venerdì 20 giugno 2025
X-Men, il reboot Marvel ha scelto il suo regista
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Ezra Miller: "Ho commesso errori imperdonabili, ma sono qui, sono tornato, sto cercando una via"
È un personaggio controverso Ezra Miller, un attore di raro talento che di marachelle ne ha fatte diverse nei suoi primi 32 anni. Qualcuno le ha elencate in un lungo articolo suddividendole in annate, e una buona parte della pagina Wikipedia a lui dedicata è occupata dai casi giudiziari di cui si è reso protagonista. Noi, però, non siamo qui per giudicarlo o condannarlo, e incontrarlo e parlare con lui è stato uno degli incontri artistici più belli che abbiamo fatto negli ultimi anni, perché quando nella vita di una persona, che sia o meno un artista, ci sono tanti bassi e pochi alti, una caduta e una rinascita, nonché una sensibilità fuori dal comune che si traduce in tormento interiore, quando insomma fa capolino, per ammissione della stessa persona, la malattia mentale, quella persona diventa più profonda e più incline a raccontarsi per quello che è, si è stati e ci si augura di essere in futuro.
Ci troviamo a Forte Village, paradiso in terra che accoglie, come di consueto, il Filming Italy Sardegna Festival. Ezra arriva da noi, scortato dalla direttrice del festival Tiziana Rocca, dopo aver tenuto una masterclass. Ha i capelli raccolti e un fazzoletto al collo come Bob Dylan. Ha messo le sue cose in una borsa con inserti di pelliccia che subito gli invidiamo. Sorride, e dietro quel sorriso vediamo il Flash dei film di supereroi dell’universo DC e il Credence della saga di Animali Fantastici. Proprio da questa creatura nata dalla fantasia di J.K. Rowling comincia la bella chiacchierata con l’attore, al quale chiediamo se, al contrario di Credence, abbia avuto dalla vita "il permesso" per esprimersi per ciò che è e se la recitazione lo abbia aiutato in questo senso: "Abbiamo la tendenza a glorificare l’arte, e a malincuore ho imparato che non è né uno strumento di guarigione né una via verso l’autoconsapevolezza" - risponde. "Dobbiamo trovare dentro di noi le risposte e le risorse, perché nessuna forma artistica, nessun rapporto interpersonale e nessuna carriera ci permetteranno di capire chi siamo veramente. Cercare la propria realizzazione personale o il proprio valore percorrendo una di queste strade non può che allontanarci ancora di più da noi stessi. Io ho cercato delle risposte nell’arte, ho cercato una maniera per esprimermi e di essere amato in modi che non avevo sperimentato abbastanza quando ero ragazzo, e così ho combinato un casino. Credo che, in quanto esseri umani, abbiamo il dovere di trovare la maniera giusta per esprimerci, per volerci bene e per accogliere l’amore che proviamo per noi stessi. Mi concentro proprio su questo nel mio percorso di guarigione. Per me l’arte è bellissima, emozionante e appassionante, ma quando inconsciamente le affidiamo il compito di fare qualcosa che dovremmo fare noi, corriamo il rischio di perderci per strada".
Per Ezra Miller non c’è rinascita senza caduta e senza ferire da guarire, anche se le ferite esistono già quando veniamo al mondo: "Le ferite e la vulnerabilità fanno parte della nostra stessa natura, sono cose innate. Credo che il dolore, la sofferenza e le difficoltà non vengano risparmiate a nessun essere umano. Dal momento in cui nasciamo, la vita è un trauma. Avete mai visto un bambino nascere? È una cosa estrema, quindi le ferite fanno già parte di noi quando ci affacciamo alla vita".
Qualcuno scriveva: "Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile”. Nel caso di Ezra Miller le cose sono andate proprio così: "Il periodo più oscuro della mia vita è stato per certi versi anche il più bello, perché riuscivo a “vedere” gli altri. Quando attraversiamo grandi sofferenze e riusciamo a sopravvivere, e nel mio caso non era affatto scontato, sviluppiamo la capacità di vedere le altre persone che soffrono e di aiutarle".
Ezra Miller crede nella libera espressione dell’artista e dell’individuo. Purtroppo questo anelito a svincolarsi da costrizioni e cliché ha cozzato contro le regole spietate dell’industria cinematografica hollywoodiana: "Ho attraversato un periodo terribile. Ho commesso una lunga serie di errori imperdonabili, cose davvero orribili, e a volte mi sono dimostrato totalmente incapace di conciliare questi due elementi, vale a dire la libertà di espressione e l’appartenenza all’industria dello spettacolo. Onestamente non so se ci riuscirò, anche se ce la sto mettendo tutta, dal momento che il mio amore per la recitazione e l’arte in generale è fortissimo. Ma sento che così non vado da nessuna parte e sto cercando di fare i conti con questa presa di coscienza. Il problema è che ci sono tantissime cose che non mi piacciono dell’industria cinematografica. Mi guardo intorno e vedo ben poca dignità, integrità a grazia, ed è una cosa che mi provoca un forte conflitto interiore, e questo conflitto mi ha allontanato moltissimo da e stesso, portandomi in luoghi oscuri e lontanissimi dalla mia idea di dignità, integrità e grazia. Non so assolutamente come risolverlo, ma sto cercando una via, sono qui, sono tornato, anche se una parte di me vuole restare ben nascosta. Sto tentando di concentrarmi sulla mia guarigione".
La rentrée ufficiale di Ezra Miller è avvenuta al Festival di Cannes 2025, dove l’attore ha fatto il red carpet del nuovo film di Lynne Ramsay (Die My Love), che nel 2011 lo ha diretto in …E ora parliamo di Kevin: "Sono andato a Cannes per sostenere una delle mie più care amiche, Lynne Ramsay, che reputo una delle più brave registe al mondo. Sto lavorando nuovamente con lei. La prima cosa che farò sarà probabilmente un film che stiamo scrivendo insieme. Ultimamente ho scritto tantissimo, perché si può scrivere in solitudine, e la solitudine è una cosa che ho cercato molto. Sono andato a Cannes perché me lo ha chiesto Lynne, e se c’è una cosa in cui ancora credo è la devozione verso gli amici e in generale le persone a cui vogliamo bene. Non avevo tutta questa voglia di andare a Cannes: è stato difficile, soprattutto se ti sei allontanato dal mondo per tre anni. Non è esattamente la rentrée ideale, con tutti quei fotografi e tutta quella gente a caccia di celebrità, ma l’ho fatto per Lynne. Farei qualsiasi cosa per Lynne".
L’ultima domanda alla quale risponde Ezra Miller riguarda il suo metodo di recitazione. Ovviamente, anche nel cercare di spiegare il suo modo di accostarsi a una storia inventata da atri, l’icona queer che si definisce non binario si conferma autenticamente anticonformista: “Se dovessi descrivere il mio metodo direi: ‘qualunque cosa purché sia giusta’. Va bene il metodo di Lee Strasberg, va bene quello di Stella Adler e così via, a condizione che mi porti ad accordarmi al ritmo di un personaggio. Tutti questi insegnamenti possono essere veramente d’aiuto, ma alla fine credo che il mio metodo sia un anti-metodo. Quando ero un bambino che sognava di recitare, ho letto tantissimi libri, perché in questo senso sono un nerd, un freak. Conosco ogni singolo metodo ma nessuno mi appartiene, anche perché non ho frequentato accademie. Di solito do grande importanza al corpo, torno sempre al corpo. Recitare per me è come una danza. È un esperimento a cui sto ancora lavorando".
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28 Anni Dopo: perché Danny Boyle ha inserito una poesia di Rudyard Kipling nel suo film? E che c'entrano i Navy SEALs?
In 28 anni dopo, il nuovo film di Danny Boyle che è sequel diretto del suo 28 giorni dopo, molte immagini della prima parte del film sono accompagnate da una colonna audio particolare: non si tratta né di una musica né di una canzone, ma di una registrazione di una poesia di Rudyard Kipling intitolata "Boots", ovvero "stivali". Qual è il perché di questa scelta così particolare? A Roma, quando ha presentato il film alla stampa italiana, Boyle lo ha spiegato così:
Nel film avevamo inserito tutte queste immagini di archivio che riguardavano il passato: ci sono molte immagini dell'Enrico V di Laurence Olivier, di quanto gli inglesi batterono e francesi a Agincourt, e in quel film c'è un discorso molto famoso in cui si parla dei "valorosi inglesi" capaci di battere gli "orridi francesi", con intenti esplicitamente nazionalisti. Noi cercavamo una vecchia canzone, un vecchio motivo per accompagnare quelle immagini, a un certo punto avevamo pensato di utilizzare proprio l'audio di quel discorso, noto come il discorso del giorno di San Crispino, ma nessuna di queste opzioni di convinceva. Quando Sony ha fatto uscire il primo trailer del film, avevano usato come base la registrazione di "Boots" realizzata nel 1915, e abbiamo pensato fosse una scelta fantastica, tanto che abbiamo provato a usare quello stesso audio nel film e funzionava alla perfezione. Di solito accade il contrario, quel che è nel film finisce nel trailer, ma qui è stato l'opposto. È qualcosa di molto inglese, che parla dell'Inghilterra in termini gloriosi, ma è anche anche spaventosa e ossessiva. Il motivo per cui quelli della Sony la conoscevano è perché quella registrazione viene usata dai Navy SEALs nel corso delle procedure di addestramento per resistere alla tortura: la fanno andare in loop a volume altissimo per sei ore, per sottoporre le persone allo stress di una vera procedura di tortura.
