giovedì 25 dicembre 2025
I Film più visti al Cinema: Gli incassi al BoxOffice Italiano del 24 dicembre 2025
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Primavera: la musica come grido di libertà nell'opera prima di Damiano Michieletto, ora al cinema
"La musica non serve a niente, ma può fare tutto". Questa citazione da Primavera, lungi dall'essere una frase a effetto, racchiude la forza vitale e autentica del film d'esordio di Damiano Michieletto. Note e armonie non rappresentano solo il mero divertissement di una classe dirigente annoiata. La musica è in primis l'appassionato motore che accende la coscienza della protagonista, la giovane orfana Cecilia (Tecla Insolia), ma anche il baluardo salvifico che dà senso alla vita del geniale Antonio Vivaldi (Michele Riondino). Primavera, in sala dal 25 dicembre con Warner Bros. Pictures Italia, è un'opera prima ispirata, cruda e dalla forte identità visiva: un inno alla potenza dell'arte, ma ancor di più alla tenacia di chi è pronto a tutto per rivendicare la propria voce. Anche a carissimo prezzo.
Primavera: la trama del film con Tecla Insolia e Michele Riondino
Siamo nella Venezia cupa e disincantata dei primi del Settecento. L'Ospedale della Pietà è un'importante istituzione che accoglie orfane bisognose e avvia le più talentuose allo studio della musica. Tra loro c'è la ventenne Cecilia (Insolia), ossessionata da una madre che non ha mai conosciuto e rassegnata a un destino che sembra inevitabile: sposare un ricco ufficiale. Cecilia fa parte dell’orchestra tutta al femminile dell’Ospedale, molto apprezzata dall’élite cittadina. Insieme alle compagne, si esibisce dietro una grata o con il volto celato da maschere: un eccesso di pudore e modestia che finisce per renderle invisibili agli occhi del mondo. Quando l'orchestra della Pietà si ritrova a competere con quella di un altro ospedale veneziano, i Derelitti, il Governatore, deciso a non perdere le generose donazioni dei salotti benestanti, corre ai ripari ingaggiando un nuovo insegnante di violino: il suo nome è Antonio Vivaldi (Riondino).
L'artista, schivo e di salute cagionevole, si accorge subito che Cecilia ha qualcosa in più. Tra i due, col tempo, si instaura un rapporto di reciproco rispetto che, da una parte, apre gli occhi alla giovane, incoraggiandola a ribellarsi e diventare padrona del proprio futuro. Dall'altra, ispira Vivaldi a comporre nuova musica e a riscoprire un'ambizione sepolta da tempo. Ma tra le aspirazioni e l'emancipazione, c'è di mezzo una società governata da regole ferree. Cecilia scoprirà sulla propria pelle (letteralmente) che la libertà si paga cara e che anche le alleanze più sincere possono dissolversi in un attimo.
Primavera: l'energia sovversiva della musica nel film d'esordio di Damiano Michieletto
Il percorso di Primavera, liberamente tratto dal romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa, è cominciato con l'anteprima mondiale al Toronto International Film Festival ed è proseguito a Chicago, dove ha vinto l'Audience Award for the Best Intl Feature. Damiano Michieletto, regista veneto di fama internazionale nel mondo dell’opera lirica, debutta al cinema consacrando sullo schermo due passioni centrali: la musica come energia sovversiva e Venezia, sua città d’adozione, grande co-protagonista della storia.
"Primavera racconta dell’incontro e del risveglio di due anime dopo un lungo inverno - ha dichiarato l'autore - Cecilia e le sue giovani compagne nascondono passioni e desideri pronti ad esplodere, insieme alla bruciante curiosità per un mondo ignoto, solo intuito dietro le grate della chiesa in cui si esibiscono per i patrizi veneziani. [...] Antonio Vivaldi coltiva dentro di sé una fantasia furiosa, un’immaginazione travolgente che si traduce in una musica emotiva, mai sentita prima, una musica inquieta e malinconica, forsennata e ardente".
La sceneggiatura di Ludovica Rampoldi si sviluppa con ritmo e chiarezza mentre la musica, splendida, non è mai intermezzo narrativo, bensì la scintilla che esalta i conflitti dei protagonisti. Per Vivaldi è la chiave per la fama e per ottenere tutto ciò che la vita gli ha negato fino a quel momento. Per Cecilia è strumento di consapevolezza, arma di affermazione e via d’accesso a una nuova identità. Tecla Insolia incarna con convinzione l'evoluzione della protagonista, da orfana docile e malinconica a giovane donna ardente, che conquista la propria autonomia.
Chi non ha sentito almeno una volta l'illustre nome di Antonio Vivaldi? Al tempo stesso, probabilmente, non tutti conoscono i tormenti che lo affliggevano e le sfortunate peripezie che scandirono la sua breve vita. Morì nel 1741 in solitudine e miseria, sepolto in una fossa comune, lontano dalla sua città. I suoi manoscritti rimasero nell’ombra per quasi due secoli, finché, agli inizi del Novecento, non furono scoperti quasi per caso, portando alla luce il suo straordinario mondo musicale. Michele Riondino restituisce tutta l'ambiguità di un genio emarginato, che brama segretamente il successo e finisce per piegarsi alle stesse istituzioni che apparentemente disprezza. Il cast del film include gli ottimi Fabrizia Sacchi e Stefano Accorsi, con la partecipazione di Valentina Bellè.
Primavera fa dei colori calibrati e di un impianto visivo suggestivo, sempre al servizio della tensione narrativa, uno dei suoi principali punti di forza. È un’emozionante e dolorosa riflessione sul coraggio di rompere i binari per affermare pienamente se stessi, costi quel che costi. Guidato da una protagonista femminile profonda e carismatica, il film di Damiano Michieletto racconta la musica come esperienza idealizzata e travolgente, con la promessa di accendere nello spettatore autentica curiosità e di invitarlo a riflettere su quanto siano sfumati i confini tra arte e potere.
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Odissea di Christopher Nolan, chi si nasconde sotto il famigerato elmo del trailer?
Il primo trailer di Odissea di Christopher Nolan ha dato ai fan molto di cui parlare. Le prime immagini del monumentale adattamento del poema di Omero, girato interamente in formato IMAX, hanno offerto uno sguardo ravvicinato al crudo Ulisse di Matt Damon, cuore della storia, ma non solo. Il filmato, di circa due minuti, si apre con un'inquadratura misteriosa, in cui vediamo l'eroe inginocchiarsi davanti ad un imponente guerriero che indossa il famigerato elmo che ha fatto il giro del web.
Quella peculiare armatura, che sembra avere una spina dorsale che scende lungo il collo ed è protagonista anche del primo poster di Odissea, è diventata in men che non si dica oggetto di scherno sui social e ispirazione per una valanga di meme. Tra chi suggerisce ironicamente che i Greci usassero già la stampante 3D o che Nolan abbia optato per un'ambientazione spaziale, c'è di che farsi due risate. Ma è il momento di tornare seri per scoprire una volta per tutte chi è il personaggio il cui volto è celato e perché si tratta di una figura importantissima nel poema. Non è altri che Re Agamennone.
Odissea: chi interpreta Agamennone nel film di Christopher Nolan?
I fan più attenti hanno subito individuato l'attore Benny Safdie sotto all'armatura. Una scelta di casting che ha diviso i fan e ha deluso chi desiderava disperatamente Tom Hardy per il ruolo di Agamennone. Dopo aver visto il trailer, tuttavia, gli utenti non possono negare che il regista di The Smashing Machine sia perfetto per impersonare il potente re greco. L'annuncio che Benny avrebbe nuovamente lavorato con Christopher Nolan dopo il successo di Oppenheimer è arrivato a gennaio 2025. Nel film vincitore del Premio Oscar, Safdie ha interpretato il fisico Edward Teller e si è fatto notare in mezzo ad un cast di dimensioni enormi.
Nolan deve averlo notato a sua volta, tanto che l'ha scelto per un ruolo chiave in Odissea, in cui indossa l'armatura di una delle figure più potenti e complesse della mitologia greca. Il cast del film, al pari di Oppenheimer, è stellare ed include Tom Holland, Zendaya, Robert Pattinson, Lupita Nyong'o, Anne Hathaway, Charlize Theron e Jon Bernthal.
Leggi anche Odissea di Christopher Nolan, da Polifemo all'elmo 'spaziale': 5 dettagli del trailer che forse non avete notatoChe ruolo ha Agamennone nell'Odissea di Omero?
Dal momento che il film è un adattamento dell'Odissea di Omero, è fondamentale comprendere che ruolo ha Agamennone nel poema, così da farsi un'idea dell'importanza del personaggio. L'ex re di Micene e fratello di Menelao è stato a capo delle forze greche durante la guerra di Troia. In effetti ha un ruolo più importante nell'Iliade, che narra prevalentemente del conflitto. Ad ogni modo, nel viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca, Agamennone gioca un ruolo fondamentale, poiché la sua ombra incombe sugli eventi.
