Donald Trump, ormai l'hanno capito tutti negli Usa e fuori, non è uno che chiede permessi: non stupisce quindi che Ben Affleck e Matt Damon, rispettivamente regista e protagonista di AIR - La storia del grande salto (coprodotto da entrambi), siano rimasti di sasso quando hanno scoperto una mossa dell'ex-Presidente per la sua campagna. Sulla sua piattaforma Truth Social è infatti comparso un video che usa fuori campo un monologo di Sonny Vaccaro, il personaggio di Damon. Leggi anche AIR - La storia del grande salto: la recensione del film
Matt Damon e Ben Affleck contro Donald Trump e l'uso di un monologo di Air
Un nuovo video per il rilancio della campagna Make America Great Again, in vista delle Presidenziali 2024, vede immagini di Donald Trump commentate dal monologo di Sonny Vaccaro / Matt Damon in AIR - La storia del grande salto di Ben Affleck, quello che contiene l'ormai celebre frase: "Col denaro puoi comprare quasi tutto, ma non l'immortalità, quella te la devi guadagnare." Il video ha ricevuto 34.000 like ed è stato condiviso 10.000 volte, e inevitabilmente è arrivato all'attenzione di Affleck e Damon, le cui simpatie democratiche sono ben note, anzi: gli attori hanno spesso sostenuto candidati democratici mettendoci la faccia, e nel caso di Ben Affleck si era addirittura persino vociferato di una sua candidatura come governatore. I due sono tra i volti pubblici più noti della sinistra liberale americana, e hanno dovuto correre ai ripari quando i loro fan e sostenitori sono rimasti allibiti dall'associazione tra il loro film e Donald Trump. Deadline riporta la loro reazione ufficiale congiunta, emessa da un loro portavoce:
Non avevamo conoscenza, né abbiamo consentito, né sosteniamo o approviamo l'uso di qualsiasi sequenza o audio di Air riadattato alla campagna di Trump come spot elettorale, o per qualsiasi altro uso. Nello specifico, nei termini di tutti i diritti di cui ci possiamo valere, in materia di leggi americane sul copyright e la proprietà intellettuale, qui espressamente comunichiamo che, nel caso di un qualsiasi uso di materiale di Air nella campagna di Trump, lì dove si richieda un'approvazione o un consenso, neghiamo tale consenso.
Negato a prescindere, com'era prevedibile. A questo punto ci si domanda se lo staff di Trump abbia davvero fatto quella scelta per leggerezza, ignorando l'ovvia reazione di due simboli della "parte avversa". Ci appare improbabile: scommetteremmo piuttosto su un abuso furbesco, con rischio multa da pagare calcolata, per pianificata provocazione.
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