Il tempo delle mele è finito, marcito da anni di speculazione mediatica, di spregio del corpo, di riproducibilità tecnica dell'immagine. Oramai gli adolescenti non hanno più pudori, si mettono in gioco, provano tutto, si espongono ad un ludibrio estetico divulgativo senza averne forse una vera consapevolezza. Kiss and cry racconta l'adolescenza attraverso il filtro dello sport, della disciplina assoluta, della competizione. Il pattinaggio sul ghiaccio a livello nazionale. Il film segue Sarah, una ragazza russa trapiantata in Francia con i genitori, una bella ragazza con i capelli lunghi e le guance sempre rosate, in preda ad una violenta scoperta del proprio corpo. Le amiche pattinatrici sono esplicite, vendicative, allegre, spietate, combattenti. I genitori delle giovani atlete sono ancora più agguerriti delle figliole, si ritengono i principali motivatori emotivi delle figlie, le pungolano, le accompagnano in trasferta, cambiano residenza a seconda di dove sono invitate a gareggiare in squadra. La leggerezza adolescenziale non ha contrappunto nella vita reale, si scontra conflittualmente con modi di pensare antichi ma ancora in vigore, trova un completo e totale annullamento nelle parole crudeli dell'allenatore, magrissimo efebico pattinatore in gioventù, che sfoga il suo ritiro dalle scene a diciannove anni contro delle innocenti bambine dalle elementari in poi. Le ragazze non vogliono crescere, fanno fatica ad abituarsi in una forma corporea che si modifica mangiando una caramella di troppo, prendendo le prime sbronze, accusando il primo hangover il mattino successivo ad una festa nel bosco raggiunta scappando di casa avventurosamente. L'approccio di descrizione del reale (le registe vengono dal documentario e questo film è lo sviluppo di un precedente mediometraggio non sceneggiato) regala amabilmente a questa pellicola un'alone forte di verità. Le attrici non professioniste, guidate da mani capaci, si sono trasfuse nei personaggi, immedesimandosi nei caratteri, inserendo elementi personali mescolati al flusso narrativo di un copione scritto. D'altra parte il confine che separa il cinema del reale dalla finzione è labile. Le registe (Chloé Mahieu e Lila Pinell), autrici anche della sceneggiatura, hanno consentito alle ragazze di lasciare una parte di se stesse avvalendosi della fantasia per creare scene verosimili a cose veramente vissute ma non pedissequamente esatte. Il risultato è estremamente riuscito.
(Kiss & cry); Regia: Chloé Mahieu, Lila Pinell; sceneggiatura: Chloé Mahieu, Lila Pinell; fotografia: Sylvain Verdet, Xavier Liberman; montaggio: Emma Augier; musica: Aurore Meyer-Mahieu; interpreti: Sarah Bramms , Xavier Dias, Dinara Droukarova, Carla-Marie Santerre, Aurélie Faula, Amanda Pierre, Noémie Carroué, Samuel Brian, Cassandra Perotin, Eve Cornet, Ilana Bramms, Lisa Perestrelo; produzione: Ecce Films; origine: Francia, 2017; durata: 104'
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