giovedì 31 dicembre 2020

I Migliori Film d'Azione del 2020: la nostra Top 10

Ogni classifica Best Of del 2020, qualunque sia la categoria, conterrà inevitabilmente una premessa come questa per ricordare (non che ce ne sia davvero bisogno) che questa annata ormai giunta alla sua giusta fine, non è stata un'annata come le altre. Il cinema in generale ha sofferto e dovrà resistere ancora un po' prima di tornare a essere una delle nostre attività di intrattenimento preferite. Molti attesissimi film d'azione e avventura sono slittati al 2021 come Fast & Furious 9, Top Gun: Maverick, No Time to Die e Black Widow, dunque li vedremo probabilmente nella top ten del prossimo anno. Andiamo dunque a vedere la nostra classifica dei migliori dieci film d'azione del 2020, visti in quelle poche settimane in cui le sale erano aperte oppure dal divano di casa in TV con le diverse piattaforme streaming.

I 10 Migliori Film d'Azione del 2020

  1. Tenet
  2. Bad Boys for Life
  3. Tyler Rake - Extraction
  4. Birds of Prey
  5. Mulan
  6. Project Power
  7. Proiettile vagante
  8. The Gentlemen
  9. Bloodshot
  10. The Old Guard

Tenet

Il film di Christopher Nolan è al primo posto perché, che l'abbiate amato o odiato, offre qualcosa di mai visto prima. E non si tratta soltanto dell'esecuzione delle scene d'azione, magistralmente allestite e dirette (dall'assalto al blindato in autostrada al vero aereo che sfonda l'edificio). È la concettualità di un'idea che prende vita nello sviluppo della storia e trova una forma estetica inedita nelle affascinanti sequenze del tempo che scorre al contrario. Il terzo atto del film con l'operazione di guerriglia è roba folle per quanto ingegnosa. Tenet è un film complicato, certo, e per questo è da vedere almeno due volte per poterne apprezzare l'originalità e l'incastro di una trama palindroma. Ma solo alla seconda visione avete il via libera di esprimere elogi o insulti in tutte le lingue che conoscete e rigorosamente alla rovescia.

Bad Boys For Life

Doveva essere un'operazione tra il nostalgico e il commerciale per chiudere con una trilogia, ormai fuori tempo massimo, le avventure dei Bad Boys. Il primo era uno di quei chiassosi action anni 90, il secondo era uscito nel 2003. Il mitico produttore Jerry Bruckheimer ha affidato la regia ai poco più che trentenni belgi Adil El Arbi e Bilall Fallah, che hanno avuto l'onere di confrontarsi con il lavoro che fece Michael Bay sui precedenti capitoli. Insomma, ne è venuto fuori un capolavoretto scorrevole, godibile e divertente che rende omaggio agli anni 90 senza rinunciare a una propria personalità. E, naturalmente, con tanta azione di qualità. Bad Boys for Life doveva chiudere la storia dei detective interpretati da Will Smith e Martin Lawrence, invece l'ha riaperta verso nuovi orizzonti.

Tyler Rake - Extraction

Uno dei migliori film Netflix dell'anno si basa su una trama di estrema semplicità. Un mercenario deve prelevare un ragazzo rapito e consegnarlo al committente del lavoro. Qualcosa va storto, i due entrano in confidenza e il mercenario si trova da solo e in fuga nella capitale del Bangladesh per proteggere il ragazzo. Il film dunque poggia il suo peso interamente sul forsennato ritmo della regia affidata all'esordiente Sam Hargrave, uno stuntman che ha lavorato su un'infinità di titoli (da Avengers: Endgame a Pirati dei Caraibi). Inseguimenti, sparatorie, cadute rocambolesche e caos cittadino sono le perle di Tyler Rake (Extraction in originale), una gioia per gli amanti dell'action urbano e polveroso. Ah certo, c'è anche Chris Hemsworth nel ruolo di protagonista. E che gli volete dire a Chris Hemsworth?

Birds of Prey

Più che un film, Birds of Prey è un caleidoscopio di colori, suoni, note, parole, spari, calci e pugni. Questa estensione del DC Extended Universe è cinecomic sovraccarico e ambizioso a livello tanto narrativo quanto estetico che mette tanta (e a volte troppa) carne al fuoco. La fortuna però risiede in una persona, sovraccarica lei stessa di talento, capace di tenere in piedi tutto il progetto. Eh sì, Margot Robbie è così carismatica, affascinante e strepitosa nella sua interpretazione di Harley Quinn, da diventare la calamita dell'intero film.  Se cade lei, cade tutto, ma lei non cade, anzi. Non è mai stata così in forma.

Mulan

Fin dai primi minuti il remake live-action di Mulan mette in chiaro che non sarà una copia carbone del film animato di 22 anni fa. Le battaglie ci sono e si mostrano subito. Lasciando da parte la controversia di natura politica che ha scatenato l'hashtag #boycottmulan sui social, il film racconta una storia epica e intima allo stesso tempo, diretta dalla regista Niki Caro. Si combatte molto e le sfumature fiabesche permettono di aggiungere quel tocco magico in cui ci si ricorda che è pur sempre un film Disney per il grande pubblico. Tra i vasti e suggestivi panorami cinesi, le scene d'azione sono efficaci e coordinate, sono chiare e ben contrastate dai colori.

Project Power

Non si contano più ormai i film e le serie che hanno supereroi per protagonisti. Fa dunque molto piacere quando arriva una storia che approccia il genere con originalità. Il film Netflix intitolato Project Power, con Jamie Foxx, Joseph Gordon-Levitt e Dominique Fishback è uno di questi. Il film è diretto dal duo di registi Henry Joost e Ariel Schulman e può vantarte solide sequenze d'azione che coinvolgono persone con super poteri di vario genere, acquisiti grazie a una pillola che legale non è. Project Power ha avuto un ottimo riscontro e già si parla di sequel o comunque di nuove storie ambientate nel mondo narrativo del film.

Proiettile vagante

C'è un thriller francese su Netflix che ha più carattere di quanto sembri. Proiettile vagante si ispira ovviamente all'action della saga di Fast & Furious, più dei primi film che degli ultimi, aggiungendo anche una dose di humour nero. Il film racconta la storia di un ex truffatore che ne ha abbastanza di alcuni poliziotti che lo hanno preso di mira e che tentano di addossargli la colpa di un omicidio. La sua unica chance è la fuga per arrivare a dimostrare di essere innocente e, mentre fugge, succede il finimondo tra mazzate e auto elaborate. Un gran divertimento è assicurato, grazie anche al carisma dell'attore e stuntman Alban Lenoir. Dirige l'esordiente Guillaume Pierret.

The Gentlemen

Il ritorno di Guy Ritchie alla regia di un mix tra commedia e gangster movie è il benvenuto. Erano bei tempi quelli in cui, con Lock & Stock e Snatch, il regista dimostrava di saper prendere ispirazione da Quentin Tarantino facendone uno stile british tutto suo. In The Gentlemen l'azione assume un significato ampio non relegato soltanto qualcosa di violento che accade sullo schermo. Il ritmo è sostenuto, i dialoghi sono veloci e affettati e i conflitti tra i personaggi sono molteplici su diversi livelli. Poi ci sono gli attori che attori e c'è da dire che tutti, Hugh Grant, Matthew McConaughey, Charlie Hunnam e Colin Farrell, raggiungono con questo film un apice delle loro carriere.

Bloodshot

Con l'assenza di Fast & Furious 9, l'unico modo per vedere la furia di Vin Diesel è stato Bloodshot, adattamento dell'ominimo fumetto della Valiant. Come spesso accade per l'attore al di fuori della saga delle auto elaborate, il personaggio è strutturato sulla sua muscolarità e sulla sua voce cavernosa senza che il carisma che possiede riesca mai a essere incisivo davvero. Il personaggio di Diesel è un super soldato che combina l'abilità autogenerante di Deadpool con le capacità cerebrali di Limitless e si fa protagonista di sequenze d'azione non sempre comprensibili, ma i concept scientifici dietro alla storia sono affascinanti e supporta il livello sopra le righe del film.

The Old Guard

Se fosse stata un'annata normale con la regolare uscita di tutti i titoli citati nel primo paragrafo, The Old Guard non sarebbe entrato nei migliori dieci titoli action. Per essere un veicolo di Charlize Theron (è lei stessa a produrlo), il film si assesta in un range di prodotto di fattura standard. La sceneggiatura scava nel passato nei personaggi e nei rapporti tra loro, e questa è una cosa buona, ma i poteri di auto-guarigione, i combattimenti e le dinamiche tra buoni e cattivi non offrono niente di diverso rispetto a tante cose già viste in precedenza. Anzi, l'unico elemento di interesse per noi è e rimane la presenza di Luca Marinelli nel cast. Vedremo se il sequel saprà alzare il livello.