Per essere precisi, questa tecnica di addestramento per resistere alla tortura che utilizza "Boots" è usata del SERE, scuola della marina militare americana il cui acronimo sta per Survival, Evasion, Resistance, Escape, cioè sopravvivenza, evasione, resistenza e fuga.
Pubblicata nel 1903, "Boots" è una poesia che immagina i pensieri ripetitivi di un soldato inglese in marcia in Sud Africa durante la seconda guerra boera, e secondo l'autore doveva essere letta con una cadenza che ricalcasse per l'appunto quella di un soldato in marcia.
Qui di seguito l'audio integrale della registrazione del poema "Boots" di Kipling realizzata nel 1915 da Taylor Holmes e utilizzata da Danny Boyle in 28 anni dopo, seguita dal testo integrale.
We're foot—slog—slog—slog—sloggin' over Africa
Foot—foot—foot—foot—sloggin' over Africa --
(Boots—boots—boots—boots—movin' up and down again!)
There's no discharge in the war!
Seven—six—eleven—five—nine-an'-twenty mile to-day
Four—eleven—seventeen—thirty-two the day before --
(Boots—boots—boots—boots—movin' up and down again!)
There's no discharge in the war!
Don't—don't—don't—don't—look at what's in front of you.
(Boots—boots—boots—boots—movin' up an' down again);
Men—men—men—men—men go mad with watchin' em,
An' there's no discharge in the war!
Count—count—count—count—the bullets in the bandoliers.
If—your—eyes—drop—they will get atop o' you!
(Boots—boots—boots—boots—movin' up and down again) --
There's no discharge in the war!
We—can—stick—out—'unger, thirst, an' weariness,
But—not—not—not—not the chronic sight of 'em,
Boot—boots—boots—boots—movin' up an' down again,
An' there's no discharge in the war!
'Taint—so—bad—by—day because o' company,
But night—brings—long—strings—o' forty thousand million
Boots—boots—boots—boots—movin' up an' down again.
There's no discharge in the war!
I—'ave—marched—six—weeks in 'Ell an' certify
It—is—not—fire—devils, dark, or anything,
But boots—boots—boots—boots—movin' up an' down again,
An' there's no discharge in the war!
Try—try—try—try—to think o' something different
Oh—my—God—keep—me from goin' lunatic!
(Boots—boots—boots—boots—movin' up an' down again!)
There's no discharge in the war!
28 anni dopo è al cinema, e questo è il suo trailer italiano ufficiale
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giovedì 19 giugno 2025
Jurassic World - La rinascita: un film di Ridley Scott ha spinto il regista a cercare un determinato collaboratore
Dal 2 luglio sarà al cinema Jurassic World - La rinascita di Gareth Edwards, che eredita la saga da Colin Trevorrow (e ancora prima da Steven Spielberg), entrando in un reboot in compagnia di Scarlett Johansson, altro nuovo acquisto. Parlando con SFX Magazine, Edwards ha spiegato come abbia cercato i collaboratori giusti per affrontare un mastodontico impegno da 180 milioni di dollari di budget, stando a The Hollywood Reporter. Standard tecnici molto alti da eguagliare, per la committenza Universal Pictures ma soprattutto per gli esigentissimi fan, abituati assai bene da oltre trent'anni a questa parte. Come direttore della fotografia, un film di Ridley Scott ha aperto gli occhi di Gareth... Leggi anche Jurassic World: La Rinascita, Scarlett Johansson racconta di più della sua Zora Bennett
Il direttore della fotografia di Le crociate per Jurassic World - La rinascita
Per affrontare Jurassic World - La rinascita, il regista Gareth Edwards, reduce dalla sci-fi di The Creator di un paio d'anni or sono, ha attinto alle sue esperienze da spettatore: non solo per l'approccio da adottare in regia, ma anche per reclutare chi pensava gli potesse servire di più. E ha ricordato di essere rimasto a bocca aperta davanti alle Crociate (2005) di Ridley Scott... "John Mathieson era il direttore della fotografia, e più lo guardavo più mi dicevo: questa è la perfezione. Non c'è una sola cattiva inquadratura in questo film! Ho sempre amato il suo lavoro. Quando avvii un film così, hai un gruppo di nomi con cui vorresti lavorare, e lo studio ha un gruppo di nomi di cui si fida. E in mezzo c'è anche Steven Spielberg [da executive producer, ndr]. C'è stata una sovrapposizione e tutti sono stati d'accordo su Mathieson". Per la cronaca, l'inglese John Mathieson, classe 1961, ha ricevuto due nomination all'Oscar, per Il gladiatore (2000) e Il fantasma dell'opera (2004).
Edwards è rimasto in zona Oscar anche per il supervisore degli effetti visivi David Vickery, nominato per Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2, anche se ha dovuto superare le sue resistenze: dopo Jurassic World: Il regno distrutto (2018) e Jurassic World: Il dominio (2022) non ce la faceva più e voleva chiudere la pratica dinosauri. Gareth dice di averlo convinto prospettandogli un approccio totalmente naturalistico, senza antropomorfizzare gli animali: "Ogni singola inquadatura in questo film si basa su riprese esistenti di veri animali che fanno sul serio quello che sta succedendo." Gareth non lo aggiunge, ma integriamo noi: in scala, ça va sans dire!
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Zootropolis 2, ma quale sarà la trama del film? Perché Nick e Judy fanno squadra con quel serpente?
Ci separano ancora un po' di mesi dal ritorno al cinema (il 26 novembre) della coniglietta Judy e della volpe Nick in Zootropolis 2, ma il teaser diffuso poco tempo fa ha mostrato la saga dei Walt Disney Animation Studios in piena forma. Fino a questo momento tuttavia non sapevamo molto della trama del sequel, se non quello che potevamo intuire dal suddetto teaser e da una sinossi stringata: un grande mistero, Judy e Nick costretti a fare squadra col serpente Gary. Ma perché? Come mai tutti li inseguono? Ad Annecy in effetti il coautore (nonché neo-direttore creativo dello studio) Jared Bush è entrato nei dettagli, mettendo anche a fuoco il tema della vicenda. Attenti agli spoiler. Leggi anche Gatto: annunciato un film d'animazione Disney Pixar ambientato a Venezia
Zootroolis 2, perché Judy e Nick fuggono con Gary? Qual è la posta in gioco?
Ospite del Festival di Annecy, Jared Bush, coregista di Zootropolis 2 con Byron Howard (stessa coppia che ha firmato il primo Zootropolis, meno Rich Moore), ha illustrato quali saranno le dinamiche narrative che muoveranno le nuove avventure thriller di Judy e Nick, come sappiamo alla fine del precedente capitolo entrato nella squadra di polizia.
Ospiti di un party prestigioso dove sarà presentato un libro misterioso, Judy (voce originale di Ginnifer Goodwin) e Nick (Jason Bateman) si trovano a dover impedire che Gary De'Snake (Ke Huy Quan) lo rubi. Nel tentativo però di fermarlo, vengono erroneamente scambiati per complici di Gary, trovandosi fuggitivi in sua compagnia. Capiscono presto che non è Gary il villain della situazione, anzi cercava il libro perché conterrebbe elementi che risolleverebbero la sua reputazione. Il cattivo è qualcun altro, che per mettere le mani sullo stesso volume non ha esitato in passato a uccidere... e lo farà ancora, se Nick e Judy non salveranno la situazione.
Un giallo thriller in piena regola, insomma, seppur in chiave umoristica e furry. Naturalmente, al di là del "McGuffin" di cui parlava Alfred Hitchcock, cioè l'escamotage narrativo di base, il tema emotivo di Zootropolis 2 viene inquadrato perfettamente dalle parole di Bush (via Toonado):
Nick e Judy sono ora la coppia di poliziotti più giovane del Dipartimento di Polizia di Zootropolis. Ma la domanda che si pone il film è: questi due animali così diversi riusciranno davvero a rimanere insieme sul lungo termine? In altre parole, se il primo film era stato la loro luna di miele, questo film passa alla fase della convivenza. In sostanza, la nostra improbabile coppia di coniglietta e volpe ci mostra che anche in un mondo polarizzato, in cui le nostre differenze ci separano così spesso, a volte anche solo cercare di capirci a vicenda, di parlarci, può essere ciò che ci consente di aggiustare insieme un mondo distrutto.
