Prima di mostrarvi il trailer di You Don't Nomi, è necessaria una premessa. Nel 1995, quando il regista Paul Verhoeven si avviava alla fine della sua interessante carriera americana, uscì Showgirls, scritto sempre da quel Joe Eszterhas che tre anni prima gli aveva dato l'enorme successo di Basic Instinct, e che aveva scritto anche il copione del sottovalutato Jade di William Friedkin. A differenza del film con Sharon Stone, però, l'esibita visione del sesso dell'autore non portò fortuna all'uscita del pacchiano Showgirls, che non solo vinse il Razzie come peggior film del decennio, ma fu accolto da unanimi stroncature della critica e dal disprezzo del pubblico.
Chi scrive ricorda ancora le risate miste a imbarazzo nell'anteprima stampa a cui assisté all'epoca, tra un goffo numero di lap dance e un dialogo surreale e l'altro. Com'era successo che Paul Verhoeven, geniale autore, avesse consapevolmente fatto qualcosa di tanto ridicolo e brutto? Ecco, oggi il documentario You Don't Nomi (un gioco di parole col nome della protagonista, Nomi, interpretata da Elizabeth Berkley), spiega la nascista di un vero culto (o "sculto") intorno a un film cresciuto nel tempo e diventato oggetto di visioni partecipate da un pubblico entusiasta durante le classiche proiezioni di mezzanotte, al pari di classici come The Rocky Horror Picture Show e Priscilla - La regina del deserto. A Showgirls è stato ispirato anche un musical parodia, del resto.
La fascinazione per il film è tanta e tale che l'autore del documentario, Jeffrey McHale, arriva al punto da chiedersi se in realtà Showgirls non abbia qualche chiave di lettura che possa rivalutarlo artisticamente. You Don't Nomi era stato presentato l'anno scorso al Tribeca e aveva ricevuto critiche positive, in America sarà disponibile dal 9 giugno e speriamo di vederlo al più presto su qualche piattaforma streaming anche da noi.
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