Il Re, infatti, non torna a casa da eroe. Subito dopo il suo ritorno, viene assassinato dalla moglie Clitennestra e dal suo amante Egisto. Una tragica fine che lo trasforma in un monito, anziché in un simbolo di vittoria. Più avanti nella storia, Ulisse incontra lo spirito di Agamennone negli Inferi, che gli racconta del tradimento e lo esorta a essere cauto: vuole che la sua storia gli serva da lezione. In conclusione, se anche se l'Agamennone di Benny Safdie avesse un breve ruolo nell'Odissea, è attraverso il suo personaggio che la storia metterà in luce i temi della lealtà, della fiducia e di come anche i grandi guerrieri possano cadere, non solo sul campo di battaglia, ma tra le mura domestiche.
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mercoledì 24 dicembre 2025
Stasera in TV, Vigilia di Natale: Film da vedere Mercoledì 24 Dicembre, in prima e seconda serata
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Mamma, ho perso l'aereo: 5 indifendibili buchi di trama che ignoriamo ogni Natale
Non è Natale senza uno dei più grandi classici delle feste. Mamma, ho perso l'aereo (1990) è esattamente il tipo di film che, anno dopo anno, non possiamo fare a meno di rivedere con nostalgia. È un feel-good movie al quale tutti siamo legati, anche se, al suo interno, non c'è nulla che abbia davvero senso. Dalla misteriosa ricchezza della famiglia McCallister, sulla quale ci si interroga da anni, fino alla premessa stessa del film: un bambino, Kevin (Macaulay Culkin), dimenticato a casa dai genitori. Ci sono un'infinità di elementi nel cult di Chris Columbus che sfidano il buon senso. Questo indubbiamente fa parte del fascino del film, ma alcune decisioni e situazioni sfiorano il paradossale, anche all'interno di una commedia per famiglie. Ecco 5 buchi di trama imperdonabili in Mamma, ho perso l'aereo: un film iconico, che tuttavia inciampa nella sua stessa (il)logica.
Il fattorino sente gli spari e gira i tacchi
Nella famosa scena in cui Kevin decide di ordinare una pizza, il fattorino sente il caos che regna all'interno di casa McCallister (il bambino ha messo un gangster movie a tutto volume per prenderlo in giro). E cosa fa? Fugge verso la sua auto e non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di chiamare la polizia. È una di quelle sequenze che da sempre lasciamo correre, ma non ha alcun senso. Chiunque sentisse degli spari in una casa lo segnalerebbe alle autorità. La parte peggiore, è che il fattorino non è nemmeno l'unico personaggio a lavarsene le mani. Kevin elabora piani elaborati per sbarazzarsi di Harry (Joe Pesci) e Marv (Daniel Stern), e, per questo, dalla sua casa arrivano rumori forti, porte che sbattono, urla e tonfi... eppure nessun vicino si domanda cosa stia succedendo. È come se l'intero isolato fosse completamente deserto e non c'è una spiegazione logica: nessun accenno a vicini in viaggio o case vuote.
La polizia arriva, bussa e se ne va
A un certo punto di Mamma, ho perso l'aereo, la polizia si presenta finalmente a casa McCallister su richiesta dei genitori di Kevin. Bussa alla porta, non vede nessuno e se ne va. È incredibile, considerando che stavano rispondendo a una chiamata che segnalava la presenza di un bambino a casa da solo. Qualsiasi dipartimento di polizia, anche con le procedure più elementari, indagherebbe a fondo. Soprattutto con il rischio di un'effrazione o che ci sia un bambino in pericolo. La decisione di bussare, fare spallucce e alzare i tacchi è inaccettabile, ma c'è di peggio. Quando i ladri vengono catturati, nella stessa notte, non vediamo nessuna indagine, nessun controllo sul benessere del bambino o valutazione della proprietà. L'intero ruolo della polizia si riduce sostanzialmente a una sirena che suona.
Kevin a costruisce in poche ore trappole degne dei Looney Tunes
Per superare in astuzia i ladri, Kevin costruisce in una sola notte delle trappole incredibilmente complesse, usando tutto ciò che gli capita sottomano. Pavimenti scivolosi, barattoli di vernice, materiale infiammabile: un intero arsenale di tranelli degno di Willy il Coyote e Beep Beep. Ma un simile ambaradan richiede pianificazione, precisione e soprattutto tempo: molto più di Kevin ne abbia a disposizione. Certo, la sospensione dell'incredulità fa parte dell'esperienza, ma è impossibile non notare quanto sia assurdo che quelle trappole funzionino con un tempismo perfetto ogni singola volta. È come se Kevin avesse fosse stato addestrato dai marines. E sapete qual è il colmo? La mattina dopo, la casa è immacolata.
Leggi anche Mamma ho perso l'aereo, la scena iconica è frutto di un 'errore' di Macaulay Culkin: "Un completo incidente"Harry e Marv sono immuni alle leggi della fisica
Nonostante scivolino, si brucino le mani e vengano colpiti da oggetti contundenti, Harry e Marv rimangono stranamente lucidi e agguerriti. In qualsiasi situazione reale, quelle ferite sarebbero sufficienti a mettere K.O. chiunque. Invece, nel film, i ladri si rialzano più e più volte, ignorando la reale pericolosità di ciò che sta accadendo loro. Certo, stiamo parlando della sequenza clou di Mamma, ho perso l'aereo, iconica e sempre divertente da guardare. Se i criminali fossero gravemente feriti, la storia non potrebbe continuare, ma non c'è modo di prendere sul serio nulla di ciò che vediamo.
Linee telefoniche fuori uso… tranne quando servono
Il difetto più grande di Mamma, ho perso l'aereo sono i genitori di Kevin: com'è possibile che si accorgano della sua scomparsa? Come accennato in apertura, però, abbiamo deciso di superare questo scoglio. Concentriamoci dunque sulle azioni successive all'epifania. Da quel momento in poi, ci si aspetterebbe che provassero subito a chiamarlo, ma il film spiega che non possono farlo perché le linee telefoniche sono "fuori uso" dopo un temporale. Una scusa che regge finché Kevin non chiama la pizzeria quella stessa sera senza problemi, usando esattamente la stessa linea presumibilmente morta. Si potrebbe forzare la logica e affermare che le chiamate locali funzionavano ancora, ma per il pubblico l'effetto è lo stesso: è un'evidente incoerenza che esiste solo per mantenere viva la premessa.
Leggi anche Mamma ho perso l'aereo: oggi Daniel Stern coltiva mandarini, ma sapete quante volte ha visto il cult di Chris Columbus?from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/rCltKcQ
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martedì 23 dicembre 2025
Per tutta la tua voglia di cinema: ecco i film da non perdere, a dicembre in streaming su NOW
Per il mese di dicembre e per Natale l'offerta cinematografica della piattaforma NOW non fa mancare in streaming film molto recenti, dai blockbuster che hanno attirato pubblico in sala nel corso del 2025, ai film d'autore e ai film per famiglie. Tra un Jurassic World - La rinascita e un Mickey 17 con Robert Pattinson, tra un Mission: Impossible - The Final Reckoning con Tom Cruise e La trama fenicia di Wes Anderson, c'è una solida scelta per gli appassionati di cinema o per chi semplicemente voglia apprezzare delle storie coinvolgenti.
I blockbuster su NOW a Natale: Jurassic World - La rinascita, Mission Impossible: The Final Reckoning, Dragon Trainer, Un film Minecraft
Jurassic World - La rinascita di Gareth Edwards rappresenta l'avvio di una nuova trilogia, dopo la conclusione della prima trilogia reboot della grande saga tenuta a battesimo da Steven Spielberg, oltre trent'anni fa. Imperdibile non solo per gli incontri / scontri con le colossali presenze, ma anche per un'energica Scarlett Johansson in versione mercenaria d'azione.
Mission: Impossible - The Final Reckoning di Christopher McQuarrie è l'ultima, importante tappa del percorso di Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt. Il suo agente segreto, sempre al ritmo del memorabile tema musicale di Lalo Schifrin, salva il mondo ancora una volta, affrontando le sue peggiori paure. Tom, dal canto suo, ha sfidato come al solito il suo corpo in acrobazie eseguite senza controfigura, com'è prassi!
Dragon Trainer è il remake dal vero dell'omonimo film di animazione del 2010, dove Mason Thames presta le sue fattezze a Hiccup, un imbranato cacciatore di draghi che scopre quanto possano non essere minacciosi... e persino amichevoli, nel caso del simpatico Sdentato. Dirige Dean DeBlois, già coregista dell'originale cartoon.
Un Film Minecraft di Jared Hess è riuscito a convincere il pubblico di un'impresa impossibile: portare al cinema Minecraft, un videogioco "sandbox", cioè del tutto libero e senza trama. Qui una storia c'è, e ci sono le performance demenziali ed esagerate di Jack Black e Jason Momoa, spalleggiati dai giovani Sebastian Hansen ed Emma Myers, perfetti tramiti di spettatori e spettatrici che conoscono il gioco a menadito.
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I grandi film d'autore su NOW a dicembre: Mickey 17 di Bong Joon Ho, La trama fenicia di Wes Anderson
Il regista sudcoreano Bong Joon Ho firma con Mickey 17 un film di fantascienza surreale e provocatorio: Robert Pattinson vi interpreta un semplice lavoratore in un'astronave di coloni terrestri, un "sacrificabile". Gli toccano infatti i lavori più pericolosi, ma in caso di morte è prontamente clonato e rimesso a sgobbare. Un giorno per errore un clone viene creato quando il precedente Mickey non è ancora morto... Nel cast anche Mark Ruffalo, Toni Collette e Naomi Ackie.
