde infatti pienamente allo stereotipo del nuovo Liam: un personaggio "kick-ass", esperto nel suo ramo estremo, pronto alla vendetta devastante. In questo caso parliamo di Tom Carter, un ladro che ha saccheggiato banche per 9 milioni di dollari: avendo incontrato la donna della sua vita, decide di costituirsi restituendo tutto il maltolto, in cambio di uno sconto di pena. Qualcosa però non va per il verso giusto: i due agenti dell'FBI che vanno a prelevarlo decidono di tenere i soldi per se stessi, incastrandolo. La loro furbizia ha scelto una vittima proprio sbagliata...
L'uscita di Honest Thief, che vede nel cast anche il buon vecchio Robert Patrick (per poco, stando al trailer), è prevista negli States per il 9 ottobre 2020.



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Black Widow ha mezz'ora di sequenze pensate in formato IMAX

In questo difficile periodo in cui guardiamo alla ripartenza del settore (si spera con Tenet il 26 agosto), è bello sapere che Black Widow con Scarlett Johansson, quando sarà distribuito, presenterà 30 minuti di sequenze pensate in formato IMAX. Non è di certo la prima volta che i Marvel Studios progettano alcune specifiche scene dei loro cinecomic per il rapporto ampliato d'immagine 1.90:1 che, paragonato all'ormai standard 2.39:1, restringe l'immagine ai lati e si estende invece più in verticale, enfatizzando alcuni momenti chiave in funzione della proiezione ad ampio respiro. Non è stato comunicato quali siano le sequenze che beneficeranno del trattamento, ma è normale che si vogliano evitare spoiler.
Resta da sapere quando vedremo in effetti Black Widow di Cate Shortland nel nostro paese: l'origin story di Natasha Romanoff, in montaggio parallelo con una vicenda attuale ma ovviamente pre-Endgame, ha come data di distribuzione americana il 6 novembre 2020, quindi è a maggior ragione lecito sperare che l'uscita italiana si collochi nello stesso periodo. Prima della pandemia, Black Widow sarebbe dovuto arrivare in sala il 29 aprile.
Ricordiamo che in Italia sono al momento attive sette sale IMAX: l'ultima ad aprire è stata quella dell'UCI Cinemas Porta di Roma nel 2019, ma si può godere dell'IMAX anche a Riccione, Pioltello (sempre UCI), Sesto San Giovanni (Notorious Cinemas), Afragola (Happy MaxiCinema), Orio al Serio (UCI) e Campi Bisenzo (UCI Luxe).  Leggi anche Black Widow, Scarlett Johansson: "Dieci anni fa non avremmo potuto fare un film così"



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giovedì 30 luglio 2020

In streaming ci sono cinque film di culto che compiono trent'anni...

I cinque film in streaming che abbiamo scelto tra quelli usciti nel 1990 rappresentano le perle nascoste di una grande annata di cinema. Sarebbe stato fin troppo facile inserire in questa piccola classifica titoli più famosi: basta pensare che a vincere l’Oscar quell’anno fu Balla coi lupi, esordio alla regia di Kevin Costner che a quel tempo resuscitò le sorti del western e sbaragliò la concorrenza di due lungometraggi celebrati quali Ghost di Jerry Zucker ma soprattutto Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, uno dei capolavori del cineasta italoamericano. Trent’anni fa Tim Burton realizzò l’indimenticabile Edward mani di forbice, mentre Robert De Niro e Robin Williams ci regalarono duetti indimenticabili in Risvegli di Penny Marshall. Con Il tè nel deserto Bernardo Bertolucci diresse uno dei suoi film maggiormente affascinanti ed enigmatici, splendidamente interpretato da Debra Winger e John Malkovich. Vi bastano questi titoli per comprendere quando sia stato prezioso per il cinema il 1990? Eccovene altri cinque che lo renderanno ancora più prezioso.

