Come procede il braccio di ferro tra AMPTP, l'associazione dei produttori americani, e la SAG-Aftra, il sindacato di attori e attrici, in sciopero da mesi? Stando a Variety, piuttosto male: la situazione sarebbe in stallo, dopo che una proposta dell'AMPTP, modellata su quella accettata dal sindacato degli sceneggiatori WGA, è stata rifiutata dalla SAG. Purtroppo tra i due litiganti c'è un baratro di ben 480 milioni di dollari annuii...
Sciopero degli attori: i produttori offrono 20 milioni all'anno, la SAG ne chiede 500
I "residuals" sono uno dei principali oggetti del contendere tra l'AMPTP e la SAG-Aftra: si tratta delle percentuali dovute ad attori e attrici per ogni utilizzo del loro lavoro (per esempio per ogni uscita di un film). ll problema è il calcolo delle percentuali sullo streaming, una delle principali cause dello sciopero. Sceneggiatori e sceneggiatrici (WGA) avevano trovato un accordo, così l'AMPTP ha pensato di proporre alla SAG numeri analoghi: semplificando, un bonus sulle produzioni streaming più viste. La SAG ha rifiutato, apparentemente inamovibile su una richiesta economicamente ben più pesante: 57 centesimi all'anno per ogni abbonato a qualsiasi piattaforma. Traducendo in numeri, l'AMPTP puntava a garantire al sindacato 20 milioni all'anno, la SAG ne chiede 500, da ridistribuire poi a chi è iscritto, seguendo criteri legati all'importanza del ruolo in una serie.
La voragine di ben 480 milioni di dollari annuali è così grande che l'AMPTP ha lasciato il tavolo delle negoziazioni, giudicando il criterio del sindacato un ultimatum inaccettabile, troppo simile alla precedente richiesta alternativa della SAG, l'1% annuo sul fatturato degli studios.
La situazione rimane complessa. E nel frattempo non si gira, i set sono sospesi o non partono, la promozione dei film e delle serie in uscita (quando l'uscita non è rimandata) deve fare a meno del loro cast. Leggi anche Dopo lo sciopero, ecco cos'hanno ottenuto gli sceneggiatori legati alla WGA
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