venerdì 3 febbraio 2023

Decision to Leave: Park Chan-wook ci svela le fonti d'ispirazione per il suo film

È arrivato finalmente nei cinema italiani, distribuito (anche in lingua originale sottotitolata) da Lucky Red, il nuovo, bellissimo film di Park Chan-wook, Decision to Leave.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2022, dove è stato meritatamente premiato per la migliore regia, e assurdamente escluso dalle candidature all’Oscar 2023 come miglior film internazionale, Decision to Leave è un film dalle molte anime, tutte perfettamente complementari: parte come un procedurale, si tramuta in un noir, per poi diventare un mélo sentimentale che parla di amore, perdita e solitudine. Il tutto senza mai perdere la voglia di sfumare le situazione in un umorismo nero e sottile.
La storia, in sintesi, è quella di un detective della polizia che, mentre indaga sulla morte apparentemente accidentale di un uomo, si innamora della giovane vedova della vittima, entrando in crisi quando inizia però a sospettare che la donna possa essere la responsabile della morte del marito.

A Cannes, lo scorso maggio, abbiamo incontrato Park Chan-wook assieme ad altri giornalisti, e in quell’occasione il regista ha parlato di quelle che sono state le sue due primarie fonti d’ispirazione per Decision to Leave, assai diverse tra loro: una serie di romanzo giallo svedese e una canzone pop coreana di fine anni Sessanta.
I romanzi sono quelli della serie di Martin Beck, dieci volumi scritti tra il 1965 e il 1975 da Maj Sjöwall e Per Wahlöö, pubblicati in Italia da Sellerio. Libri nei quali il protagonista, Martin Beck, appunto, è caratterizzato da un’estrema rettitudine professionale e morale, da grande scrupolosità ma anche da una estrema gentilezza, anche nei confronti dei criminali.
“Ero studente quando ho letto per la prima volta un romanzo della serie di Beck, e l’avevo adorato”, ha raccontato Park. “Quando tre o quattro anni fa, in Corea, hanno ripubblicato i romanzi della serie, li ho letti tutti, e li ho trovati ancora migliori di quanto ricordassi. Leggendoli ho capito che volevo raccontare un personaggio del genere, girare un film con protagonista un detective che avesse quelle caratteristiche: gentile, dal cuore tenero, perfino nei confronti dei sospettati”.
La canzone, invece, si intitola “Mist”, ed è il brano con cui nel 1967 debuttò una famosa cantante folk coreana, Jung Hoon Hee. “È la mia canzone preferita, la ascoltavo sempre quando ero bambino”, ha spiegato Park. “La stavo ascoltando su YouTube, e quando è finita l’algoritmo mi ha proposto una cover che non conoscevo, realizzata da un cantante maschile, Song Chang-sik, che è il mio cantante preferito. È stata una grande e piacevole sorpresa. Allora ho pensato che sarebbe stato bello girare un film in cui usare entrambi le versioni della canzone, che ha un testo romantico e quindi anche il film avrebbe dovuto essere romantico, e raccontare una storia d’amore sullo sfondo di una città nebbiosa [“mist" significa appunto nebbia, NdR]. E quindi ho innestato questa suggestione su quella che veniva dai romanzi di Beck”.
Nella versione finale di Decision to Leave, però, non appaiono le due versioni di “Mist” separate. “Non l’ho fatto”, spiega Park, “ma sui titoli di coda c’è una versione della canzone che è cantata da entrambi: hanno registrato in studio insieme per me, queste due leggende, un’esperienza incredibile che mi ha ripagato delle fatiche di questo film, e che rimane per me un momento indimenticabile”.

Park ha poi spiegato che quando si trova di fronte a una suggestione, a un romanzo che lo intriga, alla bozza di una storia originale, sono due le domande che si pone: “riesco a vedere un film da questa storia, a visualizzare qualche idea pur vaga? e vale la pena spendere almeno due anni e mezzo di tempo per realizzare un film a partire da questa storia?”.
Ma se gli si chiede se riesce a leggere un romanzo o ascoltare una canzone senza per forza iniziare a pensare al loro potenziale cinematografico risponde senza esitazioni, e sorridendo: “Ma certo! Non vivo e non voglio vivere in questo modo. Voglio godermi tutto, musica e romanzi, anche se non posso o voglio farci dei film sopra”.



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