venerdì 8 giugno 2018

Intervista a Pietro Roffi, giovane virtuoso della fisarmonica

La fisarmonica è uno degli strumenti musicali più affascinanti ma estremamente  complessi  e,  molto  spesso,  viene  relegata  a  categorie  fin  troppo  vincolanti  e  fuorvianti. Lo é per molti, non per Pietro Roffi che, al contrario, la fisarmonica la ama e sta tentando, con passione e talento, a elevarla verso nuove cifre stilistiche.
Classe 1992, il giovane musicista ha cominciato a suonare la  fisarmonica all'età di sei anni e si è laureato con lode e Menzione d'onore al  Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma sotto la guida del Prof. Massimiliano  Pitocco. Nel corso della sua formazione musicale ha avuto l'opportunità di studiare con alcuni dei più autorevoli maestri del suo strumento. Ha vinto oltre quindici concorsi nazionali ed internazionali nel genere moderno, tra cui il terzo premio al Trofeo Mondiale di Fisarmonica (Spagna, Vigo, 2010) e il Primo Premio al Concorso Internazionale di Castelfidardo (Italia, 2010). Si è esibito in Italia, Inghilterra, Cina, Australia, Malta, Romania, Croazia, Spagna, Argentina, Germania, Lituania (dove ha debuttato con le Variazioni Goldberg di Bach), tenendo più di cento concerti (come solista e con orchestre sinfoniche) in sale prestigiose come la Die Glocke a Brema o la Romanian Athenaeum a Bucarest.  
Disposto a raccontarsi per Close-Up, Roffi ha gentilmente risposto ad alcune domande...

Iniziamo con la domanda più immediata possibile: come nasce la tua passione per la fisarmonica, strumento forse poco considerato da chi vuole iniziare un proprio percorso nello studio della musica?
È vero, la fisarmonica è uno strumento a cui solitamente non si pensa quando si vuole iniziare a studiare musica ma, personalmente, è stata una specie di folgorazione. Era estate, c'era una festa popolare a Valmontone (dove sono cresciuto) e a un certo punto ho notato una scatola colorata con un mantice che si muoveva continuamente ed emetteva un suono spensierato ed esotico: da lì a qualche settimana mi sono ritrovato con il mio primo strumento tra le braccia a prendere lezioni e a suonare le mie prime note!

Nonostante la tua giovane età puoi vantare svariate esibizioni in campo nazionale e internazionale. Hai notato differenze da parte del pubblico in entrambi i contesti nel recepire la messa in scena del suono che sa regalare il tuo strumento?
Ogni pubblico è diverso per tanti aspetti (per preparazione, cultura musicale, predisposizione, l'educazione) ma posso anche affermare che, in fondo, ogni pubblico è uguale all'altro. Siamo tutti uomini capaci di emozionarci o di sognare, ognuno a proprio modo, ma dalla Cina all'Australia, dall'Italia all'Argentina, la musica è uno dei pochi tesori immateriali che non ha bisogno di traduzioni per arrivare dritto e chiaro a chi ti ascolta.

Hai collaborato con Dario Marianelli, un premio Oscar. Come ti sei trovato a suonare musica per rivestire immagini in movimento, invece di dar loro corpo, come si conviene a ogni performance musicale? Qual è il tuo rapporto con il cinema? C'è un compositore nel cinema, oltre Marianelli, che stimi in particolar modo?
L'esperienza con Marianelli è stata una delle più significative della mia vita da musicista. Registrare delle musiche per il cinema è stato un onore e ho capito che grazie a quest'arte così popolare e grazie al modo geniale e naturale con cui Dario scrive musica, la fisarmonica può arrivare, come una perla rara, davvero a milioni di persone. A me piace molto andare al cinema e, da musicista, ogni volta che c'è una bella musica sono ancora più felice di aver acquistato il biglietto: poi è logico, se mi siedo e il film è bello e nella colonna sonora c'è anche un po' di fisarmonica è ancora meglio! Personalmente oltre alle musiche di cui ci onora ogni anno Marianelli e che adoro, mi piace molto, per citarne alcuni, anche la musica di Paolo Buonvino, quella di Andrea Guerra, di Nicola Piovani e poi quella del nostro “eroe” Ennio Morricone.

Spesso la fisarmonica viene considerato uno strumento “basso”, adatto a un contesto popolare, forse non colto. Nei tuoi concerti rielabori brani classici di autori classici (Bach, Vivaldi, Chopin). Questo modo di lavorare deriva da un puro piacere personale, oppure sei intenzionato a portare avanti una sorta di missione per spingere il pubblico a rivalutare la fisarmonica?
Per me non c'è differenza tra strumenti: la differenza risiede nella passione e nell'onestà umana con cui si suona. Puoi avere un'orchestra sotto la tua bacchetta ed essere totalmente ridicolo oppure suonare la zampogna e far piangere la gente dall'emozione. La musica non ha classi. Il modo di lavorare e la scelta dei pezzi che propongo al pubblico o che incido è frutto del mio percorso di studi che va, ovviamente, dalla musica tradizionale fino ad arrivare alla musica che si studia nei conservatori ed è vero che in qualche modo cerco di nobilitare o rivalutare la fisarmonica. Ma dico la verità: non lo faccio tanto con la caratura dei brani che scelgo, quanto con l'atteggiamento di rispetto e grande amore con cui li propongo alle persone, siano essi pezzi di musica classica o pezzi del repertorio pop.

Quali peculiarità, quali potenzialità possiede in più la fisarmonica, rispetto ad altri strumenti, magari maggiormente blasonati?
Posso solamente dire, perché non spetta a me classificare il mio strumento tra tutti gli altri, che la fisarmonica ha una cosa bellissima che si chiama mantice. Questo soffio naturale, quasi un respiro che si fonde con chi la imbraccia e che rende la fisarmonica uno strumento davvero umano e vicinissimo alla sensibilità delle persone e allo stato d'animo anche del più piccolo momento. Puoi suonare pianissimo, di modo che solo tu senta bisbigliare lo strumento, o puoi riempire di suono una sala da concerto da 1500 posti.

Qual è l'aspetto tradizionale, storico e popolare che più ti affascina della fisarmonica? In che modo sproneresti un neofita allo studio della fisarmonica?
Questo strumento è davvero capace di suonare di tutto e di spaziare con personalità in tante musiche diverse: dalla quella rinascimentale, a quella classica, dalla musica tradizionale (che sia la tarantella o il tango) al pop, dalla musica per il cinema e forse anche fino alla trap! Penso che questo possa bastare ad un neofita che voglia intraprendere un percorso di studi.

Esistono stili o strumenti musicali stranieri che credi si sposino a meraviglia con il suono e la fisicità della fisarmonica?
Praticamente tutti. Personalmente amo sentire il mio strumento fondersi con il suono vellutato degli strumenti a fiato o con il canto del violoncello. Ma vi auguro di ascoltare anche dei concerti per fisarmonica e voce o quando questo strumento, che troppo spesso viene messo in fondo alla fila, si sposa con il suono potente di un'orchestra e riesce a sorprendere ma, soprattutto, ad emozionare. Al di là di ogni genere, al di là dello strumento, ciò che arriva è la musica.



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