martedì 11 luglio 2023

28 anni dopo: Danny Boyle e Alex Garland ne stanno parlando "molto seriamente"

Nel 2002 - per la precisione il 1° novembre di quell'anno, almeno nel Regno Unito e in Irlanda - arrivava nei cinema un film che ha avuto un impatto fortissimo sulla cultura popolare e sul cinema di genere nel nuovo millennio. Il film di cui parliamo è ovviamente 28 giorni dopo, quello in cui un giovanissimo Cillian Murphy (allora un illustre sconosciuto e non l'attore voluto da Christopher Nolan come protagonista di Oppenheimer) si svegliava in un ospedale di Londra dopo, appunto, 28 giorni di coma, per scoprire una città in apparenza deserta - immagini fortissime, almeno per l'epoca - e in realtà vittima di una apocalisse zombie.
L'importanza di 28 giorni dopo sta nel fatto di aver rivoluzionato e riviltalizzato un genere amatissimo come lo zombie movie, introducendo una variazione netta e fondamentale al modello romeriano dominante: gli zombie di 28 giorni dopo, infatti, non solo erano voracissimi e spietati, ma anche velocissimi.
Come ha spiegato in questi giorni Alex Garland, che di quel film fu sceneggiatore, l'idea per questa variazione - che poi è anche una variazione che rispecchia la frenesia e la rabbia dei tempi in cui viviamo - gli venne giocando a Resident Evil, videogame che ha anche lui contribuito al rilancio degli zombie nell'immaginario collettivo.
"Quello che ho scoperto giocando a Resident Evil è che, curisosamente, gli zombie stessi non rappresentavano una grande minaccia perché si muovevano molto lentamente," ha raccontato Garland. "La tensione non derivava dagli zombie, ma dal fatto che non si avevano molti proiettili per affrontarli. Ho pensato: e se gli zombie si muovessero velocemente come i cani?".

La frase citata viene da una lunga intervista fatta a Garland, al regista Danny Boyle e al produttore Andrew McDonald su 28 giorni dopo dal sito Inverse. E proprio alla fine di quell'intervista Garland e Boyle lanciano quella che qualcuno avrebbe definito "una bombetta". Ovvero rivelano che forse arriverà un sequel di quel film, il secondo dopo il 28 settimane dopo diretto nel 2007 da Juan Carlos Fresnadillo, sequel che - giustamente - sarebbe intitolato 28 anni dopo.
"Ho resistito a lungo all'idea di un nuovo sequel perché ci sono state cose di 28 settimane dopo che non mi andavano giù", ha detto Garland, "E a lungo ho pensato: 'al diavolo, preferisco scrivere una storia diversa ambientata in un mondo diverso". Ma qualche anno fa mi è materializzata in testa l'idea di quello che potrebbe essere 28 anni dopo. Un'idea che è piaciuta anche a Danny".
Il regista ha confermato: "Ne stiamo parlando molto seriamente, molto attentamente. Se il film non vuole dirigerlo Alex, sarò ben disposto a farlo io".
Che alla regia ci sia Garland o Boyle, in fin dei conti poco importa a noialtri che ameremmo molto vedere questo sequel. E conforta a tal proposito la posizione di McDonald: "Mi piacerebbe un sacco ci fosse un sequel".
Incrociamo le dita.



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