mercoledì 3 giugno 2020

The New World: le follie sul set del regista Terrence Malick


Unico nel metodo di lavoro, unico nella visione cinematografica. Terrence Malick è un regista che mette in scena storie in cui non è fondamentale la ricerca di un significato nella trama. Ciò che per lui conta sono i sentimenti, le sensazioni, le emozioni che le immagini in movimento devono riuscire a infondere nello spettatore. È un cinema meditativo quello di Malick, bisogna entrarci dentro ed essere disponibili a uno scambio intimo tra se stessi e la potenza di ciò che lo schermo comunica, dai volti ai paesaggi. Che alla fine le intenzioni del regista arrivino a destinazione è soggettivo, ma la domanda è: quale metodo di lavoro usa Malick sul set per raggiungere una narrazione non convenzionale? Vediamo il caso di The New World, uscito nel 2005 con Colin Farrell e Christian Bale.

The New World: la trama del film con Colin Farrell e Christian Bale

Ambientato nel 17esimo secolo all'apice della conquista del continente americano, il film racconta la stessa storia del film d'animazione Disney Pocahontas. Nell'aprile del 1607 tre navi inglesi attraccano sulla costa orientale del nordamerica. A nome della London Virginia Company fondano Jamestown, un avamposto economico, religioso e culturale sul nuovo mondo. Ma gli uomini a bordo di quelle navi sono impreparati ad affrontare le avversità del continente e, costretti ad abbandonare rapidamente i sogni di gloria, si ritrovano presto a lottare per la propria sopravvivenza. Quando il capitano Newport (Christopher Plummer) invia John Smith (Colin Farrell) e i suoi uomini a cercare rifornimenti, il gruppo viene attaccato dai membri della tribù indiana di Powhatan, che uccidono tutti tranne John, fatto prigioniero e condotto al villaggio. Lì incontra la figlia del capo, Pocahontas (Q'orianka Kilcher), una bellissima ragazza dai modi gentili. La profonda relazione che si sviluppa tra i due cambierà per sempre la vita della ragazza e quella dell'ufficiale Smith.

The New World: le follie di Terrence Malick

Si sa che Malick impieghi molto tempo al montaggio per montare i suoi film. Procedendo per sensazioni, il regista privilegia la potenza visiva di un'inquadratura rispetto al ritmo della narrazione. Spesso l'esigenza di tenere in piedi un filo logico viene meno di fronte a scene che lui ritiene particolarmente evocative. Per questo motivo, invita costantemente gli attori a lasciare liberi i loro istinti, a seguire ciò che i personaggi suggeriscono loro. Noto per essere molto meticoloso riguardo l'approccio ai personaggi che interpreta, Christian Bale ha trovato in Terrence Malick qualcuno decisamente più invasato di lui. L'attore ha raccontato che, in uno dei lunghi ciak in cui era impegnato, ha voluto vedere cosa sarebbe successo se avesse iniziato a camminare fuori dall'inquadratura. Durante una ripresa, Bale si è mosso in direzione della camera, l'operatore lo ha assecondato, Malick non ha dato lo stop e tutta le persone della troupe che erano alle spalle dell'inquadratura hanno iniziato a correre nascondendosi nei cespugli per non entrare nel campo visivo. Christopher Plummer ha detto che non avrebbe mai più lavorato con Malick dopo aver visto la versione finale del film e aver scoperto che molte delle sue scene erano state tagliate e un importante monologo era passato in secondo piano in favore di un'altra inquadratura. Delle musiche composte dal certo non ultimo arrivato James Horner, soltanto pochissimi minuti sono rimasti nel montaggio definitivo. Il compositore ha detto che sebbene al regista fosse piaciuta la sua musica, non sapeva come utilizzarla sulle sue riprese. Horner ha dichiarato di non aver mai provato una delusione così forte lavorando con un regista.



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