venerdì 22 gennaio 2021

Gary Oldman sullo streaming: vantaggi e svantaggi per il protagonista di Mank

Mentre il mondo del cinema e gli appassionati si dividono nello scontro tra produzioni originali streaming e film per le sale ancora tragicamente chiuse per il Covid, un grande come Gary Oldman dice la sua sull'argomento in un'intervista su ITV News. Ancora in odore di Oscar proprio per Mank di David Fincher, originale Netflix, il sessantaduenne attore inglese, considerato uno dei più grandi interpreti viventi, esprime alcune considerazioni piuttosto interessanti ed equilibrate. Ve ne isoliamo e accorpiamo alcune. Leggi anche Lo streaming risponde alla pandemia con più investimenti

Gary Oldman su Mank e il cinema in streaming invece che in sala

Nell'intervista con ITV News, Gary Oldman sottolinea come Netflix abbia concesso a David Fincher di creare Mank esattamente come l'aveva pensato: nonostante il nome del regista, creare un prodotto del genere per il cinema non era una passeggiata.

Il papà di David Fincher, Jack Fincher, scrisse il copione trent'anni fa. Questo progetto stava lì letteralmente a prendere polvere. David aveva provato a farlo una ventina d'anni fa, e c'era solo lo studio system con le sue regole: doveva stare sotto le due ore e doveva essere a colori. David aveva sempre visto il film in bianco e nero, lo voleva più immersivo di un Chinatown in widescreen e a colori, voleva che sembrasse proprio un film degli anni Quaranta. [...] Siamo in un'epoca in cui le nuove generazioni usano tablet, computer, smartphone... cose come il formato dell'immagine non contano più: ci va bene l'immagine quadrata, ci va bene il letterbox...

Il secondo vantaggio delle produzioni originali streaming è per Gary Oldman il diverso modello economico che le sostiene, un modello economico che peraltro in questo difficile periodo storico è l'unico a funzionare nel settore audiovisivo narrativo.

Secondo me il nuovo mercato dello streaming alleggerisce la tensione sull'esordio al botteghino nel primo weekend, quella dell' "O fai tot soldi oppure affondi". Perché un film non "esce" nello stesso senso: non lo distribuiscono, lo "caricano". Non hai bisogno del grosso esordio al boxoffice del fine settimana. E non so quanti minuti, mi pare tre o quattro, già contano come una visualizzazione. È una cosa proprio differente.  [...] Poi da un certo punto di vista lo streaming adesso è una gran cosa non solo per gli attori, ma anche per i registi e i tecnici: devi pur lavorare per mangiare. Allo stesso tempo mi piacerebbe che i cinema fossero sostenuti e non chiudessero.

Come suggerisce l'ultima frase, Oldman però non è di certo un "progressista" per partito preso, a oltranza. La prospettiva di un cinema che conta meno nella vita di tutti noi, pur tenendo in conto quanto detto prima, non lo esalta: la fruizione cambia. Forse è inevitabile, ma far finta di niente non aiuta...

Non so se il cinema morirà, non ho una risposta, sarebbe molto triste, però io vengo da una generazione parecchio diversa. Non ti manca ciò che non conosci davvero. Ci sono così tanti giovani oggi per i quali l'esperienza di visione è su piccoli schermi. E per loro è la norma, è l'unica forma che conoscono. [...] Io per dire non avevo mai immaginato di assistere alla fine della ripresa in pellicola, ora invece è quasi del tutto sostituita da quella digitale, se non per gente come Nolan o Tarantino, Dio li benedica. [...] Mi intristisce che la maggior parte delle persone vedrà Mank in tv, al cinema hai quell'esperienza collettiva, comunitaria. Una commedia funziona in modo molto diverso se a casa mentre la guardi rispondi al telefono o ti fai una tazza di tè.
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