Wicked: Parte 2 è al cinema e il suo finale avrebbe potuto essere molto più cupo a detta del regista Jon M. Chu. Seconda parte del primo capitolo di successo, la cui storia è tratta dall’omonimo musical di Broadway, Wicked ha raccontato la storia di Glinda ed Elphaba, interpretate rispettivamente da Ariana Grande e Cynthia Erivo. Se nel primo film le due hanno stretto amicizia condividendo l’alloggio presso la Shiz University, nel secondo si ritrovano su fronti opposti della battaglia. E, in una recente intervista, il regista non solo ha offerto una spiegazione sul finale scelto, ma aggiunto che avrebbe potuto essere diverso.
Wicked: Parte 2, il finale avrebbe potuto essere più cupo secondo il regista
La prima parte di Wicked si è conclusa con il Mago e Madame Morrible che hanno scatenato una vera e propria caccia per Elphaba, la Malvagia Strega dell’Ovest, elevando Glinda e Fiyero ad una posizione di potere ed opposta ad Elphaba. A detta del regista, il secondo film ha rinunciato al “divertimento e alla danza” note del primo capitolo offrendo ai personaggi spazio per evolversi, notando i difetti e le possibilità offerte da Oz. “Ogni personaggio ad un certo punto deve porsi una domanda sulla realtà e scegliere quale realtà approvare. Boq sceglie una realtà di odio come comunità e Glinda sceglie una realtà in cui potrebbe non essere mai buona. Penso che l’idea sia che siamo sia buoni che cattivi. Siamo tutti queste cose e ogni giorno scegliamo quale delle due saremo”, ha raccontato ad Entertainment Weekly.
A seguire faremo riferimento a quanto accaduto nel finale di Wicked: Parte 2, per cui consigliamo la lettura soltanto a visione ultimata. Elphaba si ritrova con Fiyero dopo che tutti credevano entrambi morti. Invece fuggono verso la terra deserta oltre Oz, che nel romanzo Il meraviglioso mago di Oz è stato descritto come il Deserto Mortale. Il regista di Wicked: Parte 2 conferma che in principio avevano esplorato “versioni di quel deserto molto più oscure e spaventose, come camminare tra le proprie paure”. Ma hanno poi decretato che il deserto “non è uno spazio morto quanto una possibilità. Nessuno ha esplorato quell’orizzonte perché tutti sono troppo spaventati per farlo”.
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