C'è qualcuno che ci ha fatto conoscere i "cinematic universe" prima che diventassero di moda, e quel qualcuno amava anche l'universo in senso letterale: oggi gli appassionati di animazione e buone serie tv piangono la morte di Leji Matsumoto, il mangaka e regista papà di serie mitiche come Capitan Harlock, Space Battleship Yamato (La corazzata Yamato) e Galaxy Express 999. L'artista è deceduto per un'insufficienza cardiaca a 85 anni. Leggi anche Il sensei Leiji Matsumoto, un samurai cinefilo e pacifista a Lucca Comics & Games
Leji Matsumoto, una vita di emozioni nello spazio
Classe 1938, Leji Matsumoto fu appassionato di disegno sin dall'adolescenza, e la passione si trasformò rapidamente in mestiere: gli anni Settanta furono il suo momento d'oro, in realtà anche prima che realizzasse i suoi lavori più famosi, perché già il manga Gun Frontier (1972), western sci-fi, cominciava ad abbracciare quella contaminazione che avrebbe dato origine a veri e propri miti (a proposito, Gun Frontier è poi diventato nel 2002 a sua volta un anime, a cura della Vega).
Non si può parlare di Matsumoto senza pensare prima alla Corazzata Yamato (1975, anime nel 1978, noto in Italia col titolo americano Star Blazers): per molti un punto di svolta nell'animazione giapponese di fantascienza, dove ci si apriva al genere nei suoi risvolti più epici e profondi, al di là del sottogenere super robot che andava invece per la maggiore. Matsumoto stesso collaborò alla regia delle due serie e dei tre lungometraggi animati che ne espansero le vicende, Addio Yamato, Yamato per sempre e Yamato - L'ultima battaglia, fino al 1983. Il desiderio di space opera nel mondo era stato rinfocolato dal successo planetario di Star Wars... non c'era momento migliore.
Capitan Harlock (1977, anime nell'anno successivo, per la regia di Rintarō) è mitologia pura per la generazione di chi è stato bambino negli anni Ottanta: il protagonista, un pirata spaziale ribelle davanti a una società terrestre apatica e parassitaria del futuro, si aggira a bordo della sua astronave Arcadia ed è l'unico a scoprire una minaccia per la Terra... nonché l'unico a potervi far fronte. Il personaggio è stato protagonista di due lungometraggi di rilievo, uno a caldo (Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza del 1982, prequel diretto da Tomoharu Katsumata) e uno celebrativo in CGI intitolato semplicemente Capitan Harlock (2013, diretto da Shinji Aramaki).
Galaxy Express 999 (1977, anime l'anno successivo), che peraltro vede tra i comprimari lo stesso Harlock, segue il lungo viaggio di un piccolo orfano di nome Masai, tra i poveri in una galassia che garantirebbe la vita eterna solo ai ricchi in grado di concedersi un corpo meccanico, dai pezzi sostituibili. Salvato dalla bionda materna malinconica Maisha, Masai accetta di accompagnarla nel viaggio sul Galaxy Express 999, diretto al pianeta Andromeda, dove il miraggio di un corpo meccanico gratuito sembra alla portata. Anche in questo caso alla lunga serie tv (113 episodi) sono seguiti immediatamente due lungometraggi, Galaxy Express 999 - The Movie (1979, di Rintarō), Addio Galaxy Express 999 - Capolinea Andromeda (1981, ancora di Rintarō). Discorso diverso per Galaxy Express 999: Eternal Fantasy (1998), adattamento della seconda parte del manga, che Matsumoto riprese molto tempo dopo, nel 1996.
Le ultime opere di Leji Matsumoto sono state Capitan Harlock: Dimension Voyage per quanto riguarda i manga, nel 2014, e la miniserie anime Ozma, realizzata da Gonzo e LandQ Studios nel 2012. Tra le sue opere nel suo ultimo periodo attivo va senz'altro ricordato il musical animato Interstella 5555 (2003), su musiche e canzoni dei Daft Punk.
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