Può la periferia romana di Bastogi, dove nei palazzoni si respira l'odore pungente del curry, si frantumano parabrezza con la mazza da baseball e la domenica si parte per il mare con la frittata di pasta, incontrare ed entrare in sintonia con il centro storico più radical chic, che legge il giornale sulla spiaggia di Capalbio e predilige, quasi per dovere morale, i film noiosi e appartenenti alle cinematografie lontane? La commedia di Riccardo Milani Come un gatto in tangenziale ci ha insegnato che una comunicazione è plausibile, che patto che da entrambe le parti ci siano onestà, apertura mentale e generosità.
Intelligente, ritmato, spassoso e con due protagonisti stra-or-di-na-ri, Come un gatto in tangenziale è stato un successo al botteghino, ha vinto premi ed era chiaro che prima o poi Riccardo Milani avrebbe girato il sequel. E il sequel, infatti, è uscito a fine agosto e arriva in streaming su NOW, come fulgido regalo di Natale, il 25 dicembre,
Sempre interpretato dalla coppia Cortellesi/Albanese, Come un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto non è una ripetizione della formula vincente del primo film, perché parla dell'importanza della cultura e della solidarietà umana ed è profondamente radicato nella contemporaneità della nostra Italia smarrita e fiaccata dal lockdown. E’ dunque un film dal valore politico e sociale che ci insegna cose importanti facendoci comunque ridere di gusto.
Come un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto: Guarda il film su NOW
Come un gatto in tangenziale 2: La trama e il trailer
Come un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di morto comincia tre anni dopo la conclusione del primo film. Monica e Giovanni hanno avuto una relazione, che però è finita a causa delle troppe differenze fra loro. A farli rincontrare è una telefonata di Monica, che si trova in prigione a causa di un furto delle gemelle Pamela e Sue Ellen e che ha bisogno dell'aiuto di Giovanni. L'uomo, che sta lavorando alla costruzione di un polo culturale in periferia, riesce a tirarla fuori e a farle commutare la pena in un lavoro utile all'interno della parrocchia di San Basilio, che è guidata da Don Davide. Giovanni ha una fidanzata bella e rompiscatole (Sarah Felberbaum), che gli impone il suo viziato bulldog francese e trascorre le giornate a caccia di sponsor. La frequentazione di Monica, che al solito si caccia in una serie di guai, lo porterà a riscoprire un sentimento mai sopito.
Giovanni e Monica: ci risiamo!
Mentre in un pub londinese Alessio e Agnese si rincontrano per caso, in Un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto, le strade dei rispettivi genitori Monica e Giovanni si incrociano un'altra volta. Giovanni è sempre più Giovanni, preso dal lavoro e incastrato in una storia sentimentale che non lo emoziona, e soprattutto Monica è sempre più Monica, con i suoi capelli arancioni e un parterre di magliette con strass che la fanno brillare anche di giorno come luminarie natalizie. Monica continua a essere una donna pratica, che non ha dalla sua né il denaro né un raffinato savoir faire, ma sembra cavarsela in ogni situazione. Monica aiuta gli altri ed è convinta, e lo ripete più volte, che "con la cultura nun se magna". Eppure Monica ha bisogno di Giovanni per riscoprire la bellezza delle cose, dei nostri monumenti in primo luogo, o del potere di aggregazione che possono avere il grande schermo o una rappresentazione teatrale. Grazie a Giovanni Monica fa un pieno di bellezza, scopre a suo modo il fondamentale valore di un'esperienza estetica e riconosce alle più nobili forme di espressione il merito di alleviare dolori, far evadere e consolare. Giovanni, invece, è di nuovo nel suo bozzolo e si accorge di volersi confrontare ancora con qualcuno che lo liberi da pregiudizi e sovrastrutture, in altre parole una donna autentica e pura che lo metta in contatto con il suo io più recondito e con le gioie semplice della vita. In questo senso, Come un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto è un approfondimento di Come un gatto in tangenziale. E Riccardo Milani, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Paola Cortellesi, Furio Andreotti e Giulia Calenda, è partito dalla commedia pura, permettendo ad esempio alla Cortellesi di forzare appena un po’ di più la mano con la recitazione, per catturare subito l'attenzione dello spettatore. Lo ha fatto per poter poi approfondire i personaggi e il legame che si crea fra loro, consapevole dei mala tempora che ancora currunt e di quanto tutti noi ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi durante il Covid. Ma se Monica e Giovanni si riavvicinano, non è per unire due solitudini, ma perché l’uno, umanamente parlando, è il completamento dell'altro. E se Monica viene traghettata in un universo che adesso può in qualche modo abbracciare, perché dentro si è come pacificata, Giovanni scopre che la cultura non è solo nelle inaugurazioni con un bicchiere di prosecco in mano, ma anche nella poesia di una notte di periferia, nel cui cielo ci sono stelle che per milioni di anni continueremo a vedere, mente le sculture in ghiaccio di artisti alla moda si scioglieranno al primo salto di corrente.
