domenica 31 agosto 2025

Eden è una storia vera? Ron Howard svela cosa è vero e cosa non lo è

Quella raccontata in Eden da Ron Howard è una storia ispirata a fatti realmente accaduti e il regista ha voluto precisarlo sin da subito, per non confondere il pubblico. Il thriller distribuito nelle sale italiane ad aprile 2025 racconta di un gruppo di persone trasferitesi su un’isola remota, Floreana, nel tentativo di prendere le distanze dalla civiltà e ricominciare da zero. Ambientata nel 1929, la storia propone otto personaggi diversi tra loro che dovranno imparare a coesistere su un’isola che credevano essere il loro angolo di paradiso terrestre. Pur essendo ispirata a fatti realmente accaduti, il regista ha voluto precisare che non tutto è reale così come non tutto è frutto di fantasia.

Eden, cos’è vero e cosa no secondo il regista

Il protagonista di Eden è il dottor Friedrich Ritter che, con l’amante Dore, lascia Berlino nel pieno del tumulto per raggiungere la natura incontrastata dell’isola Floreana nelle Galapagos. Ritter ha raccontato la sua esperienza in alcune lettere, raccolte dalle navi di passaggio e riportate dalla stampa europea. E proprio la popolarità della sua storia ha poi spinto altri a raggiungerli sull’isola. Poco dopo è arrivata un’altra famiglia, i Wittmer, con la quale hanno stabilito un rapporto teso ma pacifico. Tutto cambia con l’arrivo dell’impostora, la Baronessa Eloise Wehrborn de Wagner-Bosquet e dei suoi due amanti. La donna si dichiara essere la proprietaria dell’isola e basta la sua presenza sfacciata ad aumentare la tensione tra i coloni.

Diverse sono le morti nel film, invece nella realtà tutto ciò che è stato riportato per certo è che i corpi della Baronessa e di Robert non sono mai stati ritrovati. Dore tornò in Germania, e poco prima di morire, pubblicò la sua versione dei fatti, contraddetta successivamente da Margret Wittmer nel suo libro. Alla fine del film appare la foto della vera Margret Wittmer: “Margret Wittmer rimase a Floreana fino alla sua morte nel 2000. Aveva 96 anni. I suoi discendenti vivono ancora lì oggi. Gestiscono un piccolo albergo per turisti”. Per il regista è stato importante analizzare tutti i dettagli a disposizione: “Tutto ciò che dovevamo fare era annullare alcune cose, alcuni problemi meteorologici e orari. Ma è un mistero. Quindi nessuno sa esattamente quali siano stati gli ultimi atti di violenza. Sanno solo chi è scomparso o morto. E così, leggendo i vari resoconti, vengono avanzate molte accuse vaghe. Mettendo tutto sul tavolo e combinando le cose, è stato abbastanza facile arrivare a un risultato molto valido. Ed è quello che Noah [Pink, sceneggiatore] e io abbiamo scelto. Quindi sì, stiamo facendo delle supposizioni, ma ci siamo basati su ogni informazione che siamo riusciti a trovare e su ogni comprensione dei personaggi, di chi fossero, delle loro inclinazioni, di quanto violenti potessero tendere e così via”.

Una delle scene più intense del film a quanto pare è vera: il parto di Margret in una grotta, da sola, circondata da cani selvatici e affamati: “Sì, sono stato in quella grotta nella versione di Margret. Lei ne scrive, ed era sola con i cani selvatici, ed era una scena intensa. Quindi, di nuovo, si intensifica, fa crollare i tempi perché voglio che questo film sia un thriller, e prima di tutto è un film, ma parte dell'emozione sta nel riconoscerne l'autenticità e percepirla in un certo senso, che si conosca [la storia] o meno”. Anche la scena cruciale del pranzo dove la tensione esplode è stata ispirata dalle sue ricerche ed è stata una delle sfide più grandi: “L'abbiamo realizzata molto velocemente; non avevamo molto tempo. Era la nostra unica opportunità di avere l'intero cast e l'ensemble tutti insieme nella stessa scena nello stesso momento, ed è stato incredibilmente impegnativo per Ana de Armas perché è una scena così importante. L'ha terrorizzata: la performance pazzesca della Baronessa e la direzione che prende il suo personaggio in quella scena. Quindi, dal punto di vista registico, è una scena di cui sono molto, molto orgoglioso. Sarò sempre estremamente orgoglioso di quella scena”. Il cast è guidato da talenti del grande schermo come Jude Law, Ana de Armas, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney e Daniel Bruhl.



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Scream 7, Neve Campbell sulla teoria del marito di Sidney: Chi è questo Mark?

Da quando è stato annunciato l’interprete del marito di Sidney Prescott in Scream 7, il pubblico ha riservato la propria curiosità sul web interrogandosi sul perché Patrick Dempsey non abbia ripreso il suo ruolo e soprattutto se si tratti di un Mark diverso, e quindi non necessariamente di un recasting. Ad affrontare la questione di recente è stata Neve Campbell, la Final Girl che ha accompagnato il franchise sin dall’inizio.

Scream 7, Neve Campbell rompe il silenzio sul marito di Sidney Prescott

Neve Campbell ha interpretato Sidney sin dal primo film e, ad oggi, è mancata soltanto in un film (Scream VI) a causa di una disputa contrattuale. Nonostante tutto, la Final Girl è di ritorno sul grande schermo per guidare un settimo capitolo del franchise horror che dovrà ancora una volta affrontare una minaccia mascherata. Sidney non sarà da sola: in Scream 7 ci sarà anche suo marito Mark, che tuttavia non sarà il detective Mark Kincaid interpretato in Scream 3 da Patrick Dempsey e con il quale aveva avuto una relazione. Ad interpretare questo Mark è Joel McHale e si tratterebbe di un personaggio diverso, poiché il suo cognome è Evans.

Come riferito da Entertainment Weekly, tra le pagine del volume di Ashley Cullins intitolato Your Favorite Scary Movie: How the Scream Films Rewrote the Rules of Horror è presente un’intervista a Neve Campbell la quale ha condiviso la propria riflessione sulla teoria dei fan su Mark.

Onestamente, pensavo fosse solo un nome casuale. Pensa a quanto sarebbe difficile scegliere di avere un figlio se fossi Sidney Prescott. Poi, se avessi figli, lo stress e la paura che ti aspetteresti di vivere per il tuo passato torneranno a galla. Non voglio rivelarlo, ma il modo in cui sceglie di essere genitore è una scelta importante e forse diversa da quella di altri.

A detta dell’attrice, quindi, quello di Mark è semplicemente un nome e non avrebbe nulla a che vedere con il Mark di Scream 3. In ogni caso, Kincaid è ancora vivo nell’universo horror di Scream, per cui il suo coinvolgimento sarebbe stato plausibile. Patrick Dempsey, però, tempo fa aveva spiegato di non essere stato contattato per riprendere quel personaggio in Scream 7. Ed ogni speranza è venuta meno quando Joel McHale si è unito al cast per interpretare il marito di Sidney.



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Troppo cattivi 2, un video backstage sul segreto del film secondo il regista Pierre Perifel

Mentre Troppo cattivi 2 della DreamWorks Animation è ancora nei nostri cinema, vi mostriamo questo breve videobackstage che ci permette di respirare un po' dell'atmosfera nel team creativo, ancora capitanato dal regista Pierre Perifel. Si ripropongono ovviamente gli ingredienti che avevano funzionato al primo giro, però si realizza tutto in una scala ancora più grande: cresce il production design, aumentano i personaggi (ci sono nuovi villain!), ma l'importante è mantenere alta la follia generale.

