giovedì 21 marzo 2024

La zona d'interesse, il contestato discorso agli Oscar del regista difeso dal collaboratore di Steven Spielberg, Tony Kushner

Tre volte candidato agli Oscar con sceneggiature scritte per Steven Spielberg (Munich, Lincoln, The Fabelmans), vincitore del Pulitzer, di un Emmy e di due Tony, non si può dire che Tony Kushner non abbia una forte voce nel mondo della cultura americana: ospite del podcast Haaretz, che copre notizie dal mondo ebraico e di Israele, ha difeso le contestate parole del regista Jonathan Glazer, quando agli Oscar ha ricevuto il premio per il miglior film internazionale con La zona d'interesse. Leggi anche Il discorso di Jonathan Glazer agli Oscar fa discutere: lo accusa anche il regista de Il figlio di Saul

Tony Kushner: "Le dichiarazioni di Jonathan Glazer sono incontestabili"

Ricapitoliamo. Quando ha ricevuto l'Oscar 2024 per il miglior film internazionale con il suo La zona d'interesse, il regista Jonathan Glazer ha detto: "Il nostro film mostra dove conduce la disumanizzazione al suo peggio. Fa parte del nostro passato e del nostro presente. Proprio adesso, rivendichiamo di rifiutare che la nostra appartenenza ebraica e l'Olocausto vengano presi in ostaggio da un'occupazione che ha portato la guerra a tante persone innocenti. Si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele, o quelle del perdurante attacco a Gaza, come possono resistere le vittime della disumanizzazione?" In altre parole, Glazer voleva dire che si può essere ebrei senza essere automaticamente a favore delle oltre trentamila vittime palestinesi nella striscia di Gaza, senza dimenticare il progrom del 7 ottobre da parte di Hamas, che ha causato 1200 morti. Una posizione che ha suscitato immediatamente una risposta dura ufficiale a Glazer da parte della comunità ebraica di Hollywood, ritenendo inaccettabile l'accostamento tra il regime nazista e il governo di Israele. Altri l'hanno invece sostenuto, e tra questi altri è molto chiaro e duro Tony Kushner,  collaboratore di Spielberg, uno dei più stimati scrittori americani su più fronti (teatro, cinema, tv, libri). Ecco cosa ha detto in difesa di Glazer:

Mi ha sorpreso la reazione alla dichiarazione di Jonathan Glazer agli Oscar, sostanzialmente incontestabile, irrefutabile. [...] Nel mio viaggio interiore che dura da cinque mesi, mi sono avvicinato all'idea che forse il boicottaggio è necessario, ma non ci riesco. Non riesco a separarmi da Israele. [...] Io voglio che Israele possa vivere in pace... io credo che l'occupazione di Gaza, tutte queste cose, non mettano in sicurezza Israele. [...]
Quello che Glazer dice è così semplice: dice che l'ebraismo, l'identità ebraica, la storia ebraica, la storia dell'Olocausto, la storia della sofferenza ebraica non devono essere usate come scusa per un progetto di disumanizzazione o di massacro di altre persone. Essere ebrei non significa essere questo, non è questo il senso che dobbiamo trarre dall'Olocausto, lui lo rifiuta. [...] Chi può non essere d'accordo? Quale persona pensa che quello che sta accadendo a Gaza adesso è accettabile? Se vi scoprite a dire ad alta voce in pubblico: "Per me va bene quello che fanno", perché come persona ebrea sentite che avete l'unica scelta di difendere qualsiasi cosa Israele faccia, allora vergognatevi.


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