Più di quarant'anni di Indiana Jones sono confluiti per Harrison Ford in Indiana Jones e il Quadrante del Destino, il sipario sul personaggio: l'attore si è prestato con umorismo a un'intervista / ricordo per GQ, commentando alcune delle situazioni e degli elementi più caratterizzanti della saga, anche in rapporto alla sua vita professionale. Vi riassumiamo in basso quanto Harrison racconta.
Harrison Ford: "Non ho paura dei serpenti, quello si chiama recitare!"
Ormai lo sappiamo: Indiana Jones e il Quadrante del Destino segue Indy ormai vecchio e superato, alle prese con gli ultimi anni della sua vita, nel recupero di quella che era la sua essenza, messa a repentaglio dal tempo che passa: il contrasto tra il 1969 e l'introduzione, in cui vediamo Indiana giovanissimo, è per Ford una delle cose più belle che abbia visto in un suo film. E di tempo in effetti ne è passato un sacco, da quelle riprese nell'estate del 1980 per I predatori dell'arca perduta, uscito l'anno successivo. Nell'intervista con GQ Harrison Ford ha commentato alcune delle esperienze avute nei suoi quattro decenni trascorsi col prof. Henry Jones Jr.
Le riprese del Quadrante del Destino si sono fermate per un infortunio di Ford, ma è recidivo. Già durante la lavorazione dei Predatori si strappò il legamento crociato anteriore per colpa di un'ala dell'aereo, nella famosa scena del combattimento col nazista enorme. Il danno peggiore fu forse però sul set di Indiana Jones e il Tempio Maledetto, durante la lotta col thug nella stanza da letto: caricarsi il nemico sulle spalle per poi farlo cadere in avanti costò a Ford un'ernia del disco fulminante, nonché tantissimi problemi per la tabella di marcia delle riprese (Harrison lo accenna: in tutti questi casi Spielberg andò avanti a girare con la sua controfigura Vic Armstrong, ogniqualvolta il volto di Indiana non fosse proprio necessario in un'inquadratura).
Le location reali in cui hanno girato non solo gli sono rimaste nel cuore, ma hanno aiutato l'immedesimazione in un modo in cui le riprese in blue screen, pure a volte necessarie, non possono mai fare: girare il Quadrante del Destino in Sicilia, circondati da rovine greche o romane, o anche nel vero Marocco, con comparse marocchine, respirando il Marocco, è tutta un'altra cosa.
Ha paura dei serpenti o dei topi? In realtà quand'era boy scout s'impegnò volontariamente nella costruzione di un rettilario, riempiendolo con i serpenti che trovava in giro. Arrivò persino ad allevare nella sua stanza alcuni topi, che si riprodussero molto rapidamente, per la gioia dei suoi genitori e del vicinato. Insomma, paura zero: "Sto recitando".
Un ricordo divertente della lavorazione di Indiana Jones e l'Ultima Crociata: il buon Sean Connery, col quale Ford ricorda di aver avuto un'intesa affettuosa e perfetta, sudava molto facilmente. Non sopportava i calzoni di lana che Henry Jones Sr. aveva, quindi voleva interpretare i primi piani senza pantaloni. Non potendogli fargli cambiare idea, Harrison decise di recitare anche lui in mutande durante quei ciak!
Si chiude con un ricordo ironico delle sue perplessità per il costume iconico di Indiana Jones: "Ma perché indosso una giacca di pelle nella giungla? Non fa caldo?" Risposta: "Shhh, non chiederlo." "E perché mi porto dietro una cazzo di frusta? Ah, devo frustare la gente? Ok..." "E il cappello?" "Beh, rievoca il cinema del passato".
"Ho dovuto farlo mio."
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