Come fa notare un interessante e divertente articolo del sito USA Collider, presentare gli Oscar non sembra più, almeno alla maggior parte dei prescelti, un onore, un privilegio, un'occasione per stare in mezzo ad artisti straordinari e per trasmettere l'amore per il cinema agli spettatori, guadagnando nel frattempo visibilità. No, stare sul palco del Dolby Theatre di Hollywood ormai corrisponde a una specie di maledizione. Le cause sono molteplici, e puntuali arrivano le critiche al presentatore di turno, che spesso si trova di fronte il muro indistruttibile del politically correct. Di qui la scelta, in alcune occasioni, di rinunciare alla figura del conduttore, dividendo per un numero imprecisato di talent il compito di introdurre i vari premi Oscar.
I presentatori degli Oscar: facciamo un po' di storia
Gli Oscar hanno avuto un presentatore da ben prima che la cerimonia di assegnazione dei trofei andasse in tv. A inaugurare la tradizione è stato, nel lontano 1929, Douglas Fairbanks, celeberrima star prima del muto e poi del cinema sonoro. Dopo di lui, si sono avvicendati registi di pregio come Frank Capra e Cecil B. De Mille. Dopodiché, nel 1940, è stata la volta Bob Hope, che con le sue doti comiche ha dato brio alla "notte delle stelle", intrattenendo anche il pubblico con le sue folgoranti battute e doti da mattatore. La sua ultima conduzione risale al 1977, e in quasi 40 anni, in pochi lo hanno sostituito, e fra questi pochi ci sono, per esempio, gli illustri Fred Astaire, Danny Kaye, Jerry Lewis e Jack Lemmon. Facendo parte del Gotha di Hollywood, ognuno di loro non ha mai remato contro l'Academy, ma erano altri tempi e qualche battuta cattivella la si poteva ancora fare. Altra presenza regolare, dopo Bob Hope, è stato Johnny Carson, alla guida di 5 edizioni consecutive. Storico conduttore di The Tonight Show, non se l'è cavata affatto male.
Altra fulgida stella del cinema che ha reso la cerimonia degli Academy Awards sapida e irresistibile è stato Billy Crystal, vero e proprio erede, in questo senso, di Bob Hope. Con un esordio nel 1990, il protagonista maschile di Harry ti presento Sally ha presentato, in 15 anni, nove edizioni degli Oscar. Anche con lui l'Academy sentiva di andare sul sicuro, e proprio per questo si curava poco della questione conduttore. Le cose andavano insomma in automatico e quindi... bene così. E però, dopo Billy… il diluvio!
Le eccezioni
Collider ci fa notare che in mezzo a tanti pessimi presentatori, che hanno reso la premiazione di una noia mortale, uno dei pochi a distinguersi è stato Hugh Jackman nel 2008. Non si sa bene perché la testata online, che fa una panoramica dettagliata, ignori completamente Whoopi Goldberg, che pure è stata la prima donna afroamericana a guadagnare il palco degli Oscar. Ricorderete che, nel montato del 2008 con il meglio delle edizioni passate degli Academy Awards, l'attrice non c’era, e ci è rimasta parecchio male. Perfino questo incidente viene stranamente passato sotto silenzio, ma tant'è. E comunque, dopo Whoopi… un altro diluvio!
Il disastro
In tempi a noi vicini, i presentatori degli Oscar hanno lasciato molto a desiderare, spingendo i telespettatori a cambiare spesso canale. Forse i peggiori sono stati James Franco e Anne Hathaway nel 2011. E che dire di Ellen DeGeneres o Chris Rock? Fra i due, ha senz'altro fatto peggio lui. Forse mai come Neil Patrick Harris - obietterà qualcuno, e in effetti non ha poi tutti i torti. Collider giudica disastrosa la conduzione di Seth MacFarlane, ma ci tiene a mettere in evidenza quanto sia stata infelice la scelta di ripiegare, negli ultimissimi anni, su tanti presentatori, molti dei quali totalmente sprovvisti dei necessari tempi comici.
Sta proprio in questa mancata capacità di far ridere che va individuata una delle cause dell’indigeribilità delle recenti edizioni dei premi cinematografici più importanti del mondo. Un'altra sta nell'idealizzazione, in quanto patrimonio storico, di Bob Hope, Johnny Carson e Billy Crystal. La terza ragione è che, con lo sviluppo dei programmi tv di intrattenimento, molti divi hanno perso smalto o sono diventati sconosciuti ai più.
E quindi? Quindi il presentatore ideale degli Oscar dev'essere un volto noto, deve saper far ridere e, come abbiamo già detto, non deve esagerare con le battute di spirito, soprattutto mettendo in cattiva luce qualsiasi tipo di minoranza. E guai a peccare di body shaming!!!
Oscar 2023: Jimmy Kimmel è una scommessa sicura?
Quest'anno, l'onore di portare avanti la maratona Oscar tocca a Jimmy Kimmel, che è al suo terzo "mandato". Durante il primo, nel 2017, è avvenuta la tremenda gaffe La La Land/Moonlight, sulla quale il nostro ha scherzato nel promo dell'edizione del 2018. Come presentatore, Jimmy è ineccepibile, e lo dimostra il suo Jimmy Kimmel Live! Di origini italiane da parte di madre, Kimmel non teme un altro episodio increscioso come lo schiaffo che Will Smith ha dato a Chris Rock durante l'edizione 2022, e se qualcuno dovesse compiere quest’anno lo stesso gesto scriteriato indirizzandolo a lui, se questo qualcuno fosse The Rock, Jimmy scapperebbe immediatamente, se invece fosse una persona con una scarsa forza fisica, risponderebbe con un altro schiaffo.
Jimmy Kimmel non è stato coinvolto nell’attività della cosiddetta "unità di crisi" che l'Academy ha istituito dopo che Will Smith è temporaneamente uscito di senno, ma si dice tranquillo, e una cosa è certa: il trailer di promozione degli Oscar 2023 che prende in giro Top Gun: Maverick, e nel quale il nostro dice: "I'm your man", è spassosissimo, e questa, forse, è già una garanzia di successo.
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