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10 film in streaming da vedere a Capodanno

Quest'anno, per colpa del maledetto virus, niente feste e veglioni. E c'è pure il coprifuoco.
Ci rimane il cinema, per fortuna, anche se solo visto a casa, sui nostri televisori o suoi monitor di computer e tablet.
Ecco allora una lista di dieci film che c'entrano col Capodanno da vedere o rivedere questa sera.

Il filo nascosto

Capolavoro di Paul Thomas Anderson, con due interpretazioni spaventose di Daniel Day-Lewis e Vicky Crieps, Il filo nascosto comprende una scena meravigliosa e struggente nella quale il protagonista Raynolds cerca ansiosamente la sua Alma nel mezzo della folla che partecipa a una grande festa di Capodanno dove la ragazza voleva andare, ed era andata, e che Raynolds aveva snobbato, per poi pentirsene. Se fate partire Il filo nascosto esattamente alle 22:14 e 47 secondi della notte di San Silvestro, la mezzanotte del Nuovo Anno arriverà contemporaneamente nelle vostre case e nel film.

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Carol

Ancora un grandissimo film, questa volta diretto da Todd Haynes. Ancora due grandissime interpretazioni, quelle di Cate Blanchett e Rooney Mara. E ancora un'ambientazione splendidamente anni Cinquanta e una storia d'amore romantica e tormentata. In Carol, il primo bacio le due protagoniste se lo danno proprio l'ultimo dell'anno.

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L'appartamento

L'appartamento è, per me, il più bel film di quello straordinario regista che è stato Billy Wilder, interpretato da un Jack Lemmon e una Shirley MacLaine in stato di grazia. Per vederlo o rivederlo qualsiasi motivo è buono, ma in questo caso possiamo semplicemente ricordare che il film si conclude - in maniera sublime e commovente e con una battura che ha fatto la storia del cinema: Shut up and deal" - proprio la notte di Capodanno.

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Harry ti presento Sally

La commedia romantica moderna per eccellenza, diretta da Rob Reiner e sceneggiata dalla bravissima Nora Ephron, con Meg Ryan e Billy Crystal protagonisti. Tra le sue tante scene memorabili e citatissime, forse una delle più celebri della storia del cinema tutta tra quelle ambientate a Capodanno.

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Insonnia d'amore

A Nora Ephron il Capodanno deve piacere molto, visto che anche in Insonnia d'amore, il suo secondo film da regista, interpretato da Tom Hanks e Meg Ryan (ancora lei) ha inserito una scena molto bella e molto importante che si svolge proprio durante la sera dell'ultimo dell'anno: quella in cui il Sam interpretato da Hanks ha un colloquio immaginario con la moglie morta.

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Un amore splendido

In Insonnia d'amore si cita esplicitamente, e a più riprese, un classico del romanticismo hollywoodiano come Un amore splendido, interpretato nel 1957 da Cary Grant e Deborah Kerr. Un film che si apre proprio a Capodanno: un Capodanno durante il quale i due protagonisti si promettono d'incontrarsi dopo sei mesi in cima all'Empire State Building.


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Snowpiercer

Se al romanticismo, invece, preferite azione e distopia, ecco qui Snowpiercer, primo film americano del Bong Joon-ho di Parasite, adattamento di un celebre fumetto che racconta la storia di un treno che gira ininterrottamente attorno a una Terra oramai devastata. Il Capodanno, su quel treno rigidamente e spietatamente diviso in classi sociali, coincide con il completamento del giro del globo. E proprio durante il Capodanno scoppia la rivolta dei passeggeri poveri, che assaltano i vagoni riservati ai ricchi cercando di prendere il controllo del convoglio.

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Il padrino parte II

Uno dei capolavori di Francis Ford Coppola, uno dei rarissimi sequel ritenuti superiori al film originale, Il Padrino parte II è un film straordinario che ha bisogno di presentazioni. Cosa ci fa in questa lista? È durante una festa di Capodanno a Cuba che Michael Corleone dà il bacio della morte a suo fratello Fredo, colpevole di averlo tradito: "Quando tentarono di uccidermi, fosti tu a tradirmi. E m'hai spezzato il cuore."

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Four Rooms

Four Rooms è un film composto da quattro episodi, scritti e diretti da Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, che è stato un po' il nume tutelare di tutta l'operazione. Le quattro storie sono tutte ambientate in altrettante stanze dello stesso grande albergo di Los Angeles, e fare da trait d'union tra di loro il personaggio di un strampalato e buffa fattorino interpretato da Tim Roth. Il tono è quello della commedia grottesca.

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L'avventura del Poseidon

L'ultimo suggerimento per un Capodanno cinematografico è quello di L'avventura del Poseidon, un catastofico diretto nel 1972 da Ronald Neame e interpretato da un cast all star: Gene Hackman, Ernest Borgnine, Shelley Winters, Jack Albertson, Pamela Sue Martin e Leslie Nielsen, solo per citarne alcuni. Racconta la storia del naufragio di una vecchia nave da crociera che s'inabissa, al suo ultimo viaggio, proprio durante il Capodanno. Per chi ha bisogno di catarsi, e per chi si augura che questo sfortunato 2020 s'inabissi il più rapidamente possibile per non tornare mai più.

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Creed 3, Michael B. Jordan dirige se stesso, l'ironia di Tessa Thompson

Sembra proprio che ormai sia ufficiale: dopo le voci dei mesi scorsi, Michael B. Jordan si avvia a dirigere se stesso in Creed 3. Lo conferma la coprotagonista Tessa Thompson, la Bianca della saga, che in un'intervista con MTV News ha commentato, riferendosi al suo partner sullo schermo: "Dirigerà lui il prossimo Creed. Immagino che per me sarà una battaglia, quando interagirà con me come regista. Gli dovrò dire di essere un po' meno sexy!" Tessa prende in giro Jordan, che è stato da poco nominato dalla rivista People l' "uomo più sexy del mondo" nel 2020.

Creed III, Michael B. Jordan sulle orme vere di Sylvester Stallone

Michael B. Jordan quindi intraprenderà anche dietro la macchina da presa la strada del suo mentore Rocky Balboa / Sylvester Stallone, che si è autodiretto in quattro film di Rocky su sei, oltre ad aver ideato la serie stessa scrivendo di suo pugno tutti i copioni. Il regista e cosceneggiatore del primo Creed è stato Ryan Coogler, poi passato alla Marvel sui Black Panther, mentre Creed II è stato diretto da Steven Caple Jr., sostituzione dell'ultimo minuto per Sylvester Stallone, che stava pensando di tornare a dirigere ma ha poi cambiato idea.
Non sappiamo cosa aspettarci dalla sceneggiatura di Creed III, già completata da Zach Baylin, se non che ci vorrà una buona motivazione per spingere di nuovo Adonis sul ring, dopo che la rivincita con Viktor era stata portata a termine tra diverse difficoltà. Per quanto riguarda Rocky, l'impressione era che Stallone avesse concepito il secondo capitolo come un sipario, ma sarebbe strano completare la trilogia senza Balboa. Si vedrà. 



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Star Wars Il risveglio della Forza, nel romanzo si spiegavano più cose

Dopo aver visto cinque anni fa Star Wars - Il risveglio della Forza, molti spettatori si sarebbero aspettati nel capitolo successivo di scoprire qualcosa in più sui personaggi, o di vederli evolvere in direzioni che sembravano accennate: non erano soli, perché Alan Dean Foster, scrittore veterano a Hollywood dei romanzi tratti dai film, le cosiddette "novelization", aveva le stesse necessità mentre lavorava sull'adattamento, ma si è scontrato con un muro. Foster ha raccontato a Midnight’s Edge dei suoi tentativi di arricchire la vicenda e illuminare qualche punto oscuro.

Sono partito come faccio sempre con questi adattamenti, cerco di aggiustare cose che secondo me hanno bisogno di essere aggiustate nella storia e nelle spiegazioni. Non lavoro tanto sui personaggi, perché i personaggi sono già ben impostati nella sceneggiatura. Mi hanno detto di eliminare alcune cose, altre cose me le hanno lasciate. Alcune dei tagli che mi hanno fatto erano stupidi, erano cose che avrebbero migliorato sul serio il libro.