La trama fenicia ci permette ancora una volta di immergerci nelle bizzarre inquadrature frontali e stilizzate di Wes Anderson: ne sono protagonisti Benicio del Toro e Mia Threapleton, nei panni di un uomo facoltoso e di sua figlia, ai ferri corti nella gestione dell'azienda di famiglia, ma travolti da una contorta vicenda di spionaggio...
Il cinema di NOW a dicembre: commedie per tutta la famiglia, film che scaldano il cuore, storie che fanno riflettere
Non saranno opere d'autore o blockbuster, ma le Feste richiedono film che offrano un po' di sana evasione. Ops! È già Natale per esempio vede il nonno Danny DeVito, proprietario di un hotel sulle Dolomiti, allearsi con sua nipote per impedire il divorzio dei suoi genitori, allestendo un Natale fuori stagione in piena estate! In L'amico fedele, alla morte di un suo caro amico (Bill Murray), una scrittrice (Naomi Watts) si ritrova in eredità il suo alano, che non vorrebbe proprio gestire. Edoardo Pesce e Valentina Lodovini sono invece i protagonisti di Unicorni di Michela Andreozzi, storia di due genitori che sulla carta sostengono il proprio figlio donandogli la massima libertà, ma frenano quando pensa che stia per scontarsi con una dura realtà. Sono invece proprio Come fratelli i personaggi di Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon, tutti e due neopapà, all'improvviso vedovi contemporaneamente: dovranno farsi forza a vicenda, creando una curiosa famiglia allargata.
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Dune - Parte 3, Timothée Chalamet su Paul Atreides: "È diverso"
Al momento Timothée Chalamet è impegnato con Marty Supreme, ma tra non molto tornerà al cinema con le fattezze di Paul Atreides, protagonista di Dune. Con la regia di Denis Villeneuve, la storia tratta dall’omonima saga letteraria di Frank Herbert riporterà il leader dei Fremen nuovamente sul grande schermo, ma questa volta sarà diverso, come anticipato da Timothée Chalamet in persona.
Dune – Parte 3, Timothée Chalamet anticipa su Paul Atreides: “È diverso”
Quando Dune – Parte 3 approderà al cinema, mostrerà un Paul Atreides diverso da quello incontrato nei precedenti due film, almeno stando alle recenti dichiarazioni del suo interprete. Il motivo è collegato anche al salto temporale che accompagnerà il terzo film e che quindi prenderà le distanze dai precedenti film, mostrando una versione più adulta e matura dei personaggi. In tal senso, Timothée Chalamet ha ammesso che il suo Paul sarà diverso: “Senza rivelare troppo su Dune – Parte 3, interpreto un personaggio più maturo. E anche qualcuno che è stato influenzato da anni di leadership e ne porta il peso. È diverso”, ha rivelato a GamesRadar.
Se nei primi due film Paul Atreides è stato presentato come un ragazzo di Arrakis che sta cercando di sopravvivere, poi diventato il leader dei Fremen, nel terzo film invece tornerà come Imperatore dopo quanto accaduto nel finale di Dune – Parte 2 “Non voglio rivelare troppo. Ma quello che posso dire è che Denis è stato incredibilmente preciso nel comprendere la sfida. Voglio dire, molte delle conversazioni creative che Denis e io abbiamo avuto – che in realtà riguardano il suo lato creativo, e la sua visione del mondo e lo sviluppo della sceneggiatura, con cui ho davvero poco a che fare – erano ben consapevoli delle sfide che comportava realizzare un terzo film”, ha aggiunto l’attore protagonista.
Non è chiaro cosa accadrà dopo Dune – Parte 3. Denis Villeneuve ha in cantiere un nuovo film di James Bond da dirigere, per cui sarà particolarmente occupato nei prossimi mesi e non è detto che tornerà da Paul Atreides. Il cast del terzo capitolo riporterà alcuni dei volti più amati come Rebecca Ferguson, Zendaya, Florence Pugh, Jason Momoa e Josh Brolin.
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lunedì 22 dicembre 2025
James Ransone, attore noto per The Wire, It Capitolo 2 e Black Phone, morto suicida a 46 anni
Ci avviciniamo alla fine dell'anno, ma le brutte notizie non terminano, anzi. Meno di una settimana dopo il tragico omicidio di Rob e Michele Reiner da parte del figlio Nick, è arrivata la notizia del suicidio, venerdì 19 dicembre, del popolare attore James Ransone, che aveva solo 46 anni e lascia moglie e due figli. In passato Ransone, frequente collaboratore di Scott Derrickson al cinema e noto per il ruolo del gangster Ziggy Sobotka (foto a sinistra) nella premiata serie tv The Wire, ha avuto problemi di tossicodipendenza, ma non sappiamo se questo abbia a che fare con la sua decisione di togliersi la vita. Ricordiamo le sue performance al cinema e in tv.
La carriera di James Ransone
Dopo aver studiato recitazione nel natio Maryland e a Manhattan, James Ransone inizia la carriera nei primi anni 2000, affermandosi rapidamente tra i giovani attori più richiesti. L'esordio al cinema arriva nel 2001 in The American Astronaut, seguito dalle partecipazioni a serie tv come Ed e Squadra emergenza. Nel 2003 è co-protagonista di Ken Park, di Larry Clark e nello stesso anno si fa conoscere col ruolo di Ziggy Sobotka in The Wire. Interpreta poi un rapinatore in Inside Man di Spike Lee, che gli ha dedicato un ricordo social. E' presenza ricorrente come guest star in serie tv come CSI - Scena del crimine, Law & Order - I due volti della giustizia, Jericho, Hawaii Five-0 e ha un ruolo importante in Generation Kill. Nel 2012 Scott Derrickson lo sceglie per il ruolo dello sceriffo in Sinister, personaggio che riprenderà anche nel sequel Sinister 2, promosso a personaggio principale. Nel 2016 lo abbiamo visto anche nella seconda stagione della serie poliziesca Bosch. Nel 2015 è uno dei protagonisti di Tangerine di Sean Baker. Continua ad alternare il lavoro tra cinema e tv (in tutto, in meno di 25 anni, sono 77 i titoli per cui è accreditato) e nel 2019 in It - Capitolo 2 interpreta Eddie Kaspbrak da adulto. Nel 2021 è Max, il fratello del Rapace in Black Phone, ruolo che riprende nel sequel, ancora diretto da Scott Derrickson (con cui ha lavorato anche in un episodio del collettivo V/H/S/85 ed è questa la sua ultima interpretazione. Nel 2013 per la sua performance in Scarlet ha vinto l'Independent Spirit Award. Una bella carriera in ruoli da caratterista ma anche di primo piano per questo attore dal viso così interessante e intenso e una vita troppo presto e tragicamente interrotta. Scott Derrickson scrive in una storia di Instagram: "Una perdita inesprimibile. Cinque film insieme, e in tutti ha offerto una performance indimenticabile. Sono grato di averlo conosciuto. Manca già moltissimo".
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La Mia Famiglia a Taipei: Il delicato racconto di un ritorno a casa tra desiderio di libertà e incanto infantile
Ci sono film che, nella loro apparente semplicità, racchiudono un mondo, o meglio una molteplicità di personaggi e di temi. Inoltre ci restituiscono un ritratto sfaccettato dell'uomo contemporaneo, spesso in bilico fra le leggi non scritte della famiglia e della società e il bisogno di una realizzazione personale. Un esempio di questo buon cinema è La mia famiglia a Taipei, primo lungometraggio in solitaria di Shih-Ching Tsou, abituale collaboratrice di quel Sean Baker che ha vinto la Palma d'Oro e l'Oscar con Anora. Qui il regista è stato cosceneggiatore, produttore nonché montatore.
In uscita il 22 dicembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection e WISE Pictures, La mia famiglia a Taipei ha vinto la Festa del Cinema di Roma 2025 e unisce al dato autobiografico i racconti di amici e familiari della regista. Il titolo inglese del film è Left-Handed Girl (la ragazza mancina) e nasce dal ricordo del nonno di Shih-Ching Tsou, che un giorno le disse che la mano sinistra era la mano del diavolo e doveva essere usata il meno possibile. La regista ha trasformato l'episodio in una scena del film, abbracciando così anche la dialettica fra tradizione e modernità e fra pubblico e privato, e raccontando una storia di empowerment femminile sullo sfondo di una città caotica e variopinta.
La mia famiglia a Taipei: la trama e il trailer
La mia famiglia a Taipei narra le vicende della piccola I-Jing, che torna a Taipei dopo diversi anni di assenza insieme alla madre Shu-fen, che prende in gestione un chiosco in un vivace mercato notturno, e alla sorella maggiore Shi-Yuan Ma, che si trova un lavoretto part-time. Mentre la prima cerca di far fronte ai debiti e la seconda tenta di vivere la vita liberamente, la bambina si lascia sedurre dalle luci e dalla frenesia della città. Un giorno la mano sinistra porta I-Jing a rubare tra gli stand del mercato, avviando una serie di eventi e di imprevisti che porteranno a una conclusione inaspettata.