Troppo cattivi 2, il secondo atto targato DreamWorks Animation non alza il pedale dal freno

In Troppo cattivi 2, ancora diretto da Pierre Perifel con la collaborazione di JP Sans, seguiamo l'arduo reinserimento della banda di Mr. Wolf nella società civile: in quanto ex-delinquenti, nessuno sembra disposto a dare una chance a lui, Mr. Shark, Mr. Snake, Tarantula e Mr. Piranha. Ecco allora che, quando in città vengono svolte rapine col loro identico (passato) stile, Wolf pensa che l'intera banda possa riscattarsi definitivamente, collaborando con la giustizia: purtroppo faranno esattamente il gioco di tre nuove cattivissime, uno spietato terzetto femminile composto da Kitty (leopardo delle nevi), Pigtail (cinghiale) e Doom (corvo). Riuscirà Wolf a evitare d'essere incastrato e a proteggere la reputazione della sua amata Diane Foxington alias Zampa Cremisi?
Giunta al secondo atto, questa spettacolare saga umoristica animata a base di animali antropomorfi nasce sempre dai libri omonimi di Aaron Blabey, opportunamente espansi e rivisitati dalla creatività DreamWorks: ci si avvale ancora di un rendering in CGI non fotorealistico, con un'espressività facciale dei personaggi molto debitrice della classica caricatura bidimensionale a mano libera. Nella versione italiana sono ribadite le voci di Andrea Perroni (Wolf), Francesco De Carlo (Shark), Edoardo Ferrario (Snake), Valerio Lundini (Piranha) e Margherita Vicario (Tarantula). Leggi anche Troppo Cattivi 2, la recensione dell'action cartoon targato DreamWorks Animation



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sabato 30 agosto 2025

PiperPlay: PiperFilm e Playtime annunciano la nuova label di vendite internazionali

PiperFilm e Playtime annunciano la nascita di Piperplay, nuova label di vendite internazionali interamente dedicata alla promozione del cinema italiano sui mercati internazionali.
Il lancio coincide con una stagione importante per entrambe le società a Venezia, a conferma dell'impegno verso il cinema italiano, con quattro anteprime mondiali al Lido:

  • PiperFilm
    • DUSE di Pietro Marcello – Concorso Ufficiale
    • LA GRAZIA di Paolo Sorrentino – Concorso Ufficiale
    • IL RAPIMENTO DI ARABELLA di Carolina Cavalli – Concorso Orizzonti
       
  • Playtime
    • IL MAESTRO di Andrea Di Stefano – Fuori Concorso

Questi quattro titoli italiani racchiudono "l’identità audace, diversificata e di risonanza internazionale che Piperplay si propone di sostenere, portando nel mondo le voci dei grandi maestri del cinema come dei giovani talenti emergenti". La nuova iniziativa unisce

  • La forza nelle vendite internazionali, packaging e co-finanziamento di Playtime, con le società sorelle Films Boutique, Be For Films e Global Constellation, e il loro impegno nella vendita e co-finanziamento di opere di alcuni dei registi più visionari del cinema mondiale.
  • La competenza distributiva orientata al mercato di PiperFilm, giovane società indipendente italiana fondata da Massimiliano Orfei (CEO) e guidata insieme a Luisa Borella, Davide Novelli e Antonio Bernardini.

La nuova label sarà guidata da Catia Rossi e François Yon, unendo la forte esperienza nel lancio di titoli italiani nel mondo con l’intelligenza commerciale e la capillare struttura internazionale di Playtime. Come prima mossa strategica, Piperplay annuncia l’ingresso di Giulia Casavecchia come Head of International Sales. Casavecchia ha in precedenza ricoperto lo stesso ruolo presso True Colours, portando con sé un’importante esperienza nella distribuzione del cinema italiano di qualità nel mondo.

Con un forte accesso ai mercati internazionali, Piperplay completa ora la missione di PiperFilm di portare il cinema italiano a un pubblico più ampio, dopo gli accordi locali con Warner Bros. Entertainment Italia per la distribuzione cinematografica e con Netflix per garantire finestre esclusive post-sala.

Catia Rossi, Director of International Operations di Piperplay, ha commentato: È per me un grande onore guidare Piperplay con François. Non parliamo solo di una nuova società di vendite, ma di una nuova idea di vendita. Riunire persone, esperienze e competenze professionali, fondendo la passione italiana e francese per il cinema, può rappresentare una grande innovazione per il mercato. Sono entusiasta di farne parte”.

Massimiliano Orfei, Ceo PiperFilm, ha aggiunto: “Sono molto felice di questa mossa ambiziosa di PiperFilm e Playtime, che porta l’idea di collaborazione tra società sorelle a un livello superiore. Auguro il meglio a Catia e François per questa nuova avventura. Vorrei anche ringraziare Jérôme Levy per il consueto grande supporto da Vuelta”.

François Yon, Managing Director production, sales and acquisition di Playtime, ha dichiarato: “Playtime è sempre stata molto vicina al cinema e ai registi italiani. Questa nuova alleanza con PiperFilm ci permette di perseguire la nostra ambizione di portare i talenti creativi italiani al pubblico internazionale. Ci siamo subito trovati in sintonia: è un connubio perfetto e una grande opportunità”.



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Aspettando Downton Abbey 3: viaggio nel Gran Finale della saga british dedicata all'aristocratica famiglia Crawley

L'uscita di Downton Abbey 3 - Il Gran Finale si avvicina, e con lei il momento di dire addio ai Crawley e alla lussureggiante e splendida dimora che per tanti anni li ha ospitati assecondando i cambiamenti sociali, politici ed economici di un paese in cui la divisione in classi sociali ha continuato ad essere un elemento fondante. Fortunatamente, episodio dopo episodio, è diventata sempre meno netta la linea di demarcazione fra "il sopra e il sotto", laddove il sotto è il mondo dei domestici e il sopra il mondo dei signori, così ben raccontati da Julian Fellowes in Gosford Park e, prima di lui, da Jean Renoir ne La regola del gioco.
Quest'ultimo film era ambientato nella Francia del 1939 e risentiva del clima della guerra imminente. Il "ciclo" di Downton Abbey, che dobbiamo sempre a Fellowes, si ferma invece al 1930, quando il capitolo dei ruggenti anni '20 si è ormai chiuso e Lady Violet torna per l’ultimo saluto, non fra i vivi ma nelle parole e nei ricordi dei familiari, nonché nel suo ritratto con l'abito azzurro con cui si era chiuso Downton Abbey 2 - Una nuova Era.

Ne hanno fatta di strada i Crawley da quando il Titanic è affondato, portando via con sé il promesso sposo di Mary, come a introdurre il tema della ben nota sfortuna in amore della primogenita di Robert Crawley e di sua moglie Cora. Il viaggio è durato quindici anni nel mondo reale, quindici anni e sei stagioni, e tre film in perfetto stile Merchant/Ivory ma con quella verve mista ad arguzia che gli inglesi chiamano wit. Non è semplice mantenersi per tanto tempo sul confine tra dramma e commedia sofisticata, ma la squadra che ha reso possibile Downton ci è riuscita, e noi vogliamo celebrare il suo successo con un’incursione nell'ultimo film della "saga", che arriva in sala l’11 settembre ed è distribuito da Universal Pictures.

Downton Abbey 3: Il Gran Finale: la trama e il trailer del film

Downton Abbey 3 - Il Gran Finale vede il ritorno di interpreti che tanto amiamo e abbiamo amato: Hugh Bonneville, Elizabeth McGovern, Laura Carmichael, Jim Carter, Michelle Dockery, Joanne Froggatt, Brendan Coyle, Phyllis Logan, Robert James-Collier, Kevin Doyle, Robert James-Collier e tanti altri. A questi si aggiungono Paul Giamatti, Dominic West, Arty Froushan e Alessandro Nivola. La regia del film è di Simon Curtis e la sceneggiatura, come già detto, del favoloso Julian Fellowes.
Passando alla trama del film, ecco la versione breve della sinossi ufficiale, seguita dal trailer italiano:

Downton Abbey 3 - Il Gran Finale segue le vicende della famiglia Crawley e dei loro domestici mentre si affacciano agli anni Trenta. Quando Mary si trova al centro di un pubblico scandalo e la famiglia è costretta ad affrontare incresciosi guai finanziari, l'intera tenuta deve fare i conti con la minaccia di una disgrazia sociale. I Crawley devono abbracciare il cambiamento mentre i domestici si preparano a un nuovo capitolo in cui le nuove generazioni porteranno Downton Abbey nel futuro.