A cosa si riferisce Foster? La sua prima necessità per esempio, come spiega nell'intervista, era approfondire il legame sentimentale tra Rey e Finn, più che suggerito nel primo film, poi caduto nel vuoto, come sappiamo. "Mi aspettavo di vederlo sviluppato in Gli Ultimi Jedi, e invece non è successo assolutamente nulla. E tutti sappiamo perché non ne è venuto fuori nulla, non c'è bisogno di approfondire, purtroppo è così che stanno le cose". Immaginiamo che Foster si riferisca alla questione razziale, fonte di aperta protesta da parte dello stesso John Boyega qualche mese fa.

Leggi anche Star Wars, John Boyega: "Non puoi vendere un personaggio nero e poi metterlo da parte"

Star Wars Episodio IX, la proposta di Alan Dean Foster

Soprattutto, avendo lo scrittore trovato Gli ultimi Jedi un "film terribile e un terribile film di Star Wars", aveva di sua sponte proposto alla Lucasfilm / Disney un trattamento per Episodio IX in cui cercava di correggere le cose che non gli erano piaciute di Episodio VIII, cercando allo stesso tempo di spiegare come facesse Rey a padroneggiare la Forza con una tale rapidità già da Il risveglio della Forza: inventò un trascorso in cui, gravemente ferita, aveva ricevuto impianti con pezzi di droide, che le permettevano di imparare qualsiasi cosa più rapidamente e di comunicare più facilmente con i droidi stessi. La sua proposta è stata ignorata.



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mercoledì 30 dicembre 2020

Onward - Oltre la magia arriva in streaming su Disney+

Mentre tutti parlando di Soul, il film di Pete Docter e Kemp Powers che ha debutatto direttamente su Disney+, rinunciando così al passaggio nelle sale, sulla piattaforma streaming proprietaria di Disney sta per fare il suo debutto anche il precedente titolo targato Pixar, ovvero Onward – Oltre la Magia, che venne presentato in prima mondiale al Festival di Berlino lo scorso febbraio e che ha fatto in tempo a uscire nelle sale italiane in agosto, in quella breve finestra temporale in cui, tra giugno e ottobre, i cinema italiani sono stati nuovamente aperti.
Onward - Oltre la magia sarà infatti disponibile in streaming su Disney+ dal 6 gennaio 2021, e sarà per molti l'occasione di vedere per la prima volta uno dei titoli Pixar che maggiormente hanno diviso il loro pubblico.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae, il film è ambientato in un immaginario mondo fantastico, e racconta la storia di due fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una straordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ di magia.

Leggi anche La nostra recensione di Onward - Oltre la magia

Onward - Oltre la magia: il trailer

La trama ufficiale di Onward:

Quando due fratelli elfi adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare molto più di quanto avessero mai immaginato.
 Nella versione italiana del film, il cast di voci comprende Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con tutto il cuore in tutto ciò che fa; e Fabio Volo in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sé, ha scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane anche Favij, Raul Cremona e David Parenzo che interpretano rispettivamente uno spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.


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Arma Letale 5, lo dirige Richard Donner a 90 anni!

Sono diversi anni che si parla di un Arma Letale 5, ma nel corso del 2020 sia Mel Gibson sia Danny Glover sono seriamente tornati a discutere del quinto capitolo, dandolo ormai per scontato: era invece decisamente meno scontato che dietro alla macchina da presa fosse confermato ancora il leggendario regista veterano di Hollywood Richard Donner, che ad aprile ha compiuto ben 90 anni! Invece è proprio quello che succederà: coetaneo di Clint Eastwood, evidentemente Donner non si sente affatto tanto stanco da lasciar andare la sua saga. Anzi, con ironia ha confermato al Daily Telegraph di volerla senz'altro chiudere. Ecco le sue parole:

Questo è l'ultimo. Sarà allo stesso tempo mio privilegio e compito chiudere il sipario. A dirla tutta è eccitante... ahahahah! Ma è l'ultimo, ve lo prometto!

Con George Miller che a 70 anni ha fatto letteralmente mangiare la polvere ai registi più giovani col suo adrenalinico Mad Max Fury Road, è chiaro che l'età non è necessariamente un problema quando si parla di queste saghe storiche. Richard Donner è stato una vera colonna del cinema americano d'intrattenimento: oltre agli Arma letale, ha firmato il primo Superman (1978), Ladyhawke e I Goonies (entrambi nel 1985). Il suo ultimo film da regista è fino a questo momento il thriller Solo 2 ore del 2006, interpretato da Bruce Willis. Leggi anche Arma letale 5: Danny Glover dice che il film parlerà dell’America razzista e violenta di oggi



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Elfkins - Missione Best Bakery: trailer italiano ufficiale del film d'animazione che sta per debuttare on demand

News Cinema

Elfkins - Missione Best Bakery: trailer italiano ufficiale del film d'animazione che sta per debuttare on demand

Una divertente avventura, colorata ed edificante sull'inclusione e sull'amicizia, disponibile on demand dal 5 gennaio 2021 su Sky, Infinity, Tim Vision, Rakuten TV, Chili, Itunes e Google Play.

Elfkins - Missione Best Bakery: trailer italiano ufficiale del film d'animazione che sta per debuttare on demand

Per chiudere il bellezza questo lungo periodo di feste, dal 5 gennaio 2021 sarà sarà disponibile on demand su Sky, Infinity, Tim Vision, Rakuten TV, Chili, Itunes e Google Play un film d'animazione intitolato Elfkins - Missione Best Bakery, distribuito da Koch Media Italia.
Vincitore nella “Sezione +6” al #Giffoni50 Winter Edition, il film racconta una storia divertente, colorata ed edificante sull’inclusione e sull’amicizia, non importa quanto tu sia grande o piccolo, ed è diretto da Ute von Münchow-Pohl (Pippi Calzelunghe, Little Dodo, Rabbit School - I guardiani dell'uovo d'oro).

Elfkins - Missione Best Bakery: il trailer italiano ufficiale

La trama di Elfkins - Missione Best Bakery

Secondo un’antica leggenda, gli elfkins erano gnomi che aiutavano gli umani nel loro lavoro affinché non si stancassero troppo. Dopo essere stati cacciati dalla moglie di un sarto in malafede, sparirono dalla Terra per non farvi più ritorno, lasciando sulle spalle degli umani tutto il peso del lavoro. Un giorno la giovane elfkin Elfie, curiosa di esplorare il mondo in superficie, fugge dal loro rifugio sotterraneo e si imbatte in Theo, un pasticcere in rovina. Inizia così un’entusiasmante avventura per riportare la pasticceria al vecchio splendore.


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Favolacce e Roubaix, una luce sono i migliori film del 2020 secondo il Sindacato dei Critici Italiani

Anche in questo sfortunato 2020, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) ha assegnato, come ogni anno, i riconoscimenti per il miglior film italiano e il miglior film internazionale usciti nelle sale nel corso dell'anno.
Tra i film italiani, da un referendum promosso dal SNCCI tra tutti i propri soci, si è imposto Favolacce, l'opera seconda di Damiano e Fabio D'Innocenzo.
Roubaix, una luce di Arnaud Desplechin è invece il miglior film in assoluto fra tutti quelli distribuiti in sala nel nostro Paese nel corso del 2020. In questo caso a votare è stata la commissione incaricata di segnalare i Film della Critica (14 i titoli selezionati quest'anno), composta da Massimo Causo, Adriano De Grandis, Francesco Di Pace, Simone Emiliani, Fabio Ferzetti, Beatrice Fiorentino, Federico Gironi, Roberto Manassero, Raffaele Meale, Paolo Mereghetti, Giona A. Nazzaro, Anna Maria Pasetti e Giulio Sangiorgio.
I premi, come come ormai tradizione, verranno assegnati nel corso della cerimonia inaugurale del Trieste Film Festival, che quest'anno terrà dal 21 al 30 gennaio, in streaming, la sua 32. edizione.

