Avete appena visto Sette anime e vi state domandando se la cubomedusa esista realmente. Potete dunque proseguire la lettura, essendo consapevoli di incappare in enormi spoiler. Ma il film lo avete già visto fino alla fine, no? Allora nessun problema. In Sette anime il regista Gabriele Muccino affronta la sua seconda regia americana dopo La ricerca della felicità puntando dritto al cuore degli spettatori con l'intento di lacerarlo. Se dunque siete emotivamente sopravvissuti alla visione, avete anche ricomposto mentalmente tutte le azioni che Will Smith compie nel film. In sostanza, nei panni del suo personaggio Ben Thomas, pianifica la sua redenzione dopo aver provocato la morte di sette persone in un incidente stradale. Ciò che ha in mente è ridare speranza, ma soprattutto una nuova vita, ad altrettante sette persone a lui estranee che si trovano in grave difficoltà. Come? Donando i propri organi dopo essersi tolto la vita.
Sette anime: la spiegazione della scelta della cubomedusa
Perché suicidarsi lasciandosi pizzicare dai tentacoli di una cubomedusa? Semplicemente perché quella morte non altererebbe alcuno degli organi interni di Ben Thomas, destinati alle persone da lui "selezionate". Per questo motivo si immerge in una vasca di ghiaccio, proprio per conservare al meglio il suo corpo per l'espianto. Ma la cubomedusa esiste veramente? Sì, esistono ben 51 specie diverse conosciute di Cubozoa, una classe di Celenterati, ossia animali acquatici a simmetria raggiata. È la testa squadrata della medusa a dare il nome alla specie, rispetto alla più comune forma a cupola. Se ne trovano nel mare Adriatico, ma nessuna di queste è pericolosa quanto le cubomeduse dei mari tropicali. Nelle acque dell'Australia si trova tipo di cubomedusa letale chiamato Chironex fleckeri, nota anche come vespa di mare. Si tratta di uno degli animali più pericolosi per l'uomo. La zona cutanea pizzicata o strisciata dai tentacoli di questa medusa è estremamente dolorosa, produce un'intensa sensazione di bruciore. Il veleno entra nel circolo sanguigno provocando spasmi muscolari e, nell'arco di una paio di minuti, una crisi cardio-respiratoria. L'unica sostanza che può impedire l'attivazione delle sostanze tossiche è l'aceto. Su alcune spiagge australiane esistono infatti delle aree dove è possibile reperire rapidamente boccette contenenti aceto.
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