Rare volte un film ha cambiato la carriera di un’attrice come successo a Ellen Page per Juno. Una verra irruzione nel mondo del cinema che conta, con un film indipendente molto amato, capace oltretutto di affrontare tematiche sociali di rilievo, di porre di fronte a un’adolescente il dubbio se tenere un bambino dopo una gravidanza inattesa o darlo in adozione. Una storia di formazione che senza la penna, anch’essa praticamente esordiente, di Diablo Cody non avrebbe vostro la luce, e deve molto anche al talento del regista, Jason Reitman. Rimane però il film di Juno, dell’adorabile e scapestrata ragazza che Ellen Page ha saputo rendere con grande grinta, ironia e passione. La stessa che poi ci ha messo nel parlare pubblicamente della sua omosessualità, togliendosi una buona volta un grosso peso dalle spalle, diventando poi molto attiva socialmente per la tutela dei diritti del movimento LGBT.
Juno, il film che lanciò la carriera di Ellen Page, attrice e donna impegnata
Gli anni passano, ma Juno rimane il ruolo della carriera per la Paige, quello in cui è riuscita probabilmente a esprimere maggiormente le sfumature del suo talento, la fragilità ma anche la decisione e una dose di cinismo che non fa mai male. I duetti, anche musicali, molto divertenti e teneri, con il giovane padre interpretato da Michael Cera sono ancora nella memoria delle tante persone che hanno amato questo film, e che non disdegnano di rivederlo quando viene programmato in televisione.
Juno è diventato un piccolo classico, una storia di formazione e crescita con un punto di vista originale e molto più maturo di quanto la sua protagonista, strascicata e un po’ scurrile, ha il coraggio di ammettere. Perché dietro quel cinismo e le battute ironiche c’è una giovane in cerca disperata di conferme, che nella coppia bella e ideale che sceglie per dare in adozione il bambino cerca la conferma che l’amore può esistere, essere duraturo e suscitare felicità. Nessuna carineria, in questo luogo, ma solo persone comuni dai bisogni primari che difendono le loro fragilità, che di fronte alla frase per una volta dura del padre, “credevo fossi il tipo di ragazza che si ferma in tempo”, risponde nell’unica maniera possibile, “non so che tipo di ragazza sono, veramente”. È questo il bello di Juno, che lo rende a distanza di molti anni un gioiello nel suo genere.
Juno, il trailer
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