 

Cinque film di culto usciti nel 1990

    • L’agenda nascosta
    • Crocevia della morte
    • Cuore selvaggio
    • Darkman
    • Rischiose abiutdini



L’agenda nascosta

Il film più politico della carriera di Ken Loach si dipana come un thriller dove la tensione civile si fonde magnificamente con lo studio di caratteri. Presentato in concorso al festival di Cannes L’agenda nascosta vinse il Premio della Giuria. Si tratta di un film che ha il coraggio di denunciare una delle pagine più buie della storia britannica adoperando l’arma del genere. Merito della riuscita dell’operazione va anche al trio di protagonisti composto da Frances McDormand (Fargo), Brian Cox (Manhunter) e Brad Dourif (Qualcuno volò sul nido del cuculo). Un film assolutamente da riscoprire. Disponibile su Chili, Apple Itunes.



Crocevia della morte

Sfortunato al botteghino, Crocevia della morte è invece uno dei film maggiormente compiuti di Joel e Ethan Coen. La straordinaria scena iniziale di un cappello che vola via tra gli alberi della foresta ci introduce magnificamente a un gangster-movie stilizzato ed elegante, pieno di scene di culto: su tutte quella dell’esecuzione del viscido personaggio interpretato da John Turturro. Un omaggio al genere messo in scena con una precisione entomologica,  perfettamente interpretato da Gabriel Byrne, Albert Finney e Marcia Gay Harden. Denso e malinconico. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play



Cuore selvaggio 

Premiato con la Palma d’Oro a Cannes, il road movie diretto da David Lynch è uno dei film  più visionari e romantici di quel decennio. La storia d’amore e crimine tra Sailor e Lula viene messa in scena dal regista con una libertà espressiva inusitata, capace di regalare al pubblico momenti assolutamente kitsch e immediatamente dopo cinema emotivamente potente. Nicolas Cage e Laura Dern sono perfetti nel ruolo dei due amanti protagonisti, accompagnati nel loro viaggio infernale da Willem Dafoe, Isabella rossellini e una Diane Ladd malefica e irresistibile. Cuore selvaggio è un cult-movie difficilmente arrivabile. Disponibile su Chili, Google Play, Apple Itunes.



Darkman

Prima dello Spider-Man con Tobey Maguire Sam Raimi aveva applicato il suo stile funambolico all’idea di supereroe in questo piccolo grande gioiello di cinema fantastico. Darkman flirta con il cinecomic almeno quanto lo fa con l’horror, creando un ibrido irresistibile di trovate cinematografiche ma anche di profondità psicologica. Il monologo finale, con l'apparizione di una figura fondamentale nel cinema di Raimi, rendono questo suo esperimento impazzito uno dei titoli più rilevanti della carriera. Con un Liam Neeson in versione pre-vendicatore alla Taken e l’amica Frances McDormand. Genio puro. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes.

 

 

Rischiose abitudini

Reduce dal grande successo de Le relazioni pericolose Stephen Frears scelse di adattare per il cinema uno dei romanzi più importanti della letteratura noir contemporanea, I truffatori di Jim Thompson. Il risultato è un film durissimo, disperato e pessimista, ma impossibile da ignorare. Le atmosfere di Rischiose abitudini sono degne dei grandi capolavori del genere, soffocanti e degradate nonostante le apparenze. magnifico il trio composto da John Cusack, Anjelica Huston e Annette Bening. Una curiosità: la sceneggiatura venne scritta da Donald Westlake, romanziere anche lui noir ma virato nei toni della commedia. In questo caso il suo adattamento intensificò invece al massimo il nichilismo di Thompson. Film portentoso, un vero pugno allo stomaco. Disponibile su Amazon Prime Video.

