Tra i tanti recuperi di miti passati, Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton, con Michael Keaton, Winona Ryder, Willem Dafoe e Monica Bellucci, spicca per la distanza che lo separa dal primo capitolo: ben 36 anni sono trascorsi dal Beetlejuice del 1988, che divenne un cult movie e assestò lo stile del regista e anche le carriere di alcuni attori, in parte legate alla sua. Proprio per questo, è interessante riflettere su tutta l'esperienza umana e artistica che ci ha portato a questo sequel, che arriva in sala da oggi, 5 settembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.
Beetlejuice, l'importanza del film originale per Tim e i suoi amici
Beetlejuice - Spiritello Porcello del 1988 si può considerare il primo film di Tim Burton... anche se tecnicamente non lo è: la sua carriera nel lungometraggio per le sale era iniziata nel 1985 con Pee-wee's Big Adventure, e anche se quel film era stato indispensabile per fargli incontrare sulla strada il compositore Danny Eflman, sua anima musicale fino a oggi (Beetlejuice 2 compreso), quello era un servizio per un comico di successo, che riproponeva un personaggio preesistente, ad uso dei suoi piccoli fan in tv.
Beetlejuice invece fu anarchia totale: dopo aver preso confidenza con il mondo del cinema dal vero (lui proveniva dall'animazione), Tim rivoltò come un calzino un copione quasi horror e molto più violento, ricavandone una commedia fantasy stralunata. Grottesca e anche pesante a volte, ma stranamente dolce: un connubio strano che - come ha detto di recente Michael Keaton a proposito del sequel Beetlejuice Beetlejuice - continua a non assomigliare a nient'altro.
Mentre Burton trovava se stesso, trascinava verso un'identità da star anche qualcun altro. In realtà Michael Keaton aveva già avuto ruoli importanti, addirittura da protagonista, in Gung Ho e Mister Mamma, però se non avesse incrociato sulla sua strada Burton, senza nemmeno essere sicuro di accettare questo ruolo così assurdo, forse dopo non sarebbe stato per Tim il Bruce Wayne di Batman (1989) e Batman - Il Ritorno (1992).
Questo è un discorso valido a maggior ragione per chi una carriera in sostanza ancora non l'aveva: con soli due piccole parti all'attivo in film minori, Winona Ryder abbracciò Lydia Deetz e da allora stabilì un legame speciale con Burton, che la rivolle per un altro cult assoluto, Edward Mani di Forbice (1990). Diventare icone degli anni Ottanta: a lei è sicuramente successo, e senza Beetlejuice forse non sarebbe mai stata chiamata in Stranger Things!
Anche se Ryder e Keaton distraggono, non bisogna dimenticare che il "clan Burton" è più ampio di così: Catherine O'Hara, alias Delia Deetz, ha prestato per esempio la sua voce agli animati Nightmare Before Christmas e Frankenweenie. Leggi anche Beetlejuice compie 30 anni ed è ancora un buon partito!
Beetlejuice Beetlejuice, un sequel difficile ma richiesto
Con un Oscar al miglior trucco e un incasso mondiale di quasi 74 milioni di dollari (su un budget di appena 15, stando a The Numbers), Beetlejuice si rivelò un affare e si cominciò naturalmente a pensare a eventuali sequel. Tra la fine degli Ottanta e i primi Novanta, aleggiarono idee e copioni per Beetlejuice in Love e Beetlejuice Goes Hawaiian, quest'ultimo molto caro a Burton, che avrebbe davvero voluto vedere i Deetz e lo spiritello in un contesto esotico, giusto per aumentare il tasso di follia. Con Tim e Michael impegnatissimi sul fronte Batman, alla fine il progetto non ci concretizzò mai e lo stesso franchise, pur utilizzato in qualche videogioco e trasferito in una serie animata di quattro stagioni (1989-1991), finì per rimanere figlio di quell'epoca. Fino al 2011.
I fan, che si fomentavano ormai vicendevolmente sui social, caricati dalla nostalgia, stimolarono la Warner Bros. a mettere sotto contratto Seth Grahame-Smith per scrivere attivamente una sceneggiatura di Beetlejuice 2: Seth aveva lavorato per Burton su Dark Shadows, c'erano le migliori premesse, tutti erano potenzialmente d'accordo, ma all'atto pratico già intorno al 2015 il progetto si arenò ancora, anche se non fu ammesso fino al 2019. Grahame-Smith dichiarò di non essere riuscito a farlo funzionare.
Che cosa ha "magicamente" sbloccato questo Beetlejuice Beetlejuice nel 2022? Innanzitutto l'interessamento di Brad Pitt e della sua Plan B, coproduttrice del film con la Warner Bros. Burton ha però nel frattempo anche trovato la "chiave" per rientrare nell'universo di Beetlejuice con un nuovo pubblico, perché la lavorazione del sequel è arrivata subito dopo l'esperienza del regista sulla serie Mercoledì, con la protagonista Jenna Ortega pronta a trasformarsi nella figlia di Lydia Deetz, e con i suoi sceneggiatori (Alfred Gough & Miles Millar) a dar vita al tanto agognato copione. Torna quindi l'idea di un "clan Burton" che si allarga progressivamente. Non si fa un film così senza amici consolidati.
Beetlejuice Beetlejuice, chi è tornato, chi manca e chi è nuovo nel cast del seguito
A proposito di amici, chi è tornato in Beetlejuice Beetlejuice, a parte i citati (e obbligatori) Michael Keaton e Winona Ryder? Catherine O'Hara è ancora Delia Deetz, nella nuova storia rimasta vedova di suo marito, l'imprenditore immobiliare Charles: il personaggio viene dato morto in questo sequel, anche perché il suo attore Jeffrey Jones è fuori da Hollywood a causa di guai giudiziari non di poco conto. Manca all'appello invece l'architetto-decoratore Otho, in questo caso perché l'attore Glenn Shadix, grande amico di Tim, è deceduto realmente nel 2010.
Ma che ne è stato della coppietta di fantasmi, i Maitland, interpretati con tanta ironia da Geena Davis e Alec Baldwin nell'originale? Erano fondamentali per il primo capitolo, ma c'era un problema per mostrarli nel seguito, e lo ha spiegato bene Geena a Entertainment Tonight qualche mese fa: "La mia teoria è che i fantasmi non invecchiano... non che io sia invecchiata, intendiamoci! I nostri personaggi rimanevano per sempre uguali all'aspetto che avevano quando erano morti. È passato un bel po' di tempo, ma per loro è passato un minuto." Per richiamarli in servizio insomma si sarebbero dovute usare le moderne tecniche di CGI aiutata dall'IA, ma per Burton era fondamentale realizzare Beetlejuice Beetlejuice preferendo un tocco artigianale e non digitale...
Il nuovo cast comprende invece Willem Dafoe, una comparsata dell'altro vecchio compare Danny DeVito, Justin Theroux e Monica Bellucci, nuova compagna del regista (e automaticamente "musa", come gli è sempre accaduto): qui Monica è Delores, l'ex-moglie defunta e assai arrabbiata proprio di Beetlejuice, che quindi ha mentito quando si è definito uno scapolo ambito. Ma c'è da stupirsi? Vi fidavate davvero delle sue parole?
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