Taiwan, la famiglia, il peso della tradizione e il matriarcato
Da filmmaker taiwanese che si è trasferita negli Stati Uniti, Shih-Ching Tsou ha molto a cuore il tema dell'identità e di ciò che la definisce. La regista ha deciso di lasciare il suo paese perché cercava uno spazio per esplorare chi fosse e costruire il suo percorso lontano da ogni tipo di condizionamento. "A Taiwan, soprattutto per una donna, ci sono molte regole non scritte su come comportarsi" - ha spiegato. "Nella cultura cinese in particolare, è molto importante mantenere la dignità. Devi mostrare agli altri il tuo lato migliore, nascondendo gli aspetti negativi di cui ti vergogni". Per queste ragioni la mamma e la sorella di I-Jing non hanno voluto rivelare a nessuno un segreto che scotta, e a proposito di segreti la regista ha detto: "Sono stata attratta dalla tensione che si crea all'interno delle famiglie tradizionali: da come la paura del giudizio o del rifiuto da parte della società possa portare a seppellire verità per anni".
La mia famiglia a Taipei è certamente un film al femminile. I personaggi maschili, come il padre e il fratello di Shu-fen, sono negativi, e il solo personaggio positivo (il nuovo compagno di Shu-fen) rimane quasi sempre sullo sfondo. Le donne sono invece numerose. "Nella società taiwanese, gli uomini sono spesso considerati i capifamiglia" - ha fatto notare Shih-Ching Tsou -"ma in realtà sono spesso le donne a sostenere il peso emotivo e a guidare silenziosamente il nucleo familiare". Il nemico di I-Jing , di sua mamma e di sua sorella maggiore non è dunque il severo nonno ma le donne della famiglia, che fanno muro contro Shu-fen in nome di decisioni che giudicano "sbagliate" perché sono sinonimo anche di un desiderio sempre crescente di essere fuori dal coro.
Un mondo luminoso e colorato
Dal momento che La mia famiglia a Taipei si basa sulle passeggiate di Shih-Ching Tsou nei mercati notturni di Taiwan e sulle amicizie che ha stretto con le persone che ha incontrato là, i luoghi del film sono sempre stati molto importanti per la regista, a cominciare proprio dal mercato con la sua aria festosa, i suoi colori, la sua vivacità e il suo fascino indiscreto. "Il mercato notturno era un luogo qualunque quando ero bambina a Taiwan" - ha raccontato Shih-Ching Tsou - "ma dopo aver vissuto a New York per molti anni, tutto ha ricominciato a sembrarmi speciale. Girare il film a Taiwan è stato come riscoprire la bellezza del mio Paese natale. I miei direttori della fotografia continuavano a chiedermi perché volessi catturare certi dettagli, come il marciapiede verde su cui camminano le ragazze dopo aver lasciato il banco dei pegni o la musica classica che proviene da un camion della spazzatura e ricorda alla gente di portare fuori i propri rifiuti. Sono piccole cose di tutti i giorni, ma sono così tipicamente taiwanesi che ora le trovo bellissime".
Se il mercato notturno è vivace, allegro e stimola tutti e 5 i sensi, ciò che accade ai personaggi de La mia famiglia a Taipei, chiusi nei loro dolorosi silenzi, è spesso triste, e in un simile contrasto sta uno dei punti di forza del film. In superficie tutto sembra normale, "ma sotto scorrono profonde correnti emotive". Proprio per questo era essenziale una tensione fra "l'esterno luminoso e la silenziosa tristezza interiore dei personaggi.
L'appuntamento con La mia famiglia a Taipei è dunque per il 22 dicembre, per un Natale unico, fantasioso e poetico.
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domenica 21 dicembre 2025
Stasera in TV: Film da vedere Domenica 21 Dicembre, in prima serata
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Prima di Hunger Games, Josh Hutcherson era in lizza per un altro amatissimo ruolo
Ancor prima di essere scelto in Hunger Games per interpretare Peeta Mellark, Josh Hutcherson era in lizza per un altro ruolo di spicco che avrebbe potuto cambiare la sua carriera in modo differente. Riuscite ad immaginare un altro attore al suo posto in Hunger Games? E, soprattutto, riuscireste a visualizzarlo al posto di Andrew Garfield in The Amazing Spider-Man?
Josh Hutcherson avrebbe potuto interpretare Spider-Man anziché Peeta in Hunger Games
Se Josh Hutcherson avesse ottenuto il via libera per interpretare Peter Parker in Spider-Man, quasi sicuramente non avrebbe potuto interpretare Peeta Mellark in Hunger Games. A raccontare di più è stato proprio l’attore, in una recente intervista con il podcast Dinner’s on Me di Jesse Tyler Ferguson. Josh Hutcherson ha raccontato di aver preso parte alle audizioni di Spider-Man puntando al ruolo da protagonista: questo accadeva prima di Peeta.
Hunger Games ha cambiato la sua vita: “È stato pazzesco. È stato pazzesco. Proprio come pochi mesi prima di essere scelto per Hunger Games, ero in lizza per interpretare Spider-Man. Ma ho ricevuto un no per Spider-Man, cosa che da adolescente naturalmente mi ha spezzato il cuore perché volevo essere Spider-Man. Poi, qualche mese dopo, sono stato scelto per Hunger Games, che è stata una svolta epocale. È stato pazzesco il modo in cui è avvenuto… Hunger Games è spuntato fuori dal nulla e ha cambiato tutto”. Accanto a Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson ha raccontato sullo schermo la storia ideata su carta da Suzanne Collins, un’avventura durata quattro film e conclusasi poi nel 2015.
Il ruolo di Spider-Man citato da Josh Hutcherson non è quello poi finito nelle mani di Tom Holland, bensì quello di Andrew Garfield in The Amazing Spider-Man, uscito al cinema nel 2012, pochi mesi dopo il primo Hunger Games. E se Garfield ha ripreso il ruolo in Spider-Man: No Way Home ottenendo un cameo nel MCU nel 2021, Josh Hutcherson tornerà ad interpretare Peeta in un cameo previsto in Hunger Games: L’alba sulla mietitura, prequel della saga principale atteso al cinema nel 2026.
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Mamma, ho perso l'aereo: Macaulay Culkin e Chris Columbus spiegano perché continua ad essere un successo oggi
Sono trascorsi 35 anni da quando Macaulay Culkin ha interpretato il dispettoso Kevin McCallister in Mamma, ho perso l’aereo e, nonostante sia trascorso tanto tempo da allora, questo film continua ad essere una costante nel periodo natalizio, talmente amato da tornare al cinema per il suo 35esimo anniversario. Coinvolti in un evento a Los Angeles per il ritorno del film al cinema, l’attore protagonista e il regista Chris Columbus hanno spiegato perché, secondo loro, questo titolo ancora oggi è così attuale.
Mamma, ho perso l’aereo: Macaulay Culkin e il regista spiegano perché il film ha ancora successo 35 anni dopo
Ancora oggi, 35 anni dopo, Mamma ho perso l’aereo continua ad essere uno dei film più amati durante il periodo natalizio, ma perché? Ad offrire una risposta è stato di recente sia Macaulay Culkin, che interpreta Kevin, sia il regista Chris Columbus. A detta del protagonista, il film piace ancora perché i fan riescono ancora ad identificarsi in Kevin: “Credo che ciò con cui tutti si identificano sia questo ragazzo. Sta prendendo in giro tutti, vince, sconfigge i cattivi. Che tu sia un bambino o un adulto, ci identifichiamo tutti in questo. Il percorso di Kevin mi tocca di più ora che sono padre, e vedere con quanta disperazione e fatica lei stia cercando di tornare a casa, credo che sia questo che mi tocca”, ha ammesso riferendosi alla madre interpretata da Catherine O’Hara che fa di tutto per ritornare a casa di suo figlio per Natale.
Oggi Macaulay Culkin guarda Mamma, ho perso l’aereo insieme ai suoi bambini Dakota e Carson: “Non guardo il film, guardo loro. Guardo i loro occhi, li ascolto ridere e mi rende davvero orgoglioso l’idea di far parte di qualcosa del genere. Ora posso vederlo attraverso i loro occhi. Voi siete cresciuti con questo, state crescendo i vostri figli con questo, giusto? Anche i miei figli stanno crescendo così. E ha un significato completamente diverso”.
Anche al regista Chris Columbus è stato chiesto perché, secondo lui, Mamma, ho perso l’aereo oggi abbia ancora così tanto successo agli occhi del pubblico e la sua risposta è stata la seguente, rivolta direttamente a Culkin: “Devo dire che penso sia perché sei infinitamente vicino a chiunque veda questo film. Per quanto riguarda ciò che succede quando qualcuno si mette davanti a una telecamera, non si può spiegare, e la gente si è innamorata di Kevin. Il motivo per cui ho voluto dirigerlo è che avevo appena visto Grandi speranze di David Lean , tra tutte le cose. L'inizio di Grandi speranze è raccontato attraverso gli occhi di un bambino, solo i primi 20 minuti, e ho pensato: 'Se faccio questo film, voglio raccontarlo dal punto di vista di Kevin, ma ho bisogno di qualcuno che sappia coinvolgere il pubblico'. E ci sei riuscito! Ogni bambino che vede quel film si identifica con te, ed è per questo che è durato così a lungo, grazie a te”.
