domenica 24 settembre 2023

Lee, Kate Winslet ha pagato di tasca propria la troupe del film per due settimane

Kate Winslet si è impegnata duramente nella realizzazione di Lee e ha dato tutta se stessa, forse anche più del dovuto considerato che, secondo quanto dichiarato di recente, pare che abbia pagato di tasca propria due settimane di lavoro della crew. A raccontarlo è stata la produttrice del film in questione, Kate Solomon.

Lee, Kate Winslet ha pagato di tasca propria la crew del film

Pare che Kate Winslet abbia preso particolarmente a cuore la realizzazione di Lee, al punto da pagare lo stipendio ai membri della troupe per ben due settimane. Un dato trapelato da una recente intervista della produttrice Kate Solomon ai microfoni di Vogue. Stando alle sue dichiarazioni, l’attrice premio Oscar ha sostenuto non solo la troupe ma anche il finanziamento del progetto sulle proprie spalle:

Kate teneva particolarmente al film. Se le parlavi di qualsiasi aspetto, sapeva qual era la sua opinione. E quando hai una persona del genere, puoi spronare tutti. Può sembrare semplice, ma avendo vissuto con lei posso dire: mamma mia, è molto faticoso arrivare a quel punto.

In un’altra intervista, rilasciata a IndieWire durante il Toronto International Film Festival (dov’è stato presentato in anteprima) dalla direttrice della fotografia e regista Ellen Kuras, in merito all’impegno e al coinvolgimento di Kate Winslet in Lee, ha raccontato:

È stata molto coinvolta nel film dall’inizio alla fine. Dalla fase di ricerca a tutte le nostre conversazioni approfondite su chi volevamo nel cast, discutendo su chi avrebbe potuto interpretare quali ruoli.

Basato sul romanzo The Lives of Lee Miller di Antony Penrose, Lee racconta la vita di una modella arruolata come fotografa che racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso i suoi scatti per Vogue. Ad interpretarla è Kate Winslet, la quale ha ammesso di non aver esitato quando ha ricevuto la proposta. Ai microfoni di Vogue, ha raccontato:

Ho dovuto essere molto coraggiosa nel lasciare che il mio corpo fosse la versione più morbida di se stesso e non nascondersi. E credetemi, le persone nella mia squadra dicevano: “Magari puoi fare giusto un po’ di addominali” e io rispondevo: “Perché? Per la carne che si vede? No, resterò così”. Mi dicevano costantemente che ero nella forma smagliata, che avrei dovuto puntare più in basso. C’è tanto di meglio da fare dello sprecare preziose energie per criticare il mio aspetto fisico. Credo che ogni donna faccia meglio a dire: “Credo in me stessa. Non importa cosa pensino gli altri, questa è ciò che sono e dovete accettarlo”.


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