Centro versus periferia
Come già detto, Monica e Giovanni rappresentano due mondi lontanissimi: il proletariato e l'élite. Nel sequel di Come un gatto in tangenziale Riccardo Milani torna a parlare di periferia, concentrandosi non tanto sulla comica "coattaggine" di Bastogi, quanto sui suoi lati positivi. La periferia è qui il terreno di gioco su cui Monica può diventare una sorta di Mamma Roma. Attraverso Monica, il regista sfiora il tema della violenza sulle donne e della triste condizione dei carcerati, e può così abbracciare un contesto con autenticità e intelligenza, senza uno zelo che suona falso e nella speranza di trasmettere un messaggio anche alle persone lontane da lui. E infatti il filmmaker ha dichiarato: "Vorrei che vedessero il film le persone che la pensano come me e, soprattutto, le persone che non la pensano come me. Questa per me è una cosa fondamentale: arrivare a dire le cose che penso anche a persone molto lontane da me. Trovare un terreno di omologazione del pensiero non dico sia facile, e cercare la condivisione di chi è molto lontano può essere un’impresa. Ma è una cosa che un film come questo può fare perché parla un linguaggio semplice che cerca di essere inclusivo che non tenta di far star fuori dalla sala un certo tipo di pubblico".
Della periferia ha detto invece Antonio Albanese: "Può dirci tante cose. Può insegnare che la vita è una gioia, che comunque la solidarietà che si trova moltissimo a Bastogi è salvifica. Che anche le cose più semplici sono importanti, che l’arrangiarsi è meraviglioso come comportamento. È proprio l'ingenuità che c’è in quel mondo che è interessante".
Certo, fra Giovanni e Monica non può che essere che il primo ad accostarsi di più al mondo dell'altro, perché nel film precedente ne ha avuto un lungo assaggio, mentre Monica è stata solamente a Capalbio, a casa di insopportabili snob in lino bianco e a piedi nudi che l'hanno messa seriamente in imbarazzo. Se Monica è l'amica "cafonotta" da non portare mai a un party esclusivo, l'orrore vero sta nel milieu di Giovanni, fiera dell'ipocrisia e dello show-off.