 

 

Tutti i film citati in questo articolo sono stati celebrati dalla critica e in molti casi amati dal grande pubblico. C'è però un titolo uscito nel 1990 che venne a nostro avviso immeritatamente sbeffeggiato dalla maggior parte: Il padrino - Parte III rappresenta un’operazione meramente commerciale che Francis Ford Coppola realizzò per ragioni economiche. La sceneggiatura venne scritta da lui e Mario Puzo in tre settimane (vuole la leggenda…), e in molte parti del film i buchi narrativi sono evidenti. Eppure il film pur con tutti i suoi difetti si è sedimentato nel nostro cuore per più di un motivo. Primo tra i quali la dolorosa, shakespeariana interpretazione di Al Pacino. Provate a rivedere Il padrino - Parte III se ne avete la possibilità: potrebbe piacervi più di quanto ricordavate...



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Kajillionaire: Evan Rachel Wood nel trailer del nuovo film di Miranda July

Miranda July è tornata. L'arista americana - scrittrice, performer, attrice - regista di titoli indie amatissimi come Me and You and Everyone We Know (vincitore della Camera d'Or a Cannes) e The Future, debutterà nelle sale americane il 18 settembre con un nuovo film che si intitola Kajillionaire, distribuito da Focus Features, di cui è disponibile il primo trailer.
Il film è interpretato dalla Evan Rachel Wood di Westworld, Debra Winger, Gina Rodriguez e Richard Jenkins.
Winger e Jenkins sono due truffatori che per 26 anni hanno addestrato a ogni forma possibile di raggiro la loro unica figlia, interpretata da Wood. Durande una complessa truffa, la famiglia convince una sconosciuta (Rodriguez) a prendere parte al loro prossimo lavoro, finendo però col vedere i loro piani e tutto il loro mondo messi sottosopra.

Kajillionaire: il trailer del film di Miranda July



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L'uccello dalle piume di cristallo: il film da vedere e commentare insieme venerdì 31 luglio con SimulWatch

La visione condivisa di venerdì 31 luglio organizzata dalla redazione di Comingsoon.it su SimulWatch, la nostra app disponibile gratuitamente su Google Play e App Store, è un giallo horror italiano diretto da colui che è stato il maestro di questo genere in Italia.
L'uccello dalle piume di cristallo è nientemeno che il film con cui Dario Argento ha esordito alla regia ben 50 anni fa, nel 1970. Il film fu un tale successo che a Milano restò in programmazione in una sala per ben tre anni e mezzo. Quanto al protagonista Tony Musante, si dice che la sua professionalità andava oltre quella di tanti attori e che, pur di discutere del suo personaggio quando ne aveva bisogno, si presentava spesso a casa Argento alle 3 del mattino. Fanno parte del cast anche Suzy Kendall e Enrico Maria Salerno, mentre le musiche sono firmate da Ennio Morricone.
L'appuntamento per vedere tutti insieme L'uccello dalle piume di cristallo e commentarlo con amici e familiari, ognuno a casa propria, attraverso la chat di SimulWatch è fissato per venerdì 31 luglio alle 21:30.

La storia de L'uccello dalle piume di cristallo segue il giovane scrittore americano Sam Dalmas alla vigilia della sua partenza da Roma per gli Stati Uniti. L'uomo assiste al ferimento di una donna, Monica Ranieri, accoltellata da una figura misteriosa, subito scomparsa nel nulla. Quando il commissario Morosini, che dirige le indagini, lo informa che potrebbe trattarsi della stessa persona che, in breve volgere di tempo, ha ucciso, con armi da taglio, tre ragazze, Sam rinvia la partenza e si mette a indagare per suo conto. La cosa non piace all'assassino che, dopo aver tentato due volte di ucciderlo, lo avverte per telefono, che se non abbandonerà le ricerche, la prossima vittima sarà Giulia, la sua fidanzata.

SimulWatch è la app creata da Coming Soon che è sia motore di ricerca di film all'interno di tutte le piattaforme di streaming legale operanti in Italia, sia una piattaforma attraverso la quale fissare appuntamenti condivisi per la visione di un film e commentarlo attraverso la chat interna con amici, parenti o perfino sconosciuti comodamente dal divano di casa vostra.
Il prossimo appuntamento con la visione condivisa SimulWatch sarà con: Prospect.