Leggi anche La nostra Top 10 dei migliori film dell'anno Leggi anche La nostra Top 10 dei migliori film italiani del 2020


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I Migliori Film italiani del 2020: la nostra Top 10

In questo difficile 2020 molti film italiani hanno preferito evitare l'uscita on demand per il desiderio di non rinunciare alla magia della sala. Altri hanno sfruttato la piccola finestra estiva e di inizio autunno per invadere timidamente i cinema aperti. Altri ancora hanno avuto la fortuna di essere pronti nei primi due mesi non funesti di un anno funesto. Infine ci sono i film che hanno scelto la via dello streaming per l'urgenza di mostrarsi al pubblico ed è stato un bene, perché chi non ha voluto cedere alle serie tv, ha potuto felicemente constatare che i nostri registi, specialmente quelli fuori dal coro, avevano storie originali e potenti da raccontare: storie di bambini che guardano con sgomento al mondo dei grandi, storie di di adulti che non sono mai cresciuti e aspettano ancora la grande occasione, storie di utopie negate, di geni emarginati, di anziani che sognano rocambolesche avventure, di amicizie nate d'estate. Hanno pescato nel proprio doloroso vissuto i nostri filmmaker, o nell'opera di grandi scrittori. Sono stati tutti sinceri e tutti hanno accettato di correre rischio di un incasso al di sotto delle aspettative. Ecco perché ci piace considerarli eroi.

I Film italiani più belli del 2020

Favolacce

E’ un film come nessun altro Favolacce, un'opera portentosa e potentissima che rivela un'idea di cinema e di racconto nuova e senza filtri. Damiano e Fabio D'Innocenzo dirigono una favola dark che evidenzia le crepe del mondo degli adulti: meschini, insensibili, colpevolmente passivi. I registi stanno dalla parte dei dodicenni, che ci guardano, capiscono e a loro modo reagiscono. Nelle casette ordinate di una delle tante periferie romane si annida un'angoscia muta, e negli sguardi dei più piccoli si coglie la rassegnazione di chi è molto più maturo e consapevole di ogni madre e padre. Hanno compiuto un enorme passo avanti i fratelli romani da La Terra dell'abbastanza e Il Festival di Berlino ha giustamente premiato la loro sceneggiatura con l'Orso d'Argento.

Lontano Lontano

Gianni Di Gregorio fa pochi film, ma quando una storia bussa alla sua fantasia, il risultato è sempre eccellente e il racconto è pieno di grazia e di poesia, la poesia delle piccole cose. Parla di tre pensionati che vogliono cambiare vita e paese Lontano Lontano, ed è l’ultima prova d'attore dell'immenso Ennio Fantastichini, che programma la fuga insieme a Giorgio Colangeli e allo stesso Di Gregorio. Lo sfondo è sempre Trastevere e si celebrano l'amicizia, l'accoglienza e il sogno, che poi coincide con un buon bicchiere di vino e una fetta d'anguria, o una signora da corteggiare anche se non si è più giovani e aitanti.

Cosa sarà

Ha chiuso la Festa del Cinema di Roma Cosa sarà, e senza nulla togliere all'ottimo Tutto quello che vuoi, è il film più bello, profondo e sincero di Francesco Bruni, che ha raccontato la sua malattia. Il regista di Scialla! non ha ceduto alla tentazione di un diario ospedaliero che indugia nella fotografia del dolore, ma si è concentrato sul suo doppio strampalato e autoironico, un po’ egocentrico come a volte sono gli artisti e intento a dimostrare a se stesso di non essere così fragile come appare agli altri. Aiutato da un ottimo cast di contorno, Kim Rossi Stuart ha dato un'eccellente prova d'attore, incarnando emozioni contrastanti e disarmando lo spettatore nelle scene più tristi.

I predatori

Ha solo 29 anni Pietro Castellitto e il suo primo film da regista lo aveva in mente già da qualche tempo, e quando ci ha pensato per la prima volta, sapeva che il punto di partenza doveva essere il filosofo Friedrich Nietzsche, il che non può non suscitare la nostra ammirazione. Vincitore del Premio per la migliore sceneggiatura della sezione Orizzonti all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, I Predatori è una commedia al vetriolo che tanto commedia non è, perché ci mostra una serie di personaggi intrappolati in schemi comportamentali stupidi e portatori di infelicità. Racconta due famiglie il figlio di Sergio Castellitto, e le sue antipatie sono tutte per il nucleo borghese velleitario e fintamente intellettuale, mentre i proletari di estrema destra con le armi paradossalmente sono i buoni. Il regista si ritaglia anche il ruolo di un figlio un po’ pazzo, e fa bene.

Volevo nascondermi

Il Festival di Berlino ha celebrato il cinema italiano anche regalando l'Orso d'Argento per il miglior attore a Elio Germano, che si è sottoposto a interminabili ore di trucco e ha imparato a muoversi come il pittore Antonio Ligabue per Giorgio Diritti. Volevo nascondermi è il ritratto di un outsider che sapeva creare la bellezza e capire i misteri e il fascino della natura. E’ anche la parabola di un uomo tormentato dal male di vivere e da crudeli demoni interiori che si è salvato grazie all'arte e ha trovato un posto nel mondo, un mondo che attraversava tagliando i campi con le sue motociclette. La regia è rigorosa e attenta e la retorica non fa mai capolino nel film.

Figli

C'è tutto Mattia Torre in Figli, che ha voluto prendere spunto dal suo monologo I figli ti invecchiano: c'è la sua grande ironia e autoironia, il suo amore per la vita, la sua capacità di osservazione, la sua resilienza, i suoi amici cari Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, che interpretano una coppia che vacilla all'indomani della nascita del secondo figlio. C'è anche l'Italia della crisi economica e di una generazione di nonni un po’ egoisti che non vogliono badare ai nipotini. La narrazione, divisa in capitoli, è fluida, e non si sente che la regia è passata nelle mani di un altro, che poi è Giuseppe Bonito, che ha rispettato l'opera di partenza dando però la sua personalissima impronta e girando un film in cui si sono identificati in moltissimi.

La volta buona

Si è allontanato dalla sua comfort zone Vincenzo Marra dirigendo La volta buona, anche se in questo film nel quale ha assecondato la sua parte più emotiva, ha messo le due sue grandi passioni: il calcio e il Sudamerica. Si nota una grande tenerezza in questa storia di un procuratore calcistico che tanto somiglia ai "mostri" monicelliani, perché in fondo anche qui si parla di un vinto, a cui dà corpo e voce Massimo Ghini. La sua storia di un sogno naufragato si intreccia a quella di un ragazzino che potrebbe diventare un asso del calcio, e così si apre una riflessione fra chi si sente povero e chi  povero lo è per davvero.

Gli Indifferenti

Gli Indifferenti è la dimostrazione che andare a scomodare i classici - in questo caso Alberto Moravia - si può. E' anche la prova che la società, sebbene la borghesia si vada estinguendo, mantiene il proprio egoismo e la propria indolenza e che, di fronte a un problema o a un'umiliazione, può mettere la testa sotto la sabbia e fare finta di niente. Leonardo Guerra Seràgnoli ha spostato la vicenda di Mariagrazia Ardengo e figli ai giorni nostri, e ha reso Leo Merumeci appena meno sgradevole, affidando il personaggio al sempre bravo Edoardo Pesce. Straordinaria è anche Valeria Bruni Tedeschi: svagata, malinconica, ora rassegnata e ora giustamente sopra le righe. Nel 2020 come nel 1929 la famiglia è sempre l'inferno, e tutti quanti ci muoviamo inesorabili sull'orlo di un precipizio.

L'Incredibile Storia dell'Isola delle Rose

In tempi di confinamento e regole che bisogna seguire ad ogni costo, Sydney Sibilia racconta una storia di libertà e di anarchia, e di utopia, l’utopia dell'ingegnere bolognese Franco Rosa che, negli anni della contestazione giovanile, costruì un'isola al largo di Rimini creando una repubblica indipendente. Il regista però non resta in mare o sulla costa. Con grande umorismo entra anche nelle stanze del potere e tratteggia con maestria e ironia ministri e prelati, confidando nel talento di Fabrizio Bentivoglio e di Luca Zingaretti. La gioiosa ribellione è tutta per Elio Germano, per la sua energia e per i suoi occhi che brillano. L'Incredibile Storia dell'Isola delle Rose è un gioiellino Netflix da non perdere.

Odio l'estate

Ritrovano verve e grande affiatamento Aldo, Giovanni e Giacomo e, pur riservandosi qualche scena solamente a tre, aprono la porta alla comicità e alle nevrosi al femminile, facendo assurgere al ruolo di co-protagoniste Lucia Mascino, Maria Di Biase e Carlotta Natoli. La premessa di Odio l'estate è una casa per le vacanze affittata contemporaneamente a tre famiglie, ma le buffe conseguenze dell'equivoco si accompagnano alla celebrazione dell'amicizia, alla presa in giro di qualche vizio italico e delle dinamiche stanche delle coppie di lungo corso, e a una nota dolce e nello stesso tempo amara che alla fine ci porta dire: così è la vita. La regia è di Massimo Venier.



