Una donna comune, nella Vienna del 1900. Una donna della borghesia agiata, soffocata dal rapporto con un marito opprimente come tanti (quasi tutti?) in quegli anni e in quel contesto sociale. La storia di emancipazione femminile di Hanna Leitner, scopertasi fotografa - come il marito - senza che all’epoca fosse accettabile per una donna, finita per inseguire il suo terapista nella comunità utopistica e libertaria di Monte Verità. Un luogo avanti di decenni, nel cuore del Ticino svizzero, che è raccontato da Stefan Jäger in un film presentato in Piazza Grande al Locarno Film Festival e ora in sala per Draka Distribution.
Monte Verità racconta uno dei luoghi più interessanti della Svizzera degli inizi del 900. Una vera colonia utopica e fucina di idee. Un luogo frequentato da intellettuali e artisti non convenzionali che venivano da tutto il mondo per scoprire l’importanza della natura e l’armonia dell’uomo con essa. Una delle prime comunità di vegetariani e nudisti del secolo scorso che ispirò il movimento degli hippie negli anni ’60. Nel film Hanna Leitner (Maresi Riegner), personaggio di finzione e protagonista, è affiancata da protagonisti reali come Hermann Hesse, Otto Gross, Isadora Duncan e molti altri,
Hanna è in fuga dal suo ruolo di moglie e madre borghese nel quale si sente relegata. Decide di lasciare Vienna e la sua famiglia per raggiungere la comunità che ad Ascona, in Svizzera, si riunisce sul monte Monescia ribattezzato Monte Verità. In questo luogo di libertà, abitato da artisti e gente di ogni provenienza, alla ricerca di una vera espressione delle proprie inclinazioni, Hanna, riuscirà a dare spazio alla sua passione per la fotografia che il marito aveva sempre osteggiato. Nel cast anche Hannah Herzsprung, Max Hubacher, e Joel Basman, nel ruolo di Hermann Hesse.
Monte Verità è una coproduzione tra Svizzera, Austria e Germania, realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, con il patrocinio del Comune di Cannobio e con la collaborazione di Gestione Navigazione Lago Maggiore e distribuito in Italia da Corrado Azzollini per Draka Distribution.
“A 18 anni sono stato a Locarno, e ci hanno fatto fare un giro al Monte Verità”, ci ha detto Stefan Jäger in un’intervista telefonica. “È un luogo che non conoscevo e di cui mi ha toccato la natura, la magia, si sente ancora l’atmosfera di quegli anni. Mi ha fatto venir voglia di raccontare una storia ambientata lì. Ho effettuato delle ricerche e poi mi è stata proposta la sceneggiatura di Kornelja Naraks, con temi che riguardavano l’oggi, le donne e la disparità di diritti con gli uomini. Il tutto in un contesto molto moderno, nella natura, in cui mangiavano vegano. Un’utopia di 120 anni fa allucinante per i legami con la contemporaneità, per quanto furono avanti con gli anni. Poi raccontiamo di come sia complesso essere artista e in contemporanea occuparsi della famiglia. Lei lascia i figli per diventarlo. Hanna è un personaggio d finzione, ma secondo il nostro storico consulente rappresentata il tipico ospite. In archivio abbiamo trovato delle foto, le uniche rimaste, e non si sa chi le abbia scattate. Abbiamo voluto raccontare la nascita di un’artista, in cerca di un vero dinamismo, anche nel suo stile fotografico”.
Monte Verità è stato girato in buona parte in Piemonte, visto che la Ascona di oggi è molto cambiata e moderna rispetto a quando era un villaggio di pescatori di 1000 abitanti. La casa centrale è stata interamente ricostruita in studio a Colonia, mentre oggi rimangono solo le scale a condurre in una struttura Bauhaus edificata successivamente. Poi si è girato in Ticino, in Valle Maggia, e a Vienna. Una seconda troupe si è occupata, quindi, di girare nella natura, “per catturare la luce, il movimento, gli insetti e gli animali in movimento nell’erba. Una settimana intera, poi, l'abbiamo riservata a catturare i suoni magici della natura”. Jäger si è avvalso di molte collaboratrici e capi reparto donne per aiutarlo a raccontare questa storia di emancipazione femminile.
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