Anche quest'anno, mentre i film candidati continuano senza motivo a essere 10, restano la metà (più uno, quest'anno) i registi scelti per concorrere all'Oscar. Il che, se ci pensiamo, è quanto meno una contraddizione, perché la riuscita di un film, commerciale o meno, si deve proprio alla “bacchetta” del regista, vero e proprio direttore d'orchestra che fa in modo che i moltissimi reparti che vanno a comporre il prodotto finale suonino all'unisono. Tra chi è stato dietro la macchina da presa di cinque dei dieci film candidati, ecco dunque chi si contenderà la statuetta nella notte della 95esima edizione degli Academy Awards, familiarmente detti Oscar, il 12 marzo al Dolby Theater di Los Angeles.
Oscar 2023: i cinque candidati per la miglior regia
- Steven Spielberg per The Fabelmans
- Ruben Östlund per Triangle of Sadness
- Daniel Kwan e Daniel Scheinerts per Everything Everywhere All at Once
- Todd Field per TÁR
- Martin McDonagh per Gli spiriti dell'isola
Steven Spielberg: nomination Oscar 2023 per The Fabelmans
76 anni, autore di film rimasti nella storia del cinema e di blockbuster inarrivabili, con qualche fiasco all'attivo: tra tutti i candidati all'Oscar di quest'anno, Steven Spielberg è non solo il più anziano, ma anche il regista che più rappresenta Hollywood come industria dell'entertainment. Però, stranamente, questa non l'ha ricoperto di riconoscimenti. Con The Fabelmans Spielberg colleziona 22 nomination (incluse quelle come produttore e sceneggiatore), 9 se consideriamo quelle per la regia, ma solo 2 vittorie come miglior regista: per Schindler's List e Salvate il soldato Ryan, a nostro avviso film superiori a quelli realizzati in seguito. La candidatura di quest'anno per un film dalle 7 nomination, segue quella, generosa, per ila sua versione di West Side Story l'anno scorso, ma dubitiamo che riesca a portare a casa un'altra statuetta, anche se il suo film (semi)autobiografico contiene abbastanza retorica sulla salvifica settima arte, da far palpitare i cuori dei suoi pari (non i nostri, notoriamente di pietra). Le possibilità di Spielberg di aggiudicarsi la statuetta per la regia ci sembrano non altissime, ma chissà, l'Academy potrebbe riservar(ci)gli una sorpresa.
Ruben Östlund nomination Oscar 2023 per Triangle of Sadness
L'outsider dell'anno è sicuramente lo svedese Ruben Östlund, candidato per Triangle of Sadness, Palma d'Oro a Cannes (la seconda dopo quella per The Square), che arriva agli Oscar con tre nomination importanti (film, regia e sceneggiatura). Ma al di là del consenso della critica per questa storia satirica, divertente e decisamente “outrageous”, dubitiamo che si vada oltre, anche se ci fa piacere che il suo talento venga riconosciuto anche oltreoceano. Durante la conferenza stampa di Cannes il regista ha detto, parlando del suo bel film: “Volevamo creare una sorta di montagne russe per adulti, qualcosa di divertente, buffo e impegnativo al tempo stesso, che utilizzasse il cinema come dovrebbe essere usato, ovvero fare un'esperienza collettiva, che ti faccia chiedere quando esci dal cinema 'ma che è successo? e ti dia qualcosa di cui parlare”. E di questo e dei suoi film futuri se ne parlerà molto, Oscar o non Oscar, anche se vederlo salire sul palco sarebbe una vera sorpresa.
