lunedì 25 gennaio 2021

Safe: Jason Statham al suo meglio in un sorprendente film d'azione

Se Jason Statham appare sullo schermo, significa che stiamo per vedere un film d'azione in cui inevitabilmente lui spaccherà la faccia a chi se lo merita. Sono trascorsi 22 anni da quando Guy Ritchie lo fece esordire al cinema in Lock & Stock (1998), uno spassoso crime movie "ad alta densità britannica", e lo richiamò subito dopo per Snatch (2000). Il 2002 fu l'anno in cui Statham divenne una star degli action movies grazie a Luc Besson che notò il suo potenziale in The One (2001) e per lui scrisse e produsse The Transporter. La forma fisica Jason Statham se l'è garantita a vita con i 12 anni da tuffatore a livello professionale che lo hanno portato alle Olimpiadi di Seoul del 1988, ai Giochi del Commonwealth del 1992 e ai Mondiali di Tuffi del 1992. Praticava la kickboxing e l'ha integrata con intense lezioni di arti marziali proprio per The Transporter, in cui eccelle in spettacolari coreografie di lotta.

Da quel momento in poi, il suo nome è salito al rango di protagonista. Di film d'azione in cui mena le mani, maneggia le armi e si esibisce in acrobazie senza controfigura, ne abbiamo visti molti. Alcuni sono deludenti, molti sono buoni, pochi sono eccellenti. Uno dei migliori è Safe, uscito in sala nel 2012, con sceneggiatura e regia firmate da Boaz Yakin. Il regista americano di origine israeliana ha scritto e diretto vari film di genere molto diverso tra loro, ma il suo lavoro su Safe, piuttosto sottovalutato, è un ottimo esempio di come possa essere gestito un film d'azione.

Safe: un Jason Statham umano e quei dettagli che fanno la differenza

Dopo soli 6 minuti e mezzo dall'inizio di Safe, il regista Boaz Yakin ci ha già introdotto i due protagonisti, i problemi che li affliggono e le situazioni senza via d'uscita in cui loro malgrado si vanno a cacciare. Luke e Mei, interpretati da Jason Statham e Catherine Chan, sono agli antipodi. Lui, ex poliziotto che non si è piegato alla corruzione, è sadisticamente invitato dalla mafia a suicidarsi, dopo che questi gli hanno ucciso la moglie, ed è ormai diventato uno scarto della società. Lei, bambina cinese prodigio, è rapita dalla Triade che ne sfrutta il genio facendole memorizzare codici di cassaforti che custodiscono il denaro dei loro criminosi affari. Entrambi però condividono un'animo buono e possono salvarsi a vicenda.

Fin da subito il regista mantiene un ritmo sostenuto, mostra la crudezza necessaria per dare al film il tono drammatico che cerca. Senza eccedere in virtuosismi, Yakin rende efficaci molte scene che altrimenti sarebbe state passaggi didascalici. Il momento in cui Luke torna a casa per avvisare la moglie, per esempio, e rimane sulla soglia della porta della camera, per poi andare a inginocchiarsi in soggiorno in silouhette con i criminali russi intorno a lui. Non serve vedere il cadavere della moglie, perché il successivo primissimo piano di Statham in lacrime è l'aggancio emotivo tra il pubblico e il personaggio su cui il regista investe.

Non è l'azione in sé il valore del film, ma ciò che la scatena secondo il punto di vista di uno dei due protagonisti. Luke e Mei non si incontrano prima del 28° minuto, il momento in cui il film entra nel secondo atto, come spiega lo storico autore Syd Field nel suo rigido e strutturato manuale per scrivere sceneggiature. A questo punto, grazie ai flashback e alla presentazione delle rispettive storie montate in parallelo, abbiamo assimilato senza accorgercene che il fatto che il film abbia una sensibilità e che voglia giocarsi quella carta per tutta l'ora di film che resta.

Safe funziona perché mette non dimentica mai i personaggi e mantiene il fuoco sul loro percorso all'interno dell'intero arco narrativo. Non è importante che la storia sia credibile o realistica nella messa in scena, come non lo sono le forzature dell'intreccio (Luke ha familiarità con il mondo dal quale Mei è in fuga), ma è fondamentale la coerenza delle modalità di racconto, affinché le premesse vengano assecondate dallo sviluppo. In questo scenario, l'azione è semplicemente l'abito che il film dedide di indossare. Ci sono certamente registi migliori di Yakin per girare scene di inseguimenti e combattimenti, e questo lo sa anche lui, tuttavia è la sua priorità sul punto di vista a rendere originali alcune sequenze, come quando insiste nel tenerci dentro l'auto insieme ai protagonisti.

Qui sotto il trailer di Safe.



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