Le maschere del cinema horror hanno tutte origini molto particolari e sono in genere frutto di rielaborazioni di oggetti già esistenti: da quella di Halloween, ricavata da una maschera modificata del capitano Kirk di William Shatner in Star Trek, a quella di Venerdì 13 che è una tipica maschera da hockey. Quella di Scream non fa eccezione, e della sua storia è tornato a parlare l'autore dei primi tre film, Kevin Williamson, in occasione della promozione del reboot in uscita a gennaio e del venticinquesimo anniversario del film di Wes Craven. Ci sembra interessante ricordare, per chi nel 1996 era troppo piccolo, com'è nata la maschera di Ghostface.
Sappiamo tutti che è una rappresentazione grafica basta sul celebre dipinto L'Urlo di Munch e sugli spettri dei cartoon di Betty Boop, ma, differenza delle altre, esisteva già ed era stata messa in commercio da un'azienda di nome Fun World. A disegnarla era stata una donna di nome Brigitte Sleiertin. Questo ha raccontato Williamson in proposito:
Nessuno si trovava d'accordo sulla maschera, e ricordo che mentre eravamo alla ricerca di location trovammo Ghostface... in uno scatolone in un garage. Wes immediatamente la guardò e disse "Questa è come il celebre quadro dell'Urlo". La prendemmo, la portammo in produzione e dicemmo "lavorateci un po' su, fate qualcosa del genere". Devono aver fatto circa 20 diversi disegni. Tutti vennero respinti dallo Studio e alla fine ci dicemmo, "ma perché non acquistiamo i diritti per questa maschera?".
La maschera in questione era stata creata nel 1991 come parte di una collezione chiamata "Fantastic Faces" e la Dimension Films concluse un accordo per il suo utilizzo. La scelta portò grandi profitti alla Fun World, che possiede sia il design della maschera che il nome Ghostface, dal momento che dopo Scream è diventata uno dei costumi più venduti per Halloween negli Stati Uniti.
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