Il passaggio di consegne

Anche se non c’è due senza tre, la storia della famiglia Crawley al cinema poteva chiudersi con la morte di Lady Violet. Invece, tanto Julian Fellowes quanto i produttori erano intenzionati fin dal principio a completare la trilogia. Le ragioni sono svariate. Innanzitutto la scomparsa del personaggio interpretato da Maggie Smith, seguito dalla morte dell'attrice, non doveva significare la fine di Downton Abbey e dei Crawley. Inoltre era necessario concludere l’arco narrativo di ogni personaggio, mostrando il modo in cui ciascuno si adattava alla modernità, o meglio alla trasformazione della società britannica. Questo tema è strettamente collegato al succedersi delle generazioni - tanto nei salotti quanto nelle cucine - e a quello che ci piace chiamare il passaggio di consegne. Non si tratta di un processo indolore, e se non possiamo parlare di drammatico cambiamento, è giusto chiedersi se le nuove generazioni saranno all’altezza delle vecchie e come si muoveranno. A questa domanda ha risposto Julian Fellowes, dicendo:

Ogni generazione reinventa come impostare la vita in queste grandi case, e quindi Andy, che va a sostituire Mr. Carson, troverà una nuova maniera di essere un maggiordomo. Non avrà un valletto che lo aiuta, e i valletti scompariranno. Allo stesso modo, non ci sono più le sguattere e Daisy prenderà il posto di Mrs Patmore senza il supporto di nessuna sguattera. Quando ero giovane, la Stagione londinese esisteva ancora, ad esempio con i suoi balli di debuttanti, e io venivo sempre invitato. Li adoravo, ma poi furono aboliti e scomparvero definitivamente. Con Downton funziona un po’ nello stesso modo: continuerà a esistere, ma sarà molto diversa da come l’abbiamo conosciuta nel 1912. Quel genere di vita ormai non esiste più e va sostituito con un altro.

Il divorzio

Nonostante soffi il vento del nuovo, la high society britannica che Downton Abbey 3 ci mostra è spesso vittima del pregiudizio, magari non come ai tempi di Jane Austen e del suo Mr. Darcy, ma comunque in misura notevole. Lo si vede con chiarezza nel modo in cui reagisce al divorzio di un personaggio femminile della famiglia Crawley, che viene ostracizzato e quindi escluso da feste e ricorrenze. È ancora lo sceneggiatore a illuminarci in proposito, spiegando che all’epoca l’aristocrazia desiderava sopra ogni cosa apparire un mondo fatato e in equilibrio, quindi non attraversato da crisi e conflitti. Divorziare equivaleva a gridare al mondo la propria infelicità e insieme la precarietà dei rapporti umani. L'upper class doveva apparire perfetta, altrimenti come avrebbe potuto continuare a essere invidiata?

Ascot

Se nel 1936 Edoardo VIII fu costretto ad abdicare per poter sposare la divorziata Wallis Simpson, è naturale che in Downton Abbey 3 i Crawley, per quanto influenti, debbano tenersi alla larga dal palco reale durante uno degli happening più chic della London Season: le corse di cavalli ad Ascot. Gli appassionati di musical assoceranno subito questo nome e questo luogo di meraviglie, ombrelli, cappellini ed eleganti vestiti da giorno a My Fair Lady, nel quale il blasonato professor Henry Higgins portava appunto ad Ascot l'ex fioraia Eliza Doolittle, rendendosi conto che la ragazza doveva ancora imparare le buone maniere. Ovviamente Fellowes ha frequentato per anni Ascot, e ci teneva che l’evento più mondano del film venisse ben tradotto in immagini, e così il direttore della fotografia si è adoperato affinché la lunga scena delle corse venisse girata con ben 11 macchine da presa. Anche la costumista Anna Robbins ha fatto un lavoro sopraffino. Per lei Ascot significava cappelli, chiffon, merletti e le suggestioni dei tableau di Cecil Beaton e dei disegni di moda di Vogue. Guarda caso, Cecil Beaton era il costumista proprio di My Fair Lady.

Il teatro

Non possiamo concludere la nostra incursione nelle meraviglie di Downton Abbey 3: Il Gran Finale e della Stagione londinese (che era d'estate) senza parlare del teatro. Più dei capitoli precedenti, il terzo film ci porta a Londra, e qui Londra si lascia ammirare nella frenesia di Piccadilly Circus, fra le leccornie di Fortnum & Mason e nei teatri del West End. Non saremo noi a sottolineare l'importanza del teatro inglese nei secoli dei secoli, ma lasciateci dire che, in Downton Abbey 3 come nella vita, e forse più nel passato, il teatro è sempre stato un luogo per tutti i ceti sociali. Il teatro, in Downton Abbey, ci porta a incontrare di nuovo vecchie conoscenze e introduce un personaggio realmente esistito che avrà un ruolo fondamentale nel rivendicare il prestigio dei Crawley, e questo perché all'arte, o meglio agli artisti, ogni stravaganza era concessa, a patto che fosse sempre accompagnata da classe, buon gusto e sense of humour.



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Come ammazzare il capo, anche Charlie Day come Jennifer Aniston vorrebbe un terzo film

Dopo Jennifer Aniston, anche un altro membro del cast di Come ammazzare il capo e vivere felici ha espresso la propria opinione in merito ad un terzo capitolo, ad oggi mai realizzato. Charlie Day, che nei primi due film ha interpretato Dale Arbus, ha condiviso la scena con la Aniston e Jason Bateman e, a distanza di 14 anni dalla distribuzione del primo capitolo sul grande schermo, ha supportato la proposta della collega ammettendo che non gli dispiacerebbe realizzare un terzo film.

Come ammazzare il capo, anche Charlie Day vuole un terzo film: “Spero di riuscirci”

Nonostante al momento tutto taccia su quel fronte, Come ammazzare il capo e vivere felici avrebbe ancora un posto speciale nel cuore delle sue star. Jennifer Aniston è stata la prima, poche settimane fa, a spezzare una lancia a favore di un terzo film mai confermato dagli Studios e adesso anche Charlie Day ha ammesso che non gli dispiacerebbe rivisitare quel personaggio e quella storia. Impegnato con la promozione di Honey Don’t, ai microfoni di The Hollywood Reporter ha dichiarato che sarebbe “assolutamente pronto per un altro film” di quel franchise.

Inoltre l’attore ha aggiunto di averne “parlato con alcune persone coinvolte davanti e dietro la telecamera”. Pare quindi che, come Jennifer Aniston, anche Charlie Day sia disponibile per un terzo film di Come ammazzare il capo. “Vedremo, speriamo che lo studio abbia interesse”, ha concluso, menzionando poi un esempio di reboot di successo come quello di Una pallottola spuntata, tornato al cinema con Liam Neeson: “Ho appena visto Una pallottola spuntata ed è stato davvero divertente essere al cinema con una commedia con la 'c' maiuscola. Quindi mi piacerebbe molto fare un terzo film. Spero di riuscirci”.

Anche Jennifer Aniston, qualche mese fa, ha affrontato l’argomento: “Jason Bateman e io ne abbiamo parlato, e anche Charlie Day ne ha parlato molto. Quindi pensiamo che sarebbe una cosa molto divertente. I personaggi sono esilaranti e abbiamo bisogno di comicità. Personalmente, penso che la comicità sia una necessità. Credo che ci divertiremmo molto, tornando indietro e vedendo dove sono oggi quei pazzi”.



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Ruth & Boaz: il trailer del film romantico che reinterpreta un episodio del biblico Libro di Ruth

Sarà disponibile su Netflix a partire dal 26 settembre il film romantico Ruth & Boaz, che ha tra i suoi produttori il regista, attore e sceneggiatore Tyler Perry.

Se avete l'impressione di aver già sentito i nomi che compongono il titolo, sappiate che non vi sbagliate, perché Boaz e Ruth sono due personaggi della Bibbia ebraica e dell'Antico Testamento. Per la precisione, a raccontarci questa storia è Il libro di Ruth. Come si vede dal trailer italiano appena diffuso, il film non è ambientato nel quindicesimo secolo avanti Cristo ma ai giorni nostri.

Ruth & Boaz: la trama e il cast artistico

La Ruth de Il libro di Ruth era una donna moabita che viveva in Giudea e che sposò un ebreo, rimanendo presto vedova. Più tardi si trasferì in terra d'Israele, dove conobbe un parente del marito (Boaz) che la prese a lavorare nel suo campo d'orzo e più tardi la sposò. Nel film Ruth è un'artista hip hop che vive ad Atlanta e che lascia la scena musicale per cominciare una nuova esistenza nella campagna del Tennessee, dove si prende cura della sua madre surrogata e incontra il principe azzurro (Boaz).

Ruth & Boaz è diretto da Alanna Brown, che fa anche l'attrice e la sceneggiatrice. A impersonare Ruth è Serayah McNeill, mentre Boaz ha il volto di Tyler Lepley. Infine, Noemi è interpretata da Phylicia Rashad. A scrivere la sceneggiatura sono stati Michael Elliot & Cory Tynan.



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venerdì 29 agosto 2025

Conoscete veramente tutti i segreti nascosti dietro al Padrino?