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Crescendo - #makemusicnotwar: il trailer ufficiale del film

News Cinema

Crescendo - #makemusicnotwar: il trailer ufficiale del film

Il film, liberamente ispirato alla storia della West-Eastern Divan Orchestra creata da Daniel Barenboim e Edward Said, sarà presentato in anteprima nelle arene estive. Si parte da Milano il 6, 7 e 8 agosto nelle arene Triennale, Incoronata e Palazzo Reale. Successivamente arriverà nelle sale dal 27 agosto.

Crescendo - #makemusicnotwar: il trailer ufficiale del film

Inizierà il suo viaggio sugli schermi italiani dalle arene, a partire dal 6 agosto (partenza  a Milano il 6, 7 e 8 nelle arene Triennale, Incoronata e Palazzo Reale), per poi arrivare anche nelle sale dal 27 dello stesso mese. Pariamo di Crescendo - #makemusicnotwar, il film diretto da Dror Zahavi e liberamente ispirato alla storia della West-Eastern Divan Orchestra creata da Daniel Barenboim e Edward Said e composta da giovani musicisti israeliani e palistinesi.
Distribuito in Italia da Satine Film, Crescendo - #makemusicnotwar è un inno al potere della musica e alla sua capacità di creare ponti anche dove ogni comunicazione tra le parti sembra impossibile, in un “crescendo” di emozioni e tensioni fino all’ultimo fotogramma.
Nel cast c'è Peter Simonischek (Migliore Attore European Film Award per Vi presento Toni Erdmann), affiancato da un gruppo di talentuosi giovani attori, tra cui Mehdi Meskar, diventato un idolo tra i giovanissimi per la serie Skam Italia.

Crescendo - #makemusicnotwar: il trailer ufficiale del film

La sinossi di Crescendo - #makemusicnotwar

Quando ad Eduard Sporck, direttore e musicista di fama mondiale, viene proposto di costituire, per un unico concerto, un’orchestra composta da giovani palestinesi e israeliani, inizia per lui una sfida che va oltre il raggiungimento della perfezione artistica. Divisi da un odio insanabile, cresciuti in un clima di guerra e aggressività, i musicisti non riescono a fare squadra tra loro e i due violinisti, la fiera palestinese Layla e il vanitoso israeliano Ron, guidano idealmente le due fazioni ostili, mettendo in luce il conflitto che li separa. Grazie alla tenacia di Sporck e al potere aggregante della musica, quella che sembra essere una missione senza speranza lascia però gradualmente spazio all’illusione che, comprensione reciproca, amicizia e forse anche amore tra le due parti possano essere un giorno possibili.


  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival

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Luca è il titolo del nuovo film Pixar, e sarà ambientato in Italia

Una grande notizia che farà la gioia dei tanti italiani che amano alla follia i geniacci dell’animazione della Pixar. Sarà infatti diretto dall’italiano Enrico Casarosa il loro prossimo film, Luca, che sarà oltretutto ambientato in una “bella città sul mare nella Riviera italiana”; insomma, in Liguria. Casarosa ha diretto qualche anno fa il delizioso corto La Luna, sempre di scuderia Disney/Pixar, che venne nominato all’Oscar.

Prodotto da Andrea Warren, Luca uscirà nei cinema americani il 18 giugno 2021. Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d'animazione è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: lui in realtà è un mostro marino di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.

Leggi anche Intervista con Enrico Casarosa della Pixar, regista di La Luna

“Questa è una storia profondamente personale, non solo perché è ambientata nella Riviera italiana dove sono cresciuto, ma perché al centro di questo film c'è la celebrazione dell’amicizia. Le amicizie infantili spesso stabiliscono la rotta di chi vogliamo diventare e sono proprio quei legami ad essere al centro della nostra storia in Luca”, ha dichiarato il regista Enrico Casarosa. “Così, oltre alla bellezza e al fascino del mare italiano, il nostro film racconterà un’avventura estiva indimenticabile che cambierà radicalmente Luca”.



