venerdì 22 maggio 2020

La storia di Leone Jacovacci, il pugile nero che ha combattuto per essere italiano, diventerà un film


Finalmente anche dalle nostre parti si iniziano a raccontare storie di sport, non solo in televisione o a teatro, con gli splendidi monologhi di Federico Buffa, ma anche al cinema. Anche perché molto spesso, parlando di sport, si racconta ben altro, se non una società intera. È assolutamente il caso del film annunciato oggi da Palomar, dedicato a Leone Jacovacci, “il pugile nero che ha combattuto per essere italiano”, come dice con efficacia la frase di lancio.

La sua fu una vita incredibile, come si dice in questi casi pronta per il cinema, in un contesto ostile per i non pochi meticci italiani (era figlio di un italiano e una congolese) negli anni Venti, in piena epoca fascista. Una storia già raccontata in un documentario di alcuni anni fa, Il pugile del duce di Tony Saccucci. Il film sarà una produzione internazionale, scritta da Silvia Ebreul e Marcello Izzo con la collaborazione di Tommaso Renzoni, e le riprese dovrebbero partire a inizio 2021, fra Italia, Francia e Inghilterra. Palomar è in trattative avanzate per una partnership con un distributore internazionale.

Chi è Leone Jacovacci? Un uomo non comune, un pugile dal talento eccezionale e il fisico scultoreo. Nato in Congo, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Roma dove è stato ribattezzato il “mulatto di Trastevere”. A causa del colore della pelle arriva a Parigi dove con lo pseudonimo di Jack Walker colleziona nel pugilato un successo dopo l’altro, estasiando il pubblico. La sua vera ambizione però è quella di aggiudicarsi il titolo europeo, e per farlo, la Federazione Italiana deve ufficializzare la sua cittadinanza. È il 1928, Mussolini sta intessendo il suo sogno imperiale e nessuno è pronto anche solo a immaginare un campione italiano di pelle scura. Per realizzare il suo sogno, Leone dovrà sfidare i migliori pugili e ammaliare il pubblico, arrivando a fronteggiare l’orgoglio italico Mario Bosisio. Può un uomo mettere a tappeto il campione italiano ma soprattutto la propaganda fascista? Basterà uno stadio gremito per farlo sentire finalmente italiano e tramandare la sua storia?


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