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mercoledì 18 giugno 2025
I migliori film in streaming Aaron Taylor-Johnson, protagonista di 28 anni dopo
Dedichiamo oggi i consueti cinque film in streaming a Aaron Taylor-Johnson, attore che torna sui nostri schermi grazie all'atteso 28 anni dopo di Danny Boyle. In carriera ha alternato cinema d’autore (soprattutto all’inizio) con prodotti ripetutamente commerciali, ottenendo alcuni successi e un paio di scivoloni. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Aaron Taylor-Johnson, protagonista di 28 anni dopo
- Kick-Ass
- Albert Nobbs
- Animali notturni
- Outlaw King - Il re fuorilegge
- Nosferatu
Kick-Ass (2010)
L’adattamento cinematografico del fumetto di culto regala a Taylor-Johnson la prima performance di spessore, accanto ad altri attori del calibro di Nicolas Cage, Mark Strong e Chloe Moretz. Kick-Ass alterna violenza grafica molto forte e un tono stilizzato e dirompente. Il risultato è un “ibrido” che solletica l’attenzione del pubblico. Alla regia Matthew Vaughn, che esprimerà poi il meglio del suo cinema sbarazzino con il franchise di Kingsman e X-Men: First Class. Cinema con un’idea precisa e almeno un paio di scene piuttosto riuscite. Col tempo è diventato oggetto di culto, più o meno meritatamente. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes.
Albert Nobbs (2011)
Il bel film di Rodrigo Garcia offre a Taylor-Johnson la possibilità di recitare insieme a interpreti di primissimo rango come l’immensa Glenn Close, e la sempre efficace Janet McTeer. Ambientato in un'Inghilterra d'altri tempi e di rigidissime strutture sociali, Albert Nobbs è un film a tratti davvero struggente, che vede una protagonista magnifica ottenere la sua ennesima nomination all’Oscar, che avrebbe magari anche meritato una volta tanto. Alcune scene spezzano il cuore, altre intrattengono con gusto e intelligenza. Un film davvero sui generis, dotato di grazia cinematografica. Da vedere e apprezzare. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Animali notturni (2016)
Grazie al ruolo di un criminale psicopatico e sanguinario, Aaron Taylor-Johnson ottiene un Golden Globe come miglior attore non protagonista. La sua prova è certamente di spessore, e contribuisce a fare di Animali notturni di Tom Ford un “oggetto misterioso” piuttosto ipnotico. Gli altri interpreti di livello sono Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Michael Shannon che invece arriva alla nomination all’Oscar. Film che si muove su diversi binari, i quali non sempre si intersecano, ma rimangono paralleli a costruire un labirinto visivo e narrativo comunque di effetto, anche con i suoi difetti. Titolo che non esce facilmente dalla mente. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes.
Outlaw King - Il re fuorilegge (2018)
Questo film epico di ambientazione medievale diretto da David Mackenzie non viene ricordato così spesso quanto meriterebbe. Si tratta invece di un lungometraggio ben scritto e soprattutto interpretato con rigore da un cast che oltre a Taylor-Johnson vede anche Chris Pine come protagonista, Florence Pugh, Sam Spruell e molti altri attori di presenza indubitabile. Belle ambientazioni, sequenze di battaglia epica, sentimenti che si possono toccare. A noi è piaciuto più di abbastanza, il risultato è intrattenimento intelligente e vigoroso. The Outlaw King è un film robusto, da rivalutare. Disponibile su Netflix.
Nosferatu (2024)
Chiudiamo con l’affascinante remake diretto da Robert Eggers, che si dimostra un enorme successo di pubblico. E anche la critica applaude. Come sempre, il film è visivamente prezioso, soprattutto nella straordinaria fotografia. Nelle atmosfere e nella ricostruzione scenica Nosferatu è senza dubbio di primissima qualità, peccato che Eggers - come gli capita quasi sempre - stia così attento alla messa in scena da dimenticarsi di dirigere gli attori, tutti lasciati recitare la massimo del loro istrionismo. Mentre stranamente Aaron Taylor-Johnson è quello più contenuto, quindi il più efficace. Ci si diverte, ci si spaventa insieme a Willem Dafoe, Nicholas Hoult, Emma Corrin. Lily-Rose Depp è il punto debole del film. Molto debole… Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
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Dune: Messiah, nuovo aggiornamento sul film: "Siamo sulla buona strada"
Tutto scorre verso Arrakis, almeno stando alle recenti dichiarazioni del compositore Hans Zimmer. Dopo il successo di pubblico e critica per Dune nel 2021 e del secondo capitolo Dune – Parte 2 distribuito in sala nel 2023, il pubblico freme all’idea di tornare al cospetto di Paul Atreides interpretato da Timothée Chalamet. Dopo le recenti indiscrezioni, che avrebbero individuato gli interpreti dei figli gemelli di Paul e Chani, Zimmer ha condiviso un aggiornamento più concreto ed ufficiale ai microfoni di Variety.
Dune: Messiah, Hans Zimmer anticipa: “Siamo sulla buona strada”
Quando Paul Atreides tornerà sullo schermo, il mondo potrebbe essere un tantino diverso da quello mostrato nei precedenti due film. Seguendo il romanzo Dune: Messiah di Frank Herbert, Denis Villeneuve racconterà una nuova parentesi di Paul ormai al potere, sposato con la principessa Irulan seppur perennemente innamorato della sua Chani, interpretata ancora una volta da Zendaya. Mentre voci di corridoio sostengono di aver scelto i due attori che interpreteranno i figli gemelli di Paul e Chani, Zimmer ha affermato che il progetto è sulla buona strada: “Ho parlato da poco con Denis Villeneuve. Abbiamo qualcosa tra le mani, siamo sulla buona strada, diciamo così. Ma c’è ancora molto deserto da percorrere”.
Leggi anche Dune: Messiah, scelto chi interpreterà i figli di Paul e Chani? L'indiscrezioneLe riprese di Dune: Messiah, del resto, dovrebbero partire a stretto giro entro l’estate 2025, avendo già fissato una data d’uscita per dicembre 2026. Se tutto dovesse procedere secondo i tempi previsti, il passaggio dal secondo al terzo film dovrebbe essere rapido anche per il pubblico. Hans Zimmer ha già avuto modo di collaborare con l’universo di Dune accompagnando i precedenti film con la colonna sonora. Già durante il secondo giorno di riprese del secondo film, aveva affermato di aver iniziato il suo processo di scrittura per la colonna sonora del terzo capitolo.
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Arrivederci tristezza: una clip in anteprima esclusiva della commedia con un insolito Nino Frassica psicoterapeuta
Dopo la presentazione fuori concorso al Festival di Taormina, arriva al cinema il 19 giugno la dramedy del regista catanese Giovanni Virgilio, Arrivederci tristezza, che racconta la fase di passaggio di un quarantenne, che dopo essere stato ghostato - come si dice adesso quando si sparisce senza una spiegazione -dalla fidanzata, deve ripartire da zero. Con l’aiuto del suo psicoterapeuta e di una sua cara amica si renderà conto che la vita può ricominciare. Il film offre un punto di vista maschile sulla fine di una relazione attraverso la vicenda di Aldo, interpretato da Alessio Vassallo, un uomo a cui crolla il mondo addosso quando la compagna lo abbandona senza dare spiegazioni dopo quindici anni di relazione. Troverà supporto nell’amica Sonia (Selene Caramazza), ma soprattutto nello psicoterapeuta Carlo, interpretato da un Nino Frassica in veste inedita, lontana dall’umorismo dei suoi celebri personaggi comici. Arrivederci tristezza mostra che è possibile riprendere in mano la propria vita anche quando sembra di ritrovarsi bloccati senza una via d’uscita. L’incontro tra Aldo e Carlo, molto più simili di quanto possa sembrare a prima vista, diventa fondamentale per entrambi: quella che inizia come una conversazione tra un professionista e un paziente si rivela un’occasione comune per scavare nel proprio passato, provando a ricucire ferite che non hanno mai smesso di lasciare il segno. Siamo sicuro che sono tematiche che hanno toccato molti di noi o ancora ci riguardano, e per presentarvi meglio Arrivederci tristezza ne vediamo una clip in anteprima esclusiva, in cui Sonia se la prende col dottor Carlo per aver abbandonato l'amico.
Arrivederci tristezza secondo Giovanni Virgilio e la trama del film
Afferma il regista Giovanni Virgilio, che dirige per la second volta Alessio Vassallo e Nino Frassica, dopo l'opera d'esordio, tre anni fa, I racconti della domenica: "L’incontro tra i protagonisti sarà la miccia che accenderà un film dai toni dolce amari in una Sicilia tanto caotica, dove i caratteri che circondano i due saranno archetipi e strumenti di una generazione figlia di un tempo costantemente incerto ma con sulle spalle una responsabilità di far comunque funzionare un sistema.” Questa la trama in dettaglio: Raggiunti i quarant’anni, Aldo si ritrova a vivere una svolta imprevista nella vita: essere vittima di ghosting da parte di Alessia, sua compagna di quasi quindici anni di relazione. Nel baratro esistenziale e non riuscendo ad avere la mente libera per fare nulla, su consiglio dell’amica di sempre Sonia decide di andare da uno psicoterapeuta per condividere gli interrogativi che lo attanagliano. L’incontro con quest’ultimo, Carlo, un uomo sulla settantina introverso e sedentario, e la scoperta che anche quest’ultimo ha subito quarant’anni prima ciò che Aldo sta vivendo adesso, sarà per Aldo il punto di svolta verso una nuova consapevolezza e una nuova fase della sua vita oltre che il probabile inizio di una sana amicizia.