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La tigre bianca: il trailer del film con Priyanka Chopra in streaming su Netflix

Il romanzo "La tigre bianca", vincitore nel 2008 del prestigioso Booker Prize, raccontava la storia dell'ambizioso autista di una ricca coppia indiana che cercava, con ingegno e astuzia, di sfuggire alla povertà e diventare un imprenditore. Opera prima di Aravind Adiva, quel libro è ora diventato un film, La tigre bianca, che sarà disponibile in streaming su Netflix a partire dal prossimo 22 gennaio.
A scrivere e dirigere l'adattamento è stato Ramin Bahrani, il regista americano d'origine iraniana che ha firmato titoli come 99 Homes e il Fahrenheit 451 interpretato da Michael B. Jordan e Michael Shannon, mentre nel cast ci sono Adarsh Gourav nei panni del protagonista e Rajkummar Rao e Priyanka Chopra in quelli dei suoi datori di lavoro. Priyanka Chopra, che è stata Miss Mondo nel 2000 e ha lavorato a lungo come modella, e che di recente abbiamo visto in produzoni hollywoodiane come Baywatch o We Can Be Heroes, è anche produttrice del film assieme a Ava DuVernay e Mukul Deora.

La tigre bianca: il trailer del film

La tigre bianca: sinossi ufficiale

Da ragazzo povero a imprenditore, Balram Halwai (Adarsh Gourav) racconta la storia epica e ricca di umorismo nero della sua scalata al successo nell’India moderna. Astuto e ambizioso, il giovane eroe si guadagna il posto di autista per Ashok (Rajkummar Rao) e Pinky (Priyanka Chopra Jonas), appena tornati dall'America. La società gli ha insegnato solo a essere un servitore e lui cerca di diventare indispensabile agli occhi dei suoi ricchi padroni, ma dopo una notte di tradimenti, capisce che sono disposti a incastrarlo pur di salvare se stessi. Quando è sul punto di perdere tutto, Balram si ribella a un sistema truccato e ingiusto trasformandosi in un altro tipo di padrone. Tratto dal bestseller del New York Times, vincitore del Booker Prize 2008.


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Resident Evil, terminate le riprese del reboot

Le riprese del reboot di Resident Evil sono terminate: lo ha annunciato la Sony Pictures con un tweet, comunicando quindi che le tempistiche per il film di Johannes Roberts, prodotto dalla Constantin Film, saranno rispettate e il film uscirà nei cinema nel corso del 2021.
Ricordiamo che il film si presenta come un'origin story ambientata nella Raccoon City del 1998, che riadatta le origine del franchise partito nel 1996, quindi gli attori incarnano personaggi mitici della serie: ci sono Kaya Scodelario (Claire Redfield), Hannah John-Kamen (Jill Valentine), Robbie Amell (Chris Redfield), Tom Hopper (Albert Wesker), Avan Jogia (Leon S. Kennedy) e Neal McDonough (William Birkin).
I fan sperano che l'approccio di Roberts, specialista in horror dopo il suo 47 metri, costruisca un approccio più tensivo e meno action al franchise, rifacendosi alla prima trilogia di videogiochi Capcom: un taglio lontano dall'approccio guerrigliero che le trasposizioni cinematografiche avevano preso in mano alla coppia Paul W. S. Anderson - Milla Jovovich, autore e interprete dal Resident Evil del 2002 fino al Resident Evil 6 - The Final Chapter del 2017.



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Baby Boss 2, una data d'uscita americana per il sequel

Baby Boss 2 - Affari di famiglia ha una nuova data d'uscita americana, in attesa di conoscere la nostra per il sequel del popolare film di animazione targato Universal e DreamWorks Animation: l'esordio nei cinema statunitensi è stato spostato dal marzo al settembre 2021, forse perché la Universal vuole massimizzare i ricavi cinematografici sperando nella diffusione dei vaccini? Ad ogni modo, di questi tempi è comunque consolante che non si scelga di spingere un prodotto del genere direttamente sullo streaming (e la Universal ha la sua piattaforma proprietaria Peacock, pur di certo non sviluppata come un Disney+).
Baby Boss 2, diretto ancora da Tom McGrath, racconta dei fratelli Tim e Ted ormai adulti, anche se il loro rapporto non sembra dei più idilliaci: sarà Tabitha, figlia super-intelligente di Tim nonostante l'aspetto infantile, a rimetterli in attività: la piccola infatti è già agente della BabyCorp e li coinvolge nello sventare un piano diabolico. Ma per partecipare alla missione Ted e Tim dovranno tornare infanti!

Leggi anche La Universal e la sua rivoluzione tra sala e streaming: segna il futuro?

Troppo Cattivi, The Bad Guys: il film animato spostato al 2022

Come conseguenza dello slittamento di Baby Boss 2, il successivo film animato DreamWorks, The Bad Guys tratto dai libri illustrati di Aaron Blabey "Troppo cattivi" (Fabbri Editore da noi), uscirà nel 2022: il lungometraggio di Pierre Perifel occupava infatti lo slot di settembre 2021, dove ora è appunto collocato Baby Boss 2. Anche Troppo cattivi si prospetta divertente: la serie di libri segue Mr. Lupo, Mr. Serpente, Mr. Piraña, Mr. Squalo e Miss Tarantola, stanchi di terrorizzare la gente e decisi a reinventarsi come eroi per rinfrescare la propria angosciosa immagine!



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martedì 29 dicembre 2020

Midnight in Paris: il film da vedere e commentare insieme venerdì 1 gennaio 2021 con SimulWatch

La visione condivisa di venerdì 1 gennaio 2021 organizzata dalla redazione di Comingsoon.it su SimulWatch, la nostra app disponibile gratuitamente su Google Play e App Store, è il film che ha generato il più alto incasso al box office tra tutte le opere di Woody Allen. Uscito al cinema nel 2011, Midnight in Paris è l'ennesima deliziosa e intelligente commedia scritta e diretta dall'autore newyorchese la quale ha ricevuto 4 nomination ai premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, vincendo la statuetta per la migliore sceneggiatura originale. Come sua abitudine consolidata, Allen non era presente alla cerimonia per via della poca familiarità con il lato glamour del cinema. L'attore e regista ha vinto in carriera altri tre Oscar, due per Io e Annie (1977) e uno per Hanna e le sue sorelle (1986), ma l'unica volta che partecipò agli serata degli Academy Awards fu nel 2002 per un tributo alla sua New York, colpita pochi mesi prima dagli attentati dell'11 settembre.
L'appuntamento per vedere tutti Midnight in Paris e commentarlo con amici e familiari, ognuno a casa propria, attraverso la chat di SimulWatch è fissato per venerdì 1 gennaio 2021 alle 21:30.

Il film narra le paradossali vicende di Gil Pender (Owen Wilson), uno sceneggiatore di Hollywood di successo, ma creativamente insoddisfatto. Recatosi a Parigi per una vacanza con la fidanzata Inez (Rachel McAdams) e i suoi ricchi genitori, Gil fatica a portare a termine il suo primo romanzo. L’idea del libro è costantemente osteggiata da Inez, che lo esorta a proseguire la sua carriera nel cinema. Per caso, si uniscono a loro gli amici della fidanzata: Paul (Micheal Sheen), pedante e pseudo-intellettuale, e sua moglie Carol. Paul parla di Parigi con grande autorità, ma discutibile accuratezza, fino al punto di contraddire una guida turistica. Inez lo ammira, Gil lo trova insopportabile. Una sera, dopo una degustazione di vini, Gil è ubriaco e decide di camminare per le strade della città invece che tornare in taxi all'albergo insieme ad Inez, Paul e Carol. A mezzanotte, un'auto d’epoca si ferma accanto a lui e i passeggeri lo invitano ad unirsi a loro. Gil viene portato a una festa organizzata per Jean Cocteau, a cui partecipano importanti personaggi della Parigi degli anni Venti: Zelda, Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Salvador Dalì (Adrien Brody), Pablo Picasso e la sua amante, Adriana (Marillon Cotillard). Dopo aver discusso di scrittura, Hemingway si offre di mostrare il romanzo di Gil a Gertrude Stein. Così, Gil esce per recuperare il suo manoscritto in hotel, ma scopre di essere tornato nel presente: il bar dove stavano bevendo i letterati è ora una lavanderia a gettoni.