Non è solo una questione di Oscar e incassi: Il Padrino è rimasto nella storia grazie a dettagli e intuizioni che hanno trasformato un gangster movie in una tragedia universale. Ecco tre dei più sorprendenti.

1.     Le arance: frutti di vita e simboli di morte

Chiunque abbia visto Il Padrino ricorda che, poco prima di ogni tragedia, spuntano delle arance. Non è un caso. Nella celebre scena dell’attentato a Don Vito, le arance rotolano sul selciato proprio mentre il boss viene colpito. Nel giardino di casa, durante il suo ultimo momento in vita, Don Vito gioca con il nipotino e stringe in mano delle arance, che diventano l’ultimo segno prima della morte.

Francis Ford Coppola e lo scenografo Dean Tavoularis inserirono deliberatamente questo frutto come codice visivo: un segnale silenzioso che anticipa il pericolo. Col tempo, il pubblico ha imparato a “leggere” quel segno, al punto che altri registi l’hanno ripreso per omaggiare Coppola.

2.     Marlon Brando: da attore in declino a leggenda

Negli anni ’70, Marlon Brando era considerato un divo ormai finito, difficile da gestire e poco redditizio. Ma fu proprio lui a trasformare Don Vito Corleone in una figura immortale. Durante il provino si presentò con batuffoli di cotone infilati nelle guance per gonfiare il volto e dargli un’aria animalesca, “da bulldog”. L’idea convinse tutti e per le riprese venne creata una protesi dentale su misura.

Da quella protesi nacque anche la voce roca e gutturale del personaggio. Brando si ispirò agli accenti dei boss italoamericani, creando un timbro immediatamente riconoscibile.

Brando, che non si presentò nemmeno alla cerimonia degli Oscar a ritirare il suo premio come miglior attore protagonista (inviando al suo posto l’attivista Sacheen Littlefeather) riuscì con un solo ruolo a riscrivere la sua carriera e la storia della recitazione.

3.     Il treno che annuncia la trasformazione di Michael

Se le arance parlano di morte e Brando incarna il potere silenzioso, un altro dettaglio nascosto racconta la metamorfosi più importante del film: quella di Michael Corleone.

La scena del ristorante, in cui Michael uccide Sollozzo e il capitano McCluskey, è costruita come una sinfonia di tensione. Non c’è musica, ma solo il rumore crescente di un treno che passa all’esterno. Il suono inizia lontano, cresce a poco a poco, invade lo spazio e raggiunge il massimo proprio nel momento in cui Michael estrae la pistola. Poi, il silenzio. E gli spari.

Non è un effetto realistico, ma un dispositivo narrativo: il treno diventa il simbolo del suo conflitto interiore, della coscienza che deraglia, del punto di non ritorno. Coppola e il sound designer Walter Murch lo usarono come detonatore emotivo, sostituendo la colonna sonora con un rumore urbano che rende la tensione fisicamente percepibile.

Il Guardian l’ha definita “una delle più potenti rappresentazioni del conflitto interiore mai realizzate al cinema”. Un dettaglio tecnico, certo, ma che ha reso immortale la sequenza e sancito la nascita del nuovo Padrino.

Una leggenda costruita sui dettagli nascosti

Le arance, la voce roca di Brando, il treno che preannuncia la violenza: sono solo tre esempi di come Il Padrino abbia trasformato dettagli apparentemente minori in simboli universali.

È proprio in questa attenzione minuziosa che risiede la forza del film: nulla è lasciato al caso, ogni scelta contribuisce a raccontare la tragedia familiare e politica dei Corleone. Ed è grazie a queste intuizioni, grandi e piccole, che Il Padrino non è solo un capolavoro del passato, ma continua a essere il metro di paragone per chiunque voglia raccontare storie di potere.



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Coming Soon Service a Venezia: prosegue l'attività alla Villa il Nidiolo con registi e interpreti dei film della Mostra

È il terzo giorno per la Mostra, e i social sono ormai un vociare collettivo intorno alle immagini del red carpet e sui film presentati. Giornalisti, critici e non che hanno l'accredito e seguono le proiezioni danno voce ai loro pensieri senza sosta. La grazia di Paolo Sorrentino, Bugonia di Yorgos Lanthimos e Jay Kelly di di Noah Baumbach sono i titoli più chiacchierati di questi primi giorni della 82ª Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, per cui hanno sfilato star come Toni Servillo e Anna Ferzetti, Emma Stone e Jesse Plemons, George Clooney e Adam Sandler.

Proseguono anche le attività di Coming Soon Service nel suo quartier generale alla Villa il Nidiolo. Qui, alle spalle del Palazzo del Cinema, l'edificio su tre piani e l'ampio giardino offrono esclusività e riservatezza agli addetti ai lavori. L'allestimento di Coming Soon Service è un punto di ritrovo agli accreditati, per lavoro o per una pausa, ma principalmente la sede scelta da molte case di produzione e distribuzione che in questi frenetici giorni al Lido devono presentare i propri film alla stampa.

Il rapimento di Arabella: Coming Soon Service allestisce il press junket del film

Presentato nella sezione Orizzonti del Festival, Il rapimento di Arabella è diretto da Carolina Cavalli e ha per protagonista Benedetta Porcaroli (ritratta nella foto in alto).
Il film racconta la storia di Holly, una giovane donna di ventotto anni che vive ai margini, intrappolata in un costante senso di inadeguatezza. È convinta di aver mancato il suo vero destino, di non essere mai diventata la persona che avrebbe dovuto essere. Un giorno però, tutto cambia quando incontra Arabella, una bambina di sette anni dall’aria misteriosa e dallo sguardo profondo. Arabella, decisa a scappare da casa e a nascondere la propria identità, accetta il gioco di Holly e si lascia convincere a diventare la bambina che lei era. Insieme, intraprendono un percorso sospeso tra realtà e immaginazione, dove Holly ritrova frammenti di sé perduti e inizia a credere che forse, attraverso quella strana amicizia, può ancora diventare qualcuno di speciale. Il rapimento di Arabella uscirà al cinema il 4 dicembre distribuito da PiperFilm, ma intanto l'attività stampa con i giornalisti ha avuto luogo al Lido proprio alla Villa il Nidiolo. Qui sotto l'intervista a Carolina Cavalli e Benedetta Porcaroli firmata da Mauro Donzelli, una delle tante della giornata per la regista e l'attrice.


L'organizzazione alla Villa Il Nidiolo, però, è tale da riuscire a gestire più eventi contemporaneamente garantendo la giusta riservatezza alle diverse delegazioni. Anche le attività stampa di La salita di Massimiliano Gallo e La gioia di Nicolangelo Gelormini, entrambi selezionati per le Giornate degli Autori, e il film che ha aperto la sezioni Orizzonti, Mother di Teona Strugar Mitevska, sono gestite da Coming Soon Service

Intanto la giornata di oggi venerdì 29 agosto prevede una serie di incontri con regista e cast di Agon. Scritto e diretto da Giulio Bertelli, ci catapulta nel cuore pulsante dei Giochi Olimpici di Ludoj 2024, seguendo tre atlete d’élite mentre si preparano a sfidare i propri limiti in tiro a segno, scherma e judo. Questo, però, non è solo sport: è politica, corpo, tecnologia e ideologia intrecciati in ogni gesto, in ogni scelta. Allo Spazio Coming Soon sarà presente il regista insieme alle protagoniste Yile Vianello, Alice Bellandi e Sofjia Zobina. Il film esce in sala questo weekend distribuito da MUBI.

Oltre all'allestimento e all'organizzazione, sono fondamentali anche i partner prestigiosi che hanno creduto nel progetto, presenti con i loro prodotti e servizi:

  • Pepsi – icona globale del beverage
  • Birra dello Stretto – eccellenza birraia siciliana
  • Fun Food Italia – prodotti dolci e salati di qualità
  • Bonaventura Maschio – storica e raffinata distilleria italiana
  • Colle Regina – vini autentici che raccontano il territorio trevigiano
  • Helba – dry gin di carattere con i sapori dell'Isola d'Elba
  • Pablo Escobar Vodka – marchio internazionale che fonde stile e innovazione
  • Master Beauty University – accademia di riferimento per make-up artist e professionisti della bellezza
  • Acqua Orsini – purezza e leggerezza dalle sorgenti pugliesi
  • Orsini Soda – soft drink ricercati e perfetti per cocktail e degustazioni
  • Caffè Colorado – miscele raffinate e aromi inconfondibili della tradizione italiana
  • Recreatemarchio italiano specializzato in beachwear
  • Gipsy Inside – moda e accessori dal carattere originale e cosmopolita
  • Craft n Co.community del settore ristorativo con focus sulla sostenibiltà
  • Borgo Dus – azienda agricola che unisce passione e biodiversità
  • CUS Venezia – storico centro universitario sportivo, promotore di sport e socialità
  • Venice Sportevents – organizzazione di eventi sportivi di rilievo internazionale
  • Sospiri Botaniche Veneziane – liquori e distillati che celebrano l’anima di Venezia
  • Del Brusco Tendocoperture – soluzioni strutturali di qualità per eventi di grande portata

Come sempre, il brand Coming Soon conferma la sua fedeltà e il suo amore per il mondo del cinema e supporta a 360 gradi le distribuzioni cinematografiche e tutti i professionisti del settore.



