Prima di Peaky Blinders e Oppenheimer, Cillian Murphy aveva alle spalle una lunga lista di film ed interpretazioni più o meno fortunate. Tra queste, c'è Red Eye (2005). Il thriller firmato da Wes Craven è uscito nello stesso anno di Batman Begins, in cui la star irlandese presta il volto al villain Spaventapasseri. Red Eye, seppur infinitamente meno noto del primo capitolo della trilogia di Christopher Nolan, è molto amato dai fans dell'attore 47enne. Quest'ultimo, al contrario, lo cancellerebbe volentieri dalla propria filmografia.
La protagonista del thriller è Lisa (Rachel McAdams), giovane dirigente di un albergo di lusso a Miami, nonché figlia del direttore. Un giorno, mentre aspetta un volo per tornare in Florida, fa amicizia con l'affascinante Jackson (Cillian Murphy), che sembra flirtare piacevolmente con lei. Una volta sull'aereo, i due scoprono di avere il posto uno accanto all'altra. Un segno del destino... oppure no? Il giovane, di lì a poco, rivela a Lisa di essere un terrorista pronto a uccidere un politico e la sua famiglia che alloggiano proprio nel suo albergo. Se la ragazza non farà ciò che dice, anche suo padre (Brian Cox) morirà. Riuscirà Lisa ad arrivare a terra sana e salva e, soprattutto, a fermare il pericoloso assassino?
In linea di massima, il film ha riscosso un discreto successo di critica. Niente male anche al box office: Red Eye, infatti, ha incassato quasi 100 milioni di dollari. L'unico ad essere scontento del risultato, probabilmente, è proprio Cillian Murphy. Intervistato da GQ, l'attore ha affermato che, probabilmente, ad aver colpito i fans è il dualismo del suo personaggio. Quel passare in modo repentino da affascinante corteggiatore a spietato criminale pronto a tutto.
Certamente, dopo averlo visto nei panni di Spaventapasseri, gli ammiratori hanno avuto la conferma della versatilità di Murphy e di quanto profondamente riuscisse a calarsi nel ruolo dell'antagonista, dipingendone in modo convincente ogni sfumatura. Tuttavia, malgrado si sia divertito a girare il film e abbia adorato recitare con Rachel McAdams, l'attore non ha una grande considerazione per la pellicola di Wes Craven.
Non penso che sia un bel film. È un buon film di serie B.
In un'intervista rilasciata nel 2021, l'interprete di Tommy Shelby ha spiegato che Red Eye è arrivato in un particolare momento della sua vita. Una fase in cui aveva difficoltà a rivedere i film che interpretava, poiché si sentiva a disagio. Questo ha influenzato anche il giudizio rispetto alla sua performance nel thriller.
La risposta onesta è che non vedo quel film da quando è uscito, tipo 15 o 16 anni fa, in qualsiasi momento. Penso anche che, quando ero un attore più giovane, ero davvero, davvero duro con tutto ciò che ero.
E ancora: "Odiavo guardarmi. Odiavo vedermi sullo schermo. Ricordo che quando l'ho visto [Red Eye, ndr] ho pensato: 'Oh, è una specie di film di serie B. Rachel McAdams è eccellente.' Ma non pensavo di aver dato una performance molto convincente".
Con la maturità Cillian sarà diventato meno severo con se stesso? Sicuramente le sei collaborazioni con Christopher Nolan avranno giovato alla sua autostima. Soprattutto se consideriamo che l'ultima, il già citato Oppenheimer, gli è valsa la prima nomination della sua carriera al Premio Oscar come Migliore Attore Protagonista.
from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/iVq0k7v
via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Nessun commento:
Posta un commento