L'intervista che Gary Oldman ha concesso a Josh Horowitz per il podcast Happy Sad Confused ha dato modo all'attore britannico di svelare retroscena inediti sulla sua brillante carriera. Una delle interpretazioni più note del Premio Oscar è quella di Sirius Black nella saga di Harry Potter. C'è una scena, in uno dei film, che per Oldman è stata in assoluto la più difficile da girare. Riuscite a immaginare quale? Probabilmente no, perché la risposta del 65enne è stata davvero inaspettata.
Dopo aver ammesso di trovare 'mediocre' la sua performance nei panni del padrino del famosissimo mago, Gary Oldman si è soffermato su un particolare aneddoto accaduto in fase di riprese. L'attore appare in quattro film del franchise nato dalla penna di J.K. Rowling: il primo è Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004) di Alfonso Cuarón, terzo capitolo della saga letteraria e cinematografica. Il prigioniero del titolo è proprio Black, ingiustamente condannato per l'omicidio di Peter Minus (Timothy Spall).
La sequenza alla quale Oldman fa riferimento non è stata particolarmente ostica a livello emozionale o interpretativo. Tuttavia, lo ha messo seriamente a dura prova dal punto di vista fisico. Ecco cos'ha raccontato la star de L'Ora più Buia (2017) a Horowitz:
In uno degli Harry Potter c'era questo maledetto lago ghiacciato e, nella scena, il mio personaggio giace a terra come morto, mentre la sua anima sta lentamente lasciando il suo corpo. Sono rimasto sdraiato sul lago ghiacciato per una settimana, giorno dopo giorno, senza fare nulla, mentre finivano di girare l'intera sequenza. A volte non mi sentivo più i reni.
E ancora: "Di tanto in tanto mi mettevano una piccola borsa d'acqua calda sotto la schiena, e continuavo a starmene sdraiato lì così. Sì, la cosa più difficile che ho dovuto fare è stata sdraiarmi accanto a un lago ghiacciato".
Probabilmente questa non è la risposta che i fans di Sirius Black si aspettavano, alla luce del profondo ed intimo rapporto che lega l'erede della Casata dei Black ad Harry Potter (Daniel Radcliffe). È da apprezzare tuttavia la schiettezza di Gary Oldman, che, ancora una volta, ha dimostrato di prendere molto seriamente il proprio lavoro... almeno quanto è coerente nel non prendere sul serio se stesso.
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