Per spiegare bene Venom: La furia di Carnage bisognerebbe partire dalla fine. O meglio: dalla scena durante i titoli di coda. Ma siccome per molti parlare di quella scena rappresenterebbe un imperdonabile spoiler, cerchiamo di dire le cose diversamente.
Il primo Venom è stato un film assai divertente prima di tutto per via del suo tono: un tono che si poneva in netta contrapposizione con quello magniloquente e serioso - anche quando gioca con l'ironia in maniera spesso spocchiosa e autoconsapevole - dei film del Marvel Cinematic Universe.
Quel Venom lì, diretto da Ruben Fleischer, era - per citare la mia recensione - un film col "coraggio dissennato di buttarla in vacca lì dove tanti altri, al contrario, si sarebbero presi troppo sul serio, conquistandoti con una risata, e non coi muscoli o le regole di un "bel cinema" che non appartiene a quel mondo lì."
Tutto questo, e pure il versante pseudo-horror, è stato confermato come può e come sa anche da Andy Serkis, regista del sequel; ma allo stesso tempo appare evidente che oramai il mondo di Venom (che poi è quello che alla Sony chiamano lo "Spider-Man Universe") appare contaminato da un simbionte a lui alieno che è appunto l'MCU.
Alla schizofrenia di Eddie, in Venom: La furia di Carnage si aggiunge quindi anche quella di un mondo e di un personaggio che sanno che potrebbe presto universo e regole di riferimento, passando dal disordine sgangherato e l'atteggiamento un po' cialtrone di quello cui è sempre appartenuto all'ordine pulitino, patinato, rigoroso e ultramainstream di quello in cui potrebbe andare a finire.
Che tradotto poi in termini pratici significa che ci sono molte più scene baracconesche di battaglia che fanno il verso a quelle magniloquenti dei film Marvel, ma senza lo stesso expertise.
E però. Però ci sono pur sempre Eddie e Venom, e i loro battibecchi. Oramai i due sono una coppia di fatto, e come ogni coppia anche loro mostrano le loro reciproche insofferenze, le piccole gelosie, le ripicche, sono costretti a compromessi. E a un certo punto arrivano pure a separarsi, ma tanto si sa che han bisogno l'uno dell'altro, e la terapia utile a far sì che tornino insieme è fatta da un q.b. di eventi traumatici e da una buona dose d'intervento da parte di Anne, la ex di Eddie (che rimane tale, ed è un bene per il film).
E poi c'è Carnage, o meglio Woody Harrelson, che è sempre un bel vedere. E ci sono i cervelli da mangiare, e la signora Chen, e ci sono quelle battutacce e quelle parolacce che in un film Marvel non vedremo mai.
E allora, nonostante i compromessi e gli scivoloni, e nonostante la regia di Serkis deluda un po' (un po' tanto): sempre viva Venom, e la sua voglia di essere un film sgangherato, perfino cretino, tanto liberatorio.
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