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Star Wars: Starfighter aggiunge nuove star al cast come Amy Adams

Star Wars: Starfighter comincia a prendere forma non solo con un primo scatto del protagonista Ryan Gosling in arrivo dal set, ma anche annunciando ben otto star nel cast. Tra questi non passa inosservato il nome di Amy Adams, attrice nota ai più per aver affiancato Henry Cavill ne L’uomo d’acciaio interpretando Lois Lane. Non essendo estranea ai grandi franchise, Amy Adams darà un contributo spaziale al grande schermo insieme ad altri che vi elencheremo di seguito.

Star Wars: Starfighter, Amy Adams e tante altre star si uniscono al cast del prossimo film del franchise

Lucasfilm è al lavoro su un nuovo progetto di Star Wars con protagonista Ryan Gosling. Si intitola Starfighter e ha annunciato altre celebrità del panorama hollywoodiano a partire da Amy Adams, il cui ruolo però non è stato rivelato. Oltre all’attrice di Nightbitch, il cast potrà contare su Flynn Gray, Matt Smith, Mia Goth, Aaron Pierre, Simon Bird, Jamael Westman e Daniel Ings.

Diretto da Shawn Levy, reduce dal successo di Deadpool & Wolverine nel MCU, Star Wars: Starfighter potrà contare su una sceneggiatura di Jonathan Tropper. La produzione è attualmente in corso e il regista di recente ha condiviso il proprio entusiasmo in una nota stampa: “Provo un profondo senso di entusiasmo e onore per l'inizio della produzione di Star Wars: Starfighter. Dal giorno in cui Kathy Kennedy mi ha chiamato, invitandomi a sviluppare un'avventura originale in questa incredibile galassia di Star Wars, questa esperienza è stata un sogno che si è avverato, sia a livello creativo che personale. Star Wars ha plasmato la mia percezione di ciò che una storia può fare, di come personaggi e momenti cinematografici possano vivere con noi per sempre. Unirmi a questa galassia narrativa con collaboratori così brillanti, sullo schermo e fuori, è l'emozione di una vita”.

Il film è stato annunciato al mondo in occasione della Star Wars Celebration 2025 di Tokyo ed è ambientato cinque anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker. I dettagli in merito alla trama non sono stati ancora condivisi, ma dovrebbe raccontare un’avventura indipendente con nuovi personaggi e nuovi mondi: “C'è una galassia immensa là fuori. E sembra che ci sia l'opportunità di realizzare un film che non sia un prequel, che non sia un sequel, e che ci dia il DNA di Star Wars che amiamo, con un'avventura completamente nuova”, aveva anticipato il regista in occasione dello Star Wars Celebration. In realtà Starfighter è uno dei vari progetti in fase di sviluppo da parte di Lucasfilm e si unisce a The Mandalorian & Grogu, film sequel di The Mandalorian di Jon Favreau, così come del progetto senza titolo con James Mangold. Anche Rey di Daisy Ridley tornerà molto presto sullo schermo con un altro film, per cui c’è abbastanza movimento nella galassia lontana lontana.



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giovedì 28 agosto 2025

I Fantastici 4 poteva essere scritto dall'autore dei Goonies e Gremlins: "Avevo troppe opinioni"

Chris Columbus, sceneggiatore dei Goonies e Gremlins, regista poi dei Mamma ho perso l'aereo e i primi due Harry Potter, si stava occupando per la fu-20th Century Fox del Fantastici 4 del 2005: finì però licenziato nell'arco di una giornata, per aver oltrepassato una "linea".

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Da Eternals a Hamnet, la regista: "Alla Marvel ho imparato tanto, ma le risorse illimitate sono pericolose"

Chloé Zhao racconta William Shakespeare e sua moglie in Hamnet, una produzione molto più in sordina rispetto al kolossal Eternals che firmò per i Marvel Studios: le risorse praticamente illimitate però ti viziano...

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mercoledì 27 agosto 2025

I migliori film in streaming di Jack Black, che compie oggi 56 anni

Compie oggi 56 anni il californiano D.O.C. Jack Black, uno degli attori più simpatici e iconoclasti del nuovo millennio. Tornato al grande successo di pubblico grazie al recente Un film Minecraft, in cui recita insieme a Jason Momoa, Black ha scritto alcune delle pagine più importanti di cinema americano contemporaneo, soprattutto per quanto riguarda la commedia. A dimostrarlo i cinque film in streaming che trovate di seguito. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Jack Black

  • Alta Fedeltà
  • Amore a prima vista
  • School of Rock
  • King Kong
  • Tropic Thunder 

Alta Fedeltà (2000)

La commedia romantica/musicale che lancia la carriera di Black diventa immediatamente un titolo di culto. Diretto da Stephen Frears, Alta fedeltà è un adattamento brioso e ispirato dal libro di successo di Nick Hornby. John Cusack guida un cast scoppiettante in cui figura anche la sempre amata Lili Taylor. Certo, quando Black è un scena il film possiede una marcia in più. Tantissima grande musica e divertimento assicurato per chi ama un tipo di cinema spensierato e leggermente geek. Col tempo forse si è un po’ datato, ma rimane assolutamente godibile. La carriera di caratterista di Black viene consacrata. Disponibile su Disney +.

Amore a prima vista (2001)

Primo ruolo da protagonista per Black, regalatogli da gli altrettanto fuori di testa fratelli Farrelly. Accanto a lui una Gwyneth Paltrow che si presta a questa commedia fantastica che gioca con l’apparenza che inganna, ma soltanto chi è superficiale e vanesio. Amore a prima vista possiede alcuni momenti davvero esilaranti, merito soprattutto della prova maiuscola e acida di Jack Black. Non tutto funziona, il ritmo è alterno, ma il pubblico gradisce e tutto sommato ci può stare, la commedia possiede molte frecce al suo arco. Scatenata, squinternata e a tratti coraggiosa. In fondo racconta bene il nostro presente, anche prima dei social media…Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, Disney +.

School of Rock (2003)

La migliore interpretazione della carriera di Jack Black arriva grazie all’amico Richard Linklater, il quale lo vuole protagonista della commedia musicale migliore dei nostri tempi. Insieme a un gruppo di giovanissimi attori perfetti, Black interpreta una sorta di Attimo fuggente in salsa rock, con momenti di cinema che davvero sanno aprirti il cuore. Libero di esprimere tutta la sua irruente vitalità, l’attore sfodera una performance che avrebbe meritato la nomination all’Oscar. Il pubblico accorre, la critica applaude. Il resto è storia. School of Rock è da rivedere ogni volta col sorriso pronto. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Paramount +.

King Kong (2005)

Il monumentale King Kong diretto da Peter Jackson offre a Black la possibilità di confrontarsi con una produzione dalle dimensioni enormi, mai vissuta in precedenza. Insieme a una straordinaria Naomi Watts e Adrien Brody costruisce un triangolo di protagonisti potente, variegato, che garantisce la necessaria dose di umanità per andare contro i portentosi effetti speciali. Il risultato è un film con un’anima che va oltre lo spettacolo. Visivamente siamo ai livelli del miglior cinema di Jackson, il che è tutto dire. Gli incassi non sono forse quelli sperati, ma lo spettacolo è davvero eccezionale. Arrivano tre premi Oscar tecnici, strameritati. Una versione imperdibile di King Kong. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Netflix, NOW.