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Matilde Gioli riceverà il premio Giffoni Award 2020

Giovane ma con numerosissimi titoli al suo attivo e partecipazioni di grande rilievo, Matilde Gioli è uno dei volti più promettenti del cinema italiano. Milanese, dopo essersi diplomata presso il liceo classico Cesare Beccaria, frequenta l'Università Statale di Milano, laureandosi in filosofia. Il destino però ha in mente per lei la strada del cinema, tanto che, per puro caso, viene a sapere che Paolo Virzì cerca delle comparse per Il Capitale Umano. Il regista intravede in lei un talento nascosto e le affida il ruolo del personaggio di Serena, una dei protagonisti della storia. La sua performance convince praticamente tutti tanto da aggiudicarsi il Premio Guglielmo Biraghi durante i Nastri d'Argento 2014, il Premio Alida Valli del Bari International Film Festival e la candidatura al Ciak d'Oro come miglior attrice non protagonista. È da questo film che spicca il volo la sua carriera.

Sempre nel 2014 anno Matilde esordisce in televisione apparendo in un episodio della serie di Gomorra, mentre nel 2015 la troviamo in: Solo per il weekend, Belli di papà e Un posto sicuro. Il ritorno in tv porta la firma di Riccardo Milani, che la vuole nella miniserie Di padre in figlia. Il regista la dirigerà nel 2017 anche in Mamma o papà?, commedia con Antonio Albanese e Paola Cortellesi. Successivamente è la prima scelta di Alessandro D'Alatri per essere una delle protagoniste femminili di The Startup. Nel 2018 partecipa al film Moschettieri del Re per la regia di Giovanni Veronesi e a Ricchi di fantasia diretto da Francesco Micciché. Il 2019 la vede sul grande schermo con Gli uomini d’oro diretto da Vincenzo Alfieri. Nell'attesa di vederla tornare sul set di DOC - Nelle tue mani, la fiction campione d'ascolti di Raiuno, Matilde Gioli è nel cast di È per il tuo bene, la nuova commedia di Rolando Ravello disponibile su Amazon Prime Video.
Il 19 agosto a Giffoni Valle Piana riceverà il premio Giffoni Award 2020, evento che permetterà ai giovani giurati del Giffoni Film Festival di incontrarla, ascoltare i suoi consigli e porle domande.



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Under Suspicion con Gene Hackman, Morgan Freeman e Monica Bellucci, trama del film e curiosità

Ha compiuto da poco 20 anni il thriller Under Suspicion (2000) con Gene Hackman, Morgan Freeman e Monica Bellucci, diretto da Stephen Hopkins. E' stato uno degli ultimi ruoli per Hackman, in un film discretamente celebre e con diverse radici, nella letteratura e nel cinema stesso. Andiamo per ordine.

Under Suspicion, la trama del film con Gene Hackman, Monica Bellucci e Morgan Freeman

Il facoltoso avvocato Henry Hearst (Gene Hackman) è l'ospite d'onore per la festa di San Sebastian a San Juan, a Porto Rico. Viene tuttavia velocemente convocato dal capitano di polizia Victor Benezet (Morgan Freeman), perché è sospettato di avere violentato e ucciso due bambine. Hearst non convince i poliziotti, si contraddice, ma mancano le prove e sono costretti a lasciarlo andare: contrariamente alle aspettative, è la giovane moglie di Hearst, Chantal (Monica Bellucci), a incrementare i sospetti sul marito. Ma Henry è davvero colpevole?