SimulWatch è la app creata da Coming Soon che è sia motore di ricerca di film all'interno di tutte le piattaforme di streaming legale operanti in Italia, sia una piattaforma attraverso la quale fissare appuntamenti condivisi per la visione di un film e commentarlo attraverso la chat interna con amici, parenti o perfino sconosciuti comodamente dal divano di casa vostra.



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JSA: Joint Security Area, il trailer del film che messo Park Chan-wook sulla mappa dei grandi registi internazionali

Prima ancora di realizzare la sua Trilogia della Vendetta, che con Oldboy lo fece diventare una star internazionale, il regista coreano Park Chan-wook aveva già attirato l'attenzione degli appassionati di tutto il mondo - compresa quella di Quentin Tarantino - con un thriller intitolato JSA - Joint Security Area, che nel 2000 ottenne incassi straordinari e numerosi premi in patria, e che nel 2001 venne presentato ai festival di mezzo mondo, compreso quello di Berlino, dove il film fu uno dei pretendenti all'Orso d'Oro.
Joint Security Area, considerato come uno dei film che hanno dato inizio alla New Wave del cinema coreano che abbiamo ben imparato a conoscere, sta per essere riedito in Blu-ray dalla Arrow Video, label ben nota agli appassionati e collezionisti di film in home video, che per celebrare l'evento ha realizzato un nuovo trailer.

JSA - Joint Security Area: il trailer del film di Park Chan-wook

Interpretato da attori come la Lee Yeong-ae di Lady Vendetta, il Song Kang-Ho di Parasite e Lee Byung-Hun (noto anche per la sua partecipazione alla serie di G.I. Joe), JSA - Joint Security Area parte da un libro di Park Sang-yeon per raccontare una vicenda ispirata a fatti realmente accaduti al confine tra le due Coree. La storia è quella di un incidente che avviene proprio lungo il confine e che causa la morte di due militari nordcoreani. Sul fatto investiga un team incaricato dalla Commissione di supervisione delle nazioni neutrali e composto dal maggiore dell'esercito svizzero Sophie Jean, di padre coreano, e dal capitano svedese Persson. Dell'accaduto è accusato un sergente della Corea del Sud, Lee Soo-hyeok, rimasto anche lui ferito conflitto a fuoco: ma la sua versione dei fatti e quella di un nordcoreano sopravvissuto non coincidono affatto, e per Sophie Jean non sarà facile ricostruire la verit dei fatti e individuare il responsabile di quanto accaduto.
Sfortunatamente, al momento, JSA - Joint Security Area non è disponibile su nessuna delle piattaforme streaming attive in Italia.



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I Migliori Film Horror del 2020: la nostra Top 10

Chi mi conosce o ha letto qualcosa di mio, sa che amo troppo il cinema e nello specifico il cinema horror per sostenere il contrario di quello che penso: non vi dirò dunque che tutti i 10 film che sono riuscita con fatica a sottrarre dal calderone di questo infausto anno bisestile siano dei capolavori o mi abbiano interamente convinto. Diciamo che alcuni dei migliori che ho visto non sono ancora disponibili perché l'uscita è stata rimandata nel nostro Paese e se ne riparlerà, speriamo, l'anno prossimo (citiamo tra questi The Dark and The Wicked, Run, Freaky e Possessor). Abbiamo visto comunque quello che offrono le inevitabili piattaforme streaming su cui trovate i film sottostanti con l'eccezione di uno (che indicheremo, e che potete acquistare online) e questa è grosso modo la nostra top che è, al contrario del solito, piuttosto light. Ci consola comunque in questo momento il fatto che molti di questi film, ben 4 su 10, siano opere prime.

  1. #Alive
  2. Vivarium
  3. The Lighthouse
  4. His House
  5. The Call
  6. Gretel e Hansel
  7. Cadaver
  8. I See You
  9. L'uomo invisibile
  10. Shadows

#Alive

A sorpresa, visto quanto mi sono venute a noia (“grazie” a The Walking Dead) le storie di zombi post-Romero, il film più fresco, intelligente e ben fatto tra quanti ne abbiamo visti è proprio questo #Alive, bell'opera prima sudcoreana (la provenienza è ormai una garanzia), diretta da Il Cho, che rilegge il genere survival e pandemico per eccellenza con una verve, una tensione e uno spirito che non troviamo altrove. Sarà perché non sono americani, ma le vicende di questi due ragazzi che resistono da soli contro tutto e tutti in un mondo impazzito e vorace di carne umana, ci hanno restituito il sapore di una amara verità e molta ironia. Coreografate benissimo le scene di massa, ben gestiti i momenti di quiete e la tensione, simpaticissimo il protagonista (Soo Ah-in), un adolescente dai capelli ossigenati simile a tanti suoi coetanei, che si trova da solo ad affrontare l'apocalisse e molto brava Park Shin-hye, che ritroveremo in un altro film della nostra top. E ci dà anche un consiglio che può sempre tornare utile: non buttate gli obsoleti auricolari col filo!

Leggi anche #Alive: la recensione dello zombie-movie coreano su Netflix

Vivarium

Vivarium non sarà propriamente un horror, ma ha un carico di angoscia che lo fa rientrare propriamente nel genere. A metà tra una storia nera di Ray Bradbury e i più inquietanti episodi de Ai confini della realtà, questo bellissimo apologo dell'irlandese Lorcan Finnegan (di cui ci ripromettiamo di recuperare Without Name) è disponibile per l'acquisto digitale, e ci ha davvero conquistato. Sarà perché non è difficile ritrovarsi nella storia di una giovane coppia senza figli, che dopo la visita ad un'agenzia per vedere una possibile casa in cui vivere insieme, si ritrova intrappolata in un mondo artificiale, con cieli e colori che sono un mix tra i quadri di Magritte e quelli di Edward Hopper, villette a schiera tutte uguali ma senza vicini di casa e un “figlio” mostro (diciamo solo che L'invasione degli ultracorpi è un altro ovvio riferimento). Imogen Poots (anche produttrice) e Jesse Eisenberg sono davvero bravissimi ed è incredibilmente azzeccata la scelta degli altri attori. Se non l'abbiamo messo al primo posto è perché #Alive è un horror più puro, ma sicuramente le immagini e le tematiche di Vivarium resteranno a lungo con noi.

The Lighthouse

E veniamo al più controverso dei film in lista, The Lighthouse, opera seconda del regista dell'acclamato The Witch, Robert Eggers, che ha nettamente diviso il pubblico, tra chi l'ha odiato (come il nostro Federico Gironi, la cui stroncatura potete leggere qua sotto) e chi lo ha esaltato come un capolavoro. Noi siamo un po' a metà, nel senso che è un'opera tanto ambiziosa, densa di riferimenti pittorici e mitologici, ma al tempo stesso così colma di ironia da non prendersi mai – sembra – troppo sul serio, che ci è stato impossibile non restarne affascinati. Forse non è un film che resterà nella storia del cinema, ma sicuramente non è un bluff. Ne abbiamo apprezzato soprattutto la perizia della regia, la splendida fotografia espressionista in bianco e nero e la performance di due attori qua irriconoscibili. Un film misterioso e lovecraftiano, eccessivo e rigoroso al tempo stesso, che ci ha ricordato molto quelli di Guy Maddin, se vi è mai capitato di vederne uno. O si riesce ad entrarci dentro o se ne resta, irritati, irrimediabilmente fuori. Ma è coinvolgente il suo spessore culturale e la qualità dei suoi riferimenti, che la critica italiana, con pochissime eccezioni (ma ce ne sono) ha solo superficialmente scalfito. Se non vi piace il cinema “intellettuale”, però, farete bene a starne alla larga.

Leggi anche The Lighthouse: la recensione del film horror con Robert Pattinson e Willem Dafoe presentato a Cannes

His House

Un'altra sorpresa di questa top è un film che avrebbe meritato una più ampia distribuzione cinematografica in un altro momento, His House, opera prima di Remi Weekes, inglese, che affronta in chiave horror il tema dell'immigrazione nel Regno Unito, delle stragi in mare, del retaggio culturale che i nuovi cittadini portano con sé mentre provano a integrarsi in un mondo che, quando li accoglie, li mette in molti casi ai margini, in una desolata periferia, dove vengono abbandonati coi loro demoni. La storia di questa coppia fuggita dalla guerra nel Sudan, unita e divisa dal dolore e dal rimorso, presenta molte sorprese e fa in alcuni momenti genuinamente paura. La protagonista femminile è Wunmi Mosaku, la splendida Ruby della serie Lovecraft Country, e lui è Sope Dirisu, che ricorderete per i suoi molti lavori televisivi. Quest'anno in cui – con l'eccezione del deludente Antebellum – è mancato il black horror americano, per fortuna c'è stato quello britannico.

