È una seconda giovinezza artistica quella di Pupi Avati, che dopo il bel ritorno all'horror con Il signor Diavolo, si appresta a tornare sul set, stavolta adattando il libro autobiografico di Giuseppe Sgarbi (padre di Elisabetta e Vittorio, scomparso nel 2018) per il film Lei mi parla ancora, in cui dirige per la prima volta in veste di protagonisti Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli, affiancanti da un cast di attori bravissimi e in alcuni casi "ritornanti", come Isabella Ragonese e Lino Musella (che interpretano i protagonisti da giovani), Fabrizio Gifuni (Amicangelo), Chiara Caselli, Alessandro Haber, Serena Grandi, Gioele Dix e Nicola Nocella.
Le riprese del film, che racconta la storia d'amore tra Nino e Caterina, che dura 65 anni e fin oltre la morte di lei, si girerà in 6 settimane tra Roma e Ferrara. Lei mi parla ancora è coprodotto da Bartlebyfilm e Vision Distribution in collaborazione con Duea Film e sarà distribuito nelle sale italiane da Vision Distribution.
Questa la sinossi del film:
Nino e Caterina sono sposati da sessantacinque anni e si amano profondamente dal primo momento che si sono visti. Alla morte di Caterina, la figlia Elisabetta, nella speranza di aiutare il padre a superare la perdita della donna che ha amato per tutta la vita, gli affianca Amicangelo, un editor con velleità da romanziere, per scrivere attraverso i ricordi del padre un libro sulla loro storia d’amore. Amicangelo accetta il lavoro solo per ragioni economiche e si scontra subito con la personalità di un uomo che sembra opposta a lui. Ma il rapporto tra i due diventerà ogni giorno più profondo fino a trasformarsi in un’amicizia sincera.
Dice Pupi Avati in merito alla storia:
"Con Lei mi parla ancora ho voluto raccontare la storia di un grande amore, quello tra Nino e Caterina, un amore lungo 65 anni, un amore che dura oltre la morte. Il pretesto narrativo è un libro di memorie che il protagonista, rimasto vedovo, si è deciso a pubblicare affidandone la scrittura a un ghost writer romano, ambizioso e disincantato. Ed è proprio nella dialettica fra questi due personaggi, così apparentemente diversi tra loro, che ho scorto la possibilità di affrontare il presente della nostra terra e il suo meraviglioso passato, in quella porzione dell’Emilia così speciale che ha saputo trattenere, accanto alla modernità, il grande fascino del suo passato. Delle sue tante memorie. Ho raccontato la nostra terra, la nostra gente, attraverso una ennesima, diversa, angolazione. Per continuare a dare un senso al nostro lavoro”.
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