Under Suspicion: il romanzo, il film originale e il remake

Under Suspicion in effetti è il remake americano, coprodotto dagli stessi Hackman e Freeman (già insieme negli Spietati di Eastwood), del film originale francese Guardato a vista (1981) di Claude Miller, interpretato da Michel Serrault nei panni del sospettato facoltoso e da Lino Ventura in quelli dell'ispettore. Chantal era portata sullo schermo addirittura da Romy Schneider, non troppo più giovane di Serrault, quindi c'era una differenza d'età inferiore tra sospettato e moglie nel primo adattamento.
Non usiamo la parola "adattamento" a caso, perché in effetti sia Under Suspicion sia Guardato a vista provengono dal romanzo Stato di fermo (1977, Brainwash) del giallista inglese John Wainwright, un ex-poliziotto che a metà degli anni Sessanta lasciò la carriera per diventare romanziere, continuando a scrivere fino alla sua morte avvenuta nel 1995.

Under Suspicion: che fine ha fatto Gene Hackman?

Gene Hackman, interprete di Hearst in Under Suspicion, è stato uno dei più grandi interpreti della sua generazione: premio Oscar per Il braccio violento della legge e Gli spietati, nominato per Bonnie & Clyde e Mississippi Burning, nomination ai Golden Globe per lo straordinario La conversazione di Coppola. Ma che fine ha fatto il mitico Gene? Risposta semplicissima: si è ritirato. Nato nel 1930, ha compiuto da poco 90 anni ma è apparso al cinema per l'ultima volta nel 2004, nella commedia Due candidati per una poltrona, un insuccesso. Dopo quel momento Hackman, peraltro noto per non essere mai stato un attore facile sul set, molto esigente e attento al dettaglio, ha deciso di darsi alla scrittura, pubblicando l'ultimo libro nel 2011. Ecco le sue parole in merito, da un'intervista del 2008.

Non ho mai indetto una conferenza stampa per annunciare il ritiro, ma sì, non reciterò più. Negli ultimi anni mi avevano sconsigliato di dirlo, nel caso qualche parte meravigliosa mi fosse stata offerta, ma davvero non lo voglio fare più. Certo mi manca recitare, l'ho fatto per quasi 60 anni, amavo quel mestiere. Ma la parte pratica per me è molto stressante. I compromessi che devi accettare nei film fanno parte del gioco, e sono arrivato a un punto in cui non me la sentivo più.


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Scusate se esisto, Paola Cortellesi avvocatessa e cervello di ritorno

Cervelli in fuga, quanto se n’è parlato e se ne parla ancora. Una delle piaghe del nostro paese ragionando sul suo sviluppo futuro, almeno per molti, che lamentano come giovani validi vengono preparati nelle nostre università, a costo non indifferente, per poi emigrare all’estero per trovare una soddisfazione professionale all’altezza del loro valore e della loro preparazione. Anche se è pur sempre una commedia, questo tema viene affrontato anche in Scusate se esisto!, diretto nel 2014 da Riccardo Milani.

Scusate se rientro in Italia dopo essere emigrata

Non solo i cervelli in fuga, ma anche la difficoltà ancora maggiore di farsi valere come donna nel mondo del lavoro del nostro paese. Paola Cortellesi infatti nel film è un’architetta italiana, Serena Bruno, originaria dell’Abruzzo, che abbandona una brillante carriera a Londra decidendo di tornare in Italia, a Roma. Presto si scontrerà contro la difficoltà erculea di trovare un posto di lavoro che sia all’altezza della sua competenza e della sua esperienza, al punto di decidere di spacciarsi per un uomo. Il suo interesse professionale la porta verso un progetto di riqualificazione del quartiere romano di Corviale, detto il Serpentone, nato come esemplare progetto di edilizia popolare negli anni ’70, ma diventato da tempo esempio di degrado.

