Oltre a essere il titolo del film, Orlando è anche il nome del suo protagonista, interpretato da Michele Placido. E, incidentalmente, o forse no, è anche il nome del padre di Daniele Vicari, che il film l’ha scritto (con la collaborazione di Andrea Cedrola) e l’ha diretto.
Orlando è un uomo anziano che vive da solo in un paese di montagna del centro Italia. Non ha mai voluto emigrare, ma suo figlio sì, venti anni prima, e questa scelta aveva causato una profonda rottura tra i due. Quando però da Bruxelles arriva una telefonata, e una richiesta d’aiuto, Orlando non esita un secondo, e parte alla volta di un mondo sconosciuto e alieno, nel quale scoprirà anche di avere una nipote, Lyse.
“Il loro incontro è significativo”, ha spiegato Daniele Vicari al Torino Film Festival, dove Orlando è stato presentato in anteprima sull’uscita in sala, che avverrà il 1° dicembre con Europictures. “Bruxelles è una città bellissima e il cuore dell’Europa, un'Europa che per Orlando è un’entità astratta. Bruxelles è una città del futuro, non a caso esiste il termine ‘bruxellizzazione’ per indicare l’espansione delle città, e Orlando si ritrova quindi in un futuro che non sa interpretare, nel quale non si sa orientare. Lysa, la sua nipotina, è a tutti gli effetti quel futuro”.
Per Vicari, quindi, l’incontro tra nonno e nipote è un ponte tra il passato e il futuro, ma non solo: “Ho sempre pensato che Orlando e Lysa, pur distanti nel tempo e dello spazio, si siano dovuti trovare di fronte allo stesso problema. Orlando viene dalla guerra e ha dovuto inventare un futuro, e un paese; anche Lysa deve inventarsi un futuro, ma con la guerra di fronte, e non alle spalle. Col loro incontro devono entrambi costruire la propria personalità e capire il che mondo sono, è un incontro che rappresenta il percorso di comprensione che come europeo devo fare a tutti i costi”, ha detto Vicari. “Guardo l’Europa e un futuro difficile ma spero, e se guardo indietro vedo gli Orlando che ce l’hanno fatta”.
Quello di Orlando è per Placido “il personaggio singolare di una tra le sceneggiature più belle che mi sono state proposte in questi anni come attore. Io e Daniele veniamo entrambi da storie di emigrazione, e ieri arrivando a Torino pensavo alle mie zie venute a lavorare qui, al mio amico Gino De Serio, poi diventato un importante sindacalista, che mi mandava lettere in cui mi raccontava la sua vita da operaio. Questo film”, ha proseguito Placido, “assolve a un compito importante, perché il cinema non è solo farsi belli davanti alla macchina da presa, ma raccontare storie piene di significato, quelle storie di cui la storia del nostro cinema è piena”.
Non a caso, forse, Vicari ha dedicato questo suo film a Ettore Scola. “È un segno di affetto profondo nei confronti di una persona che negli ultimi dieci anni della sua vita mi ha regalato un’amicizia rara”, ha spiegato il regista. “Ci siamo conosciuti quando abbiamo fondato assieme, e con altri, la scuola Volonté, e da quel momento in avanti spesso ci siamo trovati a riflettere su cosa stava accadendo al nostro cinema e alle difficoltà che si trovava di fronte. Quindi è stato naturale dedicarlo a lui per queste riflessioni”.
Girato tra Bruxelles e l’Italia, ORLANDO ha come protagonista Michele Placido nel ruolo di Orlando e Angelica Kazankova in quello della piccola Lyse. Li affiancano, tra gli altri, Fabrizio Rongione, Federico Pacifici, Mpunga Denis e Christelle Cornil. Quella di Orlando è una favola moderna dove un vecchio e una bambina, divisi tra modernità e mondo rurale, tra il dover scegliere se partire o restare, si incontrano e mutano la traiettoria delle loro vite.
Il film è una co-produzione Italia-Belgio Rosamont con Rai Cinema e Tarantula Belgique, prodotto da Marica Stocchi e Joseph Rouschop. Scritto dallo stesso Daniele Vicari con Andrea Cedrola, ha la fotografia di Gherardo Gossi, la scenografia di Igor Gabriel e Beatrice Scarpato, i costumi di Francesca e Roberta Vecchi, il montaggio di Benni Atria, le musiche di Teho Teardo.
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