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sabato 20 dicembre 2025
Wake Up Dead Man, Josh O'Connor "temeva" la sua prima scena con Josh Brolin
Josh O'Connor è nel cast di Wake Up Dead Man e gioca un ruolo cruciale ai fini della trama dell’ultimo Knives Out. Accanto a Daniel Craig, tenta di svelare un nuovo mistero avvenuto in Chiesa. In una recente intervista, la star di The Crown ha ammesso che in un primo momento era intimorito all’idea di girare quella prima scena con Josh Brolin: ma perché?
Wake Up Dead Man, Josh O’Connor era intimorito all’idea di girare quella prima scena con Josh Brolin
Terzo capitolo di Knives Out, Wake Up Dead Man ha puntato su un nuovo cast ricco di celebrità hollywoodiane. Oltre a Glenn Close, Kerry Washington, Jeremy Renner e Mila Kunis per citarne alcuni, il film diretto da Rian Johnson ha coinvolto anche Josh O’Connor in un ruolo di spicco accanto al detective Benoit Blanc, interpretato ancora una volta da Daniel Craig.
Ragionando sull’esperienza vissuta sul set, O’Connor ha ammesso che una star su tutte l’ha messo in difficoltà e la star in questione è Josh Brolin. Aveva i brividi il primo giorno di riprese e questa sensazione ha influenzato di molto la sua interpretazione, al punto che ha dovuto chiedere al regista di rigirare la scena cruciale. In Wake Up Dead Man, interpreta il giovane reverendo Jud Duplenticy, la cui fede viene scossa quando diventa il principale sospettato di un omicidio impossibile avvenuto proprio in Chiesa. La storia di Wake Up Dead Man parte proprio quando Jud arriva nella sua nuova parrocchia ed incontra il potente monsignor Wicks, interpretato proprio da Josh Brolin. Tra di loro però non vi è subito armonia e la rivalità passivo-aggressiva che si crea tra i due parte sin dal loro primo incontro. Jud si offre di ascoltare la confessione di Wicks con buone intenzioni, ma è proprio Wicks a sferrare il primo colpo lanciandosi in un lungo monologo in cui elenca tutti i suoi peccati della settimana precedente ed in modo dettagliato. Jud è imbarazzato e anche il suo interprete ha avuto difficoltà ad approcciarsi a quella scena. Come ha raccontato ad Entertainment Weekly: “È una scena davvero importante, ed è anche una scena incredibilmente brillante e molto divertente. E la temevo, a dire il vero, perché è stata la prima scena che io e Josh abbiamo girato insieme”.
Le prime due settimane sul set, Josh O’Connor ha lavorato con altre star come Daniel Craig e Mila Kunis. Il resto è arrivato dopo e Josh Brolin è stato l’ultimo ad unirsi alle riprese: “Non ricordo se prima di questo film stesse girando Dune o altro. È uno dei miei attori preferiti al mondo, quindi ero molto nervoso quel giorno”. Ha precisato che Brolin l’ha “preso sotto la sua ala protettrice” ed è stato un “collaboratore incredibile”, ma in ogni caso i suoi nervi erano a pezzi in vista di quella scena: “La verità è che non è andata benissimo. La copertura di Josh è stata incredibile. Ho fatto un paio di riprese, ma non ci capivo niente. Non mi sentivo a mio agio. Abbiamo esaurito il tempo a disposizione e quella sera ho dovuto chiamare Rian e dirgli: 'Senti, Rian, so che non abbiamo tempo, ma se c'è un modo per tornare indietro e riprendere la mia parte, perché quello che ha fatto Josh è stato così speciale ed ero troppo sopraffatto, non sono riuscito a stare al suo passo”. È stato accontentato, girando la sua parte in seguito.
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Boogie Nights, Leonardo DiCaprio ricorda quando Paul Thomas Anderson gli ha offerto il film nel soggiorno di sua madre
Probabilmente il più grande rimpianto in assoluto della carriera di Leonardo DiCaprio è stato dire di no a Paul Thomas Anderson, che l’avrebbe voluto nel cast di Boogie Nights - L'altra Hollywood. Film del 1997, ha potuto contare su un ricco cast guidato da Mark Wahlberg ma, in principio, il regista aveva puntato su DiCaprio, star di Titanic. A distanza di anni da quel rifiuto, DiCaprio ha ricordato di quanto ospitò il regista nel salotto di sua madre e fu costretto a declinare l’offerta.
Boogie Nights - L'altra Hollywood, Leonardo DiCaprio ricorda della proposta del regista avvenuta nel salotto di casa di sua madre
Sono trascorsi diversi anni da allora, eppure Leonardo DiCaprio ha ancora le idee piuttosto chiare in merito al grande rimpianto della propria carriera. Paul Thomas Anderson arrivò a casa di sua madre per incontrarlo e proporgli così un ruolo in Boogie Nights - L'altra Hollywood, ma DiCaprio rifiutò. In una recente intervista durante l’evento A Year in Time organizzato dall’omonima rivista newyorkese, l’attore ha raccontato - come riferito da The Hollywood Reporter - di aver incontrato “Paul molto presto nella mia carriera, quando stavo per fare Titanic, ma stavamo parlando di realizzare Boogie Nights - L'altra Hollywood. Ero nel soggiorno di mia madre e, non lo dimenticherò mai, ero seduto sul divano e mi ha portato un LaserDisc di Toro scatenato e una videocassetta pornografica. Mi ha detto: ‘Voglio fare il Toro scatenato della pornografia'”.
All’epoca Leonardo DiCaprio aveva poco più di 20 anni ed era già apparso in alcuni film come La stanza di Marvin e Romeo + Giulietta. Ha detto di no a Paul Thomas Anderson, che ha scelto poi come protagonista Mark Wahlberg, e già la scorsa estate ai microfoni di Esquire aveva condiviso il proprio rammarico in merito a quella decisione: “Il mio più grande rimpianto è non aver fatto Boogie Nights. È stato un film profondo per la mia generazione. Non riesco a immaginare nessun altro se non Mark. Quando finalmente ho potuto vederlo, ho pensato che fosse un capolavoro”. Pur avendo rifiutato quell’opportunità, di recente attore e regista hanno fatto squadra per portare al cinema Una battaglia dopo l'altra.
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Mamma, ho perso l'aereo: Macaulay Culkin e il regista Chris Columbus anticipano le idee per il sequel
Mamma, ho perso l’aereo ha compiuto 35 anni, un anniversario celebrato nuovamente al cinema con il ritorno di Kevin McCallister nuovamente sul grande schermo in tempo per le vacanze di Natale. E, per tale occasione, anche Macaulay Culkin si è lanciato in un press tour nostalgico affrontando il possibile ritorno del suo Kevin a distanza di anni proponendo un’idea affrontata poi anche dal regista Chris Columbus.
Mamma, ho perso l’aereo: Macaulay Culkin e il regista Chris Columbus commentano le idee per un possibile sequel con Kevin papà
Ospite dell’Academy Museum di Los Angeles, Macaulay Culkin ha affrontato il successo ancora attuale di Mamma, ho perso l’aereo. Tempo fa aveva proposto la sua idea per un sequel che avrebbe proposto il ritorno di Kevin, ma questa volta padre. “Vedovo o divorziato”, aveva suggerito l’attore, aggiungendo ulteriori dettagli all’idea: “Lavoro molto duramente, non presto abbastanza attenzione a mio figlio che si arrabbia un po’ con me, quindi mi chiude fuori di casa. Il figlio di Kevin non mi lasica entrare ed è lui che mi tende delle trappole”.
Agli occhi dei più, Mamma ho perso l’aereo è uno dei migliori film natalizi di tutti i tempi ed è proprio quel titolo ad aver dato vita ad un intero franchise di Home Alone. Tuttavia Chris Columbus, in passato, aveva già espresso le proprie opinioni in merito ad un ritorno di Kevin, manifestando il proprio scetticismo. Pare, però, essersi ricreduti. Sempre in occasione della sessione di domande e risposte svoltesi a Los Angeles in compagnia di Macaulay Culkin, Chris Columbus ha ammesso: “Ho letto di quello che hai detto l’altra volta sul sequel, mi è piaciuto”. Macaulay Culkin, stupito, ha risposto: “Wow, continua”. Il regista ha precisato: “Ho pensato che fosse una bella idea”, ma naturalmente non basta. Affinché un sequel funzioni, ha precisato: “Ovviamente l’unico modo per fare un sequel di Mamma ho perso l’aereo è avere Mac, Joe Pesci e Daniel Stern. Ho sempre pensato che quei due sarebbero stati in prigione per circa 30 anni e sarebbero piuttosto incazzati con te, quindi lo vedo come una specie di revenge movie”.
Macaulay Culkin, dal suo canto, ha commentato: “Mi piace l’idea che Kevin sia più grande, vedovo o qualcosa del genere. Sta crescendo suo figlio e non vanno molto d’accordo, perché lavora troppo. È quasi come una sorta di Bugiardo Bugiardo”. Infine ha chiarito come potrebbero affrontare questo sequel: “Penso che ci siano due modi per farlo. Uno è che lui lasci indietro il bambino per sbaglio, quindi chiami sua madre e dica: 'Mi dispiace tanto! Ora ho capito!'. Oppure, ancora, che io lo lasci indietro di proposito, tipo: 'Oh, questo mi ha reso l'uomo che sono oggi'. E poi mi chiude fuori di casa e inizia a preparare trappole e cose del genere. Le vedo arrivare, perché sono io l'esperto. E questo spiegherebbe perché non chiamo la polizia o un fabbro. Sono imbarazzato, mio figlio se la sta prendendo con me. La casa sarebbe una metafora per riconquistare il cuore del bambino”.