Tropic Thunder (2008)

Chiudiamo con la commedia metacinematografica diretta da Ben Stiller che vede Jack Black recitare nella parte della star tossicodipendente che farebbe di tutto per una dose durante le riprese. Insieme all’attore/regista troviamo un Robert Downey Jr., da nomination all'Oscar, un Tom Cruise potente nel ruolo del produttore senza peli sulla lingua (eufemismo…). La comicità di Tropic Thunder è incontestabile, anche se il film possiede un ritmo ondivago. A sorreggere sono le gag riuscite, e gli attori che vogliono divertirsi oltre che divertire. Il pubblico gradisce, la critica si schiera positivamente. Black sovrasta gli altri quando si tratta di spingersi ai limiti. La sequenza quando è legato all’albero è da applausi. Disponibile su Rakuten TV, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, Paramount +.



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Kpop Demon Hunters, Netflix starebbe valutando un sequel

Dopo il successo inaspettato in streaming, si vocifera che Netflix abbia preso concretamente in considerazione la possibilità di un sequel di Kpop Demon Hunters.

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martedì 26 agosto 2025

Is This Thing On?: il trailer del film di Bradley Cooper con Laura Dern e Will Arnett

Giusto un paio di giorni fa vi avevamo parlato di Is This Thing On?, il nuovo film da regista di Bradley Cooper, dicendovi che arriverà nelle sale USA a dicembre e dandovi qualche informazione sul cast e sulla trama. Oggi invece siamo felici di condividere con voi il trailer in lingua originale, che è stato appena diffuso e che sembra annunciare un ottimo film dallo squisito sapore indipendente, nonostante sia targato Searchlight Pictures, casa di produzione sussidiaria di The Walt Disney Studios. Bradley Cooper è anche autore della sceneggiatura insieme a Mark Chappell e a Will Arnett. Quest'ultimo è protagonista del film insieme a Laura Dern. Li affiancano Andra Day, Sean Hayes, Christine Ebersole, Ciarán Hinds, Peyton Manning e Amy Sedaris.

Is This Thing On? Avrà la sua anteprima al New York Film Festival, cosa di cui Bradley Cooper si è detto fiero, dal momento che il film è stato girato nella Grande Mela. La storia che racconta è ispirata alla vita dello stand-up comedian britannico John Bishop, che in Inghilterra è una vera star nonché un ex calciatore professionista. In particolare il film si sofferma su una coppia sposata che si è appena separata e che ha due figli. In questo momento così difficile, il personaggio maschile, impersonato da Arnett, comincia la sua carriera di comico nei locali del West Village.

In Is This Thing On? Recita anche Bradley Cooper, che però si è ritagliato un ruolo secondario.

Is This Thing On?: il trailer del film di Bradley Cooper

Guardando il trailer di Is This Thing On? emerge subito quanto sia diverso tanto da A Star is Born quanto da Maestro, che erano l'uno completamente differente dall'altro, tematicamente ed esteticamente. Nonostante si parli di uno stand-up comedian, il film sembra avere una componente malinconica, e ha qualcosa del cinema USA degli anni Settanta. Altro elemento che salta subito all'occhio è la straordinaria bravura di Laura Dern e Will Arnett, e la nostra speranza è che il film arrivi anche in Italia, cosa molto probabile data la grande notorietà del buon Bradley.



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I migliori film in streaming di Regina King, nel cast di Una scomoda circostanza - Caught Stealing

L'arrivo nelle sale italiane del nuovo film di Darren Aronofsky Una scomoda circostanza - Caught Stealing, riporta sul grande schermo il talento di Regina King, membro eccellente del cast. Premiata con l'Oscar, l’attrice e autrice nel corso delle ultime quattro decadi ci ha regalato alcuni titoli, come i cinque film in streaming che trovate qui sotto. Buona lettura.

Cinque film in streaming di Regina King, nel cast di Una scomoda circostanza - Caught Stealing

  • Boyz n the Hood - Strade violente
  • Jerry Maguire
  • Nemico pubblico
  • Se la strada potesse parlare
  • One Night in Miami - Quella notte a Miami…

Boyz n the Hood - Strade violente (1991)

Esordio al cinema per la King nel film di culto che regala la nomination all’Oscar per la miglior regia a John Singleton, prima volta per un regista di colore nella storia del cinema. Boyz n the Hood - Strade violente è un dramma che racconta la violenza della Los Angeles dei ghetti. Ice Cube, Cuba Gooding Jr., Larry Fishburne e il resto del cast contribuiscono in maniera decisiva alla riuscita di un film ispirato, durissimo quando serve, poetico in altri momenti. Grande esordio, un momento fondamentale di storia del cinema black. Imperdibile. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Jerry Maguire (1996)

Nel ruolo della volenterosa e carismatica moglie di Cuba Gooding Jr., la King ci regala una prova di spessore. Nella scena in cui bacchetta il protagonista Tom Cruise è un vero portento. Una freccia in più nell'arco di Jerry Maguire, commedia sportiva e romantica che Cameron Crowe scrive e dirige con una freschezza rinvigorente. Renée Zellweger viene lanciata come nuova star,la dichiarazione di Cruise alla fine è da storia del cinema. Nomination all’Oscar per film, attore protagonista e sceneggiatura, statuetta a Cuba Gooding Jr., come attore non protagonista. Film epocale, ispirato, dolcissimo. Un classico per menti e cuori che vogliono aprirsi. Bellissimo. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Nemico pubblico (1998)

Ancora un ruolo di moglie, stavolta di Will Smith, in uno degli action-thriller migliori del decennio e in generale della storia del cinema contemporaneo. A conti fatti Nemico pubblico è il capolavoro di Tony Scott, il quale lo dirige sfruttando una sceneggiatura piena di ritmo, trovate e personaggi con una loro densità emotiva. E quando poi Gene Hackman entra in scena riprendendo in qualche modo il suo personaggio de La conversazione, ecco che il tutto si eleva all’ennesima potenza. Film brillante, preciso, elettrizzante. Meritatissimo successo di critica e pubblico. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, Disney +.

Se la strada potesse parlare (2018)

Dopo il successo da Oscar di Moonlight, Barry Jenkins porta sul grande schermo il romanzo elegiaco di James Baldwin. In un cast portentoso che comprende tra gli altri Stephan James, Colman Domingo e Diego Luna, svetta però una Regina King dolorosa e perentoria che si aggiudica stra meritatamente l’Oscar come miglior attrice non protagonista. Se la strada potesse parlare è un adattamento sincero e potente, con momenti di grande cinema d’autore. Avrebbe meritato miglior successo al botteghino, ma tant’è la qualità rimane altissima. Molto probabilmente il miglior film di Jenkins. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

One Night in Miami - Quella notte a Miami…(2020)

Chiudiamo con l’esordio alla regia di Regina King, un dramma da camera basato su una play di Kemp Bowers che vede quattro fondamentali personalità di colore confrontarsi su temi di qualsiasi tipo, in una camera d'albergo che diventa universo specifico e al tempo stesso ampio, totale. One Night in Miami - Quella notte a Miami…vede primeggiare Leslie Odom Jr. (nomination all’Oscar come non protagonista), ma anche Aldis Hodge e Kingsley Ben-Adir sono estremamente efficaci. Film preciso, ambizioso, “piccolo” ma anche potente, che conferma la lucidità della King come artista a tutto tondo. Da vedere e apprezzare, non soltanto per i dialoghi notevoli. Disponibile su Amazon Prime Video.



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A House of Dynamite, le prime immagini del film Netflix di Kathryn Bigelow in concorso a Venezia 82

Netflix ha svelato in anteprima le prime immagini di A House of Dynamite, nuovo film diretto dalla regista Premio Oscar Katrhyn Bigelow che sarà presentato in concorso 82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Venezia 82: Netflix svela le prime immagini di A House of Dynamite, diretto da Katryn Bigelow

A otto anni di distanza dal suo ultimo film, Detroit, Kathryn Bigelow è tornata dietro la macchina da presa per raccontare A House of Dynamite, nuovo film che verrà presentato in anteprima a Venezia 82 e la cui sceneggiatura è firmata da Noah Oppenheim. La pellicola arriverà in alcuni cinema selezionati a partire dall'8 ottobre, per poi debuttare su Netflix dal 24 ottobre.

Dopo The Hurt Locker (vincitore di sei Premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Regista a Kathryn Bigelow) e Zero Dark Thirty, la regista racconta ancora un thriller adrenalinico ambientato nel mondo militare e spionistico statunitense. Come svela la sinossi ufficiale di A House of Dynamite, infatti, "quando un singolo missile, non attribuito ad alcuna nazione, viene lanciato contro gli Stati Uniti, ha inizio una corsa contro il tempo per scoprire i responsabili e decidere come reagire".