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martedì 17 giugno 2025
I migliori film in streaming interpretati da Isabella Rossellini
Compie oggi 73 anni Isabella Rossellini, attrice che soltanto recentemente ha ottenuto la sua prima candidatura a ll’Oscar dopo aver lavorato con grandi registi e realizzato capolavori della cinematografia contemporanea. attiva fin dagli anni ‘70, la Rossellini si è affermata nel decennio successivo, firmando opere indimenticabili. Rendiamo omaggio e auguriamo felice compleanno attraverso i consueti cinque film in streaming. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Isabella Rossellini
- Velluto blu
- La morte ti fa bella
- Fearless - Senza paura
- La Chimera
- Conclave
Velluto blu (1986)
La prima collaborazione con il genio di David Lynch (seguirà l’altro cult-movie Cuore selvaggio, Palma d’Oro a Cannes) è una rivisitazione del noir fiammeggiante e del tutto personale. La Rossellini vi interpreta una commistione magnifica di femme-fatale ed eroina indifesa. Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern sono gli altri protagonisti di Velluto blu, film che conferma definitivamente il talento visivo, anzi visionario del proprio autore. Le sequenze ambientate dentro il night club sono straordinarie, come del resto tutte le altre. Titolo di confine nella carriera di Lynch. Disponibile su Apple Itunes.
La morte ti fa bella (1992)
Partecipazione straordinaria e assolutamente affascinante al film di Robert Zemeckis. La morte ti fa bella è una satira pungente sulla volontà di non invecchiare, l'apparenza che inganna, su Hollywood che non concede attenuanti al tempo che passa. La Rossellini ha la possibilità di recitare insieme a nomi del calibro di Meryl Streep, Goldie Hawn e Bruce Willis. Il botteghino mostra che il pubblico non gradisce eccessivamente, ma il film vince l’Oscar per gli effetti speciali strabilianti. Come sempre nel cinema di Zemeckis. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Fearless - Senza paura (1993)
Nel ruolo della moglie del protagonista Jeff Bridges, la Rossellini offre una delle prove più sofferte e complesse della sua carriera. Sotto molti punti di vista è lei la spina dorsale di Fearless - Senza paura, che le permette di essere diretta dal grande Peter Weir in uno dei suoi lungometraggi maggiormente complessi ed affascinanti. Bridges è portentoso, alcune scene posseggono il dono della poesia, Rosie Perez, John Turturro, Steve Guttenberg sono un cast di supporto prezioso. Anche se non sempre equilibrato, questo è un dramma esistenziale che lascia un segno profondo nello spettatore. Bellissimo. Disponibile su Google Play, Apple Itunes.
La Chimera (2023)
Nel ruolo della matriarca con la lingua sciolta e la personalità esuberante, la Rossellini impreziosisce un film già molto riuscito. Senza dubbio il migliore di Alice Rohrwacher, la quale sceglie giustamente Josh O’Connor come poetico e bravissimo protagonista. La chimera si regge su un realismo poetico di rarissima fattura e potenza espressiva, non soltanto per il cinema italiano. Lungometraggio di atmosfere rarefatte eppure profonde, che un attore tiene insieme con consumata bravura. Difficile dimenticare quel finale che arriva dritto al cuore…Disponibile su, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
Conclave (2024)
E arriviamo al dramma psicologico che regala alla Rossellini la candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista. Un Ralph Fiennes incommensurabile guida Conclave dentro i labirinti dell’anima, della fede, della ricerca di verità. Quello che funziona meno nel film è proprio la sceneggiatura premiata con l’Oscar, forse un po’ troppo schematica per convincere del tutto. Ma Conclave rimane elettrizzante, complesso, che vede ottimi partecipanti anche John Lithgow, Stanley Tucci, Sergio Castellitto. Edward Berger mette il tutto in scena con solidità e senso della narrazione esemplari. Da apprezzare sicuramente. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW.
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Top Gun 3, la sceneggiatura è in fase di sviluppo: " È un'idea grandiosa"
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Succederà questa notte: il nuovo film di Nanni Moretti sarà un altro adattamento di Nevo
Il prossimo film di Nanni Moretti sarà una storia d'amore, si intitolerà Succederà questa notte e sarà "tratto liberamente" da alcuni racconti contenuti nella raccolta Legami di Eshkol Nevo, pubblicata in Italia da Gramma Feltrinelli. Lo ha anticipato per la prima volta il regista nel corso di un'intervista a Ilaria Ravarino sul quotidiano Il Messaggero.
Di nuovo lo scrittore israeliano, quindi, dopo Tre piani, uno dei film del regista che ha più diviso pubblico e critica. Le riprese partiranno il prossimo 1 settembre fra Spagna, Roma e Torino, protagonisti Jasmine Trinca, a vent'anni da l'ultima volta, nel Caimano, e Louis Garrel, in una produzione Sacher Film e Fandango in collaborazione con Rai Cinema, con la sceneggiatura di Valia Santella e Federica Pontremoli, insieme a Moretti stesso.
Un libro che, "senza parlare dell'attualità, riesce a raccontare i nostri sentimenti di oggi, le nostre paure, le difficoltà nelle relazioni e le nostre speranze", come ha dichiarato il regista, ottimamente ripreso dopo i due infarti dell'ultimo anno. Parlando di Trinca, che in un suo film, La stanza del figlio, ha esordito nella recitazione, nell'intervista dice "posso dire con una certa sicurezza che, se non fosse stata scelta, oggi sarebbe una bravissima archeologa. Non aveva alcuna intenzione di fare questo mestiere".
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Inception fu proposto a Will Smith, ma declinò: "Non l'avevo capito"
La carriera di tante grandi star è costellata di progetti che hanno rifiutato, per una ragione o per l'altra: a volte è una decisione saggia, perché si capisce al volo che un film non funzionerà, altre volte mancano le capacità di soppesare un'idea un po' particolare sulla carta, di immaginarla. Ospite del podcast di Bigrakoon, Will Smith ha rivelato un pesante aneddoto riguardante queste errate valutazioni. Tutti sanno che declinò il ruolo di Neo in Matrix perché era più interessato a Wild Wild West (che si rivelò un flop micidiale, peraltro), ma nessuno sapeva che era stato la prima scelta di Christopher Nolan per una delle sue opere più visionarie. E se fosse proprio questo il problema? Leggi anche Star Wars, quando Al Pacino rifiutò Han Solo: "Non capivo il film"
Will Smith disse no a Inception perché faticava a capirlo
Non che Inception fosse un film lineare e immediato, e di certo è più facile per noi orientarci nel lavoro di Christopher Nolan guardandolo finito sullo schermo. Ciò non toglie che, considerando la levatura dell'autore, possiamo immaginare che al posto di Will Smith avremmo anche valutato la possibilità di abbandonarci alla sua visione, contando di capire di più strada facando. Fatto sta che, quando a Smith fu proposto il progetto, l'attore inchiodò, spingendo alla fine Nolan verso Leonardo DiCaprio. Smith (come molti a Hollywood) ha una lunga lista di parti che ha declinato: K-Pax, Mr. & Mrs. Smith (tratteniamoci dalla facile battuta), La fabbrica di cioccolato. Stava perfino per rifiutare Men In Black, finché sua moglie non gli fece cambiare idea. Ripensandoci, Will pensa che le sue perplessità verso Matrix e Inception siano collegate...
Non riesco nemmeno a dirlo... fa troppo male. Credo di non averlo mai detto pubblicamente prima, ma lo dirò adesso perché ci stiamo aprendo. Chris Nolan portò Inception prima a me. E io non lo capii! Mai detto prima ad alta voce. E ora che ci penso, si trattava sempre di film che presentano realtà alternative, sono difficili da capire quando te li presentano. Ma quello e Matrix mi fanno ancora male.
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lunedì 16 giugno 2025
I migliori film in streaming di Jack O'Connell, nel cast di 28 anni dopo e I peccatori
Una decina di anni fa Jack O’Connell il britannico jack O’Connell era considerato uno degli astri nascenti del nuovo cinema internazionale. Le cose non sono probabilmente andate come dovevano, e l’attore si è un po’ perso in film non memorabili. Quest’anno però è tornato al grande successo di pubblico e critica come malefico antagonista ne I peccatori, e adesso lo ritroviamo anche nel cast di 28 anni dopo di Danny Boyle, in uscita nelle sale italiane questa settimana. Ripercorriamo dunque la carriera di O’Connell attraverso i cinque film in streaming che riteniamo si suoi maggiormente significativi. Buona lettura.
