I sette Premi Oscar 2024 andati a Oppenheimer (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior montaggio, miglior fotografia e miglior colonna sonora) segnano una vittoria netta, ai limiti dello schiacciante, e tutto sommato decisamente prevedibile ai 96esimi Academy Awards.
Se era il film di Christopher Nolan, forte delle sue 13 candidature complessive (il che, a fronte dei 7 premi, si traduce in un quasi 54% di percentuale al tiro, per dirla col gergo del basket), il grande favorito della serata di premiazione, e tutto sommato sarà difficile per chiunque andare a contestare anche uno solo dei singoli premi che ha portato a casa. Sebbene vada anche ammesso che in molte categorie i rivali erano di grande valore.
Oppenheimer: il trailer del film
Tanto per fare un esempio, nessuno avrebbe potuto lecitamente gridare allo scandalo se a vincere come miglior film fossero stati La Zona d'interesse, o Anatomia di una caduta, o Killers of The Flower Moon (rimasto senza un solo riconoscimento, così come Maestro di Bradley Cooper), ma al tempo stesso sarebbe del tutto ingiusto sostenere che a spingere Oppenheimer al successo sia stato il contributo che questo film, ambizioso, complesso e straordinario, intriso di cinema nel senso più nobile e complesso del termine, ha dato alla riscossa del cinema - inteso questa come sala - in tutto il mondo, forte degli oltre 950 milioni di dollari incassati a oggi in tutto il mondo
Dimostrazione ne è anche il fatto che il Barbie di Greta Gerwig, che con Oppenheimer si è conteso e ha condiviso l’attenzione degli spettatori dall’estate in avanti, è tornato a casa con una sola statuetta su otto alle quali era candidato (12,5% al tiro), quella per la miglior canzone originale, andata peraltro (giustamente) al brano di Billie Eilish e Finneas, e non al sopravvalutatissimo “I Am Ken” cantato da Ryan Gosling.
Le polemiche, sul fronte rosa shocking dei fan di Barbie, non mancheranno di arrivare, dando la colpa al solito patriarcato.
Un patriarcato che però invece è stato giustamente colpito, se così si può dire, dai risultati di Povere Creature!, che tutto sommato sono più sorprendenti di quelli di Oppenheimer.
Il film di Yorgos Lanthimos era candidato a undici Oscar e ne ha portati a casa quattro (quasi un 36,4% al tiro): non tutti “pesanti” come quelli del film di Nolan, ma comunque quattro.
Non erano in molti a pensare che Emma Stone avrebbe vinto la sua seconda statuetta dopo quella ottenuta per il ruolo in La La Land, in cui recitava al fianco del citato Gosling: in molti credevano che davanti a lei sarebbe arrivata Lily Gladstone, brava protagonista femminile del film di Martin Scorsese, che in più avrebbe garantito il bonus minoranza. E al tempo stesso, anche in questo caso, difficile sostenere che quella di Stone non sia stata una performance meritevole.
Da segnalare poi che nelle scenografie e nei costumi il film di Lanthimos ha vinto due volte il derby al femminile e femminista contro il Barbie di Gerwig, e in maniera del tutto meritata.
Povere Creature!: il trailer del film
Il resto dei premi sono stati distribuiti in maniera piuttosto equanime e senza grandi sorprese.
L’eccezione, forse, è quella - felice - della statuetta per la miglior sceneggiatura non originale che è stata vinta da American Fiction, film intelligente e tagliente che prende di mira gli eccessi della cultura woke e del politicamente corretto, ma che non ha risparmiato alcune taglienti ironie nei confronti di Hollywood e dell’istituzione stessa degli Oscar, costringendo forse l’Academy a sorridere a denti stretti per dimostrare quanto è aperta e autoironica.
Al fenomenale Anatomia di una caduta - il film che forse avrei voluto veder trionfare come migliore dell’anno, o come miglior regia - è andato l’Oscar come miglior sceneggiatura originale, premio meritatissimo e importante che però non può non suonare anche un po’ come un contentino.
Un discorso in qualche modo simile può valere per La zona d’interesse, che ha battuto tra gli altri anche Io Capitano di Matteo Garrone e Perfect Days di Wim Wenders come miglior film internazionale, ma che era candidato anche come miglior film in assoluto.
Anatomia di una caduta: il trailer del film
Per parafrasare certi titoli della stampa locale italiana, agli Oscar 2024 c’è stato anche un po’ di Giappone: non quello del film di Wenders, che come detto non ha vinto nella sua categoria, ma quello del grandissimo Hayao Miyazaki, che con Il Ragazzo e l'Airone ha vinto nella categoria film d’animazione il suo secondo Oscar, dopo quello onorario alla carriera ottenuto dieci anni fa, e quello di Godzilla Minus One, che ha sorprendentemente vinto il premio per i migliori effetti visivi, facendo del suo regista Takashi Yamazaki il secondo a vincere il premio in quella categoria per un film da lui stesso diretto dopo un certo Stanley Kubrick, che lo vinse - unico nella sua straordinaria carriera - nel 1968 per 2001: Odissea nello spazio.
Godzilla Minus One: il trailer del film
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