Leggi anche Festival di Venezia 2025: il programma completo dell'82esima edizione della Mostra del Cinema

Il film si avvale di un cast di alto livello, che comprende tra i protagonisti principali Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee, Jason Clarke. A completarlo anche Malachi Beasley, Brian Tee, Brittany O'Grady, Gbenga Akinnagbe, Willa Fitzgerald, Renée Elise Goldsberry, Kyle Allen e Kaitlyn Dever. Di seguito, ecco le prime immagini del film svelate da Netflix.



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Woody Allen: "Potrei girare in Russia per dire quanto si sta bene a Mosca", scatta la polemica, il regista risponde

Chi l'avrebbe mai detto dieci anni fa che Woody Allen avrebbe fatto rima con "polemica", ma ci troviamo ancora a discutere della percezione pubblica del quasi novantenne (a dicembre) attore, scrittore e regista. Questa volta però non si parla degli strascichi del #metoo, bensì di una questione politica che potrebbe alienargli anche gli ultimi sostenitori in patria. Ci si augurava che Allen avrebbe declinato l'invito a intervenire da remoto alla Settimana Internazionale del cinema di Mosca, ma il regista è comparso volentieri e si è lasciato andare a parole giudicate da molti sin troppo elogiative, non ultimo il ministero degli esteri ucraino. Leggi anche Sean Penn su Woody Allen: "Lavorerei ancora con lui, è innocente fino a prova contraria"

Woody Allen si difende dopo le sue uscite pro-Russia: "Putin sbaglia, ma stroncare la conversazione artistica non aiuta"

Proprio nei giorni in cui s'infiamma la questione Israele-Gaza a Venezia, c'è un altro caso in cui arte e politica si scontrano, e non potrebbe essere altrimenti, dato che fanno entrambi naturalmente parte della vita della maggior parte di noi. Woody Allen, da tempo ostracizzato professionalmente dagli Stati Uniti in seguito all'onda lunga del #metoo, ha accettato di partecipare da remoto alla Settimana Internazionale del Cinema di Mosca: per un conoscitore della letteratura russa come lui, che peraltro l'ha affettuosamente presa in giro in Amore e guerra cinquant'anni fa, per poi rileggerla nel drammatico Settembre (1987, sua versione dello "Zio Vanja" di Čechov), era naturale accettare. Ovviamente la situazione internazionale rende assai meno scontato un passo del genere: ci si interroga spesso sulla distinzione tra "russofobia" e contestazione politica.
Allen non si è posto il problema, anzi. Ha prima detto al regista Fedor Bondarchuk lì presente di aver visto per intero le otto ore del Guerra e Pace di suo padre Serghei Bondarchuk (Oscar per il miglior film straniero nel 1969). Ha poi ricordato con affetto i suoi soggiorni a Mosca e San Pietroburgo, in particolare quelli dopo la caduta dell'URSS ("prima l'esperienza non era molto piacevole"). È andato oltre, dichiarando che, se un produttore russo gli offrisse un progetto, potrebbe realizzare un film sulla piacevole atmosfera che aveva respirato in quelle città. Il Ministero degli Esteri ucraino si è sentito in dovere sui social di stigmatizzare questa partecipazione:

La partecipazione di Woody Allen alla Settimana Internazionale del Cinema di Mosca è una disgrazia e un insulto al sacrificio di attori, attrici e cineasti ucraini che sono stati uccisi o feriti dai criminali di guerra russi nella perdurante guerra contro l'Ucraina. Prendendo parte a un festival che raccoglie le voci di sostegno a Putin, Allen sceglie di ignorare le atrocità che la Russia commette in Ucraina ogni giorno ormai da undici anni. La cultura non dovrebbe essere mai usata per ripulire i crimini o come propaganda. Condanniamo fermamente la decisione di Woody Allen di benedire l'insanguinato festival di Mosca col suo discorso.

Allen non si è scomposto e ha affidato la sua controrisposta al Guardian: "Quando si parla del conflitto in Ucraina, credo fermamente che Vladimir Putin abbia del tutto torto. La guerra che ha causato è spaventosa. Ma qualsiasi cosa i politici possano aver fatto, non sento che stroncare le conversazioni artistiche sia una buona maniera di aiutare la causa."



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lunedì 25 agosto 2025

I migliori film in streaming della grande Allison Janney, nel cast de I Roses

Nel cast di I Roses, che vede protagonisti Olivia Colman e Benedict Cumberbatch, troviamo come supporto di lusso la grande Allison Janney. A partire dalla metà degli anni ‘90 l’attrice originaria di Boston ha impreziosito con la sua enorme versatilità film che hanno fatto la storia del cinema contemporaneo. Lanciata dal piccolo schermo grazie a una serie straordinaria quale è stata The West Wing, Allison Janney è senza ombra di dubbio una delle più grandi attrici di oggi. A confermarlo i cinque film in streaming che trovate qui sotto. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Allison janney, nel cast di I Roses

  • Big Night 
  • American Beauty
  • The Hours
  • Juno
  • Tonya

Big Night (1996)

L’esordio al cinema di Allison Janney è già un film di culto per intenditori e palati fini. Diretto a quattro mani da Stanley Tucci e Campbell Scott, Big Night è una commedia dalla gentilezza non comune, in cui l’attrice rappresenta la sincerità e il lato umano della persona comune. Tony Shalhoub, Isabella Rossellini, Ian Holm, Minnie Driver e Liev Schreiber compongono un cast affiatatissimo, che eleva il tono della storia e la statura dei personaggi. E il finale tutto in silenzio è un momento di cinema gigantesco. Uno dei migliori film degli anni ‘90, un esordio prezioso e commovente. Disponibile su CHILI.

American Beauty (1999)

Nel ruolo della moglie depressa e silenziosa di Chris Cooper, la Janney affronta con potenza un ruolo difficilissimo, che poteva andare costantemente sopra le righe. Alla fine lei risulta un punto a favore di American Beauty, e soprattutto una delle migliori in un cast che comprende Annette Bening, Kevin Spacey e il gruppo di giovani attori. Sam Mendes dirige un dramma familiare complesso e affascinante, dove pochissimi personaggi posseggono una forza morale in grado di salvarli dalla follia. Sceneggiatura magnifica di Alan Ball, regia perfetta. Cinque premi Oscar tra cui miglior film, regia, attore protagonista e sceneggiatura. Titolo di culto. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, NOW, Paramount +.

The Hours (2002)

Altro ruolo minore nella durata ma assolutamente intenso nel contenuto. Come partner di Meryl Streep la Janney le offre un supporto prezioso e amorevole, soprattutto nella dolorosa scena di confronto drammatico. Ancora una volta è lei a rimanere impressa in un film che vede recitare anche Nicole Kidman (Oscar), Julianne Moore, Ed Harris, Stephen Dillane e molti altri. The Hours è un dramma ambientato su tre piani temporali davvero straziante, magnificamente diretto da Stephen Daldry. Grandi performance e una valanga di candidature all’Oscar. Stupende anche le musiche di Philip Glass. Prezioso. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

Juno (2007)

Nel ruolo di una matrigna scontrosa e dalla lingua aguzza, la Janney dimostra la sua versatilità con una prova divertentissima quanto scontrosa. Insieme a J.K. Simmons forma una coppia di genitori magnifica per il protagonista Elliot Page. Juno vede anche un bravissimo Jason Bateman, Michael Cera e Jennifer Garner completare un organico di altri magnifici. Oscar alla sceneggiatura di Diablo Cody, nomination per film, la regia di Jason Reitman e a Page. Grande successo di pubblico e critica per un film commovente, sentito, pieno di personaggi maestosi nella loro normalità. Delicato e toccante. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Disney +.

Tonya (2017)

Ed ecco finalmente arrivare l’Oscar come miglior attrice protagonista per un personaggio mostruoso, scorbutico, viscerale. La Janney dimentica tutta la sua naturale eleganza e classe per tratteggiare una donna avvelenata e velenosa, perfetto contraltare a una Margot Robbie in grande forma. Craig Gillespie dirige Tonya con veemenza ma anche occhio lucidissimo. Momenti di cinema spassoso e altri tristissimi. Sebastian Stan come supporto funziona bene, il resto è storia vera per quanto parossistica. Grande prova d’attrice di un altro livello per Allison. Una consacrazione che non aveva neppure bisogno di avvenire…Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.