Daniel Kwan e Daniel Scheinert nomination Oscar 2023 per Everything Everywhere All at Once
E poi ci sono loro, i Daniel, ovvero Daniel Kwan e Daniel Scheinert, l'incredibile fenomeno di questa stagione, che col loro lisergico, citazionista e creativo film di fantascienza, dalla morale un po' banale e terribilmente lungo, Everything Everywhere All at Once (ben 11 ricordiamo, undici candidature) si sono guadagnati un posto in Paradiso dopo una carriera di video musicali e il film col cadavere scorreggione di Daniel Radcliffe Swiss Army Man (se volete, qua la nostra recensione). Noi siamo, come scriverebbero gli sceneggiatori di Boris, F4 ovvero basiti, per tanto successo, che ci sembra un tantino esagerato. Agli Independent Spirit Awards questo film targato A24 (che si avvia a diventare una vera major) ha vinto in tutte le maggiori categorie. Sicuramente gli autori hanno beneficiato del clima pro-inclusivity di Hollywood, del ritorno miracoloso al cinema dell'ex attore bambino Ke Huy Kuan (bravissimo, per carità) e della performance dell'icona del cinema di Hong Kong (che tanto ci manca) Michelle Yeoh. Alziamo le mani di fronte alla maggioranza, ma se qualcuno merita un Oscar, in questo caso, è il montatore Paul Rogers, che per un lavoro tanto impegnativo di certo non ha avuto la nostra ridotta capacità di concentrazione. Per i bookmaker, comunque, i due Daniel sono ultrafavoriti.
Todd Field nomination Oscar 2023 per TÁR
Per TÁR, un film impegnato, denso e bello impegnativo (per quanto lungo come gli altri: sembra quasi che oggi per avere successo ed essere notati sia d'obbligo sfiorare o superare le due ore e trenta di durata), Todd Field, ex attore diretto in passato da Woody Allen e Stanley Kubrick, ha ricevuto la sua prima nomination come miglior regista, dopo quelle per la sceneggiatura (e miglior film) di In the Bedroom e Little Animals. Field ritorna alla regia dopo 15 anni e fa subito centro. Sei in totale le candidature per il film, per cui il regista è stato premiato ai BAFTA e che ha al centro una storia di potere, raccontata coi ritmi di una partitura musicale (Field è anche un apprezzato musicista). Le sue chance di portare a casa l'Oscar in questo caso ci sembrano minime, anche se qualcuna delle sei candidature del film potrebbe concretizzarsi (chissà se Cate Blanchett, come al solito stratosferica, la spunterà su Michelle Yeoh tra le attrici?).
Martin McDonagh nomination Oscar 2023 per Gli spiriti dell'isola
Infine, last but not least, un altro regista europeo dopo Ostlund: è nato a Londra, ma ha il cuore in Irlanda, terra dei suoi genitori, il drammaturgo e sceneggiatore Martin McDonagh, autore del film che abbiamo preferito tra tutti i candidati, Gli spiriti dell'isola. Non è la sua prima volta agli Oscar, che ha vinto nel 2006 per il miglior cortometraggio con Six Shooter, ma lo è per la nomination come miglior regista, dopo quelle come sceneggiatore per Tre manifesti a Ebbing, Missouri, categoria per cui ne ottiene una anche quest'anno. McDonagh è un grande regista di attori: per Tre manifesti, Frances McDormand e Sam Rockwell vinsero l'Oscar e i protagonisti di Gli spiriti dell'isola sono tutti candidati. Ma le sue chance di aggiudicarsi l'Oscar per la regia per questo film incredibilmente poetico e potente, sono secondo gli analisti di poco superiori a quelle di Todd Field, che non ha molte speranze. A meno di un clamoroso ribaltamento di fronte dell'ultima ora, o di qualcuno che legga il nome sbagliato, è davvero improbabile che lo zio Oscar finisca nelle sue mani.
Comunque vada, è bene ricordare che gli Oscar, per quanto considerati il premio più prestigioso al mondo, non sono un'indiscutibile garanzia di qualità, per cui il modo migliore per viverli divertendosi è vederli come un gioco, magari tifando per i nostri preferiti, ma senza scandalizzarsi se rimarranno a mani vuote.
(foto di Steven Spielberg da Wikimedia Commons, 2017, di Gage Skidmore; foto di Ruben Östlund, 2014 da Wikimedia Commons, di Frankie Fouganthin; foto di Daniel Kwan e Daniel Scheinert da Wikimedia Commons, 2016, frame da intervista su Swiss Army Man per CalTv: E; foto di Todd Field da Wikimedia Commons, 2007, di Maggie Jumps; foto di Martin McDonagh da Wikimedia Commons, 2012, di Tabercil).
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