The Call

Al quinto posto di nuovo un film sudcoreano, The Call di Chung-Hyun Lee, altro regista al suo debutto, con due bravissime protagoniste, una delle quali (la buona) è la Park Shin-Hye di #Alive, mentre la cattiva è Jong-seo Jun, già vista in Burning. E per fortuna, ribadiamo, se il J-horror sembra scomparso dagli schermi, dall'Oriente con furore c'è chi produce incubi adatti al nostro famelico palato. Ora, The Call è un po' troppo lungo e a volte si rischia di perdersi nei passaggi continui tra passato e presente e con le azioni che – come in un film sui viaggi nel tempo – cambiando quello che è stato, immediatamente trasformano la realtà contemporanea. Ma questo è anche il suo fascino. Due ragazze, che hanno la stessa età e a distanza di oltre 20 anni vivono nella stessa casa, entrano in contatto, sorpassando le barriere del tempo, con un vecchio cordless. La seconda ha una matrigna che la tormenta e chiede aiuto alla prima e da lì parte un vero e proprio gioco al massacro. Un film cattivo, un vero horror, che merita di stare nella nostra classifica.

Gretel e Hansel

Abbiamo pensato a lungo se inserire o meno in questa top Gretel e Hansel, il nuovo film di Osgood Perkins che, come ormai sanno anche i sassi, è figlio dell'Anthony Perkins di Psycho e ormai da 5 anni, persegue da regista una sua strada nel genere. La perplessità sta solo nel fatto che Perkins mantiene il tono della fiaba nera, dove, anche se non mancano i momenti horror, tutto è coerente col classico crudele dei fratelli Grimm, riletto al femminile. Ma il film è visivamente molto bello e inquietante, conferma il talento di Sophia Lillis e offre una bellissima performance di Alice Krige. Sparita la casetta di pan di zenzero, la forma triangolare e le sagome che si aggirano nei boschi di notte riportano la fiaba nel regno del terrore, sottraendola alla banalità di opere demistificatrici per famiglie come i film di Maleficent. Per cui sì, non poteva mancare nella nostra classifica e vi consigliamo di recuperarlo se ancora non l'avete visto.

Leggi anche Gretel e Hansel: la recensione dell'horror di Oz Perkins

Cadaver

Al settimo posto mettiamo Cadaver, debutto alla regia di un lungometraggio, dopo qualche video, di Jarand Herdal, giovane norvegese che vive a Los Angeles. L'ambientazione e l'aspetto visivo del suo film, estremamente curati, originali e affascinanti, sono indubbiamente quello che ci ha colpito di più, oltre al finale non lieto ma non per questo scontato. Ambientato in un mondo desolato e post-apocalisse nucleare, dove la gente muore per strada per mancanza di cibo o decide di andare anzi tempo all'altro mondo, ha al centro una famiglia (una ex attrice col marito e la figlia), che come altri disperati accetta l'invito per una serata teatrale unica, con tanto di pasto, in un enorme teatro/museo. Entrati in questa sorta di Paese delle meraviglie o Paese dei Balocchi, a tutti gli intervenuti dopo un lauto e inimmaginabile banchetto vengono consegnate delle maschere metalliche che li distingueranno dagli attori, e invitati a seguire quello che si svolge per le stanze dell'hotel. Alcuni riferimenti e situazioni sono un po' ovvi per l'appassionato del genere, ma la stoffa c'è e aspettiamo Herdal alle prossime prove con molta fiducia.

Leggi anche Perché Cadaver è l'horror su Netflix perfetto per Halloween 2020, tra catastrofe e teatri chiusi

I See You

Di I See You non si è parlato molto ma in giro ne ho letto un gran bene, nel cast c'è anche Helen Hunt e dunque l'ho visto (su Amazon Prime Video). Devo dire che mi ha sorpreso in positivo. Intanto perché è girato benissimo, con un gran senso del ritmo, poi perché a metà c'è una svolta che lo fa sembrare un horror del genere home invasion ma poi si scopre che non è nemmeno così. Gli attori sono tutti bravi, la trama è avvincente e non hai tempo di fermarti a pensare se qualcosa non torna. Un horror classico con quel pizzico di novità che lo rende inedito. Il nome di Adam Randall, il regista, è uno di quelli che ci segneremo.

L'uomo invisibile

E veniamo all'horror più grosso tra quelli usciti nel 2020, L'uomo invisibile, nuova versione Blumhouse del film Universal e della classica storia di H.G. Wells, acclamato da molti che lo mettono in testa alla loro top. A dire il vero non mi ha esaltato, nonostante l'indubbia bravura della protagonista Elisabeth Moss (e lo dico con sincerità visto che non è un'attrice che amo). Leigh Whannell se l'è cavata bene nel passaggio alla regia di un film sicuramente più complesso e patinato di quelli della serie di Insidious o di Upgrade, ma non tutto ci ha convinto; la sceneggiatura ha dei buchi, l'aggiornamento non è del tutto riuscito (la storia della tuta toglie fascino alla trasformazione) e la paura latita. In mancanza di meglio, gli riconosciamo qualche merito, soprattutto nella prima parte, per poterlo inserire nella nostra top.

Leggi anche L'Uomo Invisibile: la recensione dell'horror di Leigh Whannell

Shadows

E chiudiamo con un'altra opera prima, Shadows, girata in Inghilterra e in lingua inglese dall'italiano Carlo Lavagna, che conferma, dopo Arianna, di avere un bel talento. Anche in questo caso è riduttivo definirlo un horror, visto che è più un thriller psicologico sul tema del doppio, recitato benissimo dalle tre protagoniste, una delle quali, Mia Threapleton, dimostra di aver ereditato da mamma Kate Winslet bravura e presenza scenica. Anche questo film parte come un classico survival movie con tre soli personaggi rinchiusi in un hotel abbandonato in mezzo ai boschi, ma si rivela ben presto molto di più. Per questo ho deciso di inserirlo tra i 10 film dell'anno, visto che apprezzo i film che provano a raccontare in modo diverso, magari anche con mezzi limitati, temi ricollegabili al mondo in cui viviamo e ai classici che in passato abbiamo amato.

Leggi anche Shadows: la recensione


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Martin Scorsese presenta Fran Lebowitz: una vita a New York - Guarda il trailer

Debutterà in streaming su Netflix dall'8 gennaio Fran Lebowitz: una vita a New York, una nuova serie documentaria firmata dall'instancabile Martin Scorsese e dedicata all'autrice americana che per decenni, dalle pagine di riviste come Vanity Fair o dei suoi tanti libri, o dallo studio dello show di David Letterman, giusto per fare qualche esempio, ha raccontato con impagabile arguzia e tagliente umorismo New York e i suoi abitanti.
Per molti di voi che leggete, Fran Lebowitz è stata anche l'attrice che ha interpretato il ruolo della giudice Janis Goldberg nella serie Law & Order - I due volti della giustizia. Ed è apparsa anche in un cammeo, proprio nei panni di un giudice, anche in The Wolf of Wall Street.

Fran Lebowitz: una vita a New York: il trailer della serie documentaria di Martin Scorsese

Fran Lebowitz: una vita a New York: sinossi ufficiale della serie

Fran Lebowitz sa cosa le piace e cosa non le piace... e lo comunica senza imbarazzo. Per decenni, la critica e saggista ha espresso le proprie opinioni a volte in modo brusco e sempre con grande esuberanza. Da vera newyorchese, Lebowitz ha trasformato la schiettezza in un'arte, distribuendo il suo pungente sarcasmo verso la città e sui suoi abitanti sotto forma di cronaca satirica che non risparmia nessuno.
FRAN LEBOWITZ: UNA VITA A NEW YORK raccoglie i pensieri dell'autrice in una guida incredibilmente divertente che ogni newyorchese avrebbe voluto avere a disposizione. Attraverso una classica prospettiva urbana esplora argomenti che vanno da turisti, denaro e arte all'atto apparentemente semplice di attraversare Times Square a piedi (esiste il modo giusto di farlo). Il passato di Lebowitz viene a mano mano a galla: una vita segnata da una perenne curiosità e da un'inebriante indipendenza.
Diretta dall'amico di lunga data Martin Scorsese e cosparsa di commenti spiritosi dello stesso regista su una città che conosce molto bene, FRAN LEBOWITZ: UNA VITA A NEW YORK offre una doppia dose di spirito newyorchese che suscita gioia, furia e riconoscenza tra tutti quelli che amano questo luogo tanto quanto loro due.