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Iron Man e Spider-Man nel MCU: il segreto che Tony Stark non ha mai svelato a Peter Parker

L'intero Marvel Cinematic Universe ha un debito monumentale nei confronti di Tony Stark (Robert Downey Jr.). Quando è entrato in quella grotta in Afghanistan, l'eroe ha innescato una serie di eventi culminati con gli Avengers che, uniti, combattono ogni tipo di minaccia. Ma per Tony non è certo tutto rose e fiori perché, non appena torna dalla prigionia, deve vedersela con Obadiah Stane (Jeff Bridges), che vuole che il capo delle Stark Industries se ne vada per poter prendere il controllo. Il figlio di Howard Stark, dopo aver visto di cosa sono capaci le sue creazioni, è determinato a proteggere il mondo con l'armatura di Iron Man.

L'innovazione che Tony utilizza più spesso è il Reattore a fusione ARC, la fonte di energia delle prime armature di Iron Man. Successivamente, verrà modificato per alimentare le armature più avanzate. Ognuna delle nuove creazioni di Tony Stark utilizza il Reattore in qualche modo... eppure il miliardario non ne fa menzione quando progetta nuova tecnologia per un caro amico, che ha bisogno di tutto l'aiuto possibile.

Tony Stark e Peter Parker: oltre la dinamica mentore/allievo

Dopo aver combattuto con gli Eroi più Potenti della Terra per alcuni anni, Tony si ritrova ad aver bisogno di rinforzi quando Steve Rogers (Chris Evans) e pochi altri si rifiutano di firmare gli Accordi di Sokovia. Deve trovare Captain America prima che Thaddeus Ross (William Hurt) mandi i suoi uomini a cercarlo, e l'unico modo per farlo è reclutare un giovane eroe del Queens. Così Spider-Man (Tom Holland) si getta nella mischia in Captain America: Civil War e si ingrazia immediatamente Tony, guadagnandosi un nuovo costume con ogni sorta di optional.

Il rapporto tra Tony e Peter Parker si rafforza in Spider-Man: Homecoming, che vede l'Uomo Ragno guadagnarsi un posto negli Avengers e un costume ancora più spettacolare. Inizialmente Parker rifiuta, volendo concentrarsi sulla sicurezza del suo quartiere, ma mette da parte i suoi propositi quando Thanos (Josh Brolin) arriva sulla Terra. Spider-Man combatte al fianco di Iron Man con il costume di Iron Spider, ma perde la vita quando il Titano Pazzo si impossessa di tutte le Gemme dell'Infinito.

Per cinque anni, Tony affronta il senso di colpa per la perdita di Peter, così quando l'opportunità di riportare in vita il ragazzo bussa alla sua porta, lui si precipita. Gli Avengers tornano indietro nel tempo, prendono le Gemme dell'Infinito e riportano indietro tutti, incluso Spidey. Thanos perde, ma porta Tony con sé, lasciando Peter e tutti gli altri devastati. Da bravo mentore, in Spider-Man: Far from Home Stark lascia a Peter alcuni extra, che lo aiutano a sconfiggere Mysterio (Jake Gyllenhaal). Ma, per qualche strana ragione, i Reattori sono spariti, lasciando Spider-Man senza un arsenale completo.

Tony Stark tiene per sé i pezzi migliori?

Tony ha creato due tute per Peter e gli ha dato accesso ad una macchina per crearne un'altra, ma non ha mai incluso un Reattore Arc nei suoi progetti per Spider-Man. Certo, la tuta di Iron Spider contiene "reattori Arc in miniatura" nei suoi schemi di progettazione, ma Stark non lo dice apertamente al ragazzo, né vediamo Peter esaminare la tecnologia e utilizzarla in seguito. Può darsi che Tony Stark abbia deciso di non condividere con Peter Parker il segreto di tale potere, poiché i Reattori Arc possono infliggere gravi danni. Tuttavia, quando tutto è in gioco in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, far entrare Spider-Man in battaglia senza il potere del Reattore Arc sembra proprio un azzardo.

Tony avrebbe dovuto svelare a Peter la sua tecnologia più importante, soprattutto perché Spider-Man si ritrova a combatterla in Spider-Man: No Way Home. Il ragazzo usa un Fabricator delle Stark Industries, che ha proprio un Reattore Arc come fonte di energia. Non a caso, Electro (Jamie Foxx) riconosce immediatamente il potere che ha di fronte e lo ruba per diventare più forte. Peter ha difficoltà a tenergli testa, e ci vuole un colpo di fortuna da parte del Dottor Octopus (Alfred Molina) per far sparire il Reattore.

Tony Stark è stato fondamentale per Peter Parker: gli ha fatto da mentore in un momento in cui il giovane eroe ne aveva più bisogno ed è stato a tutti gli effetti una figura paterna per lui. Spider-Man, inoltre, deve la vita ad Iron Man: sarebbe rimasto polvere se il Vendicatore non avesse recuperato le Gemme dell'Infinito. Nonostante tutto, però, rimane inspiegabile che Stark si sia rifiutato di mostrare al suo pupillo cosa rende le armature di Iron Man davvero speciali.



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Troppo Cattivi 2 riapre il boxoffice italiano del weekend, subito in vetta

Siamo tra gli ultimi mercati a ospitare l'uscita dello scatenato Troppo Cattivi 2 della DreamWorks Animation, ma la banda di Mr. Wolf è all'altezza del compito: dare inizio alla nostra stagione cinematografica, con un primo posto da 1.533.000 euro (sui cinque giorni, 1.140.700 nel fine settimana, fonte Cinetel). È il film che contribuisce al risveglio del nostro boxoffice del weekend, con un +56% generalizzato su tutte le sale aperte. Per quanto riguarda nello specifico il lavoro del regista Pierre Perifel, non si sta dimostrando al botteghino mondiale molto vivace come il suo ritmo allegro: stando a The Numbers è costato sugli 80 milioni di dollari, marketing escluso, e ne ha raccolti finora quasi 150. Considerando che negli USA è già sbarcato il 24 luglio, sembra impossibile che ripeta l'exploit dei 250 milioni raccolti dal predecessore nel 2022, con un budget quasi analogo: peccato, perché a nostro modesto parere gli è all'altezza.

Slitta dal primo al secondo posto il fenomeno di quest'estate: l'horror Weapons di Zach Cregger, dove diversi bambini e bambine, tutti compagni di scuola, spariscono misteriosamente in una notte. Raccogliendo altri 432.000 euro, raggiunge da noi i 2.157.600, ma la cosa sorprendente è che, grazie al passaparola legato alla sua struttura narrativa basata sulla sorpresa, negli USA e altrove non scende nelle classifiche del boxoffice: il risultato nel mondo al momento parla di quasi 200 milioni di dollari, che rispetto al budget sotto i 40 riportato da Variety lo rendono un grandissimo successo, moralmente raddoppiato perché la Warner ha puntato su un soggetto originale, non su un franchise.
Scivola dalla seconda alla terza posizione il presunto rilancio del Marvel Cinematic Universe con I Fantastici 4: Gli inizi di Matt Shakman: non che il film con Pedro Pascal e Vanessa Kirby sia andato male, perché da noi ha raggiunto gli 8.057.000 (di cui 236.700 nel weekend) ed è al nono posto dei migliori incassi dell'anno solare. Il problema è più che altro nel timido totale mondiale di 490.000.000 dollari, che con un budget oltre i 200 (fonte Variety) potrà assicurare un pari escludendo i costi di promozione, ma di certo non riapre davvero i giochi per un tipo di produzione blockbuster.
Entra al quarto posto la "forense" cronaca di una missione in Iraq del 2006, Warfare - Tempo di guerra, diretta a quattro mani da Alex Garland con lo stunt coordinator Ray Mendoza, che da soldato la visse in prima persona: 316.700 euro il boxoffice garantito dal pubblico che si è voluto mettere alla prova con un resconto spietato. Nel mondo il film indipendente A24 ha raccolto 33 milioni di dollari, per un budget che Deadline colloca sui 20. Gli manca ancora qualcosa per andare in pari.
Esordio in quinta posizione per Locked - In trappola: rastrella 255.200 euro in cinque giorni la storia di un ladruncolo (Bill Skarsgaard), prigioniero di un SUV che ha cercato di rubare. È caduto nel tranello di un sadico giustiziere / vigilante che ha il volto di Anthony Hopkins. David Yarovesky dirige il remake dell'argentino 4x4.

Il box office completo del weekend



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