Ma finora non abbiamo citato nessun protagonista maschile, che si palesa nei panni di Francesco (Raoul Bova), che Serena conosce a Roma e con cui diventa molto amico, molto. Commedia degli equivoci, girandola dei sessi con un evidente riferimento alle assurde diseguaglianze nel mondo del lavoro, Scusate se esisto parte dal bisogno, secondo il regista Riccardo Milani, di “non dire tutta la verità, abitudine sempre più diffusa di nascondere alcuni aspetti della propria vita, fingendo per alcune ragioni o motivi professionali di essere qualcun altro”.

Tre anni dopo Nessuno mi può giudicare, commedia di successo di Massimiliano Bruno, la Cortellesi e Bova tornano a fare coppia sul grande schermo. Il personaggio di Serena è ispirato a quello dell’architetta Guendalina Salimei e del suo progetto per la riqualificazione di Corviale. Il film ha incassato in totale 5,5 milioni di euro, ottenendo una nomination ai David di Donatello per Paola Cortellesi come miglior attrice protagonista, candidatura bissata ai Nastri insieme a quella per il produttore a Fulvio e Federica Lucisano per IIF.



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Defiance - I giorni del coraggio: Daniel Craig in un'emozionante storia vera di resistenza ebraica

Nel 2008 Edward Zwick, dopo Blood Diamond, sceglie di raccontare una storia vera e poco conosciuta della seconda guerra mondiale in Defiance – I giorni del coraggio, che ha come interpreti principali Daniel Craig, Liev Schreiber e Jamie Bell, ma anche un appena sedicenne George McKay (1917), la diciannovenne Mia Wasikowska e Tomas Arana. Zwick, che tiene molto al realismo nei suoi film, ha girato Defiance in Lituania, a un centinaio di chilometri di distanza dalla zona in cui operavano i Bielski.

La storia di Defiance

Gli eventi narrati nel film iniziarono nell'agosto del 1941, quando i nazisti rastrellarono l'Europa dell'Est uccidendo gli ebrei. Tra quelli ancora vivi e non rinchiusi in qualche ghetto c'erano i fratelli ebrei bielorussi Bielski: Tuvia (Craig), Zus (Schreiber), Asael (Bell) e Aron (McKay), sopravvissuti all'eccidio dei loro genitori. Nascosti nella foresta di Naliboki, i fratelli giurano vendetta, raccogliendo strada facendo altri ebrei fuggiti dalla furia nazista e iniziando a compiere azioni da partigiani. Una prima separazione si crea tra di loro quando Zus decide di unirsi a un gruppo di partigiani sovietici, mentre Tuvia resta nel campo a occuparsi dei suoi uomini. Dopo un terribile inverno, gli accampati vengono a sapere che i nazisti stanno per attaccarli in forza e i sovietici si rifiutano di aiutarli.

La vera storia dei partigiani Bielski narrata in Defiance

Con Defiance, Zwick e i suoi attori hanno inteso rendere omaggio a questi eroi misconosciuti della seconda guerra mondiale, gli uomini che scelsero di lottare contro un nemico spietato e più grande di loro. All'epoca quella che è adesso la Bielorussia era la Polonia sotto giurisdizione sovietica, in seguito al patto Molotov – Ribbentrop tra Stalin e Hitler. Questo non impedì che Hitler invadesse la Polonia con l'Operazione Barbarossa e mandasse le sue truppe a rastrellare e sterminare tutti gli, uomini, donne, vecchi e bambini, che vivevano negli Shtetl, villaggi rurali in cui coabitavano (in genere pacificamente) coi contadini polacchi, con l'eccezione dei periodici pogrom da parte delle autorità. Come vediamo nel film, che tiene all'accuratezza della storia, i partigiani Bielski trascorsero più di due anni in condizioni durissime nella foresta, arrivando alla fine della guerra a contare 1236 membri, la maggioranza dei quali non combattenti e composti da bambini e anziani. Acclamati come eroi dalla comunità ebraica, sono stati oggetto di polemica in Polonia per le loro azioni, analogamente a quanto accaduto un po' ovunque per le azioni partigiane compiute in tempo di guerra.