Cinque film in streaming di Jerry O’Connell, nel cast di 28 anni dopo e I peccatori
- Il ribelle - Starred Up
- Unbroken
- ‘71
- Ferrari
- I peccatori
Il ribelle - Starred Up (2013)
Il potente film carcerario diretto da David Mackenzie è davvero uno dei migliori film mai realizzati all’interno di questo sottogenere. O’Connell come giovane protagonista è eccellente, le sue scene emotivamente fortissime con attori di grande presenza come Ben Mendelsohn (straordinario), Rupert Friend e Sam Spruell confermano la bravura del protagonista. Molte scene sono difficili da dimenticare, il rapporto rovinato tra padre e figlio è delineato in maniera notevole, quasi perentoria. Il ribelle - Starred Up avrebbe meritato ben altro successo, ma contribuì definitivamente a lanciare la carriera di O’Connell. Grande cinema di genere, vedetelo se non l’avete fatto. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Unbroken (2014)
Angelina Jolie passa dietro la macchina da presa per il suo film di maggior successo commerciale. Tratto da una storia vera, Unbroken si poggia interamente sulle spalle di O’Connell, protagonista che rimane disperso in mare per settimane e settimane, resistendo a ogni tipo di traversie. Unbroken è un film piuttosto appassionante e visivamente ricercato, soprattutto grazie alla fotografia del grande Roger Deakins. Più di 100 milioni di dollari d’incasso soltanto negli Stati Uniti e tre candidature all’Oscar, tutte tecniche. Successo che rende O’Connell una star internazionale. Disponibile su Rakuten TV, Apple Itunes, NOW.
‘71 - (2014)
La Belfast in mano ai militanti dell’IRA, un soldato britannico che si perde dietro le linee nemiche e deve sopravvivere alla guerriglia urbana nel suo momento più caldo e violento. Yann Demange dirige ‘71 con un’adesione all’ambientazione e al realismo delle situazioni quasi degna del miglior Jim Sheridan. Nel complesso si tratta di un film corposo, solido, che vede nel proprio cast anche Jack Lowden (Slow Horses) e Sean Harris. La confezione è quella del thriller, ma è il dramma umano alla fine a rimanere maggiormente impresso. Consigliato. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Ferrari (2023)
Entrato nel cast dell’ultimo film diretto da Michael Mann nel ruolo di uno dei piloti della scuderia Ferrari, O'Connell ripaga il grande decano con una prova sostanziosa e spigliata. Adam Driver è un protagonista densissimo e partecipe, Penélope Cruz a suo fianco infuocata e passionale, Shailene Woodley efficace nel ruolo dell'amante. Ferrari in fin dei conti è un film su Michael Mann almeno quanto lo è sul grande costruttore italiano. Non tutto funziona, l’ambientazione italiana è meno potente rispetto al cinema passato dell’autore, ma lo spessore emotivo c’è tutto, e chi conosce bene Mann lo percepisce. Film da rivalutare di sicuro, ha moltissimo da dire. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW.
I peccatori (2025)
E arriviamo al grandioso successo dell’ultimo film diretto da Ryan Coogler, una storia di vampiri ambientata nel sud razzista nei decenni passati. Michael B. Jordan nel ruolo doppio dei gemelli protagonisti funziona benone, a suo fianco Wunmi Mosaku è bravissima, ma la parte del leone la fa un O’Connell affascinante e terrificante nel ruolo del vampiro che scatena l’inferno. I peccatori è molto ben orchestrato, visivamente potente, spigliato nella narrazione nel ritmo. Tutto funziona al meglio come film d’evasione che ha qualcosa di più profondo da dire. A noi ha divertito moltissimo, e con uno stile personale e capace di parlare al grande pubblico. Promosso a pieni voti. Disponibile su Apple Itunes, TIMVision.
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Dragon Trainer è primo al boxoffice italiano del weekend, scalza Lilo & Stitch
Il remake di Dragon Trainer, dopo l'anteprima della scorsa settimana, è uscito ufficialmente e ha conquistato la vetta del boxoffice italiano del weekend con 2.360.000, che diventano 2.856.100 aggiungendo alla somma l'esito della suddetta anteprima (fonte Cinetel). Il film di Dean De Blois, che aveva codiretto anche l'originale lungometraggio d'animazione del 2010, è partito piuttosto bene anche nel resto del mondo, raccogliendo 197.845.000 dollari (fonte Boxofficemojo), di cui 83.700.000 negli USA, più o meno in linea con le aspettative. Deadline aveva parlato di un budget sui 150 milioni, e forse sorprende che non sia stato già recuperato al primo fine settimana, ma il film è partito con il piede giusto: la Universal e la DreamWorks Animation proseguiranno nel ripercorrere la saga intera, anche se Sdentato non è in grado di impensierire un certo Esperimento 626...
In questa battaglia dei remake, quello di Lilo & Stitch è costretto a scendere al secondo posto, con poco più di un ulteriore milione di euro, che confluisce nel totale italiano di 19.932.000, miglior incasso dell'anno solare qui da noi. Ormai è chiaro che il film di Dean Fleischer Camp si ascrive ai rifacimenti Disney più remunerativi, evitando recenti inciampi come Biancaneve: la piccola Lilo e l'alieno cattivo solo in apparenza hanno ormai toccato nel mondo intero gli 858.372.000 dollari, quando l'intera operazione pare sia costata sui 100 milioni, stando a Deadline. Una produzione persino più economica di quella di Dragon Trainer, perché in origine pensata per lo streaming di Disney+, prima di un (a questo punto) felice dirottamento sul grande schermo.
Entra con 512.000 euro in terza posizione il revenge movie adrenalinico Ballerina di Len Wiseman (e Chad Stahelski), interpretato da Ana de Armas: spin-off di John Wick alias Keanu Reeves, che vi compare anche per benedire l'operazione, debutta nel mondo con 91.532.500 dollari. Ci vorrà del tempo per capire se il film recupererà l'investimento sui 90 milioni (Variety), cresciuto più del previsto a causa di estesi e imprevisti reshoot. Ne va della sopravvivenza del "John Wick Universe", che oltre ai primi quattro capitoli della saga ammiraglia include anche la prossima serie John Wick: Under the High Table, dopo la miniserie The Continental.
Slitta dal terzo al quarto posto Karate Kid: Legends, dove il giovane Ben Wang sviluppa straordinarie capacità nel kung fu e nel karate, grazie a due maestri d'eccezione, Jackie Chan e Ralph Macchio, cioè le due anime della storica saga. Qui in Italia è arrivato a 823.000 euro (222.300 nel fine settimana), mentre nel modo siamo a quota 90 milioni di dollari. Se il budget di 45 indicato da Deadline è una stima corretta, ha quasi recuperato i suoi costi, anche se forse ci si aspettava un responso del botteghino più pimpante.
Scivola dalla quarta alla quinta posizione Mission: Impossible - The Final Reckoning, dove Tom Cruise si congeda dal suo Ethan Hunt dopo trent'anni. Rastrellando altri 200.000 euro, raggiunge il risultato italiano di 4.093.200, parte dell'esito mondiale da 506.816.000. In sé è una cifra di tutto rispetto, anche se diverse fonti parlano di un budget mostruoso tra i 300 e i 400 milioni di dollari, che renderebbero il lavoro di Christopher McQuarrie un flop, a prescindere dall'apprezzamento del pubblico.
Il box office completo del weekend
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Hurry Up Tomorrow: trailer italiano e data di uscita del film con Jenna Ortega e the Weeknd
Arriverà nei cinema italiani come uscita evento il 23, 24 e 25 giugno Hurry Up Tomorrow, il film che segna il debutto cinematografico di The Weeknd, uno degli artisti più ascoltati al mondo.
The Weeknd, vero nome Abel Makkonen Tesfaye, è uno dei musicisti più influenti della scena internazionale, con 75 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, quattro Grammy, diciotto Billboard Music Awards e una vagonata di altri premi.
Hurry Up Tomorrow è una sorta di estensione visiva e narrativa dell’omonimo album dell’artista canadese, pubblicato lo scorso 31 gennaio e già in vetta alle classifiche FIMI, terzo capitolo della sua trilogia "After Hours" e ultimo progetto firmato con il nome d’arte The Weeknd, che Abel Tesfaye ha deciso di abbandonare. Diretto da Trey Edward Shults (quello dell'horror It Comes at Night), il film è descritto come un thriller psicologico dai toni visionari che racconta la discesa in un’odissea esistenziale e psichedelica di un musicista insonne, travolto dalla comparsa di uno sconosciuto misterioso che mette in discussione ogni certezza sulla sua identità. Al fianco di Abel Tesfaye, che come detto interpreta il ruolo del protagonista, nel film c'è Jenna Ortega, e a completare il cast troviamo anche il bravissimo attore irlandese Barry Keoghan, la cantante country Gabby Barrett e la stella dei social Charli D'Amelio.
Hurry Up Tomorrow, di cui qui di seguito trovate trailer e poster italiani, è distribuito da Notorious Pictures.
