"Sono Gloria Bellicchi, 'neurotipica', e vivo a Roma con tre dislessici, altresì detti 'neurodivergenti'. Uno l'ho scelto come compagno alcuni lustri orsono, gli altri due li ho partoriti, il primo nell'agosto del 2016 e il secondo nello stesso mese del 2013".
Comincia più o meno così, perché in realtà siamo a pagina 3, il libro di Giampaolo Morelli e Gloria Bellicchi "Dislessico Famigliare - Cronache (s)connesse di una famiglia straordinariamente normale" (edito da Sperling & Kupfer) che abbiamo avuto il piacere di leggere, anzi di divorare in una sola giornata. Siamo dislessici? No. Abbiamo figli con uno o più Disturbi Specifici dell'Apprendimento (di cui la dislessia fa parte)? No. La verità è che ci siamo appassionati al racconto di due genitori alle prese con una "diversità" che non è affatto una disabilità ma una maniera differente di decodificare la realtà, una "caratteristica", come la chiama lo stesso Morelli, che soprattutto negli anni della scuola può portare un giovane o giovanissimo studente a sentirsi meno intelligente, bravo e capace degli altri, e quindi triste, ansioso e arrabbiato. È successo prima di tutto a Giampaolo - che non ha avuto una diagnosi di DSA durante l'infanzia e l'adolescenza - ed è accaduto anche ai piccoli Gianmarco e Pier Maria, a cui però è stato insegnato che esiste un altro modo per leggere, scrivere e per superare lo scoglio dei calcoli matematici. "Dislessico Famigliare" però è molto altro. Certamente si tratta di un "diario di viaggio", iniziato nell'annus horribilis del Covid e articolato in tappe che i genitori di bambini con il DSA conoscono bene: prima visita da un neuropsichiatra, test per la dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia e disprassia, rilascio del certificato del DSA, Piano Didattico Personalizzato e così via. A questa rocambolesca disavventura si aggiungono le riflessioni di Gloria, mamma dolce e accudente che ogni giorno si imbarca nella pantagruelica impresa di aiutare i figli a fare i compiti e che ammette, con una sincerità disarmante, le sue difficoltà, la sua frustrazione e i tanti momenti di incertezza che ha vissuto. Nelle pagine di Giampaolo, punteggiate di ironia e autoironia, leggiamo invece l'amara consapevolezza che certe insicurezze non passano mai e con il tempo possono trasformarsi in depressione. È la prima volta che l’attore e regista si mette così a nudo, e se lo fa è perché ci sono ancora troppi genitori atterriti dalla dislessia dei propri figli. "Dislessico Famigliare" non è tuttavia un libro consolatorio o che minimizza i vari Disturbi Specifici dell'Attenzione. Piuttosto si tratta di un testo "militante", e cioè che prende una posizione, nella fattispecie contro la scuola, troppo spesso inadeguata alle necessità degli studenti con DSA.
Diviso in capitoli in cui ogni paragrafo è una scoperta, "Dislessico Famigliare" è anche un ottimo manuale di istruzioni, un vademecum, una guida che spiega cosa fare, in caso di dislessia, e quindi a chi rivolgersi, cosa dice la legge e quali associazioni esistono, a partire dall'Associazione Italiana Dislessia. Ci sono inoltre preziosi consigli su come aiutare i bambini dislessici a studiare una pagina, a memorizzarla e a ripeterla, sempre partendo dall'esperienza di Giampaolo, Gloria, Gianmarco e Pier Maria.
"Dislessico Famigliare", infine, è un invito ad accettare e abbracciare il caos e l'imperfezione, l'imprevedibile e una velocità di pensiero che può sfociare nel genio e nella creatività ma anche in una normalità altra che spaventa solo perché la società ci vuole tutti uguali. E invece non siamo tutti uguali: ogni individuo è unico, e nella sua unicità sta la ricchezza che può portare in questo nostro mondo sempre più frastornato.
La foto di Giampaolo Morelli è di Fabrizio Cestari, quella di Gloria Bellicchi di Alessandro Pensini
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