Cosa ci hanno raccontato Edward Zwick e Daniel Craig di Defiance

Se vi interessa sapere di più di questa affascinante storia, potete ascoltare altri dettagli su Defiance dalla viva voce di Edward Zwick e di Daniel Craig, che all'epoca dell'uscita del film vennero a presentarlo in Italia e che avemmo il piacere di incontrare.



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Zombi nazisti su squali meccanici nel trailer di Sky Sharks!

Ci sono film così improbabili, quelli che un tempo si definivano B-movie ma anche Z via via scendendo nella scala dell'alfabeto, che hanno un potere di fascinazione infinito sul nostro io bambino. O comunque ci incuriosiscono. Uno di questi potrebbe essere Sky Sharks. Il trailer contiene nazisti, zombi, squali volanti, squali meccanici e una musica adeguatamente tamarra.
Diretto da Marc Fehse, Sky Sharks verrà presentato al prossimo Frightfest londinese. Nel cast ci sono Tony Todd, Lin Lowry, Mick Garris (quel Mick Garris? Non lo sappiamo) e Barbara Nedeljakova.

La "storia", ad ogni modo, è questa:

Nell'Artico, una squadra di geologi scopre una nave da guerra nazista che si credeva perduta: l'Himmelsfaust, un gigantesco colosso d'acciaio del Terzo Reich, pieno di inimmaginabili macchine da distruzione. Su quella nave gli scienziati sperimentavano segretissime armi da guerra e hanno creato i  Reichsflughaie: delle mostruosità mosse da razzi, i cui piloti sono geneticamente mutati, soldati con poteri soprannatuali.Il Dr. Klaus Richter, padrino spirituale dell'esperimento, è costretto a fermare il suo letale esercito di non morti per salvare l'umanità e la Terra da una catastrofe che appare certa. Le sue figlie Angelique e Diabla (sic...) affrontano la minaccia che il padre ha preparato 75 anni prima.


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Jasmine Trinca esordisce alla regia: il corto BMM - Being My Mom sarà presentato al Festival di Venezia 2020

Come tanti altri colleghi prima di lei, anche Jasmine Trinca non ha resistito alla tentazione di mettersi alla prova dall'altro lato della macchina da presa.
L'attrice romana ha infatti esordito nella regia dirigendo un cortometraggio dal titolo BMM - Being My Mom, che sarà presentato al prossimo Festival di Venezia.

Leggi anche Il programma completo del Festival di Venezia 2020

Prodotto da Olivia Musini, il corto di Trinca vede protagoniste Alba Rohrwacher e la giovanissima Maayane Conti, ed è ambientato nel corso di una torrida giornata d'estate, in una Roma deserta, doe una madre e una figlia camminano senza sosta, trascinando una grande valigia. Si cercano, si sfuggono, sembrano ribaltare continuamente i propri ruoli naturali. Finché, in un solo gesto, si disvela davanti a loro l'epifania inaspettata di quell’amore.
Questa è una dichiarazione di Jasmine Trinca riguardo BMM - Being My Mom:

BMM – Being My Mom è una passeggiata metaforica nell'esistenza di due donne, una madre e una figlia, due protagoniste che protagoniste non sono se non della loro vita. Le osserviamo con sguardo accidentale, creature che partecipano dell'esistenza, inessenziali al mondo, essenziali l'una per l'altra. Un'indagine sulle strade luminose e oscure della maternità e di ogni figliolanza.
Nello scegliere le due attrici, la giovane Maayane Conti racchiude nei suoi occhi tutta la meraviglia del mondo così come un residuo di selvaticità resistente ai tempi moderni che molto mi ricorda me bambina. Mentre Alba Rohrwacher… che dire… è un'attrice eccezionale, libera, pazza, malinconica. Una Buster Keaton con la sensualità di una pantera. Che grazie al suo talento generoso mi ha permesso di riabbracciare mia madre.


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