Una cena stellata può risultare letale in The Menu, film diretto da Mark Mylod il cui cast è guidato da Anya Taylor-Joy. Ma la buona riuscita del film si deve in parte al supporto tecnico ed artistico ricevuto da Dominique Crenn, chef francese che ha guadagnato tre stelle Michelin al suo Atelier Creen, di base a San Francisco. Quella proposta dal film in sala è un’esperienza culinaria di lusso, in un ristorante chic collocato su un’isola lontana dal mondo e soprattutto dalla copertura di rete. A guidare la cucina è lo chef Julian Slowik, il cui punto forte è la gastronomia molecolare. Non a caso, il suo menù si divide in minuscole porzioni che vagano alla ricerca della perfezione. Per il suo personaggio, e di conseguenza la sua idea di cucina, la produzione ha voluto come consulente Dominique Crenn.
The Menu, come Dominique Crenn ha aiutato la cucina di Julian Slowik
A volere Dominique Crenn è stato il regista. Mark Mylod, che ha alle spalle diverse esperienze interessanti come Succession, ha coinvolto la chef come capo consulente tecnico per aiutare a rendere al meglio il concetto del menù estrapolato dalla sceneggiatura firmata da Seth Reiss e Will Trace. Ad esempio, una delle chicche gastronomiche riportate anche nel film riguarda le tortillas incise al laser, una tecnica che viene utilizzata nei ristoranti ma che in The Menu guadagna un’impronta più minacciosa. A differenza dello chef Julian Slowik, Dominique Crenn ha uno stile meno intenso in cucina ma ha ammesso di comprendere le difficoltà. In un’intervista con Variety, la chef ha puntualizzato:
Voglio dire, non sono pazza come lui, ma capisco la pressione. È così prepotente perché la pressione in cucina è talmente alta da essere mentalmente soggiogati e così si perde la lucidità.
In The Menu, il ristorante di lusso propone un percorso degustazione pari a 1250 dollari a persona e, per rendere al meglio il concetto, Dominique Crenn è stata chiamata in causa anche dallo scenografo Ethan Tobman. In fase di brainstorming, ragionando sullo chef più idoneo da chiamare in causa, pare che il nome di Dominique Crenn abbia messo d’accordo tutti. Come racconta Tobman a Variety:
Tutti erano convinti che non avrebbe mai accettato. Siamo rimasti sconvolti quando invece ha partecipato alla riunione. È impulsiva e prima di ogni cosa è un’artista. Ed era esattamente quello che stavamo cercando.
Grazie all’esperienza sul set, Dominique Crenn ha poi proposto allo scenografo di farle visita all’Atelier di San Francisco per un makeover del locale.
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