lunedì 31 agosto 2020

Gli orsi grizzly dell’estate alaskana si fanno notare al Trento Film Festival 2020

Arriva l’estate nell’Alaska meridionale, momento da molti anni per l’esperto di orsi David Bittner di arrivare nella terra d’elezione degli orsi grizzly e continuare le sue lunghe sedute di osservazione, di foto e di riprese, questa volta però in compagna del regista Roman Droux. Quest’ultimo ha tratto da questi tre mesi intensi di esperienza a contatto con la natura placida estiva, anche da quelle parti, ma con degli animali decisamente selvaggi, almeno nell’immaginario collettivo come i grizzly, l’affascinante documentario svizzero Der Bar in Mir, in concorso al Trento Film Festival 2020.

Bittner, in compagnia del suo ospite, è molto organizzato, e circonda il suo campo per tende e attrezzature varie con un giro di filo come recinzione, che può elettreficare premendo un pulsante e rendendo improvvisamente sicurissimo un perimetro apparentemente certo non invalicabile. Almeno si spera. Le giornate però i due le passano in mezzo ai grizzly, alcuni noti da anni a Bittner, come il grande boss Bruno, o il vecchio capo ormai anziano e spodestato. Sono placidi, da poco risvegliati dal letargo, enormi eppure snelli, sempre in proporzione. Iniziano a cercare cibo, prima senza troppa fretta e poi, con il passare delle settimane, sempre più freneticamente, fino a essere nervosi, e quindi più pericolosi per chi incontrano, uomini compresi. I fiumi sono vuoti o quasi, sarà solo dopo molto tempo che arriveranno di nuovo a casa i salmoni, dopo aver compiuto il loro giro per il mondo, con un istinto ancora poco chiaro alla scienza.

Sono proprio i salmoni, una volta tornati a centinaia, a diventare vittime della necessità naturale di nutrirsi dei grizzly, che sono pur sempre delle creature selvagge. Fino a trenta al giorno vengono pescati dalle madri per sé stesse o per i loro figli, e i maschi adulti non sono certo da meno. Si ingozzano fino a satollarsi, a riprendere delle forme più rotonde e consoni alla sottospecie degli orsi bruni che conosciamo e amiamo, fin dalla versione teddy bear da bambini. Dopo una scorpacciata di giorni e settimane diventano schizzinosi, mangiano solo le parti più grasse, la testa e la pelle, in modo da immagazzinare le calorie necessarie a superare il grande sonno invernale, un altro dei veri miracoli della natura.

Non mancano i momenti di sincero stupore, vedendo Der Bar in Mir, che ci regala un ritratto visivamente sbalorditivo di creature che non ci stancheremmo mai di osservare. Un viaggio magico e a tratti brutale, fino a far emergere la personalità, il carattere, di questi grizzly, che smettono di essere tutte uguali, bestie enormi, e, come per David Bittner, sono identificabili con un nome. A proposito di nomi, il suo preferito rimane sempre Baloo, scusate se non è significativo.

Der Bar in Mir di Roman Droux è disponibile per la visione in streaming, in tutta Italia, sulla piattaforma del Trento Film Festival.



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