giovedì 30 luglio 2020

Ashley Judd vince l’appello nella causa per molestie sessuali contro Harvey Weinstein

La corte d’appello ha decretato che l’attrice Ashley Judd può portare avanti una causa per molestie sessuali contro Harvey Weinstein, ritenendo che quest’ultimo avesse nelle mani il potere di decidere le sorti della sua carriera, quando la invitò nella sua stanza del Peninsula Hotel, nella metà degli anni ’90.
I tre giudici del Nono circuito della Corte d’appello hanno rovesciato la decisione della corte precedente, che aveva dato torto alla Judd sulla base del fatto che all’epoca non era dipendente di Weinstein.

Al contrario la decisione di queste ore ritiene che il produttore avesse un potere notevole su di lei, per la sua posizione e l’influenza come uno dei maggiori executive di Hollywood, per cui la corte distrettuale ha ribaltato la sentenza. La causa è stata avanzata dalla Judd nell’aprile 2018, con l’attrice che ha rievocato come venne attirata con l’inganno nella sua stanza di hotel, dove Weinstein le chiese di guardarlo mentre si faceva la doccia e cercò di farle un massaggio. Inoltre lo denunciò per diffamazione e ritorsione per essere stata messa in black list dall’industria cinematografica in seguito al suo rifiuto di assecondarlo.

A questo punto la causa tornerà nella giurisdizione di una corte di giustizia che dovrà pronunciarsi di nuovo. “È una vittoria importante, non solo per la signorina Judd, ma per tutte le vittime di molestie sessuali nelle loro relazioni professionali”, ha dichiarato l’avvocato dell’attrice. Parole alle quali ha risposto il legale di Weinstein: “ci aspettiamo che la verità verrà a galla nel processo. Il signor Weinstein non fece alcuna rappresaglia, anzi, sostenne il suo lavoro e approvò la sua scelta in un paio di film."



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