Quasi 10 anni separano Hungry Hearts da Finalmente l'alba, 10 anni in cui Saverio Costanzo ha lavorato per la televisione, firmando per esempio la regia de L'amica geniale. Nel frattempo non siamo diventati persone migliori, perché la morte di un innocente ormai non fa notizia né ci turba particolarmente, a meno che non si tratti di un efferato omicidio o della scomparsa di un personaggio celebre.
Proprio da questi pensieri sull'umanità nasce il poetico e suggestivo racconto tutto in una notte che ha riportato Costanzo su un set cinematografico. C'è sempre Alba Rohrwacher davanti alla sua macchina da presa, ma il personaggio di Alida Valli che l'attrice interpreta è lontano dalla madre instabile del film con Adam Driver. E se in quel caso i protagonisti rimanevano per lo più confinati fra le quattro mura di casa, qui la città di Roma si ritaglia un ruolo importante, facendo da sfondo a una doppia perdita dell'innocenza.
In uscita oggi, Finalmente l'alba è una riflessione sul cinema come fabbrica dei sogni. C'è anche un fatto di cronaca alla base del film, e c'è un sublime cast internazionale: accanto alla "nostra" Rebecca Antonacci recitano Lily James, Willem Dafoe e Joe Keery alias Steve Harrington di Stranger Things.
Finalmente l'alba: la trama e il trailer
Finalmente l'alba racconta la favolosa nottata di una ragazza di nome Mimosa, che ha accompagnato la sorella a fare un provino come comparsa a Cinecittà, dove stanno girando un kolossal americano ambientato nell'antico Egitto. Mentre sta curiosando fra i camerini, Mimosa incontra per caso la star del film Josephine Esperanto, che, affascinata dalla ragazza, prima la vuole sul set e poi la porta con sé al ristorante e a una festa a Capocotta, a casa di un untuoso marchese che offre agli invitati champagne e cocaina. Con la diva, ci sono l'attore protagonista Sean Lockwood e il produttore Rufus Priori. Insieme a loro Mimosa avrà il suo personalissimo romanzo di formazione.
Finalmente l'alba: la storia vera alla base del film
Come per Hungry Hearts, è la realtà a ispirare prima la penna e poi la cinepresa di Saverio Costanzo, che dedica Finalmente l'alba a suo padre Maurizio. Quando il film era solamente un'idea, questa idea era la cronaca della morte per annegamento della ventunenne Wilma Montesi, che l'11 gennaio del 1953 fu trovata senza vita sulla spiaggia di Torvaianica. Il caso fece scalpore perché, nel corso delle indagini, vennero coinvolti personaggi di spicco della scena politica e mondana della capitale, in primis il musicista jazz Piero Piccioni, fidanzato di Alida Valli e figlio di Attilio Piccioni, Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri. Le indagini furono riaperte più volte, mentre l’opinione pubblica guardava con disappunto l’aristocrazia nera e gaudente e biasimava la corruzione della classe politica.
Per Saverio Costanzo Wilma è diventata Mimosa, una ragazza come tante abbacinata dalla luce delle stelle del firmamento cinematografico ma devota alla famiglia. Attraverso i suoi occhioni blu, e senza necessariamente giudicare, il regista ha voluto che contemplassimo, prima incuriositi e poi sgomenti, l'inquietante spettacolo di un pugno di star instabili, egocentriche, lunatiche e a tratti perfino crudeli.
Mimosa, che ripete: "Devo anda’ a Roma", è insomma più autentica dei fantocci che le si agitano attorno sorseggiando bollicine e che, specchiandosi in lei, si vedono senza maschera. Perché Mimosa è vera come la vita, mentre Josephine Esperanto e Sean Lockwood sono il sogno, ma un sogno di cartapesta, vuoto e finto, e allora la prima perdita dell’innocenza coincide con la disillusione di chi ha sempre creduto di poter dimenticare le incertezze del presente lasciandosi andare alla visione di un film.
Hollywood sul Tevere
Finalmente l'alba racconta un'epoca della storia del cinema molto affascinante: l'epoca della Hollywood sul Tevere. Negli anni '50 e '60, gli studi di Cinecittà conobbero un grande splendore e una straordinaria prosperità. Gli americani, che avevano contribuito a liberare l’Italia dal nazifascismo, tornavano per fare il cinema e narrare storie lontane dalle tristi vicende di Roma città aperta, Germania Anno Zero e Ladri di biciclette. E sulla via Tuscolana era possibile trovare l'antica Roma l’Egitto, la Grecia e perfino la Bibbia.
Se si parla di Hollywood sul Tevere, invece che di Hollywood a Cinecittà, è perché Roma, a metà del secolo scorso, era un set a cielo aperto. Le star atterravano all'aeroporto di Ciampino, dove le aspettavano decine di paparazzi, e la sera passeggiavano per Via Veneto, per poi infilarsi nei locali alla moda e fare le ore piccole. I facoltosi "americans" adoravano l'Italia e lasciavano volentieri la California a favore della città eterna: fra questi c’era William Wyler, che proprio nel 1953 girò Vacanze romane, con Audrey Hepburn e Gregory Peck che mangiavano un gelato sotto Trinità dei Monti, che poi è la quinta naturale della scena più bella e suggestiva di Finalmente l'alba. Ancora 7 anni e Anita Ekberg, su richiesta di Federico Fellini, sarebbe entrata nella Fontana di Trevi, nella sequenza più celebre de La dolce vita. E a proposito di Fellini, è a Giulietta Masina e alla sua femminilità sofisticata e non convenzionale che Costanzo ha pensato quando ha scelto Rebecca Antonacci.
Finalmente l’alba è un film raffinato, che non guarda solamente al passato. Da romanzo di formazione, è proiettato anche verso il futuro, quello che la protagonista magari affronterà a testa alta dopo una notte inebriante e quasi magica. E se nella fiaba di Cenerentola, a mezzanotte spaccata, la protagonista si ritrova vestita di stracci, per Mimosa, nonostante l'abito rosso, l’incanto finisce con l’arrivo del giorno e la seconda perdita dell’innocenza.
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