giovedì 10 novembre 2022

Il piacere è tutto mio: Emma Thompson e la rivincita del desiderio femminile

Cosa spinge una donna che ha superato i 50, o anche i 60, a rivolgersi a un gigolo? La solitudine? La voglia di essere nuovamente desiderata da un uomo? L'orgoglio di essere vista, magari al ristorante o in un night, al fianco di un bel giovanotto? Il desiderio di un'esperienza sessuale appagante? Ogni caso è a sé, certo, ma la risposta, forse, potrebbe essere: tutte queste cose insieme.
Nel caso della professoressa in pensione Nancy Stokes, che ha insegnato Educazione Religiosa e ha perso il consorte da due anni, il motore è la voglia di rimediare a un matrimonio solido e rigoroso ma decisamente freddino. E siccome le donne, al giorno d'oggi, sono più attente, rispetto a una volta, ai loro bisogni e più in ascolto del loro corpo, assoldare chi per mestiere dà piacere è la soluzione perfetta, anche perché il gigolo, per sua stessa natura, non giudica e soprattutto è attento all'altro, o meglio all'altra.

Nancy Stokes non esiste nella realtà, nonostante sia un mix di donne vere, e nella commedia di Sophie Hyde Il piacere è tutto mio è interpretata da Emma Thompson, spesso associata, al cinema, a personaggi tutt'altro che sensuali: tate, professoresse di magia e stregoneria, mogli tradite, damine remissive, avvocatesse in carriera, zitelle dal carattere difficile. Al fianco dell'ex signora Branagh troviamo nel film Daryl McCormack, irlandese classe 1992 reso famoso dalla serie tv Peaky Blinders. Non è di lui che vogliamo parlare, nonostante l'eccellenza della sua performance, ma di Emma Thompson, che si è saputa mettere completamente in gioco a 63 anni.

La sceneggiatura de Il piacere è tutto mio è stata scritta con l'idea che a interpretare Nancy sarebbe stata Emma Thompson. L'autrice del copione, Kathy Brand, è partita dall'immagine di una donna di 60 anni che, in una stanza d'albergo, attende un sex worker che ha ingaggiato per fare sesso. Ora, siccome Sophie Hyde è una regista che ama lavorare con il desiderio, soffermandosi, tra le altre cose, sul modo in cui cerchiamo di respingerlo, il soggetto e la sceneggiatura sono diventati realtà. E in questa realtà era importante che la protagonista femminile arrivasse a negare una cultura che insegna a vergognarsi della propria fisicità per liberarsi dal giudizio altrui e percepire il proprio corpo come qualcosa di normale, anzi di neutrale. Per esprimere questo rinnovato atteggiamento, era importante che la Thompson lasciasse emergere da un lato l'apertura mentale del personaggio, e dall’altro una grande vulnerabilità, sentimenti che solo un'attrice esperta poteva incarnare e rendere credibili. E difatti così è stato.

Ma parliamo più diffusamente di Emma, che a proposito della sceneggiatura de Il piacere è tutto mio ha detto: "L'ho letta e ho avuto una specie di reazione viscerale (…) Non ha nulla a che vedere con tutto quello che avevo fatto prima. Era divertente e commovente (…) La mia Nancy conserva una certa innocenza. L'ho sempre considerata un po’ come Eva nel giardino dell'Eden prima della caduta, e quindi con un rapporto sano con il proprio corpo".



Attraverso il personaggio di Nancy, Il piacere è tutto mio prende di petto coloro che sostengono che una relazione fra una donna giovane e un uomo molto più grande vada bene, mentre sia da biasimare una donna che si interessa a un uomo più giovane e che per questo viene vista come una cougar o una milf in cerca di un toy boy.

