martedì 28 novembre 2017

Blade Runner 2049, Denis Villeneuve difende il film dalle accuse di sessismo


Abbiamo già dedicato un articolo alle possibili cause del flop di Blade Runner 2049, che andrebbero molto contestualizzate, ma soprattutto negli States parecchi hanno letto nella rappresentazione della donna uno dei difetti del lungometraggio. L'attenzione si è focalizzata sull'uso del surrogato Mariette per la scena di sesso dell'ologramma Joi, ma anche sulla cupezza generalizzata delle figure femminili. Parlando dell'argomento su Vanity Fair, il regista Denis Villeneuve si è difeso nel modo più sereno possibile:

"Per me è molto importante il modo in cui ritraggo le donne nei film. Questo è il mio nono lungometraggio e in sei ci sono state donne protagoniste. Il primo Blade Runner era molto violento con le donne, aveva un nesso con la sua estetica di film noir. Io ho cercato di portare profondità a tutti i personaggi. Nel caso di Joi, il personaggio olografico, vedete come si evolve, credo sia interessante.
Cos'è il cinema? E' lo specchio della società. Blade Runner non parla del domani, parla dell'oggi. E mi spiace, il mondo non è gentile con le donne.
C'è quest'idea nel cinema americano, rappresentare un mondo ideale, ritrarre un'utopia. Va bene: sogni per un mondo migliore, lotti per migliorare, d'accordo. Ma se vedete i miei film, esplorano le ombre di oggi. Il primo Blade Runner è la più grande dichiarazione distopica della seconda metà del secolo. Io facevo un sequel, quindi sì, è una visione distopica dell'oggi, ne amplifica tutti i difetti. Ecco come la vedo."


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