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Soul, ecco qual era il finale alternativo del film Pixar [SPOILER]

Non sappiamo se abbiate già visto Soul di casa Pixar, da Natale in streaming esclusivo su Disney+, però se l'avete fatto potreste aver probabilmente versato più di qualche lacrima nel finale del lungometraggio. Chiacchierando con USA Today e Collider, il regista Pete Docter e il coregista Kemp Powers hanno ammesso quello che è facilmente intuibile a chi abbia dimestichezza col processo creativo, specialmente quello molto collegiale dietro a un film animato: c'erano diverse idee alternative sul finale, ma una era la più ovvia. Proseguite se non avete problemi con gli spoiler.

Leggi anche Soul: la recensione del film Pixar

Soul, qual era il finale alternativo pensato per il film Pixar

Alla fine di Soul, il musicista Joe Gardner si rassegna a morire, però gli viene data in extremis un'altra possibilità. Naturalmente alla Pixar non manca coraggio, e l'idea che Joe rimanesse morto non è stata affatto scartata a priori, come ci conferma il regista Pete Docter.

A quel punto aveva imparato abbastanza ad apprezzare cose alle quali non dava alcun valore. Ecco perché abbiamo pensato che potesse funzionare. Era molto nobile che in un certo senso sacrificasse la sua chance di tornare indietro e le passasse a 22. Ripensandoci però gran parte del film si basava su di lui che per la prima volta realizzava: "Oh, il mio barbiere ha una vita intera di cui non so nulla! Non sapevo di poter essere onesto e sincero con mia madre!" Non consentirgli di tornare indietro ci sembrava un po' un furto ai suoi danni.

Joe al termine di Soul quindi non muore più, però secondo il coregista Kemp Powers a questo punto era importante sottolineare proprio come Joe abbracciasse quelle nuove potenzialità emotive, ecco perché hanno scelto di rimanere vaghi sul suo futuro...

Sappiamo che al pubblico piace sentirsi dire esattamente cosa succederà a un personaggio. Vogliono avere la conferma che il personaggio abbia preso la decisione "giusta". Ma nel caso di Joe, non volevamo che scegliesse. Volevamo dirvi che, indipendentemente da quello che avrebbe deciso di fare, tornare a insegnare, suonare in una band, magari conciliare le due cose, avrebbe semplicemente apprezzato di più la vita.


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Channing Tatum e Sandra Bullock in una commedia romantica d'azione

Sandra Bullock continua a rimanere legata alle commedie romantiche, perché sarà con Channing Tatum la mattatrice di The Lost City of D, che coprodurrà con la Fortis Film, per la regia di Adam & Aaron Nee, distribuito dalla Paramount. Tatum è reduce da un punto di svolta nella sua carriera, perché ha appena terminato le riprese di Dog, il suo esordio alla regia (diviso con Reid Carolin), del quale è anche interprete nel ruolo di un army ranger che col suo cane intraprende un lungo viaggio per presenziare al funerale di un suo amico.
The Lost City of D è un discorso diverso, che riecheggia nella sinossi classici come All'inseguimento della pietra verde: la protagonista è una scrittrice di romanzi rosa dalle tendenze eremitiche, costretta a un tour promozionale con il modello usato per le copertine dei suoi libri, naturalmente interpretato da Channing Tatum. Quando i due rischiano di essere rapiti, sono costretti a fuggire in piena giungla, così la scrittrice sarà portata dagli eventi ad apprezzare finalmente la vita reale...
Channing Tatum manca dagli schermi dal 2017, anno di Kingsmen: Il cerchio d'oro, anche se ha frequentato il cinema nell'ombra, prestando la voce a due film animati, Lego Movie 2 (dov'è tornato a doppiare Superman) e Smallfoot: Il mio amico delle nevi (dove interpretava il protagonista piedone).
Sandra Bullock invece ha avuto un 2018 piuttosto intenso, tra il grande successo su Netflix di Bird Box e il corale Ocean's 8. Leggi anche Un monster movie per Chris Lord e Phil Miller con Channing Tatum alla Universal



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Mission Impossible 7: Tom Cruise di nuovo sul set nella zona super rossa dell'Inghilterra

Tom Cruise è di nuovo nel Regno Unito, dopo la pausa natalizia, pronto a riprendere la lavorazione di Mission: Impossible 7. Dopo aver girato presso i Leavesden Studios, Christopher McQuarrie e la sua troupe hanno scelto di spostarsi negli studi di Longcross, che negli anni hanno ospitato produzioni importanti come Skyfall, Thor: The Dark World, Guardiani della Galassia e i più recenti Artemis Fowl e Assassinio sul Nilo.

Dovete sapere che i Longcross Film Studios, per quanto attrezzati e molto belli, hanno la sfortuna di trovarsi nel Surrey, e cioè in una delle parti dell'Inghilterra dove il Coronavirus infuria maggiormente. Dal 20 dicembre, il Sud Est del paese fa parte, insieme alle aree di Londra, della Tier 4, che sarebbe una super zona rossa studiata appositamente per cercare di frenare la curva pandemica laddove il pericolo è maggiore. Ciò significa che Tom & Co. dovranno stare super attenti alla temuta variante inglese e che non potranno andare al ristorante e nemmeno dal parrucchiere. E anche sul set dovranno rispettare i protocolli di sicurezza. Dopo la sfuriata di Tom Cruise di metà dicembre contro due membri della troupe che stavano troppo vicini davanti a un computer, siamo certi che tutti fileranno dritti. E se qualcuno ha intenzione di sgarrare, è bene che prima ascolti l'audio del "cazziatone".

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I Longcross Film Studios saranno l'ultima tappa delle riprese di Mission: Impossible 7, interrotte dall'arrivo del Coronavirus. Il film arriverà in sala il 19 novembre del 2021 interpretato anche da Rebecca Ferguson, Esai Morales, Simon Pegg, Vanessa Kirby, Hayley Atwell, Pom Klementieff, Shea Whigham.



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lunedì 28 dicembre 2020

Contagion: Soderbergh annuncia un sequel "filosofico"

Nell'anno della pandemia di Covid-19, nessun film è stato visto come Contagion di Steven Soderbergh, che raccontava di un terribile virus nato in Cina e trasmesso dalle goccioline respiratorie che decimava l'umanità. Forse per questa impennata di popolarità o forse per tutto quello che è accaduto nel 2020, il regista ha deciso di girare il sequel. Attenzione però, non si tratterà di uno di quei seguiti che cominceranno con il "dove eravamo rimasti". No, a sentire il buon Steven si tratterà di un sequel filosofico.

Durante il podcast Happy. Sad. Confused condotto da Josh Horowitz, Soderbergh ha rivelato che insieme a Scott Z. Burns, autore del copione di Contagion, sta lavorando alla sceneggiatura di un film in qualche modo collegato al disaster movie del 2011. "Non è un sequel in senso letterale" - ha spiegato. "Sto lavorando a un progetto ancora in via di sviluppo e Scott Burns mi sta aiutando. Si tratta di un sequel filosofico di Contagion, ma ambientato in un contesto differente. Li potrete considerare collegati, ma si tratta di due cose molto diverse. Con Scott ne abbiamo discusso e abbiamo detto: come possiamo replicare in maniera nuova una storia alla Contagion? E’ un po’ che ci lavoriamo, dovremmo forse accelerare il passo".

Dalle parole di Steven Soderbergh si capisce che Contagion 2 al momento è poco più che un'idea. E’ inutile quindi parlare di date di inizio lavorazione e di uscita, o di chi ci sarà davanti alla macchina da presa. Chissà se il regista ha preso spunto dalla diffusione planetaria del Coronavirus e soprattutto se darà al nuovo film un lieto fine. Appena avremo maggiori informazioni non esiteremo a condividerle con voi.

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Interpretato da Marion Cotillard, Matt Damon, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow e Jude Law, per citare solo parte dello strepitoso cast, Contagion ha incassato in tutto il mondo 136 milioni di dollari. Qualcosa ci dice che il seguito andrà molto molto meglio.



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