"Nancy ha obbedito alle regole per tutta la vita" - ha spiegato Emma. "Potremmo descriverla come un pilastro della società. Si è comportata incredibilmente bene, ha avuto un lungo matrimonio di successo e due figli sani e di successo e una lunga carriera. Se non avesse seguito le regole, cosa avrebbe voluto per sé? (...) Oggi come ieri, nessuno si è mai interessato alle esigenze delle donne, in primis al piacere sessuale. Da persona che ha vissuto ed è cresciuta durante la rivoluzione sessuale, mi sono accorta che l'unico cambiamento è stato la maggiore facilità con cui gli uomini si prendevano ciò che volevano. Ecco la ragione per cui il personaggio di Nancy è interessante e necessario, anche perché, nell'epoca del post #MeToo, si parla più spesso e con cognizione di causa delle donne e il sesso, e del sesso consensuale in opposizione all'abuso”.

Il piacere è tutto mio, però, va oltre il desiderio femminile. Il film, che sul sito di recensioni rottentomatoes ha ricevuto il 97% di critiche positive, cerca di smontare la convinzione che, per sentirsi realizzata, la donna debba necessariamente essere madre. "Nancy" - ha detto ancora la Thompson - "confessa a Leo: 'Non so, ma se mi avessero detto cosa avrebbe comportato l'essere madre, forse non lo sarei diventata'. È un'affermazione forte. La maggior parte delle volte, quando nei film ci sono donne come Nancy, si tratta di personaggi secondari che si comportano in maniera opposta rispetto alla protagonista, che invece fa qualcosa di virtuoso. Qui non succede, e Nancy appartiene a una tipologia femminile oggi largamente diffusa".

Emma Thompson in tre personaggi poco sexy o inconsapevoli di esserlo

Nancy Stokes è un ruolo nuovo per Emma Thompson, come dicevamo in apertura. L'attrice inglese, che ha nel curriculum oltre 50 film, ha interpretato personaggi che magari avevano dalla loro fascino, femminilità e malizia, ma se succedeva, era per la bellezza e la sensualità della Thompson e non della parte che le era stata affidata. E comunque Emma si è cimentata per lo più in ruoli tutt'altro che sexy. Ne abbiamo scelti tre, ma gli esempi sono molti di più.

Elinor Dashwood di Ragione e Sentimento

Curiosamente è Ang Lee a dirigere l'adattamento del celeberrimo romanzo di Jane Austen pubblicato nel 1811. Emma Thompson scrive il copione di Ragione e sentimento, che nel 1996 si aggiudica l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Come sanno gli appassionati di film romantici in costume, l'attrice non sceglie per sé il ruolo di Marianne Dashwood (incarnazione del sentimento), lasciando che a interpretarlo sia quella Kate Winslet che, due anni dopo, diventerà in Titanic l'eroina romantica per eccellenza. No, Emma opta per la parte di Elinor Dashwood, che rappresenta il lato razionale dell'amore. Intelligente, colta e dotata di senso pratico, dopo la morte del padre Elinor diventa la guida della famiglia. Si innamora del fratello della sorellastra, che però è promesso a un'altra donna. Quindi anche Elinor ama, e si reca a Londra con il cuore spezzato, ma continua ad anteporre la serenità dei suoi cari alla sua felicità, e quindi reprime i suoi bisogni. Nel periodo della Reggenza ciò accadeva spesso, e comunque la moda dell'epoca, con i vestiti in stile impero e i cappelli con fiocchi che si annodavano sotto il mento, certo non risvegliava le fantasie erotiche dei gentiluomini, che spesso e volentieri erano imbalsamati.

Tata Matilda di Nanny McPhee - Tata Matilda

Nel 2005 Emma Thompson interpreta per la prima volta un personaggio che all'apparenza sembra Mary Poppins, visto che si tratta di una tata capace di fare magie e incantesimi, però la baby sitter del film di Kirk Jones Nanny McPhee - Tata Matilda non è graziosa e leggiadra come la sua collega. Nata dalla fantasia di Christianna Brand, che l'ha resa protagonista di una serie di libri per ragazzi, Tata Matilda è piuttosto brutta. Ha il naso grosso, il viso arrossato, un dente in bella vista anche quando chiude la bocca, sopracciglia folte e capelli crespi. Tuttavia, è stata lei a rendersi così poco gradevole, e può tranquillamente liberarsi di questi difetti fisici quando più lo desidera.

