mercoledì 1 dicembre 2021

Trafficante di virus: fuga di cervelli e discriminazione

Trafficante di Virus è il nuovo film di Costanza Quatriglio, ed è un film di finzione che racconta una storia realmente accaduta, o meglio una persona che, da quando, nel marzo del 2020, è cambiata la vita di tutti noi, abbiamo visto e abbiamo letto, e soprattutto abbiamo ammirato: per intelligenza, prontezza di spirito e tempismo. Stiamo parlando di Ilaria Capua, che diventa protagonista di un biopic sui generis, che non comincia dall'infanzia per terminare nel presente, ma evita di parlare di Covid 19 e si sofferma su un episodio doloroso della vita della virologa, ingiustamente accusata di aver diffuso il virus dell'Aviaria a scopo di lucro.

Protagonista di Trafficante di virus è una straordinaria Anna Foglietta, che oltre ad ammirare Ilaria Capua, che qui si chiama Irene Colli, è rimasta molto colpita dagli argomenti che il film affronta.

Le donne sul lavoro e l'intelligenza che sceglie nuove patrie

Ci sono due temi che si intrecciano in Trafficante di virus: la fuga di cervelli dal nostro paese e le difficoltà che, nel mondo della ricerca scientifica, incontra una donna. Non che negli altri ambienti le cose funzionino diversamente, ma Irene Colli è un'altra di quelle donne che vengono discriminate nel mondo del lavoro e ricevono avances più o meno velate dai superiori. Del personaggio di Irene Costanza Quatriglio ha detto: "Attraverso l'intonazione non vittimistica di una vicenda devastante, ho voluto mettere al centro questa donna esposta, nuda, il cui corpo sembra quasi sotto il vetrino di un microscopio (…) Il suo talento, nel mondo della scienza e del potere, non basta a proteggerla dai nemici invisibili che la circondano, anzi, è spinta in un labirinto a cui è difficile dare un nome".

Se Irene Colli fosse nata in un paese diverso dall'Italia, e più giusto e progressista, forse per lei le cose sarebbero andate diversamente. E invece no. Ilaria Capua, a un certo punto, è stata costretta a lasciare l'amata patria, e per lei è stato difficilissimo. Ha scritto la virologa nel suo libro: "Una scelta sofferta, fatta per proteggere la famiglia e il suo lavoro dopo essere rimasta incagliata nei paradossi della giustizia, e ha deciso di raccontare la sua storia per non perdere la speranza. Perché un paese come l'Italia deve imparare a investire nel futuro e deve ritrovare il coraggio di salvaguardare i propri talenti".

Nemmeno la stampa è stata clemente con la scienziata, salvo poi prestarle la giusta attenzione in questi quasi due anni di pandemia. Anche Trafficante di virus le restituisce in un certo senso dignità, seppure all'interno di una visione sconfortante dell'Italia. Dice a tal riguardo Costanza Quatriglio: "Nel dramma vissuto da Irene non c'è soluzione né consolazione, dunque il male resta. O meglio, il danno. Il danno all'Italia che perde. Che si lascia sfuggire le intelligenze, che non sa che farsene di chi ha una visione lungimirante, preferendo piuttosto il cosciente mantenimento dello stato delle cose".

Pur non essendo necessariamente un film anti novax, Trafficante di virus, attraverso la frase di Irene "Finalmente ci si potrà vaccinare", sembra indicarci che la strada da seguire, per un completo ritorno alla normalità, sia quella di vaccinarsi. Solo senza un nuovo boom di contagi, inoltre, i nostri amati cinema resteranno aperti, consentendoci di vedere, nel "golfo mistico" di una sala un film, magari importante e "politico" come quello di cui vi abbiamo appena raccontato.

Gli altri interpreti di Trafficante di virus sono Michael E. Rodgers, Andrea Bosca, Paolo Calabresi, Luigi Diberti, Isabel Russinova, Roberto Citran e Alberto Basaluzzo. Chi non riuscisse a vedere il film al cinema, potra recuperarlo più in là su Amazon Prime Video.



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