A Natale ci aspetta Spider-Man: No Way Home, ultimo atto della trilogia con Tom Holland e dedicata a Peter Parker, a cavallo tra Marvel Cinematic Universe e Sony's Spider-Man Universe. Prima ancora che il trailer uscisse, era nell'aria che il film ambisse a un'esperienza massiccia ed epocale (d'altronde la scena post-credits di Far From Home entusiasmò tutti in quel senso). Intervistato da Empire, il regista Jon Watts ha provato a quantificare la portata di questo "evento", trovando un paragone parecchio impegnativo, e aggiungendo qualche curiosità.
È come uno Spider-Man: Endgame! [ride] Quando ho presentato l'idea dicevo a me stesso: "Sarebbe fantastico se riuscissimo a farlo sul serio". Tom Holland, sull'idea di riproporre ex-nemici famosi, mi disse: "Ma non funzionerà mai. Non riuscirai a convincere tutti a fare quello che devono fare. Non succederà!" Ed è successo. È un delirio!
Ormai sappiamo che Watts si riferisce all'esplosione dello Spideverse e all'apparizione del dr. Octopus di Alfred Molina dalla trilogia di Raimi, di Jamie Foxx alias Electro da Amazing Spider-Man 2 e forse di qualcun altro (si pensa al Goblin di Willem Dafoe, mentre Andrew Garfield fa melina con spirito provocatorio). Non importa quanto si possa cominciare a essere stanchi del fenomeno cinecomic, le majro riescono sempre a trovare una qualche maniera di riaccendere l'hype... e con Spider-Man: No Way Home puntualmente ci ricaschiamo tutti! Leggi anche Spider-Man No Way Home: il trailer è il più visto di sempre in 24 ore, stracciato il record di Avengers: Endgame
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