Neanche l'abbigliamento della bambinaia è sensuale. Dalla sua Tata Matilda ha il senso pratico, l'intelligenza e la preoccupazione per il benessere dei bambini a cui bada, oltre al vantaggio di non invecchiare mai, cosa che molti le invidiano. Il personaggio torna nel sequel Tata Matilda e il grande botto, uscito nel 2010 e diretto da Susanna White.

Karen di Love Actually

Invece di scegliere Sibilla Patricia Cooman, strega e veggente, nonché professoressa di Divinazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwart, dove la troviamo con occhiali dalla montatura grande che oggi qualcuno attribuirebbe a Tom Ford, vogliamo soffermarci su Karen di Love Actually. Nella commedia romantica corale di Richard Curtis, in cui troviamo i più celebri attori del panorama britannico, Emma Thompson presta il volto a una donna che scopre di essere stata tradita dal marito (Alan Rickman) nel momento in cui, per Natale, non riceve la collana che aveva trovato nella tasca del cappotto del consorte ma un CD di Joni Mitchell. La scena che segue, con Karen che piange in camera da letto, è bellissima e struggente. Le lacrime non erano scritte nella sceneggiatura, ma l'attrice aveva pensato alla fine della sua storia con Kenneth Branagh, e di qui la commozione. Se abbiamo annoverato questo personaggio fra gli opposti di Nancy Stokes è perché, almeno sulle prime, non manifesta i suoi bisogni emotivi e, vedendosi seconda a un'altra donna, tutto si sente fuorché sensuale.

Ma cosa, in particolare, ha scatenato il pianto dell’attrice? Il tradimento di Kenneth Branagh con Helena Bonham Carter ai tempi di Frankenstein. Curiosamente è stato proprio Ragione e sentimento a risarcire in amore e seduttività la Thompson, che si è data alla scrittura (del copione) per superare la depressione in cui era precipitata. Ma soprattutto, su quel set Emma ha conosciuto il suo futuro marito Greg Wise, a cui un indovino aveva predetto che, girando il film, avrebbe incontrato la sua futura moglie, che, guarda caso, era più grande di 7 anni.

Lei è più grande di lui al cinema

Anche se Il piacere è tutto mio parla di sesso, il cinema ha raccontato spesso unioni fra donne decisamente più adulte dei loro partner. Del resto, se succede nella vita vera, come dimostrano il presidente Emmanuel Macron e signora, o Demi Moore e Ashton Kutcher, è normale che accada anche sul grande schermo. Film che raccontano siffatte coppie sono per esempio Il laureato, in cui Dustin Hoffman viene sedotto da Anne Bancroft, e The Reader, nel quale Kate Winslet ha una torrida relazione con un ragazzo che le legge i libri.

In Prime, Uma Thurman frequenta il figlio della sua psichiatra (Meryl Streep). Infine, in The Mother, diretto da Roger Michell e sceneggiato da Hanif Kureishi, una donna vive una bollente liaison con il sensuale compagno di una delle figlie, che è interpretato da Daniel Craig.

Pensando a questi e ad altri titoli, come Diario di uno scandalo (dove un'insegnante ha una love story con uno studente di 15 anni), non possiamo non renderci conto che siffatte coppie immancabilmente scoppiano, in maniera più o meno drammatica. Accade così che a Mrs. Robinson venga preferita la figlia o che in The Reader il povero Michael Berg continui ad amare dolorosamente l'ex guardia delle SS Hanna Schmitz, trasformandosi nell'uomo triste che vediamo nella seconda parte del film e che ha l'espressione dolente di Ralph Fiennes. Questi “e vissero felici e scontenti” significano forse che il mondo ancora non è pronto ad accettare un rapporto sentimentale in cui è la donna a essere più in là con gli anni? Forse, ma la realtà ci racconta che un numero sempre maggiore di uomini cerca donne più grandi e che le donne si rivolgono a un gigolo sempre più di frequente.



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