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venerdì 19 dicembre 2025
Rapunzel, il live action prosegue con le audizioni
Disney sarebbe alla ricerca degli interpreti in carne ed ossa di Rapunzel e Flynn Rider, stando all’ultimo aggiornamento offerto da The Hollywood Reporter. Il progetto live action era stato recentemente messo da parte dopo il risultato poco soddisfacente di Biancaneve al botteghino, ma dietro le quinte qualcosa sta cambiando e, secondo un nuovo aggiornamento, pare che Disney stia procedendo con i provini.
Rapunzel, Disney sta procedendo con i provini per scovare i protagonisti del live action
Adattamento in carne ed ossa dell’omonimo classico d’animazione del 2010, Rapunzel è uno dei diversi live action in cantiere in casa Disney che riporterà la curiosa principessa dai capelli magici ancora una volta sullo schermo. Ma chi la interpreterà? Una domanda giusta, la cui risposta probabilmente emergerà nei prossimi mesi. Secondo The Hollywood Reporter, lo Studio ha condotto segretamente dei provini e delle letture di chimica a Londra la scorsa settimana sia per il ruolo di Rapunzel che per il ruolo di Flynn Rider.
Secondo diverse fonti, sono emersi anche alcuni dei nomi presi in considerazione. Mentre il classico Disney ha scelto Mandy Moore e Zachary Levi come voci di Rapunzel e Flynn, il live action punterà su una nuova generazione d’artisti hollywoodiana. Secondo voci di corridoio, per il ruolo da protagonista hanno partecipato ai provini Freya Skye, Sarah Catherine Hook, Teagan Croft e Olivia-Mai Barrett. Alcune fonti sostengono che anche Lola Tung fosse in lizza per il ruolo, ma non ha partecipato infine ai provini per conflitto d’impegni. Per quanto riguarda Flynn, nell’elenco figurano Milo Manheim, Charlie Gillespie e Gilli Jones.
Non molto tempo fa era stato annunciato il coinvolgimento di Scarlett Johansson, che in Rapunzel avrebbe interpretato Madre Gothel, l’antagonista del film che ha rapito Rapunzel rinchiudendola in una torre per utilizzare i poteri magici dei suoi capelli e preservare così la sua giovinezza. Ora, però, pare che l’ex star Marvel non faccia più parte del progetto. Ad occuparsi della regia del film sarà Michael Gracey.
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giovedì 18 dicembre 2025
Milla Jovovich e Luke Evans contro i mostri: ecco il trailer di Worldbreaker
Questo Worldbreaker è uno di quei film che, in apparenza, andrebbe a finire direttamente nel cestone dei dvd all'autogrill, amesso e non concesso che i dvd esistano ancora. Ci sono però due cose, due nomi anzi, per i quali ci siamo incuriositi e abbiamo deciso di portarlo anche alla vostra attenzione. Il primo nome è quello di Milla Jovovich: che, per quanto oramai abbonata a questo genere di produzioni, è pur sempre ancora Milla Jovovich. Il secondo nome è quello di Brad Anderson, che è un regista al quale siamo affezionati per motivi non solo biografici. Perché questo Anderson qua, il meno famoso del lotto, famoso perfino meno del Paul W. marito guarda caso della Jovovich, è uno che ha sempre girato film di genere e di serie B, ma che del talento ce l'ha, come dimostrano titoli come Session 9, L'uomo senza sonno, Transsiberian e altri ancora.
E quindi: Worldbreaker.
Nel cast anche Luke Evans, Billie Boullet e Mila Harris. La storia, quella di un mondo in cui i Breakers, mostruose creature che infettano gli umani tramutandoli in killer, sono emersi dalle profondità della terra, e in cui sono le donne (meno vulnerabili al contagio) a guidare la resistenza umana. Tra queste, Willa, una ragazzina con una madre che è una leggenda e un padre che l'ha fatta nascondere su un'isola remota per prepararla allo scontro. Solo che poi l'isola finisce sotto assedio, e... e insomma le solite storie.
Questo è il trailer ufficiale di Worldbreaker, che negli USA, comunque, debutta in sala e non in dvd il prossimo 30 gennaio.
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Father Mother Sister Brother: arriva al cinema il film di Jim Jarmusch, Leone d'oro 2025
“Oh shit”.
Sono state queste le prime parole di Jim Jarmusch una volta sul palco della Sala Grande di Venezia, quando gli è stato consegnato il Leone d’oro 2025. Jarmusch in purezza, si potrebbe dire, anche se dietro quelle parole non c’era solo la reazione a una vittoria inaspettata, ma anche l’imbarazzo per essere stato quello che passerà alla storia come “il regista che ha rubato il Leone a Hind Rajab e alla causa palestinese”, giacché erano in tanti che avrebbero voluto il film Kaouther Ben Hania trionfare al Lido, più per ragioni politiche che cinematografiche.
Oh shit, dicevamo. Super cool come sempre, con una criniera di capelli bianchi inconfondibili a fare il paio con gli immancabili occhiali scuri, Jarmusch ha ringraziato la giuria per il Leone con un discorso molto bello:
"Tutti noi che siamo qui e che facciamo film non siamo spinti dalla competizione, ma accetto con gratitudine questo onore inatteso, e ringrazio rispettosamente la Giuria, e il meraviglioso Festival di Venezia, che è davvero una grande celebrazione dei diversi modi di fare cinema. Questo è davvero un grande onore. Quando sono arrivato qui una settimana fa, ho mandato subito un messaggio a un amico dicendo “Sono a Venezia, questa città splendida e misteriosa, luogo di nascita di Casanova, di Vivaldi e di Terence Hill”. Che luogo e che esperienza incredibile. Sono davvero commosso, e accetto questo premio per il nostro film silenzioso, che è anche per tutti coloro che vi hanno collaborato e lo hanno reso possibile, per degli attori incredibili, per due direttori della fotografia e due scenografi, per i costumi e per i montatori. Tutti insieme hanno creato il film, e poi ci sono quelli che lo hanno supportato finanziariamente: non farò tutti i nomi perché ho paura parta quella musica [musica che indicava che il tempo per i ringraziamenti era finito, n.d.r.], ma accetto il premio a nome di tutti loro. Apprezzo molto quello che ha detto il mio connazionale Benny Safdie sull’emparia (e a proposito, non è colpa nostra se siamo americani). L’arte non deve per forza affrontare direttamente la politica in maniera diretta per essere politica. Può creare empatia e legami, che è sempre il primo passo per risolvere le cose e i problemi che abbiamo. Grazie per aver apprezzato il nostro film silenzioso. Il grande maestro giapponese Akira Kurosawa ha ricevuto un premio alla carriera dall’Academy qualche anno fa, era già molto anziano, e ha detto qualcosa tipo che era preoccupato perché ancora non era sapeva bene come si facesse [il cinema, n.d.r.]: ho la stessa sensazione, imparo ogni volta che faccio un nuovo film. Non so cos’altro dire se non grazie".
Quello che qui ci interessa, di questo discorso, è il fatto che Jarmusch abbia per due volte sottolineato come il suo Father Mother Sister Brother sia un film silenzioso (“quiet”, dice in inglese, che poi è un concetto più sfumato, che evoca calma e tranquillità), e soprattutto che abbia detto come l’arte può essere profondamente politica anche parlando di rapporti umani e non dei grandi temi.
Di quello parla, infatti, Father Mother Sister Brother, titolo che in qualche modo è una dichiarazione tematica, se non programmatica: di rapporti umani, familiari. Della natura complessa, spesso ambigua, in alcuni casi contorta, comunque sempre profonda del legami tra membri di una stessa famiglia, che Jarmusch tratteggia affidandosi alle parole sì ma fino a un certo punto, perché le parole - intere o mezze che siano - possono anche mentire, e spesso nelle famiglie lo fanno, e allora meglio lavorare lì dove lavora questo grande regista: sui silenzi, sugli imbarazzi, sui gesti, sulla prossemica, sul non detto.
Father Mother Sister Brother è composto da tre episodi, da tre incontri tra consaguinei, e in molti, dopo la proiezione a Venezia, hanno fatto un paragone tra questo e l’altro film a episodi di Jarmusch, che è stato Coffee and Cigarettes, solo che qui al posto di caffè e sigarette ci sono l’acqua e, al massimo, il tè, che regnano sovrani soprattutto nei primi due segmenti, quelli girati in America.
Se la struttura è in qualche modo assimilabile a quella di Coffee and Cigarettes, Father Mother Sister Brother ha toni e stile che sono inconfondibilmente jarmuschiani, e che soprattutto sono in linea con la tendenza antica e recente del regista a essere sempre più asciutto e minimalista, ma anche legato al linguaggio della poesia tradotto in immagine: come in Paterson, che forse è uno dei suoi massimi capolavori.