Hurry Up Tomorrow: trailer e poster del film
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Biografilm si conclude con il palmares della ventunesima edizione
Dopo dieci giorni e più di proiezioni, incontri e arti varie è giunta a conclusione la ventunesima edizione di Biografilm Festival, a Bologna, con la cerimonia di consegna dei premi delle giurie e del pubblico.
La giuria della sezione Concorso Internazionale è composta da Francesca Andreoli (presidente di giuria), Léa Pernoliet e Samina Seyed.
Il Best Film Award | Concorso Internazionale, il premio per il miglior film del concorso internazionale, è andato a Girls & Gods, di Arash T. Riahi e Verena Soltiz. La giuria assegna questo riconoscimento al film “per la sua rappresentazione poetica e potente della resistenza femminile. La presenza coraggiosa di Inna Shevchenko e la regia sensibile di Arash Riahi danno vita a un film che parla direttamente al nostro tempo. Mentre le donne iraniane e altre donne in tutto il mondo lottano per la libertà, questa storia diventa uno specchio e un appello. Radicato nello spirito di ‘Donna, Vita, Libertà’, il film è urgente, umano e profondamente commovente”.
Una menzione speciale della giuria internazionale è andata a The Last Ambassador di Natalie Halla, “per la sua profonda risonanza emotiva e la potente testimonianza dell'esilio, dell'identità e del prezzo della guerra. Girato con chiarezza e sensibilità da Natalie Halla, il film segue Manizha Bakhtiyari, ex diplomatica afghana e una delle poche donne a ricoprire una carica simile, mentre affronta lo sfollamento e il crollo della sua patria. In un momento indimenticabile, Manizha si riprende al confine con l'Afghanistan. Con voce tremante, dice che il suo Paese è così vicino, eppure così lontano e impossibile, come una mahe shabe 14, la luna piena del 14° giorno, grande, vicina, luminosa, ma lontana… Questo momento da solo dice moltissimo. Coglie il dolore della separazione, la sofferenza di assistere da fuori e la bellezza della resilienza. Riconosciamo The Last Ambassador come un'opera di coraggio umano, realizzata con compassione e forza poetica. Dà voce a chi è stato zittito e memoria a ciò che la Storia spesso dimentica”.
Il Premio Hera “Nuovi Talenti” alla migliore opera prima del Concorso Internazionale è stato assegnato a Flophouse America, di Monica Strømdahl. La giuria si è così espressa: “Siamo rimasti scossi ma anche profondamente commossi dallo sguardo diretto ma empatico che Monica Strømdahl rivolge al giovane Mikal e ai suoi genitori, mostrandoci la verità sugli emarginati nella società americana di oggi. Flophouse America ci ha colpito anche come grido universale a favore della protezione dei minori”.
Menzione speciale Hera “Nuovi Talenti” a Balomaníadi Sissel Morell Dargis. Un film che “offre uno sguardo raro e coinvolgente sul mondo nascosto dei creatori di palloni brasiliani, rivelando una tradizione ricca di bellezza, passione e senso di comunità. Con uno sguardo empatico e privo di giudizio, il film esplora come una pratica illegale diventi un atto di resistenza culturale e di appartenenza. La giuria è rimasta colpita dalla delicata rappresentazione del bisogno di espressione e libertà e dalla capacità di far luce con urgenza e grazia su un mondo incompreso”.
La giuria della sezione Biografilm Italia è composta da Lucia Tralli (presidente di giuria), Matteo Bisato e Alessandro De Bon.
Ha vinto il Best Film BPER Award | Biografilm Italia 2025, premio al miglior film del Concorso Biografilm Italia, Il Pilastro di Roberto Beani. La giuria ha voluto premiare “una storia locale che diventa universale grazie all’uso di un ricco e variegato materiale d’archivio. Il Pilastro sa raccontare il Paese valorizzando un affascinante e approfondito lavoro di ricerca e i personaggi protagonisti della vita del quartiere”.
Una menzione speciale BPER della Giuria Biografilm Italia è andata a A luci spente, di Mattia Epifani: “Un film onesto, che non cerca di trasformare il suo protagonista in quello che non è, non ne smussa gli angoli ma ne sottolinea le fragilità. Le immagini riescono a raccontare un personaggio rimasto sospeso al momento più alto della sua carriera nell’incontro che non è riuscito a vincere ma che sta continuando a combattere”.
Il Premio Hera “Nuovi Talenti” per la migliore opera prima della sezione Biografilm Italia è stato assegnato a Radio Solaire - Radio Diffusion Solare, di Federico Bacci e Francesco Eppesteingher. Per la giuria, “Radio Solaire è quel cinema che ci ricorda l’importanza dei film per arricchire la memoria con storie che altrimenti andrebbero smarrite. Il film è fedele al suo protagonista, che non si mette mai al centro ma è a servizio delle comunità a cui ha amplificato la voce. Il lavoro di Giorgio Lolli è stato opera e rivoluzione ieri, e insegnamento oggi”.
Anche quest'anno è stato assegnato il Premio Manifesto al migliore film di Contemporary Lives dalla giuria formata da rappresentanti di alcune realtà che si distinguono sul territorio per l’impatto sociale dei progetti che portano avanti. Nello specifico, Lydia Buchner (Associazione Oltre), Lara Conte (Casa delle donne per non subire violenza di Bologna), Valentina Corona (Extinction Rebellion), Dani Bettini (Gruppo Trans), Suraya Aktur (Next Generation Italy), Valentina Bazzarin (Period Think Tank), Stefano Forlivesi (Plat), Mariana E. Califano(Resistenza in Cirenaica).
La giuria ha assegnato il premio a De la guerre froide à la guerre verte (Green Is the New Red), di Anna Recalde Miranda, per “la capacità di raccontare il carattere intersezionale delle lotte contemporanee partendo dall'attivazione della criminalizzazione dell'attivismo ecologista in America Latina. Una testimonianza che da una dimensione personale si trasforma in una narrazione collettiva; stimolando delle riflessioni su come i confini nazionali non esistano nello sfruttamento capitalista e sulla necessità di ripensare le categorie di pensiero con cui viviamo il contemporaneo”.
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domenica 15 giugno 2025
I migliori film visti al Tribeca Festival 2025
Ancora una volta il Tribeca Festival 2025 ha confermato la crescita degli ultimissimi anni per quanto riguarda la qualità media dei lungometraggi selezionati nelle varie sezioni. Adesso resta da vedere quanti dei lavori presentati al festival di cinema “indipendente” newyorkese riusciranno a trovare posizionamento nelle sale e riconoscimento da parte di critica e pubblico.
I migliori film visti al Tribeca Festival 2025 (ordine alfabetico)
- Dog of God
- Everything’s Going to Be Great
- In Cold Light
- Inside
- Pinch
- Re-Creation
- Rosemead
- Tow
Dog of God
Il cinema d’animazione lettone sembra vivere un momento artistico a dir poco di grazia. Dopo il successo di Flow di Gints Zilbalodis, con tanto di Oscar per il miglior film d’animazione, adesso nella sezione Escape from Tribeca è stato presentato il potente Dog of God, diretto da Lauris e Raitis Abele. Ambientato nel XVII Secolo in un piccolo villaggio di confine, il film è un arthouse horror che si poggia su uno stile di animazione tanto classico quanto sperimentale nelle soluzioni visive, arrivando a colpire lo spettatore con un turbine di immagini vibranti, talvolta violentissime, montate per suscitare un senso di spaesamento e oppressione senza dubbio efficaci. Dog of God gioca con gli archetipi del genere, mescolando Lovecraft e Poe, la caccia alle streghe e il bigottismo religioso, il peccato e la redenzione attraverso il libertinismo. Insomma c’è davvero di tutto nel film degli Abele, mescolato con un’audacia e una libertà ammirevoli, che arrivano a creare un labirinto narrativo non sempre comprensibile ma totalmente affascinante, anche nelle scene in cui si fa più estremo. Dog of God quasi sicuramente non raggiungerà i circuiti mainstream che invece Flow ha saputo conquistare, ma rimane un altro esempio fulgido e ammirevole di una cinematografia che sta evidenziando una notevole rivoluzione artistica.
Everything’s Going To Be Great
In Everything’s Going To Be Great lo sceneggiatore Steven Rogers dopo Tonya ha messo nuovamente a disposizione di Allison Janney una sceneggiatura che ne sapesse esaltare le doti di attrice già elevatissime. E lei lo ha ripagato con una prova dolceamara di qualità e solidità come sempre ammirevoli. Se poi al cast aggiungiamo un altro dei migliori caratteristi contemporanei, ovvero Bryan Cranton, e a supporto il sempre efficace Chris Cooper, ecco che il gioco è praticamente fatto. Al regista Jon S. Baird non restava che mettere in scena la storia e personaggi lavorando su quel ritmo particolare che permette di mixare commedia e dramma con coerenza. Grazie a tutti questi elementi Everything’s Going To Be Great, storia di una famiglia a dir poco anticonvenzionale che alla fine degli anni ‘80 si gioca tutto per poter vivere il sogno di produrre teatro, si rivela un lungometraggio delizioso, a tratti commovente, forse non originalissimo ma senza dubbio ottimamente orchestrato. Presentato nella sezione Spotlight Narrative, il film di Baird di ha finalmente regalato la possibilità di vedere recitare insieme per la prima volta due dei nostri interpreti preferiti in assoluto, quando parliamo di cinema (e soprattutto televisione) degli ultimi trent’anni. La Janney e Cranston ci regalano duetti che testimoniano in pieno la loro abilità di dare profondità e credibilità a esseri umani comunissimi, qualità che soltanto gli attori più raffinati hanno posseduto in passato, e sempre più raramente posseggono.
