Dopo aver celebrato nei giorni scorsi Quentin Tarantino, la Festa del Cinema di Roma ha consegnato un premio alla carriera anche a un altro regista americano con uno stile inimitabile, creatore di magici mondi cinematografici visivamente strabilianti. Nato a Burbank in California nel 1958, il 63enne Tim Burton è uno dei cineasti più originali che la storia del cinema abbia mai conosciuto. Quasi tutti i titoli da lui diretti potrebbero essere considerati cult movie, a cominciare dai più recenti Miss Preregrine, Big Eyes, Frankenweenie, passando per Dark Shadows, Sweeney Todd, La sposa cadavere, Big Fish, i più o meno riusciti remake di Dumbo, Alice in Wonderland, La fabbrica di cioccolato, Il pianeta delle scimmie, i favolosi anni 90 con Il mistero di Sleepy Hollow, Ed Wood, Batman e Batman - Il ritorno, incluso il sottovalutatissimo Mars Attacks!, e quei capolavori degli anni 80 di nome Beetlejuice e Edward - Mani di forbice.
Con i suoi film, Tim Burton ci ha invitato nel gotico universo in cui abita la sua fantasia, fatta di paure e sentimenti in cui vivono personaggi cupi e malinconici, stravaganti e solitari, che tentano di comprendere dove sia la linea di confine tra la loro normalità e quella del mondo che li circonda. “È davvero speciale per me ricevere questo riconoscimento dalla Festa del Cinema di Roma. Federico Fellini, Mario Bava e Dario Argento sono stati importanti fonti di ispirazione nella mia vita. Ritirare questo premio a Roma, un luogo che amo, una città che ti fa sentire protagonista del tuo stesso film, è per me molto emozionante” aveva dichiarato il regista accettando l'invito della manifestazione.
Nel corso dell'incontro con i giornalisti in conferenza stampa, Burton ha esordito dicendo che "nonostante non faccia un film da due anni, tutti i progetti che scelgo hanno per me una valenza emotiva, anche nel caso delle storie non create da me. Realizzare un film è una cosa così complessa e difficile che io ho bisogno di sentire una profonda passione per quello per riuscire ad arrivare alla fine del processo di lavorazione". C'è fermento in sala, le domande sono tante ed è comprensibile, vista la lunga filmografia del regista. "Edward Mani di Forbice e Ed Wood sono in assoluto i due personaggi tra quelli che ho creato che mi somigliano di più, per quanto al contrario di quest'ultimo io non indossi vestiti da donna", spiega Burton prima di commentare oltre trentennale collaborazione con il compositore Danny Elfman. "Ho perso la cognizione del tempo... in questo momento lui è a Los Angeles sul palco per un concerto di Nightmare Before Christmas con Billy Eilish nella parte di Sally, mi dispiace non essere là ma sono felice di essere qui. Danny è anche un personaggio [nella versione originale è la voce di Jack Skeleton, ndr], ma è più o meno così che considero tutti i miei collaboratori di lunga data, dallo scenografo, al compositore, al direttore della fotografia, come personaggi dei film. Lavorare insieme a loro è fondamentale, per me sono attori a tutti gli effetti".
Di cosa ha paura Tim Burton? Una domanda semplice ma calzante arriva da un giornalista. "Non ci crederete ma io ho paura di questo esatto momento. Vi vedo e siete tutti fantastici, ma io non ho dormito la notte scorsa pensando a questo momento ed è una cosa alla quale non mi abituerò mai". Un applauso di incoraggiamento si leva dalla sala, "grazie per essere pazienti con me". La paura invece non ha mai fatto parte del suo percorso artistico ed è questo stesso consiglio che dà agli aspiranti sceneggiatori, registi, raccontastorie, di non temere i fallimenti e di lasciarsi guidare dall'amore e dalla passione per quello che si fa, qualunque cosa sia, perché solo così si può avere una chance di fare qualcosa di speciale.
Le risa esplodono in sala quando alla domanda su un ipotetico sequel di Edward Mani di Forbice di cui si vocifera da tempo, Burton risponde scherzosamente che, dopo aver visto la versione porno intitolata Edward Mani di Pene e il suo seguito Edward Mani di Pene 2, "bè, siamo a posto così, un sequel è stato fatto". A proposito di Johnny Depp e dei tanti film fatti con lui, "è per me molto entusiasmante vedere un attore fare cose diverse da una volta all'altra. Lui è un mio amico e non avrei problemi a lavorarci di nuovo insieme" sebbene Hollywood lo abbia momentaneamente messo alla porta per le sue vicende giudiziarie con l'ex moglie Amber Heard, "una questione su cui avrei cose da dire, ma non abbiamo molto tempo a disposizione, chiude saggiamente il regista.
Forse non è a suo agio come dice essere di fronte a un pubblico, eppure più passano i minuti e più Burton guadagna disinvoltura, per quanto le sue risposte rimangano sintetiche e in alcuni casi elusive. E pur restando adorabilmente timido Perché non ha ancora vinto un Oscar? "Ho un Golden Globe e mi basta... anzi no, non ho nemmeno quello". Qual è l'opinione più sbagliata che la gente ha di lui? "Pensano che abbia una personalità dark, visti i miei film, e invece non è per niente così". Come ha origine la fiamma di un'idea nel suo processo creativo? "Mah, vado al bar, bevo un paio di bicchieri e poi cosa succede... no seriamente, io sono sempre stato un sognatore ad occhi aperti e mi sono sempre sentito distaccato dagli altri. Passavo ore a guardare gli alberi e il cielo fuori dalla finestra e immaginavo le cose sotto un profilo leggermente diverso. Non avevo scelta, era come mi sentivo e come continuo a sentirmi".
Qui sotto il trailer di Edward Mani di Forbice che ha recentemente compiuto 30 anni.
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