Father Mother Sister Brother: il trailer
Proprio da Paterson (e dal successivo e poco compreso I morti non muoiono) Jarmusch recupera Adam Driver, uno dei tre protagonisti del primo segmento del film. Gli altri due sono Mayim Bialik (la Amy di Big Bang Theory) e soprattutto il gigantesco Tom Waits, qui sardonico e irresistibile, che sul set ha improvvisato quasi tutto, e che con il regista collabora praticamente da sempre: fin da quando si conobbero e si piacquero a metà anni Ottanta a una festa a casa di Jean-Michel Basquiat, e dalla prima collaborazione nel leggendario Daunbailò, anno 1986, il film con (anche) un grande Benigni e con quella scena - la scena in cui nei panni di Bob, l'italiano sproloquia nel suo inglese irresistibile del cucinare il coniglio e di sua madre Isolina - che è una straordinaria vetta di comicità.
Delle tre attrici del secondo episodio, Charlotte Rampling, Cate Blanchett e Vicky Krieps, solo l’australiana aveva già lavorato con Jarmusch, proprio in Coffee and Cigarettes, dove nel segmento intitolato “Cugine” interpretava un doppio ruolo, quello di sé stessa e di una sua cugina di nome Shelly che si ritrovavano a parlare dopo tanto tempo; ma c’è da dire che sia Rampling che Krieps (con un guardaroba favoloso) sono evidentemente a loro grandissimo agio.
Si chiude, a Parigi, con Indya Moore e Luka Sabbat, meno noti dei colleghi citati finora, molto giovani e molto belli entrambi, che Jarmusch ha voluto protagonisti del segmento forse più difficile del film, nei panni di due fratelli che devono fare i conti con l’improvvisa morte dei genitori in un incidente aereo e con l’addio alla casa della loro infanzia.
Si chiude dall’altra parte dell’Oceano, con due attori dal sangue misto, con due personaggi che ricostruiscono una storia familiare stravagante e misteriosa. Come a dire, forse, che certe cose sono uguali in tutto il mondo, in tutte le famiglie, anche quelle più eclettiche e originali.
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Avatar, James Cameron ha provato a scrivere il sequel senza Spider ma non ha funzionato
Dopo Avatar del 2009, James Cameron ha riportato i Na’vi su Pandora e ha preso in considerazione l’idea di raccontare Avatar: La via dell’acqua e anche i successivi capitoli senza Spider. Il risultato, però, non ha soddisfatto le aspettative del regista.
Avatar, in principio James Cameron ha provato a scrivere la storia senza Spider
Riuscite ad immaginare un Avatar senza Spider? James Cameron ci ha provato, ragionando su una storia senza quel personaggio, ma non è andato fino in fondo. Ai microfoni di Entertainment Weekly, ha spiegato di aver tentato di scrivere La via dell’acqua, Fuoco e Cenere e anche i successivi progetti senza Spider, interpretato da Jack Champion, ma l’esperimento non è andato a buon fine: “Sapevamo che sarebbe stato difficile girare con un attore in live action e circondare quel personaggio con tutte queste persone che sono il doppio di lui [in tute da performance capture]. Sapevo che sarebbe stato un lavoro unico nel suo genere e che sarebbe stato tremendo da realizzare, e lo è stato. Ho provato a scriverlo, ma non ha funzionato. È andato tutto in pezzi perché ora Jake e Quaritch sono solo due tizi che cercano di uccidersi a vicenda. È troppo semplice”.
Come mostrato dal primo Avatar, Jake Sully interpretato da Sam Worthington e il generale Quaritch interpretato da Stephen Lang sono acerrimi nemici sin dal primo capitolo del franchise ambientato su Pandora. Spider è apparso nel secondo capitolo come un bambino umano il cui padre biologico è proprio Quaritch, tornato su Pandora sotto forma di Na’vi. Spider, però, è il figlio adottato della famiglia Sully, nonostante il risentimento di Neytiri per gli umani. “Se sono coinvolti attraverso questo ragazzo che Jake ha cresciuto, mentre Quaritch cerca di definire la sua identità come la reincarnazione di una persona del passato di cui è profondamente impregnato, parte della sua identità è quella di padre di questo ragazzo. Quindi diventa importante per lui, nella sua ricerca di identità, cercare di essere quel padre. Ora, Spider non vuole che il nemico delle persone che ama sia suo padre. Nel terzo film, vediamo quella danza, quel rapporto padre-figlio che continua, ma questo pone Jake e Quaritch in una strana alleanza”, ha spiegato Cameron. Avatar: Fuoco e Cenere è disponibile finalmente sul grande schermo e riprende poco dopo gli eventi del secondo film. I Sully sono ancora in lutto per la perdita del loro primogenito, ma Quaritch non demorde e crea una nuova alleanza con il Popolo della Cenere.
La trasformazione di Spider in Avatar: Fuoco e Cenere
Attenzione: a seguire faremo riferimento a cosa accade a Spider in Avatar: Fuoco e Cenere, per cui chi non desidera anticipazioni dovrebbe fermarsi qui. Detto ciò, James Cameron ha spiegato perché il ruolo di Spider diventa ancor più importante nel terzo film. Ciò che accade in Fuoco e Cenere rende Spider ancor più speciale: ad esempio, ad un certo punto riesce a respirare l’aria di Pandora senza maschera, un’operazione in genere tossica per gli esseri umani. In più sviluppa una propria “coda” che gli consente di entrare in contatto con altre creature e con l’ambiente come fanno i Na’vi. “Sembrava semplicemente che volessi dare una speranza agli umani. Non si può certo etichettarli tutti come malvagi. È un film fatto da umani per un pubblico umano, diciamocelo”, ha aggiunto Cameron.
Il regista ha spiegato che in realtà quella trasformazione era già prevista per il secondo film (siccome ha girato secondo e terzo capitolo come se fossero un unico, grande film). “La trasformazione di Spider che avviene ora in Fuoco e Cenere era nel primo atto, e non ha mai funzionato perché ero bloccato in questo paradigma per cui tutto ciò che accade nella foresta deve svolgersi nella foresta. Solo in seguito mi è venuto in mente: 'Beh, possono sorvolare una foresta quando vogliono e poi tornare nella foresta'".
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mercoledì 17 dicembre 2025
Buon compleanno Steven! In attesa di Disclosure Day, ecco alcuni film in streaming diretti da Spielberg
Compie oggi 79 anni il genio cinematografico di Steven Spielberg, del cui prossimo Disclosure Day abbiamo appena visto il nuovo, magnifico trailer. Inutile spendere altre parole di elogio per uno dei maggiori cineasti mai esistiti, meglio lasciarvi direttamente ai cinque film in streaming selezionati tra gli innumerevoli capolavori che ha realizzato. Buona lettura.
Cinque film in streaming diretti da Steven Spielberg, a cui auguriamo buon compleanno!
- Lo squalo
- E.T. L’extra-terrestre
- L’impero del sole
- Salvate il soldato Ryan
- Munich
Lo squalo (1975)
Maggior incasso della storia del cinema, tre premi Oscar tecnici - e nomination come miglior film - tra cui le musiche eterne di John Williams. Lo squalo lancia la carriera di Steven Spielberg come narratore per immagini potentissimo e capace di parlare al grande pubblico. Roy Scheider, Richard Dreyfuss e Robert Shaw si lanciano alla caccia del “mostro” facendo della seconda parte del film un’ossessione cinematografica senza precedenti. Ritmo, visione, racconto alla massima potenza applicata al grande schermo. Un classico che ancora oggi riesce a far saltare sulla poltrona. Infinito. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video, NOW, Disney +.
E.T. L’extra-terrestre (1982)
Dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo, un altro capolavoro che vede protagonista l'indimenticabile alieno creato da Carlo Rambaldi. E.T. L’extra-terrestre diventa ancora una volta il maggiore incasso di sempre, entra nel cuore del pubblico e nell'immaginario collettivo. Henry Thomas e Drew Barrymore come giovanissimi protagonisti sono impagabili, i momenti di cinema che sanno arrivare al cuore indescrivibili. Nomination all’oscar per film e regia, e onestamente meritava entrambi i premi. Uno Spielberg maturo e malinconico dietro la grandezza della messa in scena. Film sulla giovinezza e la fantasia che non muore. Eterno. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video, NOW.
L’impero del sole (1987)
Ispirato dall’opera letteraria di James G. ballard, L’impero del sole si rivela un film profondamente personale per Spielberg, che inserisce nel personaggio del giovanissimo protagonista interpretato da Christian Bale molto di se stesso. John Malkovich, Nigel Havers, Miranda Richardson sono comprimari di lusso in un film di guerra doloroso e non conciliatorio, che possiede una messa in scena inarrivata nella carriera del cineasta. E il finale si rivela incredibilmente potente e privato. Titolo da riscoprire e rivalutare pienamente, merita di essere annoverato tra i migliori dell’autore. Sei nomination all’oscar tecniche, meritava molte statuette. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision.