In Cold Light
A partire dal cult-movie It Follows (di cui aspettiamo con trepidazione l’imminente sequel) Maika Monroe è diventata una delle “Scream Queens” dei nostri tempi. In attesa di vederla ampliare il proprio repertorio verso altri generi, l’attrice californiana ha saputo sfruttare al meglio il suo stile di recitazione e la sua presenza scenica quasi arcigna scegliendo in questi anni ruoli a lei calzanti. E questo vale anche per il durissimo In Cold Light, crime-thriller di Maxime Giroux. Nel film la Monroe interpreta Ava, una spacciatrice e tossicodipendnete appena uscita di prigione che si ritrova immediatamente nei guai quando il fratello gemello viene assassinato davanti ai suoi occhi e lei diventa l’indiziata principale dell’omicidio. Ambientato in un'America di confine spaventosa e sempre pronta a sprigionare violenza, In Cold Light è un film di genere perfettamente calibrato, ricco di tensione a realizzato sfruttando al meglio il minimalismo disperato dell’ambientazione. Nel cast anche due premi Oscar, ovvero un poderoso Troy Kotsur ed Helen Hunt in un cameo di valore. In Cold Light è senza dubbio uno dei migliori film visti a questa edizione del Tribeca Festival.
Inside
Anche se non originalissimo, il film carcerario Inside diretto da Charles Williams e inserito nella sezione Spotlight Narrative possiede il dono della solidità e della precisione nella definizione delle psicologie dei protagonisti. La parte del leone nel film non poteva che farla un enorme Guy Pearce, che lavora sui sottotoni per dipingere una figura in chiaroscuro davvero preziosa. Il suo Warren Murfett, carcerato da decenni e ormai abituato a districarsi al meglio dentro i labirinti pericolosi della prigione, è una figura dalle mille sfumature, che l’attore esplora con una prova talmente realistica di risultare a tratti respingente. Ma Inside ci regala anche un potente Cosmo Jarvis (Shogun) in un ruolo davvero complesso e ambiguo, recitato con trasporto e discreta precisione. Il resto è cinema carcerario classico, sia nella trama che nelle atmosfere. Il che non significa necessariamente risaputo o peggio ancora noioso. Tutt’altro: Inside mantiene una tensione sommessa ma in crescendo, che culmina in maniera forse troppo scontata ma rimane tutto sommato efficace per la progressione narrativa che era stata precedentemente costruita. Rimangono comunque impresse nella memoria le prove di Pearce e Jarvis, a cui si accompagna il giovane protagonista Vincent Miller.
Pinch
La sezione International Narrative Competition del Tribeca Festival ha presentato il convincente Pinch, di nazionalità indiana. Al centro della vicenda si trova una giovane donna che vuole diventare una blogger e viaggiare il mondo nonostante la disapprovazione della madre. Quando però rimane vittima di un episodio di abuso da parte dello “zio” Rajesh, Maitri decide di non rimanere in silenzio pur rischiando di gettare nel disonore la sua intera famiglia. La ribellione all’omertà e alle leggi sociale scioviniste avverrà a modo suo, tra insicurezze e qualche errore di giudizio…Diretto, scritto (con Adam Linzey) e interpretato nel ruolo della protagonista, il film di Uttera Singh è alla base un melodramma di denuncia sociale che però in maniera sorprendente e fresca possiede in più di un momento i toni e il ritmo della commedia. L’inizio è lieve e spiritoso, e anche quando la vicenda si fa maggiormente complessa qua e là soltanto momenti di leggerezza che rendono Pinch un film interessante, se non addirittura gradevole. La Singh ha il coraggio di parlare di temi seri con disinvoltura, allontanandosi volutamente dal melodramma, al contrario cercando proprio l’effetto opposto per non vittimizzare eccessivamente il personaggio principale. Il risultato è senza dubbio riuscito, e il lungometraggio si fa seguire con attenzione regalando più di uno spunto degno di analisi.
Re-Creation
Jim Sheridan ha scritto pagine importanti, se non fondamentali, di cinema britannico a partire dalla fine degli anni ‘80, con film pluripremiati quali Il mio piede sinistro, In the Name of the Father - Nel nome del padre e The Boxer. Poi si è perso nel dimenticatoio di quella schiera di registi che non sono probabilmente riusciti a rimanere al passo coi tempi di un cinema in continua trasformazione. Ma è davvero un piacere vederlo ritornare grintoso e schierato grazie a Re-Creation, nella sezione Spotlight Narrative. Il regista riprende lo schema classico creato da Sidney Lumet ne La parola ai giurati e lo adopera per un film che mette in scena un processo mai esistito, quello al giornalista Ian Bailey, accusato di aver brutalmente assassinato al filmmaker francese Sophie Toscan du Plantier. Re-Creation è senza alcun dubbio un film a tema, schierato e realizzato con un’idea di cinema magari anche leggermente polverosa, ma senza dubbio ancora efficace. Anche perché Sheridan toglie la retorica di fondo e fa del confronto/scontro tra i giurati un momento di cinema acido, quasi spietato, in cui Vicky Krieps interpreta un ruolo tutt’altro che empatico pur essendo il centro catalizzatore della storia. Insomma, Re-Creation conferma la voglia di Sheridan di continuare imperterrito il suo discorso impegnato con un film che desta interesse. Nel cast anche un silenzioso ma sempre carismatico Colm Meaney.
Rosemead
Bel dramma familiare si è rivelato Rosemead, presentato nella sezione US Narrative Competition. Al centro della vicenda ambientata nella comunità cinese della San Gabriel Valley - a Nord-Est di Los Angeles, tanto per intenderci - si trova Irene (Lucy Liu), donna malata in maniera molto seria che dopo la morte improvvisa del marito deve gestire l’attività familiare ma soprattutto i problemi relativi al figlio adolescente Joe (Lawrence Shou), il quale soffre di schizofrenia. L’aggravarsi della situazione, sia legata alla propria salute che alle condizioni del figlio, getta Irene in un vortice di disperazione da cui appare quasi impossibile uscire. Ispirato da una vicenda realmente accaduta, il film diretto dall’esordiente Eric Lin possiede una progressione narrativa ben cadenzata, che evita sapientemente di scivolare nel melodramma accentuato. La sceneggiatura scritta dal regista insieme a Marilyn Fu propone la giusta tensione drammatica, e soprattutto personaggi di spessore, in particolar modo quello interpretato da una sorprendente Lucy Liu. In questo modo si partecipa alla condizione di dolore di Irene senza che si arrivi mai al pietismo gratuito, una qualità difficile da sviluppare in questo tipo di cinema volutamente minimalista. Se il buongiorno si vede dal mattino, Di Eric Lin e Marilyn Fu potremmo sentir parlare nuovamente nel prossimo futuro, la loro collaborazione in Rosemead ha funzionato senza riserve.
Tow
Poteva essere un dramma Tow (Spotlight Narrative) vista la vicenda realmente accaduta, ma la protagonista e co-produttrice Rose Byrne riesce a regalargli il dono piuttosto azzeccato della leggerezza, soprattutto perché parla di persone e fatti realmente seri. La storia è infatti quella di Amanda Ogle, che da qualche mese dorme nella sua automobile vecchia di oltre vent’anni. Quando la macchina le viene rubata e ritrovata, la donna inizia un calvario giudiziario per riaverla indietro senza dover pagare multe e tasse assurde. Nel frattempo inizia a vivere in un rifugio per senzatetto, circondata da altre donne che condividono con lei un’esistenza non certo agevole. Ma la forza di lottare per quello che ritiene giusto costituirà per Amanda la spina dorsale della sua affermazione come essere umano. Stephanie Laing dirige Tow con mano sicura, alternando con la dovuta grazia dramma umano e momenti di comicità principalmente di situazione. Il risultato finale è gradevole senza essere melenso, robusto nel messaggio senza diventare retorico. Accanto a una Byrne come sempre efficace troviamo anche uno spigliato Dominic Sessa, Octavia Spencer, Demi Lovato e Ariana DeBose, a completare un cast di spessore che impreziosisce senza alcun dubbio il risultato finale. Film realizzato con intelligenza e cuore, che merita di essere visto e apprezzato.
