Indiana Jones e il quadrante del destino è il quinto capitolo del franchise con protagonista Harrison Ford e, a detta del regista, avrebbe valutato anche un finale alternativo. L’intrepido archeologo ha fatto ritorno sul grande schermo per una nuova avventura, l’ultima a detta di Harrison Ford che avrebbe definitivamente appeso la frusta al chiodo. Nonostante ciò non vieti a Lucasfilm di continuare ad esplorare l’acclamato franchise, i fan hanno particolarmente a cuore il personaggio di Harrison Ford che ha segnato decenni di cinema. Il quadrante del destino dovrebbe quindi essere il suo ultimo capitolo e James Mangold ha raccontato che, prima di optare per il finale portato sul grande schermo, ha valutato un’altra opzione.
Indiana Jones e il quadrante del destino aveva un finale alternativo
Chi ha già avuto l’occasione di recuperare Il quadrante del destino al cinema saprà che la trama ruota attorno al piano spregevole di Jürgen Voller interpretato da Mads Mikkelsen. Il suo obiettivo è mettere le mani sull’antico artefatto così da viaggiare indietro nel tempo e tornare al 1939. Perché? Vuole uccidere Hitler e prendere il suo posto, guidando così la Seconda Guerra Mondiale. Ma utilizzare il quadrante del destino non è compito facile e, a seguito di qualche errore di calcolo, il viaggio nel tempo conduce sia Voller che Indy nel 200 a.C. dove l’archeologo incontra in prima persona Archimede poco prima di creare il prezioso quadrante.
A detta del regista, come precisa ComicBook, in un primo momento ha preso in considerazione l’idea di ambientare il film nel 1939, rivisitando quindi quel periodo storico. Ma al tempo stesso ha dedicato molto tempo alla figura di Archimede, per cui ha ritenuto più appropriato concentrarsi su questo aspetto e coinvolgere anche il pubblico. Ai microfoni di Inverse, ha raccontato la sua idea poi scartata:
Non prenderei mai una decisione senza rimuginare prima su tutte le altre alternative. Una delle ipotesi a cui ho pensato è che, anche se avessimo viaggiato nel tempo, la teoria di Voller sarebbe stata giusta e sarebbero atterrati in una Germania nazista. A quel punto l’ultimo atto del film avrebbe visto Indy cercare di sventare il piano di Voller. Ma più cercavo di delinearlo nella mia mente, più diventava una specie di film di spionaggio. Non riuscivo a trovare un modo per entrarci in sintonia. Mi è venuto in mente che abbiamo parlato molto di tre diversi periodi di tempo nel film: 1968, 1944 e 200 a.C. ... Allora perché non andiamo lì? Perché è l'unico di cui ho sentito parlare molto e visto poco. L'idea mi ha subito colpito. Il personaggio di Indy si troverebbe improvvisamente di fronte a qualcosa che ha solo immaginato per tutta la vita. Trasformare in realtà qualcosa che ha solo guardato attraverso il buco della serratura della storia e degli artefatti. E che momento potente potrebbe essere per lo stesso Harrison Ford da interpretare...
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