Salvate il soldato Ryan (1998)
La prime sequenza del film, con lo sbarco in Normandia e la battaglia per la conquista delle spiagge francesi, scrive la storia del cinema con una sequenza dalla durezza e dal realismo mai visti in precedenza. Un momento di cinema a tratti insostenibile, che regala a Spielberg il secondo strameritato Oscar come regista della sua carriera. Tom Hanks guida Salvate il soldato Ryan con una prestazione eroica e sommessa, grazie anche a un personaggio corposo e comune. Le sequenze di battaglia sono spaventose e bellissime. E il finale costringe alle dovute lacrime per chi ha dato la vita per libertà e democrazia. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
Munich (2005)
Un altro Spielberg, pessimista e cupissimo mette in scena un film di vendetta dall’estetica incredibile. Le scene di attentato sono girate con una dovizia e un’attenzione al contesto incredibili. Eric Bana, Ciaran Hinds, Daniel Craig, Mathieu Kassovitz e tutti gli altri partecipanti a Munich offrono prove magnifiche, sentite e tesissime. La scrittura di Tony Kushner si rivela perfetta per un film che solleva moltissimi quesiti e non fornisce risposte preconfezionate, ancor meno appigli morali. Nomination all’oscar per film, regia, sceneggiatura. Davvero il meglio dello Spielberg che si confronta con la Storia e i suoi lati oscuri. A suo modo il film maggiormente violento e rabbioso dell’autore. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
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Avatar 3: Ecco in quali Cinema vedere il nuovo Film di James Cameron
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Odissea: Matt Damon, Anne Hathaway, Tom Holland sono una famiglia divisa nelle nuove immagini del film
Christopher Nolan sta per tornare al cinema con Odissea, la cui storia è tratta dall’omonima opera letteraria, tra i più grandi poemi epici della letteratura greca antica. E se questo non dovesse bastare a convincere i più, il regista di Oppenheimer ha pensato bene di puntare ad un cast stellare. Matt Damon è il suo protagonista per eccellenza, scelto per interpretare Ulisse. Il Re di Itaca, dopo la guerra di Troia, impiega anni per tornare a casa da sua moglie e suo figlio e quel racconto arriverà molto presto al cinema con la regia di Christopher Nolan. Per combattere l’attesa, Entertainment Weekly ha condiviso nuove immagini in anteprima che mostrano la famiglia separata e nuovi personaggi.
Odissea, nuove immagini mostrano la famiglia di Ulisse separata
Il viaggio di Ulisse per tornare a Itaca non è semplice. Lungo il percorso, l’eroe s’imbatte in numerose creature mitiche come ad esempio il ciclope Polifemo, la maga Circe e le Sirene, il cui canto può condurre alla morte. Nelle nuove immagini condivise da Entertainment Weekly Matt Damon interpreta Ulisse ed è al centro, in uniforme da battaglia, mentre al suo fianco sosta Himesh Patel che interpreta Euriloco.
In un altro scatto appare anche Anne Hathaway, che collabora di nuovo con Christopher Nolan dopo aver interpretato Catwoman ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel 2012 e la dottoressa Brand in Interstellar. In Odissea, invece, interpreta Penelope, la moglie di Ulisse costretta a rifiutare le numerose richieste di potenziali pretendenti che puntano al suo affetto e alla sua corona. Tom Holland è invece suo figlio Telemaco: i due appaiono in un nuovo scatto insieme.
Nel cast figura anche Robert Pattinson, che appare a sua volta in un altro scatto nel ruolo di Antinoo. Numerose sono le star coinvolte da Nolan per questo progetto come Zendaya, Lupita Nyong'o, Elliot Page, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie, John Leguizamo, Bill Irwin, Samantha Morton, Jesse Garcia e Will Yun Le. Oltre ad occuparsi della regia, Christopher Nolan ha lavorato anche alla sceneggiatura di Odissea, la cui data d’uscita è prevista per il 17 luglio 2026.
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martedì 16 dicembre 2025
I grandi film in streaming di Charlotte Rampling, nel cast di Father Mother Sister Brother
L’arrivo nelle sale italiane del Leone d’Oro a Venezia Father Mother Sister Brother ci permette di dedicare i nostri cinque film in streaming giornalieri alla grande Charlotte Rampling, che recita nell’episodio centrale insieme a Cate Blanchett e Vicky Kriep. Attiva fin dagli anni ‘60, la Rampling è diventata un’icona di eleganza e coraggio, in quanto in carriera ha sempre accettato di recitare in ruoli complessi, se non addirittura estremi. Non ci resta dunque che lasciar parlare la sua filmografia, augurandovi come sempre buona lettura.
Cinque film in streaming di Charlotte Rampling, nel cast di Father Mother Sister Brother
- Il portiere di notte
- Stardust Memories
- Il verdetto
- Angel Heart - Ascensore per l’inferno
- 45 anni
Il portiere di notte (1974)
Il film-scandalo che lancia definitivamente la carriera di Charlotte Rampling la vede donna sopravvissuta ai campi di concentramento che instaura una relazione torbida e inscindibile con il suo confine Dirk Bogarde. Liliana Cavani mette in scena Il portiere di notte con una precisione paurosa, il che sfocia in una potenza espressiva complessa da vivere. Radicale, emozionante, disturbante, uno dei lungometraggi più discussi del decennio. Con un finale di difficile gestazione emotiva. Bellissimo. Disponibile su CHILI.
Stardust Memories (1980)
Uno dei film meno considerati di Woody Allen, eppure quello che lo stesso autore ama maggiormente. La Rampling si conferma musa affascinante in questo affascinante affresco in bainco e nero magnificamente fotografato da Gordon Willis. Tony Roberts e Jessica Harper partecipano a Stardust Memories con adesione psicologica, contribuendo a farne un film sul cinema stesso che possiede momenti di vera poesia. Tra Fellini e la pochade. Delizioso. Disponibile su CHILI, Apple Itunes.
Il verdetto (1982)
Il capolavoro diretto da Sidney Lumet e scritto da David Mamet vede la Rampling in un ruolo complesso e suadente, che la vede accanto a un Paul Newman all’apice della sua incredibile carriera. Il miglior film processuale mai realizzato? Molto probabilmente. Messa in scena autunnale, personaggi in chiaroscuro, Jack Warden e James Mason come grandi caratteristi a supporto. Il verdetto ottiene le nomination all’Oscar per film, regia, attore protagonista, attore non protagonista, sceneggiatura. Meritava senza alcun dubbio la statuetta a Newman. L’arringa finale è di una precisione emotiva incredibile. Magnifico. Disponibile su Google Play, Apple Itunes.
Angel Heart - Ascensore per l’inferno (1987)
Il thriller soprannaturale diretto dal mai dimenticato Alan Parker vede un Mickey Rourke maledetto e affascinante indagare su una persona scomparsa nei meandri della New Orleans più oscura e pericolosa. Angel Heart - Ascensore per l’inferno ha anche un grande Robert De Niro a supporto spaventoso, la Rampling come "dark lady” di eleganza suprema, una Lisa Bonet bellissima e innocente. Il finale è terrificante, la messa in scena sofisticata e terrena, il risultato stupefacente. Film che spaventa per davvero, che ti ruba l’anima se glielo concedi. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
45 anni (2015)
Finalmente nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista, oltre che Orso d’Oro a Berlino per lei e il coprotagonista Tom Courtenay. Andrew Haigh dirige 45 anni come un dramma da camera di raffinata drammaticità, un film sottile ma potentissimo che si poggia sulle grandi prove dei suoi due protagonisti. Difficile trovare una scena più coinvolgente, tutto è assolutamente sviluppato per arrivare al cuore dello spettatore, oltre che alla sua mente. Cinema di pensiero che parla però all’anima. Struggente. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
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James Cameron è ufficialmente un miliardario, lo dice la rivista economica Forbes
A pochi giorni dall'arrivo in sala di Avatar: Fuoco e Cernere, Forbes rende noto che James Cameron è ufficialmente un miliardario. La rivista economica americana, consapevole dell'incasso da capogiro di Avatar (2 miliardi e 900 mila dollari) e di Avatar 2: La Via dell’Acqua (2 miliardi e 100 mila dollari), prevede per il terzo film di Avatar un guadagno globale di 1 miliardo e 100 mila dollari, il che significa l'ingresso nel ristrettissimo gruppo di filmmaker super ricchi, di cui fanno parte George Lucas, Steven Spielberg e Peter Jackson. Ovviamente il regista è strafelice di questi risultati, soprattutto perché gli consentono di realizzare tutti i suoi sogni cinematografici. E infatti, come ha raccontato durante un'intervista a Discussing Film, l'incasso mondiale di Avatar gli ha permesso di convincere le case di produzione a farsi stanziare un budget stellare per il primo e il secondo sequel. Questa l'argomentazione di Cameron:
Aspettate un minuto: quale parte di voi sta mettendo in discussione la possibilità di guadagnare di nuovo 2 miliardi di dollari?
Nella stessa intervista, quando gli è stato chiesto perché continuasse a usare il 3D e la tecnologia High Frame Rate nonostante le perplessità di una parte del pubblico, il regista è tornato a parlare di denaro, rispondendo:
Credo che i 2 miliardi e trecentomila dollari stiano a significare che lei si sbaglia.
James Cameron è ufficialmente miliardario
Ma torniamo a Forbes. Sulla rivista si legge, a proposito di James Cameron miliardario:
Cominciando negli anni Ottanta con Terminator e la saga di Alien, e proseguendo con Titanic e i primi due Avatar, i film di Cameron hanno incassato collettivamente e globalmente quasi 9 miliardi di dollari, e Forbes stima che la sua parte di guadagno equivalga a 1 miliardo di dollari.
Oltre a Spielberg, Lucas e Jackson, Forbes mette nella lista dei più danarosi artisti cinematografici viventi anche Tyler Perry, commediografo, sceneggiatore, regista, attore e produttore.
Avatar: Fuoco e Cenere arriva nelle nostre sale giovedì 17 dicembre. Ecco di nuovo il trailer:
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