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Avatar, James Cameron sui Na'vi: la grazia felpata, la lingua musicale, la danza felina di Zoe Saldana
James Cameron ha dedicato quasi tutta la vita ad Avatar, creando, grazie alla sua fervida immaginazione, un mondo in cui ci siamo rifugiati per scappare dalle asprezze del nostro, proprio come fa nel film capostipite Jake Sully, l'ex marine invalido interpretato da Sam Worthington. Il primo abbozzo di sceneggiatura di Avatar risale alla metà degli anni '90, mentre l’ultimo capitolo della saga, e cioè Avatar 5, arriverà nelle sale il 19 dicembre 2031, quindi i film sono andati di pari passo con le evoluzioni della tecnologia. Il regista ha lavorato alacremente e non si è perso d’animo nemmeno quando imperversava la pandemia di Covid. Grazie agli account social legati al film, abbiamo seguito la lavorazione di Avatar 2 e Avatar 3, e abbiamo visto il cast intento a recitare, riposarsi e cimentarsi in diverse prodezze.
Della passione di James Cameron per Avatar ha parlato lui stesso durante la masterclass che ha tenuto qualche giorno fa in collegamento con il Museo del Cinema di Torino. Il regista doveva venire in Italia a ricevere il Premio Stella della Mole e a visitare la mostra The Art of James Cameron che il museo ospita da febbraio. Gli impegni di lavoro non gli hanno consentito di lasciare la Nuova Zelanda, dove sta girando Avatar 4, ma di buon mattino ha cliccato su un link Zoom ed è apparso sui monitor dei nostri computer. Della masterclass, moderata dal direttore del museo Carlo Chatrian potete leggere qui, mentre oggi abbiamo deciso di soffermarci su Pandora, sull'origine dei Na 'vi e sulla creazione di Neytiri, il personaggio interpretato da Zoe Saldana.
Avatar: l'origine dei Na'vi
Se il primo Avatar è uscito nel dicembre del 2019 (in Italia nel gennaio del 2010), Avatar 2 - La via dell’acqua è arrivato in sala a fine 2023. Avatar - Fuoco e Cenere conquisterà i cinema il 19 dicembre del 2025, Avatar 4 il 21 dicembre 2029 e Avatar 5, come già detto, il 19 dicembre 2031.
L'aspetto dei Na'vi
Quando abbiamo cominciato a pensare a come sarebbero stati i Na'vi, i miei collaboratori hanno iniziato a mostrarmi immagini di rettili, pesci, anfibi, che però mi convincevano fino a un certo punto, anche se poi ho preso ispirazione dalle creature marine e persino dai dinosauri. Un giorno mi sono detto: 'Devo pensare a qualcosa che sia diverso dagli esseri umani ma che in un certo senso li ricordi'. Così ho deciso che i Na'vi dovevano avere gli occhi grandi. Neytiri, se ci pensate, non è bellissima, ma le proporzioni del suo viso sono perfette: la distanza fra gli occhi e fra il naso e la bocca. E tuttavia le dimensioni dei suoi lineamenti sono più grandi di quelle umane, ma non tanto più grandi, perché desideravo che avesse qualcosa di differente da noi che risultasse al contempo molto attraente. Inoltre, la bocca dell'attore doveva essere la bocca del personaggio, anche se la parte superiore del viso era allungata, così come le orecchie e il collo. Se ho scelto Zoe Saldana per il ruolo, è perché è molto felina nei movimenti. Insieme a Zoe abbiamo sviluppato ulteriormente Neytiri, in modo che fosse modellata su di lei.
I movimenti dei Na'vi e di Neytiri
Volevamo che i Na'vi si muovessero in un modo che non fosse totalmente umano, quindi abbiamo sviluppato per Zoe Saldana una postura e una maniera di muoversi molto particolari. Neytiri e gli altri Na'vi non si siedono per terra, se ci fate caso, ma si accovacciano come un gatto. Volevamo avere un repertorio preciso dei loro movimenti ed è stato un lavoro che ha richiesto del tempo, dopodiché abbiamo ideato una lingua e una pronuncia per gli abitanti di Pandora. Zoe Saldana, come sapete, viene da un paese di lingua spagnola, quindi ha dovuto anche imparare l'inglese, e la sua pronuncia è alla base della lingua dei Na'vi. Zoe, inoltre, aveva fatto la ballerina, quindi si muoveva con la grazia di certi felini. Abbiamo fatto tantissime prove, prima di passare al processo di performance capture, perché, quando ci si arriva, tutto dev'essere stato completato: tanto i movimenti del volto quanto del corpo, e quindi la cosa importante è che ci sia una coerenza nei movimenti dell'attore o dell'attrice, che nel nostro caso erano una danza.
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La Pellicola d'Oro: tutti i vincitori della XV edizione del premio agli artigiani del cinema e delle serie TV
Organizzata dall’Associazione Culturale S.A.S. Cinema, presieduta dallo scenografo e regista Enzo De Camillis, la XV edizione de La Pellicola d’Oro ha celebrato ieri l’eccellenza artigiana del cinema italiano nella cornice elegante di Via Veneto a Roma. Dopo la cerimonia delle nomination e dei premi speciali, svoltasi a maggio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la serata ha visto una platea di professionisti, giornalisti e fotografi di fronte al palco calcatato dai grandi nomi del settore.
La conduzione di Sabina Stilo e Beppe Convertini ha scandito i riconoscimenti dedicati a mestieri fondamentali dell’audiovisivo. Tra gli ospiti illustri,’Paolo Sorrentino ha ritirato il premio Miglior Film per Parthenope, consegnato da studenti e docenti della scuola CineTv Rossellini e accolto dall’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Applausi anche per Stefania Sandrelli, Enrico Montesano e Armando Grottesi (inventore del Dolly). Il miglior attore è stato assegnato a Tommaso Ragno (Vermiglio) e Carmine Recano (Mare Fuori 4), premiati dall’esperta Cristina Bolla. Tra le attrici la statuetta è andata a Serena Rossi per Il treno dei bambini, mentre la sezione Fiction ha incoronato Lunetta Savino (Libera), premiata da Mariano Angelucci.
Ospiti e addetti ai lavori, tra cui Lina Sastri, Nadia Rinaldi, Francesca Via (Presidente Festa del Cinema di Roma), Stefano De Sando e tanti altri, hanno celebrato l’arte degli artigiani del cinema. La banda della Marina ha impreziosito la manifestazione con momenti musicali emozionanti diretti dal Capitano Antonio Barbagallo. L’evento ha visto il sostegno di numerosi enti e partner: MiC, Regione Lazio, Roma Capitale, Cinecittà, Rai Fiction, Rai Cultura e molte realtà industriali e associative del mondo cinematografico.
La Pellicola d'Oro 2025: tutti i vincitori
CAPO MACCHINISTA
Cinema
Fabrizio Diamanti per Conclave
Fiction/Serie
Flaviano Ricci per Il Re 2
EFFETTI SPECIALI
Cinema
Fabio Traversari per Parthenope
Fiction/Serie
Pasquale Catalano per Hanno Ucciso l’Uomo Ragno
DIRETTORE DI PRODUZIONE
Cinema
Claudia Cravotta per Berlinguer - La grande ambizione
Fiction/Serie
Barbara Busso per Vita da Carlo 3
CAPO ELETTRICISTA
Cinema
Roberto Bianchi per Napoli – New York
Fiction/Serie
Daniele Verdenelli per The Decameron
ATTRICE PROTAGONISTA
Cinema
Serena Rossi per Il treno dei bambini
Fiction/Serie
Lunetta Savino per Libera
STORYBOARD ARTIST
Cinema
Cristiano Donzelli per Conclave
Fiction/Serie
Marco Valerio Gallo per Briganti
ATTREZZISTA DI SCENA
Cinema
Stefano Carbonaro per Il Treno dei Bambini
Fiction/Serie
Riccardo Passanisi per Vita da Carlo 3
SARTORIA CINETEATRALE
Cinema
Il Costume per Napoli New York
Fiction/Serie
Tirelli per La Legge di Lidia Poet 2
MIGLIOR ATTORE
Cinema
Tommaso Ragno per Vermiglio
Fiction/Serie
Carmine Recano per Mare Fuori 4
SARTA DI SCENA
Cinema
Alina Pascaru per Il Treno dei Bambini
Fiction/Serie
Antonella Bachini per Citadel: Diana
OPERATORE DI MACCHINA
Cinema
Daria D’Antonio per Parthenope
Fiction/Serie
Emiliano Canevari Intoppa per Vita da Carlo 3
MAESTRO D’ARMI
Cinema
Franco Maria Salamon per Enea
Fiction/Serie
Diego Guerra per Dostevskij
CAPO COSTRUTTORE
Cinema
Simona Balducci per Conclave
Fiction/Serie
Gianluca Franculli per Il Re 2
EFFETTI SONORI
Cinema
Tullio Arcangeli per Il Treno dei Bambini
Fiction/Serie
Luca Anzellotti per Citadel: Diana
CAPO PITTORE DI SCENA
Cinema
Paola Sforzini per Conclave
Fiction/Serie
Glauco Isidori per The Decameron
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