Il primo film da regista di Andy Serkis, a cui dobbiamo l'attesissimo Venom: La Furia di Carnage, si intitola Ogni tuo respiro e racconta, senza ricorrere ad una facile retorica, invitare allo spasmodico consumo di fazzoletti o insistere sul decorso di una malattia, una struggente storia vera.
Il Gollum della trilogia del Signore degli Anelli ha voluto come protagonista di una vicenda reale che è anche una riflessione sul valore della vita e sul diritto di scegliere come viverla e se non viverla più, il magnifico Andrew Garfield. L'ex Spider-Man interpreta magistralmente un giovane uomo di nome Robin Cavendish, che all'età di 28 anni, durante un viaggio d'affari in Kenya con la moglie, si ammalò di poliomielite e rimase paralizzato dal collo in giù. La sua parabola, commovente e coraggiosa, non è priva di quello humour di cui solo gli inglesi sono capaci e, sullo schermo, si traduce in una rappresentazione colorata e bohemienne, un affresco in cui trovano posto personaggi sfaccettati resi interessanti da attori come Claire Foy e soprattutto Hugh Bonneville, l'iconico Robert Crawley di Downton Abbey.
Ogni tuo respiro: la storia vera alla base del film
Il vero Robin Cavendish interpretato da Andrew Garfield era il papà di Jonathan Cavendish, che per chi non lo sapesse è un celebre produttore britannico a cui dobbiamo, fra gli altri, Il diario di Bridget Jones ed Elizabeth: The Golden Age.
Nel 1958, l'avvenente Robin si ammalò dunque di poliomielite e restò quasi interamente paralizzato. I dottori gli dissero immediatamente che non sarebbe sopravvissuto per più di tre mesi, tempo che avrebbe dovuto trascorrere in un letto d'ospedale. Jonathan non ne volle sapere di rimanere confinato fra le mura di un edificio che ospitava malati e medici, e così se ne tornò a casa. Si fece costruire una sedia a rotelle con respiratore incorporato dall'amico Teddy Hall e cominciò addirittura a viaggiare con la moglie Diana e con il figlio in un furgone super equipaggiato. I tre mesi di cui avevano parlato i dottori diventarono 36 anni, vissuti intensamente e abbastanza felicemente. "Il mantra di mio padre era la qualità della vita" - ha raccontato Jonathan Cavendish. "Ciò che desiderava per sé e per gli altri era un'esistenza dignitosa. Sarebbe potuto restare in ospedale, ma era una vita che non sarebbe stato in grado di sopportare. Preferiva vivere una vita piena e lontano dalla morte, anche se fosse durata solo due minuti".
Desideroso di trasformare la vera storia del padre in un film, Jonathan Cavendish si è rivolto allo sceneggiatore William Nicholson (uno degli autorei del copione de Il Gladiatore), che gli ha risposto: "Sarei felicissimo di aiutarti, ma a una condizione: non voglio essere pagato finché il film non sarà terminato". Dopo alterne vicende la sceneggiatura è stata scritta e poi è stato contattato Andy Serkis, che aveva una certa familiarità con la disabilità. Sua mamma aveva infatti lavorato con i bambini disabili e sua sorella soffre di sclerosi multipla.
Una volta girato, Ogni tuo respiro è stato mostrato allo spettatore a cui il regista e il produttore tenevano di più: Diana Cavendish. La moglie del compianto Robin ha molto amato il film. Ha criticato solamente il cappello che Claire Foy indossa in una scena. La vera Diana non avrebbe mai scelto un simile copricapo.
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