Luca Argentero prete: fra Padre Ralph e Don Pietro
In Come un gatto in tangenziale 2: Ritorno a Coccia di Morto c'è una galleria di nuovi personaggi, molti dei quali appartengono alla parrocchia in cui Monica è costretta a lavorare per non tornare dietro le sbarre. Facciamo così la breve conoscenza del sacerdote anziano Don Vincenzo (Mariano Rigillo) e di Suor Maria Catena e Suor Forchetta. L’ultima si palesa solo come personaggio di un incubo di Monica, che poi è una delle scene più esilaranti della commedia di Milani. E poi? E poi c’è Don Davide detto Don Da’, più bello di Jude Law in The Young Pope e più sexy del Padre Ralph di Uccelli di Rovo. Ma non temete: nonostante a interpretarlo sia Luca Argentero, non lo vedrete protagonista di scene hot. Certo, l’uomo di chiesa ha un foltissimo stuolo di corteggiatrici, ma a lui sta a cuore solo il benessere della borgata dove opera e per cui è disposto a infrangere qualche regola e disobbedire almeno a un comandamento. Osservando il modo in cui il personaggio si prodiga per la povera gente, abbiamo pensato al Don Pietro di Aldo Fabrizi di Roma città aperta. Se lo abbiamo fatto è perché il regista non ha voluto devolvere a Don Davide nemmeno un pizzico della comicità del film, cosa che inizialmente ha messo un po’ in crisi l'attore. Queste le sue parole a riguardo: "L'unica difficoltà per interpretarlo è arrivata dal fatto che era stato deciso che dovesse essere il solo personaggio serio fra tutti quelli che appaiono in scena, sia pure innestato in un contesto di pura commedia: avevo l'opportunità di recitare con dei fuoriclasse dell'umorismo con le stesse loro occasioni per far ridere, e invece mi ritrovavo a rappresentare la vera tematica sociale della storia che si raccontava, peraltro una bellissima fotografia dal vero di una realtà esemplare che testimonia come qualcosa di utile possa essere fatta nel modo giusto, soprattutto in momenti difficili come quelli che viviamo".
Il personaggio di Don Davide ci dà dunque speranza. Nel nostro crudele mondo ci sono ancora persone come lui, che si spendono per gli altri e che, anche a fine giornata, sono sorridenti e propositive. E quindi è come se, attraverso il film, Riccardo Milani ci invitasse ad avere fiducia negli altri, cosa di cui abbiamo davvero tanto bisogno.
Come un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto: Guarda il film su NOW
Pamela e Sue Ellen sono tornate!
Anche se Come un gatto in tangenziale 2 non è la copia carbone di Come un gatto in Tangenziale, non poteva mancare nel sequel qualcosa dell'universo contenuto nel primo film. Ecco dunque riapparire Coccia di Morto, sul litorale laziale. Tristemente nota per essere la spiaggia d’Italia con il maggior numero di rifiuti, adesso è diventata luogo di culto ed è stata ripulita e risistemata. Tornano anche le mitiche gemelle cleptomani Pamela e Sue Ellen.. e che gioia rivederle! Interpretate da Valentina e Alessandra Giudicessa, prima sono state chiamate da Milani come consulenti per il Gatto number one. Poi, vista la loro innata simpatia, sono entrare a far parte del cast. Interpretavano e ancora interpretano le due zie di Monica, chiamate così in onore di due personaggi del telefilm Dallas e abituate a dividere la giornate fra la televisione (dove adorano guardare Franca Leosini) e furti nei negozi. All'inizio del secondo Gatto apprendiamo che Monica sta scontando una condanna al posto loro. Le mitiche Alessandra e Valentina nella realtà sono un po’ come i loro personaggi e quindi hanno avuto guai con la giustizia. Vengono da Bastogi e, anche se sono diventate famose e sono state ospiti di diverse trasmissioni, hanno continuato a fare la vita di prima. Intervistate in occasione della conferenza stampa di Un gatto in tangenziale 2 - Ritorno a Coccia di Morto, hanno parlato della loro popolarità, dicendo: "All'inizio non ci credevamo, perché siamo persone normali, e invece ogni tanto la fortuna va anche dalla parte dei poveri, adesso per strada ci riconoscono, soprattutto per la voce, e fanno le foto con noi".
Come Pamela e Sue Ellen, Valentina e Alessandra parlano spesso all'unisono. Sul set erano due tornado, come hanno spiegato alla stampa: "Facciamo un po’ di problemi a Paola e combiniamo un po’ di casini. Ci piace fa’ degli impicci e ci divertiamo, ma per colpa nostra va in mezzo ai guai lei, porella…".
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