Los Angeles 1992. Millie (Halle Berry), una donna afroamericana single, madre adottiva di otto figli dai due ai sedici anni, si trova in mezzo alla rivolta della comunità nera contro l'assoluzione dei poliziotti implicati nel pestaggio di Rodney King. La narrazione filmica di un fatto di cronaca così conosciuto, di cui si è dibattuto in tutto il mondo, è sempre un intento complicato e rischioso e la regista Deniz Gamze Ergüven, turca di adozione francese, lo affronta di petto, senza paura di infrangere dei tabù, con la distanza di chi all'epoca era giovanissimo. La regista e sceneggiatrice non esita a inventare, come verosimile motore narrativo di supporto alla febbrile materia trattata, le vicende personali di un nutrito gruppo di persone: un insolito nucleo familiare, Obie, un vicino di casa bianco nevrotico e alcolista sexy (interpretato da Daniel Craig) e una ragazzina nera, probabilmente orfana, sola e perduta alla ricerca di guai. Narrazione di pancia, volta alla commozione, continuamente punteggiata da immagini reali di quei giorni, dalle immagini processuali alle riprese del video amatore (fondamentali per l'avvio di un processo contro i cosiddetti uomini della legge che avevano pestato un uomo innocuo) a inquadrature a tutto schermo di totali aerei dei quartieri di LA in fiamme. Troppo stereotipato nei caratteri dei personaggi - la nera combattiva che si sente Wonder Woman, il ‘viso pallido' che batte alla macchina da scrivere nervosamente (non ci viene detto se sia scrittore sceneggiatiore traduttore o altro mestiere legato alla scrittura) con il frigo vuoto e la bottiglia di birra sempre in mano, l'ultimo arrivato in famiglia (raccolto da Millie dalla strada) che si porta alla letto la bella e perduta amata di nascosto timidamente dal più bravo ragazzo tra i figli, quello che si occupa dei bambini (e viene interrotto durante un momento di privacy sensuale solitaria sotto le coperte) quando la madre è andata a consegnare le torte che sforna dall'alba. Davvero buona l'intenzione di voler trattare argomenti bui della nostra storia recente con ritmo, contrapponendo al dramma una parte di leggerezza nell'andamento della trama: molte scene spiritose con i bambini, un momento onirico di fantasia sessuale tra la protagonista e il vicino di casa, affettuosità familiari come dei momenti di vissuto familiare possibile nonostante ristrettezze, difficoltà, tragedie alle spalle e in atto. Un uso della musica classico, retorico, a volte involontariamente peggiorativo. Forse il prossimo tentativo - è solo un'opera seconda - sarà più vicino al vissuto della regista, più alla sua portata. Comunque valido il coraggio spavaldo, ambizioso: in molti hanno creduto in lei, dal cast di grande livello, alla produzione, alla distribuzione.
(Kings); Regia: Deniz Gamze Ergüven; sceneggiatura: Deniz Gamze Ergüven; fotografia: David Chizallet; montaggio: Mathilde Van Demoortel; musica: Warren Ellis, Nick Cave; interpreti: Halle Berry, Daniel Craig, Isaac Ryan Brown; produzione: CG Cinema Internazional; distribuzione: Bim; origine: Francia, Belgio, 2017; durata: 92'
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